
Pakistan. Musulmani assaltano quartiere cristiano: danneggiata una chiesa, case saccheggiate

Una chiesa danneggiata, case saccheggiate e date alle fiamme, cristiani minacciati di morte. È quanto successo domenica sera in Pakistan, alla colonia cristiana Dhup Sarri di Lahore, dove una folla di musulmani ha attaccato i cristiani per un presunto caso di blasfemia.
ACCUSE DI BLASFEMIA. Come riportato da AsiaNews, un giovane cristiano mentalmente instabile, Humayun Masih, è stato visto bruciare alcuni giornali che avrebbero contenuto versetti sacri del Corano. Per questo motivo, il giovane è stato preso e portato alla stazione di polizia. Qui, però, è stato subito rilasciato dal momento che gli agenti si sono accorti del suo stato di salute.
«BRUCIATELO VIVO». Non soddisfatti, ha raccontato il pastore protestante della zona, Riaz Arif, «alcuni leader religiosi islamici hanno radunato una folla e diffuso la notizia. La situazione è diventata sempre più tesa: i musulmani hanno bloccato la strada protestando contro i cristiani e chiedendo di bruciare vivo Humayun. Tra le 17 e le 18 c’è stato l’attacco».
La chiesa cattolica di San Giuseppe è stata razziata, Bibbie e altri libri religiosi sono finiti in un grande rogo. Molte case di cristiani sono state svuotate di tutto, i residenti minacciati di morte. Come riportato da Assist News Service, la polizia è intervenuta per disperdere gli assalitori, armati anche di pistole, e alcuni poliziotti sono rimasti feriti.
«L’ANNO PIÙ VIOLENTO». Un testimone degli scontri, Xavier Patras William, ha dichiarato: «Questo è stato l’anno più violento che mi ricordi per quanto riguarda la violenza settaria e gli attacchi contro le minoranze in Pakistan. Le autorità devono difendere le minoranze religiose, soprattutto a Lahore, che ha assistito alla tragica perdita di vite nell’incidente di Youhanabad».
ATTENTATI A LAHORE. L’uomo fa riferimento al doppio attentato del 15 marzo, quando due kamikaze si sono fatti esplodere davanti a due chiese nel quartiere cristiano di Youhanabad, uccidendo 22 persone. Sempre a Lahore negli ultimi mesi la situazione dei cristiani è peggiorata moltissimo: ad aprile Nauman Masih, un giovane cristiano di 14 anni è morto dopo essere stato bruciato vivo perché cristiano. Pervaiz Gill, fratello di uno degli avvocati di Asia Bibi, ha subito un attentato armato, al quale è sopravvissuto. A marzo e aprile, scuole e chiese sono state oggetto di attacchi da parte di uomini armati con il volto coperto.
LEGGE SULLA BLASFEMIA. Incidenti come quello di Dhup Sarri nascono sempre da accuse di blasfemia che, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono utilizzate in modo strumentale per vendette personali o ragioni economiche: gli accusati secondo i commi della “legge nera”, infatti, sono spesso costretti ad abbandonare le loro proprietà, che vengono rilevate per due soldi o addirittura sequestrate dagli accusatori. Ne è prova il fatto che oltre il 95 per cento di queste accuse si rivelano in sede giudiziaria false e infondate.
Ma nonostante questo non c’è scampo per chi viene accusato di blasfemia: cristiani e musulmani sono stati uccisi mentre entravano in tribunale per il processo, perché per i gruppi fanatici islamici non c’è giustizia umana che possa contraddire quella divina. Questo è il motivo per cui sempre più spesso gli imputati non assistono ai dibattimenti in aula e, anche quando vengono assolti, sono costretti a lasciare il paese per sempre.
Foto Ansa
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In un suo recente discorso il Colonnello-Generale Igor Sergun, capo del Primo Direttorato dell’Intelligence (GRU) dello Stato Maggiore Generale delle Forze Armate della Russia ha indicato per quattro volte che tali terroristi “islamici” sono fondamentalmente una creatura dell’occidente. Si potrebbe essere tentati di dire “niente di nuovo, lo sappiamo tutti” (fanno solo finta di non saperlo i soliti utili idioti), ma si mancherebbe il punto, e cioè che il capo dell’intelligence militare russa dichiara apertamente che il cosiddetto “terrorismo islamico” non è un fenomeno originale o indigeno, ma uno strumento dell’imperialismo occidentale utilizzato per sovvertire i Paesi che osano opporsi all’egemonia mondiale dell’impero anglo-sionista.
La Pravda ed il Ministero iraniano della propaganda sono sempre ottime fonti….
Soliti o insoliti, utili o inutili, gli idioti e fanatici sono quanti preferiscono, anziché considerare i fatti, prendere per buone tutte le opinioni, dichiarazioni, interviste, “analisi stategiche”, ecc… che ne confortano paranoie, pregiudizi, dietrologie. E in un caso del genere, sono disposti a credere che
– se sussiste una legge o un sistema di leggi umanamente blasfeme, ma coranicamente ineccepibili, come quelle in vigore in Pakistan, la colpa è dell’egemonia anglo-sionista;
– e se nessuno protesta, islamico moderato o meno, cattolico, ateo, ecc… contro leggi imposte dall’anglo-sionismo al Pakistan e a altri Paesi in cui, per es., l’apostasia dall’Islam è reato (l’Iran, per es.), la colpa è dell’anglo-sionismo;
– e se nessuno, in Pakistan o in Iran e altrove, manifestava contro i talebani afghani al potere, jihadisti voluti dall’anglo-sionismo, la colpa era dell’anglo-sionismo;
– così come, se il governo eletto dagli iracheni, “servo degli Occidentali” che hanno rovesciato Saddam Hussein, rischia di essere spazzato via dall’Isis, voluto e diretto dagli anglo-sionisti, la colpa è sempre dell’anglo-sionismo;
– e se nessuno, da nessuna parte, compiange né protesta a difesa del traballante governo iracheno voluto dall’anglo-sionismo, né marcia né protesta contro l’avanzata dell’Isis, jihadismo voluto e diretto dall’anglo-sionismo, la colpa è sempre dell’anglo-sionismo.
Queste contraddizioni non sono considerate dai colonnelli-generali del complottismo e dalla truppa ausiliaria. Il fanatismo idiota non si pone problemi di utilità relativa o inutilità assolta e va per la sua stada a senso unico: ci vada.
Alcune interessanti dichiarazioni di monsignor Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi e presidente della Conferenza episcopale pakistana :
“Vorrei essere chiaro: il fanatismo degli estremisti islamici, che oggi colpisce tutti, cristiani e non, prima della guerra in Afghanistan da noi non esisteva. Il Pakistan non ha mai avuto il terrorismo jihadista al proprio interno”
D: Monsignor Coutts, negli ultimi anni il Pakistan è stato considerato come il baluardo asiatico nella guerra al terrorismo islamico. Qual è la situazione oggi?
R: Lo siamo ancora. È ancora la condizione nella quale viviamo. Purtroppo, però, siamo stati risucchiati in questo conflitto a seguito degli attacchi all’Afghanistan e all’Iraq, perché prima l’estremismo islamico di stampo jihadista non era presente nel nostro Paese. Oggi esso è sostenuto dall’Islam di stampo wahabita dell’Arabia Saudita [n.d.r. fido alleato dell’Occidente che, tra l’altro appoggiò la defenestrazione di Bhutto a vantaggio di Muhammad Zia-ul-Haq che introdusse la legge sulla blasfemia]
Al solito, nickname nuovo di zecca, al femminile, stavolta e tutto come prima. Mons. Coutts dice la sua: siccome dice quello che piace sentire ai fanatici che si sentono autorizzati a rappresaglie anti-cristiae o a citarlo quando gli fa comodo, va bene Mons. Cotts.
Ma l”attacco” all’Iraq di Saddam Hussein ha messo al potere la maggioranza oppressa sciita, fra le altre e ha dato la possibilità di decidere di sé al popolo iracheno, togliendolo al Baath: e a battesi contro il governo iracheno, infatti, non a caso, sono forze estreiste come quelle che assaltano i cristiani per protestare contro gli Occidentali che se ne sono andati da un pezzo dall’Iraq: jihadisti che, quado si dice la logica, i complottisti filo-islamici accusano di essere manovrati dall’Occidente e alleati dell’area. Quindi, secondo questa visione casual purché anti-occidentale, i jihadisti sono benemeriti e vanno capiti.
Lo stesso per i talebani e i qaedisti dell’Afghanistan: che disturbo davano? Abbattevano i Buddha di Bamyian: e allora? E allora, vedete che problemi potevano farsi a tirar giù edifici oltraggiosi, a spiantare qualche appartamento abitato da cristiani, a dare la caccia a buddhisti e cristiani in loco: e questo, in cambio di tutto il bene che talebani e qaedisti facevano agli afghani, a sunniti, sciiti, donne, scuole e scolaresche; come lo facevano a acquedotti e energia elettrica, ennesima diavoleria occidentale che non si trova nel Corano: e con tutto quello che, bene o male, facevano alle minoranze non autorizzate – che li combattevano, per colmo dell’ingratitudine, certo. Infatti, le proteste anti-talebane, in Pakistan, non si contavano: proprio come non si contano, sia là che qua, le proteste per fatti come quelli riferiti da “Tempi.it.”
In più, la solita pappardella che le leggi sharyatiche nell’Islamistan le hanno imposte gli Occidentali: una bufala vecchia riserva bevuta a piena gola dagli islamofili che la rigurgitano in occasioni come questa. Ma perché i moderati islamici – che sarebbero la maggioranza – non scendono in piazza, non protestano, non si danno da fare contro questa odiosa imposizione occidentale e contro il Corano applicato per colpa degli americani, i mistificatori copincollisti filo-islamici nemmeno se lo chiedono.
Succedono cose di questo genere ogni giorno: e qualcuno ha visto proteste (pacifiche, violente, come viene meglio), marce a suon di “Je suis…” e contromarce all’insegna di “Not in my name!” di gruppi ecclesiali, Pax Christi, Comunità di Sant’Egidio, centri sociali, lettere di grandi intellettuali color arcobaleno o united colors, reportage di grandi gionalisti: e perché non si sentano discriminati nell’esercizio dell’indifferenza, qualcuno ha visto in giro islamici, se non altro moderati, da noi o nell’Islamistan? O la mobilitazione (e le ritorsioni violente) di massa, lettere e prediche al papa, da parte degli islamici, scattano solo per vignette o presunte notizie di leso Islam? Niente. Nessuno si indigna, nessuno si stupisce, nessuno comunica che è dispiaciuto, che c’è rimasto male, che se l’è presa coe fatto personale. No: è che questi morti danno fastidio, vogliono attenzione, non rientrano nel copione del format, non muoiono a bordo di un barcone: allora, sì! Viene facile accusare l’Occidente: e tutto bene così, grazie. Ma questi… Questi morti nel posto sbagliato – e cioè, nelle terre delle doppiamente vittime… Che vogliono?
Per la verità, qualcuno che imputa atti all’ordine (nell’Islamistan) del giorno come questo, c’è. Colpa dell’Occidente, se le leggi coraniche sono state introdotte nel “Paese dei Puri” – il Pakistan… Colpa dell’Occidente, se non sono abrogate. Dell’Occidente e di Israele, già, si capisce. Colpa dell’Occidente, che non usa le maniere forti contro gli Stati islamici radicali: e anche contro quelli non così radicali, ma che prevedono nei loro codici di leggi il reato di apostasia dalla “religione naturale dell’umanità.”
Così va il mondo – dell’informazione, della politica, del multiculturalismo. Va proprio così e non in un altro modo. Male.
Tante cose avvengono per semplice ignoranza. Tuttavia, se la religione della maggioranza del popolo pakistano non fosse l Islam, certi atti non troverebbero alcuna giustificazione “sacra”. Nel Corano e negli hadit ci sono argomenti sufficenti per patrocinare qualunque atrocità.