La persecuzione cattolica in Spagna. Come è andata veramente, non come la racconta Ken Loach

Di Redazione
27 Febbraio 2015
Un libro di Mario Arturo Iannaccone ricostruisce cosa accadde nella penisola iberica tra il 1931 e il 1939.

Negli ultimi quindici anni, caso unico nella storia, sono stati beatificati e canonizzati 1523 «martiri di Spagna». Martiri di Spagna, non «martiri della Guerra Civile», come la storiografia più aggiornata distingue. Ancora il 4 giugno scorso papa Francesco ha autorizzato il riconoscimento del martirio di 95 cattolici uccisi dai repubblicani durante la guerra civile spagnola.

Nella Spagna degli anni Trenta la Guerra Civile macchiava l’uomo di crimini orrendi mentre la Chiesa e i credenti diventavano a poco a poco i principali capri espiatori. Ancora oggi, inspiegabilmente, si tralascia di indagarne radici e sviluppi, mantenendo nell’ombra il forte sentimento anticristiano che a tratti si è espresso come un vero e proprio odio.

Ora un libro di Mario Arturo Iannaccone edito da Lindau (Persecuzione. La repressione della Chiesa spagnola tra Seconda Repubblica e Guerra Civile (1931-1939)) si propone di ristabilire qualche verità. Di seguito ne riportiamo un estratto:

«Esterno giorno. Un gruppo di combattenti inglesi delle Brigate internazionali entra in un villaggio andaluso sparando dei colpi e percorre una via dopo aver abbattuto qualche nemico. I combattenti si appostano, al riparo. Qualcuno spara dall’alto e uccide uno di loro. La macchina da presa inquadra un campanile. I colpi arrivano da lì. Poco dopo, alcuni franchisti escono da una chiesa facendosi scudo di una donna. Seguono degli scambi di arma da fuoco e alla fine i franchisti vengono uccisi.
Qualche minuto più tardi viene spinto fuori dalla chiesa colui che sparava dal campanile: è un prete, viene catturato, disarmato e portato in un campo. Nel campo giacciono dei morti che (pare di comprendere) sono stati uccisi dal prete che sul campanile aveva una visuale eccellente e poteva mirare indisturbato come un cecchino. L’uomo viene fucilato dopo essersi fatto il segno della croce e aver alzato gli occhi al cielo.
La sequenza sembra rendere evidente una connivenza fra preti, Chiesa e franchismo ed è comunemente ritenuta veritiera perché il film da cui sono tratte queste sequenze, terra e libertà (Tierra y Libertad, 1995) del regista inglese Ken Loach, è considerato un film storico. La scena, del resto, è stata riportata in altri romanzi successivi al film. Questa sequenza non rappresenta alcunché di storicamente fondato, è inventata e non esiste alcuna testimonianza che qualcosa di simile sia accaduto. Ken Loach usa un’immagine propagandistica impiegata dal Frente Popular spagnolo negli anni ’30. Ignaro della sua falsità oppure no, Loach ha fatto rivivere un’immagine del repertorio propagandistico usato dalle forze che negli anni ’30 aiutarono la Repubblica formando brigate internazionali (13.000 stranieri circa morirono da parte repubblicana) ed è rimasta, ancora oggi, come residuo in certa diffusa storiografia divulgativa».

Persecuzione-bCosa è accaduto veramente?

Le persecuzioni a cui fu sottoposta la Chiesa cattolica all’avvento della Seconda Repubblica spagnola (1931) e sino al termine della Guerra Civile (1939) sono state a lungo omesse o trascurate dalla storiografia, perlomeno fuori dalla Spagna franchista. L’interesse del Caudillo per quella che lui chiamava «cruzada» ha poi cancellato la memoria di questi eventi a partire dal 1975, data delle sue dimissioni. Da allora la storiografia è rimasta ostaggio di opposte ideologie e solo da pochi anni un’impressionante serie di beatificazioni ha richiamato l’attenzione su quanto realmente accadde.

La Seconda Repubblica spagnola si caratterizzò per posizioni sempre più radicali, di cui sono proprio un esempio la politica di laicizzazione forzata e la persecuzione scatenata contro la Chiesa e i cattolici. Tentativi di colpi di Stato, oscure trame, conati secessionistici, intrighi internazionali, esplosioni di violenza sempre più sconvolgenti portarono allo stato prerivoluzionario del 1935-1936. La reazione al regime repubblicano non venne però in particolare dai cattolici, ma soprattutto da componenti interne a esso, dall’esercito, da ex monarchici e da radicali, oltre che dalle forze rivoluzionarie di sinistra.

TIERRA_Y_LIBERTADNella guerra fratricida che si scatenò, durante la quale entrambe le parti si macchiarono di crimini orrendi, la Chiesa e i cattolici divennero invece i principali capri espiatori, al centro di una macchina infernale di ritorsioni che soltanto oggi, a distanza di ottant’anni dagli eventi, si può cominciare a comprendere.

Il saggio storico di Iannaccone – sulla scorta di un’abbondante bibliografia critica e un repertorio di immagini nuove e sconvolgenti – affronta un tema spinoso ma volto al superamento dei contrasti ideologici e alla promozione di fraternità e solidarietà.

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10 commenti

  1. To_Ni

    Il problema è purtroppo che il libro non lo leggono ma rimangono impresse le immagini dei film.
    Alla fine Loach vince su Iannaccone. Ma pure l’Oriana TV vince su quella dei libri che lei stessa ha scritto. Ridley Scott con il suo Exodus (ma perché gli ebrei non si sono incacchiati su una rappresentazione del loro Dio cosi puerile?) vince sulla Bibbia (e tralascio il Noè ecologista).

  2. Raider

    Non so se è stato tradotto in italiano il libro sulla guerra civile spagnola scritto da Pio Moa, mi hanno regalato, qualche anno fa, l’edizione originale, che è comprensibile, anche se con un certa fatica, anche da chi non ha studiato spagnolo. E’ bellissima e dimostra come andarono realmente le cose. le reazioni dell’intelligentsjia radical-vetero- e neo-marxista lo dimostrano. Finì con un attacco con la massima potenza di fuoco mediatico, il sabotaggio – gliene dissero di tutti i colori, senza mai essere in grado di smentirlo – e infine, il silenzio contro chi navigava controccorrente. Si è ripetuto quello che, in tempi diversi, è accaduto, da noi, con i libri dei “revisionisti”, da De Felice a Pansa, e sul piano internazionale, col libro di Robert Conquest sull’Holodomor ucraino e con le reazioni degli islamofili al libro di Sylvain Gouguenheim che smontava l’idea del ‘debito’ culturale dell’Occidente verso l’Islam, che di quella ricchezza – degli altri: di tutte le civiltà pre-islamiche – non seppe fare tesoro.
    La storia che si ripete è quella della demonizzazione di chi demistifica i miti storiografici e politici imperanti. Nel clima attuale della Spagna, rivelare quell’orrore non desta scandalo né ripensamenti né grandi dibattiti: la Chiesa è di nuovo sotto attacco. Anzi: legare l’anti-cristianesimo di allora a quello odierno sembra dare lustro a un blasone radical-nichilista che può contare sulle imbeccate delle direttive Ue.

    1. To_Ni

      Ciao Raider,
      al libro di Sylvain Gouguenheim ti riferisci “Aristotele contro Averroè….” (il solo che ho trovato in italiano) o conosci altri testi che puoi indicarmi?

      1. Raider

        Ciao, Toni.

        Sì, il libro è quello, non ne ho letto altri. Toglimi una curiosità e se non puoi, passati un capriccio: hai confrontato i titoli dell’edizione originale e di quella italiana? Notato niente? Io avevo scritto un post dei miei, piuttosto lungo e fra quelli andati smarriti non so dove, per esaminare nel dettaglio questa sofisticata opera di delegittimazione e sconfessione di un libro delle proprie edizioni condotta dalla Rizzoli in nome del politicamente corretto e dell’islamizzazione strisciante in corso della nostra cultura. Vorrei evitare di ridigitare lo stesso post, come mi capita di dover fare per qualche errore mio o perché qualcosa si inceppa nei meccanismi d’accesso.
        Se non l’avessi fatto e ti va, metti a fronte il titolo originale e quello tradotto: e fammi saper che ne pensi. Eventualmente, invierò un post che smaschera, nella fattispecie, quest’opera di adulterazione intellettuale a opera di coloro che dovrebbero diffondere la cultura, promuovere la libertà di critica e di ricerca e difendere la libertà di opinione e di dibattito.
        A presto.

        1. To_NI

          Raider

          Titolo italiano : Aristotele contro Averroè. Come cristianesimo e Islam salvarono il pensiero greco

          Titolo originale : Aristote au Mont-Saint-Michel. Les racines grecques de l’Europe chrétienne
          (ignoravo la cosa al punto che la domanda che ti ho posto nasceva dalla curiosità di sapere se il titolo originale sopra aveva avuto una traduzione in italiano oppure dell’autore in Italia esiste solo “Aristotele contro Averroè…..” )

          Presto detto : il titolo tradotto stravolge il titolo originale e fa diventare l’Islam “salvatore” della cultura greca .

          Conclusione: il politicamente corretto diventa falso al costo di diventare ridicolo e vigliacco.

          1. Raider

            Toni, la traduzione fa di più: fa spuntare Averroè per metterlo contro Aristotele; e fa di Averroè il salvatore del pensiero greco da chi? Da Aristotele, sembrerebbe di capire! Ora, uno può essere anche convinto che la storia sia proprio andata così: ma, di sicuro, non lo è Gouguenheim, che nel libro dice tutt’altro. Gouguenheim sostiene, come recita il titolo originale, che l’Europa cristiana ha radici greche: e che Averroè non c’entra nulla. Sarà giusto o sbagliato – i fatti dimostrano che Averroè non potè salvare se stesso né altro, dato che divenne il “maledetto Averroè” per l’Islam -: ma, giusto o sbagliato che sia, alla Rizzoli hanno travisato il senso di un libro che hanno scelto di stampare: che è un caso di, perlomeno, tentata mistificazione.

          2. To_Ni

            Quindi nella boiata sono andati oltre anche alle mie più “rosee” aspettative.
            Ciao Raider, alla prossima.

          3. Raider

            Non solo, Toni, ma ci sarebbe da considerare anche il fatto che Mont Saint-Michel lo hanno fatto sparire dal titolo per fare posto all’Islam: che, in un santa alleanza col Cristianesimo, bensì guidandolo tramite Averroè (di cui, poco dopo, si sarebbe persa la memoria nell’Islam, se non, appunto, in qualità di “maledetto Averroè”) e contro Aristotele, avrebbe salvato il pensiero greco, così da accreditare le radici islamo-cristiane dell’Europa. Infatti, allo stesso modo, sono sparite dal titolo della Rizzoli le radici greche del Cristianesimo: una versione che travisa totalmente il senso del lavoro di Gouguenheim.
            Un saluto, Toni, a presto.

  3. lunat

    ma quelli a scuola non leggono più nulla e manco all’università

  4. angelo

    Invece di far leggere a scuola gli opuscoli delle associazioni LGBT, facciamo leggere il libro di Iannaccone.

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