Perché il nostro mondo ha più paura della verità che dello Stato islamico

Di Pietro Piccinini
24 Marzo 2015
Nella «cultura dei diritti» non c'è spazio per nessuno Dio, cioè per nessuna realtà. Ecco perché dopo Charlie Hebdo il tema del pubblico dibattito è slittato dall’allarme “fanatismo” all’allarme “religione”

Mass rally for attack victims in Paris

Questo articolo, tratto dal numero di Tempi in edicola, fa parte della serie “Ragione Verità Amicizia”, il manifesto dei nostri vent’anni e della Fondazione Tempi (una proposta che si può sottoscrivere in questa pagina).

Col cannone della sua propaganda, Putin scaglia versioni diverse della verità come sabbia negli occhi degli avversari, lamentava un paio di settimane fa il Guardian in un editoriale dedicato alle mille letture possibili diffuse dai media russi dell’omicidio Nemtsov. Evidentemente lo zar Vladimir, spiegava con ammirevole intuizione il quotidiano britannico, ha capito a fondo l’idea occidentale secondo la quale non esistono fatti, ma solo interpretazioni, e dunque «qualunque prospettiva può essere legittimata come una questione di opinioni personali». Adesso che Putin quell’idea la ritorce contro i suoi fautori, però, risulta chiaro perfino ai più “liberal” tra i media che qualcosa non torna. Volete il relativismo? Eccovi serviti, sembra suggerire sarcastico il presidente russo. Ma così la verità, obietta il Guardian, si riduce a una quesione di «mero potere». Chi ha il polmone più potente vince. «In altri termini, il relativismo conduce inevitabilmente al nichilismo». E non è una gran consolazione il dire che «i fatti sono sacri», e che tanto «la verità è la fuori». Cosa sono, infatti, i fatti? È lo stesso editorialista a rispolverare niente meno che il Ponzio Pilato del Vangelo: «Quid est veritas?». E quanto ci vuole, nel regno delle opinioni, a trasformare la veritas, il sacro fatto, in nulla?

ragione-verita-amiciziaPutin e propaganda a parte, in fondo è tutta qui la questione delle questioni, il vero “scontro di civiltà” dei giorni nostri. A proposito di libere interpretazioni dei fatti, Adam Gopnik ha scritto sul New Yorker un mese fa, riprendendo un «ovvio e inconfutabile commento» di Barack Obama sul terrorismo islamico, o meglio religioso in genere, che per capire dove nasca la violenza dei tagliagole del califfo Al Baghdadi occorre guardare alle Crociate. Sic. «“Ai tempi delle Crociate e dell’Inquisizione, si commettevano atti terribili in nome di Cristo”, ha osservato (Obama, ndr), dicendo una verità che solo un seminfermo di mente metterebbe in discussione», poiché, ricorda Gopnik, «nella loro storia, quasi tutte le religioni, compresa la sua religione cristiana, sono state la concausa di orrendità». Inutile aprire qui una disputa storiografica sulle imprese di Goffredo di Buglione, anche perché non è al Medioevo che Gopnik rivolge il sermone morale. Puntellando la discutibile battuta di Obama, lo scrittore americano vuole colpire un obiettivo molto più vicino.

Attenzione ai termini
In effetti, fateci caso: dal massacro di Charlie Hebdo a oggi, il tema principe del pubblico dibattito, l’allarme terrorismo islamico, è progressivamente slittato per ricomprendere un conflitto per certi aspetti molto più radicale. La questione delle questioni appunto. C’è posto, in questo mondo, per chi pretende di offrire agli altri la verità? Nel caso degli assassini dell’Isis, la risposta è quasi banale. Ma bisogna essere onesti, non è solo né principalmente lo Stato islamico l’obiettivo polemico di Gopnik e di chi in Italia la pensa come lui (per esempio Repubblica, che il 14 febbraio lo ha tradotto e ripubblicato in prima pagina).

Il nemico, scrive Gopnik, è il fanatismo. E adesso occhio ai termini: «Il fanatismo è la convinzione che un’unica religione o ideologia contenga tutta la verità del mondo, e che le altre religioni debbano essere, al massimo, tollerate». L’antidoto, invece, è il liberalismo, inteso come la visione “liberal” americana, ossia «la credenza che la tolleranza non sia sufficiente, che un pluralismo attivo e assertivo sia fondamentale per una società sana». Al netto del richiamo un po’ iprocrita a tolleranza e pluralismo, il bersaglio è chiarissimo. Nel moderno eden liberale tutti sono i benvenuti, tranne chi intende offrire “tutta la verità del mondo”, perché in lui è il seme della violenza fanatica.

Di nuovo, riformuliamo: nell’impero “liberal”, dove si dice che i fatti sono sacri ma di sacro nei fatti c’è solo il potere (e siamo di nuovo a Putin), dove la realta è zero e la volonta è tutto (al resto ci pensa la tecnica), quale altro posto può avere la passione per la verità se non la fogna? È una domanda “totale” che occorre porsi radicalmente. Ci hanno provato per il mensile interreligioso First Things tre intellettuali cattolici americani, Michael Hanby, docente di Religione e Filosofia della scienza al Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia (Catholic University of America), George Weigel, autore di una fortunata biografia di san Wojtyla, e il polemista di American Conservative Rod Dreher.

Il punto di non ritorno
Hanby parte dalla constatazione che la rivoluzione sessuale, in realtà una rivoluzione antropologica, con rapidità formidabile ha reso «obsoleto e irrimediabilmente bigotto» il mondo comune di “mamma e papà”. La pioggia di leggi e soprattutto di sentenze giudiziarie favorevoli ai cosiddetti diritti Lgbt batte implacabile negli Stati Uniti proprio per attestare il naufragio del «progetto civico» del cristianesimo del nuovomondo, mandando definitivamente in crisi l’ingenua convinzione riassunta da Weigel nella formula «non c’è contraddizione tra le pretese di verità del cattolicesimo e l’esperimento democratico americano». La contraddizione infatti c’è eccome, spiega Hanby, dal momento che l’incompetenza religiosa proclamata dallo Stato liberale è un fatto intrinsecamente «teologico», non crea uno spazio metafisicamente vuoto da riempire di valori cristiani, ma piuttosto istituisce una «metafisica dell’indifferenza» offerta come bene supremo, solo orizzonte concepibile, all’interno del quale nessun riferimento a un ordine superiore è ammesso all’infuori del singolo individuo, dei suoi desideri e delle sue opzioni. Il «liberal order» si configura perciò come uno spazio di libertà private (Hanby le chiama «atomistiche») in perenne espansione, dove il compito dell’autorità è preservare l’individuo da tutto. Non solo dall’invadenza dello Stato, ma da qualunque rapporto con l’alterità, «dai comandamenti di Dio, dalle pretese delle altre persone, dai cosiddetti corpi intermedi, e, in ultima analisi, perfino dalla stessa natura». È un paradossale «assolutismo che cresce proporzionalmente all’incremento della libertà».

Ebbene, non sembra esserci molto spazio per l’annuncio della verità caro ai cristiani, ma neanche per i “sacri fatti” rimpianti dal laico Guardian, in una società in cui ormai «la libertà – aggiunge Weigel – coincide con la volontà, e la volontà si può applicare a qualunque oggetto, “nella misura in cui non si fa male a nessuno” (dove “nessuno” ovviamente non include il non nato abortito e l’eutanasizzato, giusto per sottolineare la confusione della nostra epoca)». Per Hanby perfino la battaglia per la libertà religiosa si rivelerà perdente a lungo andare, «mano a mano che la pratica religiosa entrerà in conflitto con diritti più “fondamentali”, e mano a mano che la mediazione dello Stato nelle relazioni familiari si farà più intrusiva». L’avanzata inarrestabile dell’ideologia gender, lo sconvolgimento antropologico che porta con sé, attesta esattamente questo. È «un punto di non ritorno».

dolce-gabbana-ansaI fedeli contro il vescovo
La faccenda è concretissima e riguarda anche la comunità cristiana al suo interno. Nella conservatrice, religiosissima Louisiana, racconta Dreher, «l’anno scorso un sacerdote che conosco è stato invitato a tenere una presentazione sulla religione in una scuola privata. L’unica indicazione che gli ha dato l’insegnante che lo aveva invitato è stata di non parlare del matrimonio gay. Non che l’insegnante lo appoggiasse; anzi era fermamente contrario. Piuttosto, ha detto al pastore, “se i ragazzi scoprono che lei è contro il matrimonio gay, non staranno a sentire nulla di quello che ha da dire”». Semplicemente, scrive Dreher, l’argomento è stato espulso dal legittimo dibattito. «Francamente, viste le dinamiche della nostra cultura in rapida mutazione, credo che sarà sempre più difficile essere un buon cristiano e un buon americano».

Altra clamorosa prova del fatto che l’assolutismo liberale domina ormai fra gli stessi cristiani è il caso Cordileone. Per settimane il vescovo di San Francisco è stato preso di mira non solo dai media e dai politici, ma perfino da molti insegnanti delle scuole cattoliche della diocesi californiana per aver ricordato loro, attraverso linee guida ufficiali appositamente riscritte, che sono tenuti, proprio per il ruolo che hanno, a seguire il magistero della Chiesa, tanto a lezione quanto nella vita pubblica, e anche su temi ormai comunemente considerati appannaggio esclusivo della “libera” volontà, come il sesso, il matrimonio e la contraccezione. «Chi sono io per giudicare?», gli hanno rinfacciato studenti e professori in marcia coi cartelli verso la cattedrale della città.

Da Strasburgo a Flores D’Arcais
Ma non è che dalle nostre parti il clima sia tanto più sereno. Anche nella vecchia Europa, che pure rispetto ai giovani Stati Uniti dovrebbe essere un po’ più sensibile alle prevaricazioni ideologiche totalitarie, «lo Stato liberale – per dirla ancora con Hanby – sta diventando il mediatore di tutte le relazioni umane, con l’incarico di creare nella realtà gli individui denaturati esistenti finora solo nelle fondamenta teoretiche del liberalismo».

Il Parlamento europeo ha appena approvato a larghissima maggioranza – dopo diversi analoghi tentativi falliti – due testi che invitano le istituzioni comunitarie e gli stati membri a darsi da fare perché siano riconosciuti dappertutto i matrimoni omosessuali e le unioni tra persone dello stesso sesso «come questione politica, sociale e di diritti umani e civili», e affinché sia garantito a ogni donna un «accesso agevole all’aborto», legalmente ridefinito per la prima volta come «diritto». È il culmine dell’assolutismo della libertà: l’individuo libero al punto da avere il diritto di privare un altro di tutte le libertà. È ovvio che in questo modo, l’espansione dei confini di una “libertà” individuale divora il terreno dell’obiezione di coscienza, ultimo fortino di resistenza per i medici che si ostinano ad affermare una realtà (una vita) a costo di contraddire il volere altrui. A dicembre la Corte suprema britannica ha dato ragione a una struttura sanitaria che aveva denunciato due ostetriche perché si erano rifiutate di assistere i medici durante una interruzione di gravidanza, di fatto limitando l’esercizio dell’obiezione di coscienza alla sola soppressione materiale del feto, negandola invece per tutto il resto (consulenza, preparazione, assistenza).

cordileoneNon è insomma appena una battaglia di emancipazione del mondo da una dottrina oscurantista, per sfondare le resistenze della fede contro la modernità. Viceversa è questo assolutismo della libertà che sta assumendo i tratti di una religione dogmatica, per giunta priva di misericordia verso chi se ne pone al di fuori. Vedi la fatwa lanciata da Elton John (e divi del jet set a codazzo) contro Domenico Dolce e Stefano Gabbana, stilisti icone della comunità Lgbt che hanno avuto l’ardire, da ex amanti, di non aver voluto per sé la famiglia arcobaleno. E di rivendicarla come una «privazione» consapevole e addirittura «bella». #BoycottDolceGabbana.

Se lo scopo della civiltà è difendere la libertà dell’individuo da tutto, compresa la coscienza delle cose, allora non c’è posto per chi crede di avere incontrato la verità. La politologa Nadia Urbinati lo ha lasciato intendere in un recente commento apparso su Repubblica, nel quale a partire sempre dalla strage di Charlie Hebdo contrappone la moderna «cultura dei diritti», figlia dell’illuminismo, alla «natura irriducibile e radicale della religione». Non del fanatismo islamico ma della religione tout court. Poi è toccato a Paolo Flores D’Arcais sostenere, di nuovo su Repubblica e di nuovo a partire dall’attentato di Parigi, che «la democrazia deve chiedere l’esilio di Dio». È in corso secondo il direttore di Micromega «non la guerra santa tra religioni, ma la guerra del Sacro contro l’autosnosmos, il “darsi da sé una legge”, la sovranità di Homo sapiens su sé stesso». Ed ecco che il problema non è nemmeno più il fanatismo religioso, bensì la possibilità stessa di un riferimento, di un legame (re-ligio) dell’uomo con la verità. «L’alternativa è secca», scrive Flores. «O l’esilio di Dio dall’intera sfera pubblica, o l’irruzione del Suo volere sovrano – dettato come sharia o altrimenti decifrato – in ogni fibra della vita associata. Aut aut. Ecco perché è inerente alla democrazia l’ostracismo di Dio, della sua parola e dei suoi simboli, da ogni luogo dove protagonista sia il cittadino: scuola compresa, e anzi scuola innanzitutto, poiché ambito della sua formazione. Al fedele restano chiese, moschee, sinagoghe, e la sfera privata “in interiore homine”».

Una vita serenamente scissa
Chiaro che rispetto alla raffinatezza di un Gopnik o di una Urbinati, perfino di un Elton John, quello di Flores D’Arcais quando immagina una «religione addomesticata» e «sottomessa» alla «volontà sovrana degli uomini» augurando ai credenti «una vita serenamente scissa tra l’ordinamento della salvezza e l’ordinamento della convivenza», sembra un ringhio più che un invito a pensare, ma spesso il morso di un cagnaccio ha il merito di arrivare diritto all’osso. Cosa vuol dire infatti “esiliare Dio”? Che libertà sogna una società che respinga come intollerabile imposizione qualunque proposta di verità, a prescindere dalla sua ragionevolezza? Una “libertà da” (tutto) o una “libertà di”?

Dal punto di vista esistenziale, tra l’altro, l’esilio della verità ha già raggiunto uno stadio forse perfino più avanzato di quello evocato da Flores. Tanto che a volte sembra impossibile distinguere la volontà di Dio dalla propria. Al giornalista che gli domanda se abbia un compagno, Gianni Geraci, presidente dell’associazione di cattolici omosessuali “Il Guado”, risponde: «Sì, da tanti anni, ma non vogliamo sposarci. Ritengo invece importante riconoscere a chi si vuole bene lo status di famiglia. Due sorelle che convivono sono una famiglia. Non si vede perché due donne che si amano non lo siano. Gesù nel Vangelo parla di famiglia come di coloro che fanno la volontà di Dio». Mentre Sam Albano sul National Catholic Reporter, organo di riferimento in America per i cattolici cosiddetti progressisti, spiegando i motivi che lo hanno spinto a dimettersi da sacrestano e dal consiglio della sua parrocchia di Carmel, Indiana, racconta di essere giunto alla conclusione (dopo lungo «profondo processo di preghiera e discernimento») che «le relazioni tra persone dello stesso sesso sono una benedizione di Dio» e che i pastori della Chiesa abbarbicati alle loro dottrine rappresentano per molti cattolici Lgbt nient’altro che un’interferenza nella loro vita spirituale, un ostacolo ad «ascoltare il Vangelo e a vivere», come da titolo dell’articolo. Invece «il clero e le guide pastorali farebbero bene ad attrezzarsi in vista della piena partecipazione delle persone Lgbt alla vita della Chiesa, qualunque sfida questo presenterà», intima l’ex sacrestano deluso.

Uomini senza patria
E allora? Ancora una volta: che posto hanno i cristiani nel dominio di una libertà non più “sfidabile” da nessuna verità? Vale ancora la pena, certo, battersi per la possibilità di manifestare la propria visione e la propria coscienza, scrive Hanby su First Things. Del resto «il terreno dei diritti è l’unico sul quale la pubblica ragione liberale accetta di essere sfidata». Tuttavia non è quello politico il fronte principale di questo clash of civilizations, ma la testimonianza. «Un testimone è innanzitutto uno che vede. E nessuno dei nostri sforzi concluderà granché se non siamo capaci di vedere al di fuori dell’ontologia del liberalismo dentro la verità delle cose, per entrare più profondamente nel significato del nostro essere creature. Solo allora possiamo riscoprire, come una questione di ragione, la verità dell’uomo, la verità della libertà e la verità della stessa verità». Non è affatto un invito a ritirarsi a vita privata. «Parlare di libertà come qualcosa di più della difesa dalla coercizione, parlare della natura come qualcosa di diverso da tanti grumi di materia malleabile a nostra disposizione, parlare della verità come altro rispetto alla funzione pragmatica, significa rischiare di diventare uno straniero nella pubblica piazza (…), significa rischiare di diventare ciò che l’assolutismo liberal farebbe di ciascuno di noi in ogni caso: un uomo senza patria». Weigel direbbe che è giunta la fine del «Christian comfort», è venuto il giorno in cui ai cristiani non resta altro che «la libertà che dà la verità stessa».

Foto Ansa

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37 commenti

  1. maurizio

    Ok Raider,ora mi é più chiaro..dunque andiamo in ordine:non ho mai detto o inteso dire che Gesù sia una possibile moneta di scambio(permettimi l’espressione in po’eretica,ma è giusto per capirci)per il dialogo com l’islam..ho solo detto della considerazione(scarsa,per la verità)che essi hanno di Cristo.Diverso-questo si,mi sento di sostenerlo proprio alla luce di quell’esperienza cui facevo riferimento…Maria(Fatima,per loro…e,pensa,la Madonna é apparsa a Fatima)per me il caso non esiste ,dunque..sincera attenzione!
    Seconda questione:Bibbia e Corano.
    Scusami come fanno i musulmani ad accusare gli Ebrei di aver scopiazzato il Corano,distorcendolo a proprio vantaggio….non mi tornano i conti sul piano storico.I Patriarchi sono roba di mille-duemila anni prima di Cristo…Maometto é del seicento dopo Cristo.Semmai sono i musulmani ad aver scopiazzato gli ebrei!! Poi uno può dire quello che vuole ma i tempi storici sono inconfutabili!!
    Ultima questione:d’accordo con te che non é colpa dei protestanti se il cattolicesimo a perso terreno nei paesi sud-americani(e mi pare di averlo detto)ma quello che volevo sottolimeare é che la loro proposta minimale e molto spiritualistica/individualistica nonostante certe cerimonie/riti comunitarie possano far credere il contrario.Il popolo brasiliano in particolare(ma non solo)specie nelle realtà piu interne(v.foresta amazzonica o territorio del Mato Grosso)che risentono tra l’altro di influenze animistiche e/o tradizioni proprie delle antiche origini africane..
    sono per ciò stesso “preda”piue facile per il proselitismo protestante.Un mio amico che é missionario laico(cioè non è un consacrato) dice che la stessa cosa accade anche dove é lui-Uganda-ed un po’nei paesi di quell’area:é più protesa a fare proseliti che formare le loro coscienze,in breve,l’iniziativa protestante.
    Ciao!

  2. Adolfo

    “Evidentemente lo zar Vladimir, spiegava con ammirevole intuizione il quotidiano britannico, ha capito a fondo l’idea occidentale secondo la quale non esistono fatti, ma solo interpretazioni, e dunque «qualunque prospettiva può essere legittimata come una questione di opinioni personali»”

    Piccinini dovrebbe tenere a mente il detto per cui il primo che si lamenta della puzza è quello che l’ha mollata.

    Sono mesi che su Putin si riversa l’odio occidentale e gliene si addebitano le schifezze. Questo soprattutto da quando Putin intercettò i missili Nato contro la Siria nel 2013.

    Secondo l’Ossin, osservatorio internazionale indipendente che annovera tra i suoi collaboratori grandi esperti, giornalisti e giuristi anche italiani, attenti osservatori del Maghreb e del Medio Oriente, le armi russe avrebbero “parato” i missili statunensi Tomahawk, facendoli inabissare in mare aperto prima che potessero raggiungere la costa siriana.

    Scrive Ossin: i missili furono intercettati dal sistema russo anti-missilistico dispiegato al largo delle coste siriane, “assediate” da un vasto contingente aeronavale angloamericano e forse anche francese.

    1. Raider

      Stavolta, non c’è la notizia, perché queste lo si speva già e si sapeva prima ancora di questo con chi stava Putin: ma quello che i complottisti e filo-islamisti fingono di non sapere e non vogliono che si sappia ovvero che nessuno possa nemmeno arrivare a porsi il problema, è che la Russia aiuta Assad, ma non abbastanza perché possa vincere. Come si spiega? Se, per assurdo, a sostenere Assad fossero stati gli U.S.A. o l’Occidente, come prima cosa sarebbero successe cosa da pazzi, da noi, con proteste di piazza, cortei, scioperi – amici dei dittatori! Alleati degli oppressori alawiti dell’Islam ‘vero’.
      E se gli U.S.A. non avessero fatto abbastanza per permettere a Assad di distruggere l’Isis, i complotisti sia sarebbero scatenati: vogliono mantenere la tensione nell’area! Come se non gli basatsse riversaer la colpa di tutto su Israele, che vogliono annientare da prescindere da tensioni permanenti, conflitti endemici, scontri sunniti-sciiti, storiche rivalità fra popoli iranici e genti turaniche e così via. Senza dimenticare la squisita cavolata, di matrice iranian-palestinese, sentita dai complotisti filo-islamici che bazzicano in questo blog e che batte tutti gli ordini di grandezza, secondo cui anche la Lega Mondale Islamica sarebbe una creatura degli Occidentali e di Israele. per dire quali delicati sentimenti ispirino gente che odia per mandato islamicamente divino e fra un po’, anche delle Nazioni Unite.

  3. maurizio

    Raider caro,nessuna condanna unilaterale dei protestanti che anch’io considero fratelli nella fede,anche perché non dimentico che pure tra loro ci sono tanti martiri.Volevo sottolineare solo un dato di fatto che,soprattutto,in Sudamerica-ma non solo-c’é una sorta(chiamiamola così)di concorrenza sleale(lo so il termine é brutto ma é cosi)basata su una religiosità fatta di adempimenti di precetti,gesti comuni e poi ognuno se la gestisce da sé la fede:molto accattivante perché poco impegnativa per la persona,molta esteriorita’e poco radicamento ,soprattutto,perché non c’è un riferimento superiore autorevole in termini dottrinali e morali.Queste cose non le dico io,ma i vescovi latino-americani…poi,basta girare o considerare quanto sia intimistica e moralistica la realtà protestante in Europa(e se anche noi cattolici siamo così é solo perché ci stiamo sempre più protestanizzando)..io ho visto un po’da vicino quella tedesca e ti assicuro é di un vuoto deprimente…come ti spieghi sennò il passaggio di tanti al cattolicesimo(e non solo in GB)?
    Quanto all’ultimo capoverso del tuo scritto,francamente non ci ho capito nulla!
    Sganarello,lo sai che gli asini,in realtà,sono considerati molto intelligenti?Dunque lo prendo come un complimento…non so cosa vale per te..visto che non sapevi neanche questo ma,come in tutto,vivi di slogan e frasi fattdi cui non conosci nemmeno il senso.Lo dimostra anche la tua prima osservazione…”al di là delle credenze…la superstizione porta alle guerre …..” Credenze..superstizioni..che c’entrano con il cristianesimo che un’avvenimento di fede,di vita di fede. In ogni caso non é il cristianesimo e neppure le credenze/superstizioni che portano alla guerra ma il cuore arrogante,prepotente ed egoista dell’ uomo,credente o no che sia.
    Infine,nessuna comparazione o confusione tra nazismo e comunismo:lasciamo stare quanti morti ha lasciati per strada l’uno e l’altro,ma ciò che volevo dire é,semplicemente,che l’uno e l’altro sono figli della stessa idea assolutista e antidemocratica,frutto avvelenato della stessa pianta:l’illuminismo che rifiuta Dio e si fa Dio esso stesso,cioè colui che stabilisce dove sta il bene e il male e su ciò basa la sua politica interna ed espansionistica all’esterno.O non sapevi neanche questo? Ciao amico(asino)!

    1. Raider

      Comincio da quello che non ti è stato possibile capire, Maurizio: i riferimenti, come base di dialogo fra Islam e Cristianesimo, alla Madonna e a Cristo sono fuorvianti e anzi, ipocriti, perché c’è un abisso fra il Messia e il profeta del cosiddetto (dagli islamici) Sigillo dei Profeti; come c’è una distanza incolmabile fra la Madre di Dio, co-Redentrice dell’umanità e chi, invece, la considera, sì, una Persona di una certa importanza, ma non più, per esempio, della madre di Maometto o di qualunque altra genitrice. Fare finta che non sia così, vuol dire porre intenzionalmente su basi false, su pressupposti infondati e sull’autocensura (non diciamo quello che pensiamo davvero: dello statuto di Cristo nell’Islam; e men che meno, di quello di Maometto e di conseguenza, il valore di tutta la sua predicazione per il Cristianesimo) un dialogo che non si capisce a che serva con gente che, proprio perché glielo ha detto Maometto, considera l’Islam la “religione naturale dell’umanità” e il Corano un attributo divino, come l’eternità e l’onnisapienza – ecco perchè non può essere interpretato e la sua autorità è superiore a qualunque pretesa di esaminarne il senso.
      Il divieto di discutere il Corano vale per i musulmani: e non si capisce perchè essi debbano rinunciarvi per dialogarne con i non islamici, cioè, gente traviata da false religioni e speculazioni ‘innaturali’. Quindi, il non detto, la dissimulazione (taqyya) che l’Islam raccomanda quando si discute con i non islamici, falsano un dialogo che, pertanto, dovrà essere basato, realisticamente, su principi non religiosi, ma civili, giuridici, politici: ciò che pertiene, in primo luogo, all’autorità civile. Se agli islamici le leggi, la mentalità, le tradizioni, usi e costumi dei Paesi in cui stanno arrivando in massa non sono gradite, possono tornarsene a casa o andarsene altrove: mentre, di fatto, ci stanno invadendo e con l’assistenza morale e pratica del politicamente corretto a norma Ue, stanno islamizzando l’Europa.
      A riprova di questa autocensura che implica la censura di chi non si attiene al principio vero del presunto “dialogo”, cioè, il riconoscimento di una incompatibilità di fondo se non sul piano del rispetto reciproco, che significa, per es., il diritto di apostasia da riconsocere agli islamici, che hanno il diritto, esso sì!, naturale di convertirsi a quelle che anche gli islamici “mmoderati” considerano “religioni non naturali dell’umanità”, mi riferivo a quanto accaduto in seuito al Discorso di Ratisbona: su cui, Maurizio, sarai abbastanza imformato, per dovertene dare ragguagli.
      Del resto, saprai anche che, per gli islamici, la Bibbia è stata manomessa dagli Ebrei… Che, per loro, i Patriarchi biblici erano musulmani coi controfiocchi; e secondo loro, fu non ricordo chi a manomettere la Bbibia originale, il messaggio vero del Dio Unico: tanto perché si sappia che, quando si ripete a pappagallo – mentendo a pappagallo – “I popoli del Libro”, Bibbia originale o no, i musulmani ce l’hanno, quel Libro di cui la Bibbia ebraica e cristiana sarebbe la copia contraffatta: il Corano.
      Sui protestanti, siamo d’accordo, a parte qualche puntualizzazione che non mi sembra importante. Tranne questa: non prendiamocela con i protestanti se la Chiesa perde terreno (Il Sudamerica? Con gli indios cui hanno gli amici iraniani di Chavez e Maduro messo il niqab, gli attentati alle sinagoghe in Argentina con la complicità dei governi peronisti in affari con l’Iran: un copione che si ripete) e rinuncia alla sua “identità” cattolica: il Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, il cardinale Mueller, ha sentito la necessità di ribadire che le conferenze episcopali non possono decidere in merito alla Dottrina, ponendosi in altenativa o anche come autorità magisteriale accanto al Papa, cui spetta unicamente l’esercizio dell’autorità all’interno della Chiesa.
      Spero di essere stato più chiaro.

  4. sganarello

    Qui poi si ragiona in termini di cristianesimo e islamismo. In questi secoli di ragione non bisognava essere teneri con il confessionalismo.

    1. maurizio

      Sganarello sei uno spasso..se non ci fossi bisognerebbe inventarti…davvero sei di una spudoratezza ed ignoranza davvero divertente.”In questi secoli di ragione non bisognava essere teneri col confessionismo”E infatti non sono stati teneri:vogliamo fare un po’di veloce cronistoria a cominciare dalle popolazioni della Vandea,sterminate per non aver accettato di sottomettersi all’illuminato regime del terrore della Rivoluzione fran cese o a quelle della Cristiada in Messico(anni20/30)dall’altrettanto massonico-illuminata rivoluzione che voleva distruggere ogni traccia di fede cristiana nel popolo.Operazione ripetuta in Spagna durante la Rivoluzione civile degli anni30.Senza dimenticare le due derive estreme del nazismo e del comunismo conle svariate decine di milioni di morti.É vero che tu non c’eri(ma neanch’io)però un minimo di documentazione storica ,prima di fare affermazioni tanto gratuite quanto miserevoli,non guasterebbe.
      Vedi,Sganarello,il punto fondamentale sta,però,nella prima parte della tua lapidaria sentenza(si,perché tu non svolgi riflessioni,ma metti sul piatto drastiche conclusioni,spesso-quasi sempre..al 99%circa-senza né cao né coda.-…si perché non si dà ragione senza verità così come non sì dà verità senza ragione…diversamente saremmo animali,ridotti all’istinto o alla ripetitività meccanica di gesti e comportamenti.

      1. sganarello

        Maurizio. Al di la delle credenze, questo è il mondo degli uomini. Mettere prima la propria superstizione dell’uomo porta le guerre,l’odio, la brutta vita insomma. Poi tu parli senza nessun senso della storia, ma manco della geografia. Parli del comunismo come deriva paragonandolo al nazismo, sei un asino. Mi ricordi To ni.

        1. Raider

          Sganarello, prima di dare lezioni di verità e vita, dimostri di capirne il valore mettendo a rischio la sua vita andando a insultare e sputacchiare i carnefici che sa dovre trovare, anche se non prendono il bus per arrivare in zona Duomo, dove, impaziente, li aspetta e sfida lei. Che il comunismo sia meglio del nazismo perchè non aveva le camere a gas, ma ha ucciso lo stesso qualche centinaio di milioni di persone, è propri una di quelle superstizioni contro cui lei si indigna. Non si indigni, non subito, perlomeno: provi a riflettere senza farsi accecare né dall’odio ideologico né dalla paura fisiologica – della verità su di sè (si ritene più coraggioso di quanto si dimostra), sul Cristianesimo, sul comunismo, su tante altre cose.

          1. sganarello

            Mio caro signore io non insulto nessuno ne sputacchio. E non lo vuole capire. Insiste a fare il guerrafondaio. Ma ci vada lei se ci tiene a fare giustizia divina. Il nazismo è un’esperienza dell’umanità senza nessuna velleità di essere un sistema di pensiero. Si chiama violenza. Il marxismo è la chiave moderna di lettura, studio, interpretazione(per quel che ci può dire..) della storia. Non esistono altri approcci. Lo usa anche lei.

          2. Raider

            La guerra vuole farla lei, ma solo a chi le dà sicureza di non reagire: così, picchiando e sputacchiando senza dover combattere, può sentirsi pacifista e tollerante. La sua tolleranza trasuda sputi e sprezzo della verità da cui si sente personalmente offeso da ognuna delle enormità che le viene naturale emettere pur di non rispondere a un richiamo alla coerenza che le viene rivolto visto che lei non sente la necessità di rivolgerlo a se stesso: e quindi, per coerenza, trova modo di irridere la giustizia divina, visto che non rispetta nemmeno quella che, non a caso, non trova posto nei suoi discorsi, siccome le persecuzioni di cui soffrono non solo i cristiani non le sembrano degne nemmeno del senso di giustizia che manca a lei.
            Lo stesso espediente le torna utile riguardo il nazismo, di cui contesa a me una dignità che non gli ho riconosciuto: e questo, tanto per dare al marxismo i meriti che non hanno impedito ai marxisti di nuocere lo stesso all’umanità che intendevano redimere: e nonstante questo, c’è ancora chi prova a fare uscire marxismo e comunismo purificati dalle tragedie altrui: a salvare, insomma, il marxismo dal mondo, con tutti i guai che ha combinato, purché rimanga intonsa la purezza “scientifica” del marxismo. Certamente, io non sono fra questi.

  5. sganarello

    Il bello di certi cattolici è che chiacchierano troppo e fanno poco. E’ come dici riguardo l’alto medioevo. ma ora è diverso Bellocchi. chiunque difende la propria città, ma che centra. I curdi sono meglio di me?

  6. maurizio

    D’accordo con te,Raider..specie nella tua prima risposta ad Excelsior..mi hai tolto le parole di bocca.Excelsior é il classico prototipo di persona talmente autoreferenziale-così,per dire che il Papa non si riferiva solo a Cl ma a tutti quanti,specie se amano fare citazioni evangeliche o di D.Gissani a sproposito o per comodo-che non si rendono nemmeno conto di ciò che dicono…l’importante é dir qualcosa! Due piccole annotazioni,Raider,che traggo dal tuo ultimo intervento(che non sono di critica ma di precisazione):le sette(o chiese evangeliche,anche se pure qui non bisognerebbe di ogni erba un fascio)sono realmente un pericolo-specie nel Sudamerica già cristianizzato,sulla carta!-perché danno una lettura-e,dunque,una formazione educativa-del cristianesimo tanto aggressiva quanto sentimentalistica che non ha reali radici,é accattivante si ma altrettanto moralistica e molto autorelerenziale cosi che ognuno cura il proprio orticello anche a danno dele stesse altre realtà cristiane.Questo sta fortemente preoccupando la Chiesa cattolica sudamericana, che-certo-deve anche molto riflettere su sé stessa,avendo vissuto per molto tempo di rendita.Certo questo non é un alibi per non occuparsi del pericolo o problema(chiamatelo cone volete)islamico!Tutt’altro!
    Quanto a Maria nel mondo islamico..be’é proprio uno dei possibili momenti d’incontro con i musulmani,essendo Maria-potremmo dire noi-venerata da loro come madre di Gesù(anche Gesù é da loro molto considerato,sia pure come semplice profeta che doveva aprire la strada al Profeta per eccellenza cioè Maometto.Perdonatemi un ricordo personale.Anni fa-quando ero un po’più giovane e con più fiato e forza nelle gambe-andavo al pellegrinaggio Macerata-Loreto(circa 30km a piedi,in notturna..il primo fine settimana di giugno..ve lo consiglio é un ‘esperienza faticosa ma bellissima)ebbene vi ha partecipato anche un piccolo gruppo di musulmani. Interessante,no?!!

    1. Raider

      Caro Maurizio, ho sempre combattuto con tutte le mie forze il protestantesimo, dentro e fuori la Chiesa, ma non trovo giusto dare una lettura unilaterale di esso e del successo che trovano anche da noi evangelici e pentecostali. Per me, rimangono fratelli cristiani, come gli ortodossi – più vicini a noi per tanti aspetti dotrinali e liturigici. Ho avuto già modo di intervenire su questo punto, mi basta ribadirlo.
      Quanto agli auspici di “dialogo” basati su fraintendimenti voluti, sul non detto ovvero autocensure, interdetti simil-fatwa che non risparmiano il Papi, facendo della Madre di Dio il tramite per ipocrisie che non servono a nulla, che sono proprio il contrario della verità lo trovo – imbarazzante, per non dire altro.

  7. Adolfo

    “Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”

    L’occidente è stato edificato sulla sabbia, nasce dal raccogliere l’eredità farisaica del rifiuto di Cristo.
    Dopo avere seminato nel mondo divisione, caos, guerre, corruzione, sfruttamento, fondamentalismi vari, morte e distruzione ora è alla resa dei conti.

    La Chiesa del futuro sarà sempre di più in Asia, Africa, America Latina , pregando Maria che le sette evangelicals non se la divorino.

    1. Raider

      Possono falsificare i propri nickname, cambiarli, appropriarsi di quelli usati dagli altri, moltiplicarsi in Adolfi, Yusufi, ecc…, ma il filo-islamismo travestito di messianismo di sapore protestante proprio quando vorrebbero sapcciarsi per cattolici rimane il loro contrassegno, il marchio di fabbrica a denominazione d’origine ideologica controllata. Eh, quant’è cristiano dire “morte all’Occidente”; quant’è vicino alla verità mettre l’Occidente all’orgine di tutti i mali del mondo, così buono e pacifico sotto il mortale dominio islamico, l’India della caste, la Cina dei mandarini, l’Africa ferma al Neolitico, le Americhe ferme nel libero isolamento di praterie e foreste a disposizione di gente che viveva in miseria e praticava sacrifici umani e cannibalismo rituale come attività di copertura di integrazione di carenza di proteine animali … E ora che interi continenti si sono occidentalizzati scuotendlosi dal torpore e dall’arretratezza. ah, tutta colpa dell’Occidente – e del Cristianesimo, che è il fattore che ha determinato la differenza rispetto a popoli di cultura induista, animista, islamica…
      E chicca fra le altre: che le sette evangeliche non si diffondano e non erodano la presenza cattolico! Ma sulla diffusione dell’islam in Occidente, invece, nulla: e sul reato di apostasia, che condanna al carcere o a morte gli islamici che cambino religione, neanche un rigo. Tanto per chiarire a nome di chi viene invocata Colei che per cattolici e protestanti è la Madre di Dio: mentre per gli islamici non si dica neppure Chi è.

      1. sganarello

        Ci tengo a sottolineare che nessuno gode a vedere la morte di qualcuno cristiano o no che sia. Ci sono dei criminali organizzati che per motivi religiosi sono usciti completamente fuori di testa. Cosa fare? Lasciare a tutte le comunità la possibilità di vivere il loro sviluppo, e in questi casi lasciar loro vivere il medioevo e una riforma, o mettersi a fare anche noi i medievali. Allora per una bella crociata coi fiocchi cominciate ad arruolare volontari. Non ce ne sono??? Solo buoni a parlare e far le sentinelle e a dire a me di andare in iraq con croce al collo.

  8. maurizio

    L’ho capito Menelik ma siccome io non mi voglio arrendere alla stupidità e nemmeno all’essere sopraffatto senza in qualche modo reagire,facendo appello alla ragione-alla loro ragione che in qualche angolino c’è ancora rintanata e bisognosa di essere risvegliata-continuerò a farvi appello perché cosi sono stato educato da D.Giussani..poi sarà la loro liberta a decidere cosi come anche la mia é continuamente provocata a seguire Lui,come mia unica speranza.Poi,se a qualcuno piace contuamente giocare con la propria esistenza faccia pure.
    Io la voglio vivere consapevolmte fio in fomdo.

    1. Focauld

      Perché il nostro mondo ha più paura della verità che dello Stato islamico ?

      Ma è semplice : perchè la verità è che lo ha creato l’Occidente con la collaborazione di Israele e sauditi, lui lo sostiene e lui lo espande.

      Giussani ha insegnato che lo sguardo deve essere a 360°. Se questo non accade succede che la verità si censura.

      1. Raider

        Il mondo che ha “paura” della verità è quello che la nega e non è che questa negazione sia prerogativa solo occidentale, è proprio quello islamico che usa e ha sepore usato le armi per riaffermare che l’Islam è la religione che ha il criterio di verità nel dominare questa terra, per riportare l”umanità alla sola “religione naturale”, quella di Maometto.
        Ma, beninteso, per islamici e filo-islamici ogni strumento è buono: petrolio, denaro, immigrazione, violenza, armi, terrorismo, mistificazioni, complottisimi cari a una relgione che deve spiegare come mai è accaduto che il suo predomiinio in campo militare e politico (culturale, no; l’islamismo si è appropriato delle conquiste intellettuali altrui, che, al più, ha ‘tramesso’ suo malgrado e per quello che gli servivano: a un bel nulla, come si è visto: tanto, se gli serviva qualcosa, se lo prendevano di riffe o di raffe, come i musulmani hanno sempre fatto) garantito da Allah non gli ha permesso di aprirsi al mondo moderno, alla scienza, alla tecnica. Coem èp satto possibile che, anziché dominare e spadroneggiare, hanno dovuto subire – sia pure per un breve aerco di tempo – il predominio miliatre dell’Occidente, cui il mondo islamico deve perfino la scoperta di scopire che sotto la sabbia ‘cerano risoerse energetiche senza cui i musulmani del mondo arabo sarebbero ancora nel Medioevo in cui, proprio in spregio dell’Occidente cui devono tecnologia e potere, gli islamici più coerenti ambiscono tornare.
        Gli altri, i “moderati” quanto lo sono i dhmmi complottisti come il demente qui sopra, preferiscono seminare zizzania alimentando l’odio anti-occidentale con mistificazioni una via l’altra: come quella di fare di don Giussani il profeta nascosto di una religione che proibisce, pena la morte, la conversione, per es., al Cristianesimo.

  9. maurizio

    Sganarello,prova a pensare con un briciolo di sincera attenzione ai 21 copti decapitati in Libia,piuttosto che a quelli uccisi nelle due chiese in Pakistan(solo per ricordare gli ultimi)o quelli sterminati in Siria piuttosto che in Iraq..chi fa più paura?…tutti questi che,fino all’ultimo,proclamavano col loro sangue la verità di Cristo morto e risorto per la redenzione del male nel mondo..o i loro carnefici che proclamavano il disprezzo della vita(altrui,ma anche della propria perché per loro non aveva in alcun caso valore)pronti a far fuori tutti quanti si oppongono al loro folle disegno,in primis i cristiani proprio per quella verità per cui erano pronti al sacrificio della loro vita,pur amandola la vita?
    Se tutto ti pare simile o addirittura,come hai già detto,ti fan più paura questi ultimi..be’i casi sono due:o stai semplicemente scherzando-un macabro e animalesco scherzo o sei fuori di testa completamente…in verità una terza possibilità c’é ossia andare in quei territori con una croce al collo…poi ci racconti!!

    1. Menelik

      Maurizio, non hai ancora capito che quelli sotto sotto provano soddisfazione a vedere Cristiani perseguitati e massacrati.
      Loro vorrebbero che questa situazione si potesse protrarre per anni per ridurre il più possibile il numero dei Cristiani nel mondo.
      E sono incoscientemente convinti che a loro non potrà mai accadere, come un diciottenne che corre come un pazzo con la macchina e beve e fuma perché è convinto che la morte vada sempre dagli altri.
      Il tempo farà giustizia.

  10. Filippo81

    Il relativismo distrugge le persone, è una tendenza culturale ormai al tramonto,comunque.Un grande uomo del Passato , ha detto che l’Europa o ridiventa Cristiana o diventerà Islamica, non ci saranno alternative.Decenni e decenni di relativismo, nelle sue declinazioni marxiste o liberali, hanno prodotto deserto che verrà spazzato via .

  11. Excelsior

    Articolo esilarante.

  12. sganarello

    lo stato islamico sedicente non fa nessuna paura. Sono un gruppo di sottoalimentati con tutte le conseguenze del caso. Fanno certamente paura quelli che possiedono a loro giudizio la verità. Convinti che la loro verità sia buona per tutti. E’ davvero così complicato?

    1. giordano

      Mamma mia che miseria morale emerge da articoli come questo…che razza di pedagogia da crucchi…

    2. Menelik

      Anche i decenni antecedenti il crollo dell’impero romano d’Occidente i barbari non facevano tanta paura, e i Romani, plebe e patriziato, avevano perso la bussola coi loro culti teosofici orientali, i loro bagordi e i loro vizi.
      Pagavano le tribù barbare per tenere sotto controllo altre tribù barbare.
      E pagavano anche altre tribù barbare direttamente per non farsi invadere.
      L’esercito era in mano a generali uno in lotta contro l’altro, che ora si coalizzavano ora si combattevano.
      Poi nel 476, tra agosto e settembre, venne il giorno dell’apocalisse, e addio Roma con i Romani.
      Si, sopravvissero, ma furono il fantasma di quello che erano prima.
      E COSI’ SARA’ L’OCCIDENTE DI QUESTO INIZIO MILLENNIO.
      Qui non sta per finire il Cristianesimo e basta, ma sta per finire l’Occidente.
      Comunque mi lusinga il fatto che:
      casca il Cristianesimo, e si trascina l’occidente.
      L’occidente nasce col Cristianesimo che ha ereditato il mondo latino, e con esso morirà.
      Mi ricorda Sansone nel tempio dei Filistei.

    3. Menelik

      Anche i decenni antecedenti il crollo dell’impero romano d’Occidente i barbari non facevano tanta paura, e i Romani, plebe e patriziato, avevano perso la bussola coi loro culti teosofici orientali, i loro bagordi e i loro vizi.
      Pagavano le tribù barbare per tenere sotto controllo altre tribù barbare.
      E pagavano anche altre tribù barbare direttamente per non farsi invadere.
      L’esercito era in mano a generali uno in lotta contro l’altro, che ora si coalizzavano ora si combattevano.
      Poi nel 476, tra agosto e settembre, venne il giorno dell’apocalisse, e addio Roma con i Romani.
      Si, sopravvissero, ma furono il fantasma di quello che erano prima.
      E COSI’ SARA’ L’OCCIDENTE DI QUESTO INIZIO MILLENNIO.
      Qui non sta per finire il Cristianesimo e basta, ma sta per finire l’Occidente.
      Comunque mi lusinga il fatto che:
      casca il Cristianesimo, e si trascina l’occidente.
      L’occidente nasce col Cristianesimo che ha ereditato il mondo latino, e con esso morirà.
      Mi ricorda Sansone nel tempio dei Filistei.

    4. Raider

      Sì, il problema sono gli iper-alimentati, islamici e non, convinti che le loro verità o non verità, cioè, le loro non verità che sarebbero più indiscutibili della verità di cui gli altri si assumono la responsabilità, chi ammazzando e islamizzando e chi essendone perseguitato e massacrato – e per la verità, una qualche differenza fra le due cose c’è, anche non volendo farla tanto complicata -, siano il fondamento ideale per uno Stato Etico: non fascista, però: liberale. Con tutte le inconseguenze del caso, per cui fra le Sentinelle In Piedi e i boia incappucciati che sgozzano e decapitano, i coraggiosi liberal temono di più chi si lascia insultare, invece che chi ammazza i blasfemi che insultano.
      Bene. Se è così e paura dei sottoalimentati non ne avete, dopo avere sputacchiato nelle pubbliche piazze le Sentinelle In Piedi, fate lo stesso con i sottalimentati nelle piazze islamiche.

      1. Excelsior

        Prendiamo un paio di frasette sparate da due sentinelle n piedi, così, giusto per farci capire che bei bocconcini siano:

        «Se capita che vado a una festa oppure mi trovo in questa situazione e vedo due uomini o due donne che si abbracciano, si baciano, si fanno delle coccole, sinceramente a me mi da fastidio, anche nel privato non solo nel pubblico»

        «Mio figlio un giorno possa rifiutarsi di giocare con bambino che sarà magari figlio di due madri»

        E questa sarebbe la Verità?

        Ma non fatemi ridere…

        1. Raider

          Nessuno la costringe a ridere, ciò che rende patetiche le sue inclinazioni ridanciane, quanto spontanee o coatte lo dimostrano gli esempi che lei porta e che nulla hanno a che fare con la verità di cui si parla nell’articolo. Piuttosto che la verità, lei sembra contestare il diritto di esprimere le reazioni che suscitano determinati comportamenti, non di rado esibizionistici o provocatori.
          Che queste reazioni non le piacciano quanto ciò che le suscita non piaccia a altri, è un fatto: su cui il gioco a chi è più offeso e a chi è più offensivo non appassiona tutti come sembra appassioni lei più della verità di cui porta a esempio gustibus e disgustibus, che sono quelli che sono: e non chiederei a essi ciò che da essi non si può pretendere, cioè, di valere per tutti.
          Ma la verità è professata anche da chi nega la verità perché questa negazione garantirebbe la libertà; mentre a noi cristiani è stato insegnato che “La verità vi renderà liberi” dalle menzogne, bugie, mistificazioni, falsità propagandistiche: tutte cose che non sono tolleranti come piace pensare ai fan (abbreviazione dell’inglese ‘fanatic’) dell’opinione imposta ope media.

      2. sganarello

        Dovremmo andare nelle pubbliche piazze islamiche? e a fare che? Sono le sentinelle che insudiciano e oltraggiano secoli di civiltà occidentale sotto casa mia. Si che li sputo dal balcone. Quando qualcuno vorrà decapitare qualcun’altro in duomo, allora mi muoverò.

        1. Raider

          Come a fare che? Fa finta di non capire, Sganarello? Faccia il coraggioso con chi le troncherà di netto la testa se solo lei accenna a protestare per la messa a morte di un omosessuale, visto che degli altri le importa meno che sputacchiare le Sentinelle In Piedi.
          Fate gli spavaldi, gli smargiassi, i miles gloriosus: e poi? Aspettate che qualcuno decapiti qualche altro, però, zona Duomo. Ma va riconosciuto: questa vigliaccheria è degna proprio di chi insulta, spouta e aggredisce gente inerme.

          1. sganarello

            Lei legge male evidentemente. Io non faccio lo spavaldo sono realista. E’ lei come alrti su questa rivista che giocate a fantasticare guerre e battaglie. Si fa guerra nel mondo da qualche parte sempre. A me importa di tutti al contrario di lei che il moralista cattolico. Quando arrivano li mandi nel mio quartiere.

    5. Menelik

      “…..lo stato islamico sedicente non fa nessuna paura. Sono un gruppo di sottoalimentati….”

      Siete proprio ciechi.
      Delirio di onnipotenza o incapacità di vedere più in là di un palmo dal naso, non so.
      Quello che affiora continuamente è che davanti all’evidenza, negate, negate, negate.
      Siete la dimostrazione lampante che non c’è peggior cieco di chi si ostina a non voler vedere.

      1. sganarello

        Ma veramente avete paura militarmente di questa gente coi suv??

  13. Menelik

    Adesso, mi viene da fare questa considerazione:
    in un mondo così ANTIPATICAMENTE STUPIDO come quello che i signori della finanza mondiale ci vogliono propinare come alle oche che vengono alimentate a forza fino a fargli scoppiare il fegato, siamo sicuri che la droga sia davvero un male?
    Mettetevi nei panni di un adolescente, vede questo merdaio privo di valori, senza un briciolo di nerbo, senza ragioni per vivere, per morire e per combattere.
    E dice: e se io mi stravolgo con le canne e i funghi, siamo sicuri che moralmente faccio più schifo di loro, la bella gente di questo nuovo mondo?
    Il nichilismo viene instillato dalle direttive stesse, che si ispirano alla cultura di moda oggi.
    La droga è una risposta al nichilismo.
    Sbagliata e folle fin che vuoi, ma è pur sempre una risposta ad un mondo grigio, privo di valori.
    E’ come alzare il dito medio al resto del mondo, e dirgli: appiccatevi, io non vi seguo !
    E’ anch’essa una rivolta estrema.

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