
L’ordine dei giornalisti veneto organizza un “corso d’aggiornamento” sulle teorie gender. Bella idea. Un nostro contributo

Che cosa pensare di fronte al corso di aggiornamento organizzato dall’ordine dei giornalisti (Odg) del Veneto dal titolo “Informare senza discriminare. Identità e gender theory”? Niente di nuovo, in fondo. Chi avesse avuto la ventura di leggere le Linee guida per un’informazione rispettosa delle persone LGBT, il documento preparato dal ministero delle Pari opportunità, sa già tutto. Le terapie riparative sono fuffa, l’orientamento sessuale non è una scelta, i gay non sono esibizionisti, eccetera eccetera (preziose anche le indicazioni per non sbagliare l’articolo nei confronti dei transessuali). Dunque il corso che si svolgerà lunedì 10 marzo e che è stato organizzato dall’Odg assieme alla Scuola di giornalismo “Dino Buzzati” e l’Università di Verona, non ha, in sé, nulla di innovativo. Come si legge nella sua presentazione, «rientra nell’ambito dei seminari di Formazione professionale continua» e la sua «frequenza dà diritto all’attribuzione di crediti formativi professionali», è «gratuito» e le iscrizioni sono aperte fino ad esaurimento posti. Attenzione solo al fatto che «l’obbligo di formazione riguarda i giornalisti in attività con più di tre anni di iscrizione all’Albo e dunque iscritti fino al 31 dicembre 2010».
L’intento del corso è così spiegato ai partecipanti: «Differenza sessuale, identità di genere e orientamento sessuale sono temi che con sempre maggior frequenza si impongono alla cronaca quotidiana, e non sempre per i giornalisti è facile trattarli con la necessaria competenza, evitando il rischio di cadere in pregiudizi sessisti, o peggio in violazioni deontologiche in relazione alla disciplina di tutela della privacy. Il seminario si prefigge l’obiettivo di fornire alcuni strumenti critici di base utili a comprendere il cambiamento politico-culturale in atto e a comunicarlo senza incorrere in stereotipi discriminatori».
RELATORI IMPARZIALI. Tempi.it, proprio per aiutare i partecipanti a non «incorrere in stereotipi discriminatori», vuole aggiungere qualche notizia che l’invito omette di segnalare. Non per mettere in guardia chicchessia, ma solo – diciamo così – per completezza di informazione. Innanzitutto va segnalato che, dopo il saluto di Gianluca Amadori, presidente dell’Odg del Veneto e di Maria Fiorenza Coppari, presidente del Consiglio di Disciplina presso l’Odg del Veneto, interverrà Donata Gottardi. Chi è Donata Gottardi? Attualmente è «Direttore Dipartimento Scienze Giuridiche Università di Verona». Ma quel che andrebbe aggiunto, per completezza di curriculum, è che Gottardi è stata anche, per anni, europarlamentare di sinistra. Come segnalato su proprio sito, Gottardi si è data da fare soprattutto in materie legata alle proprie competenze, non disegnando però alcune battaglie di bandiera. Come quella contro la moratoria sull’aborto o quelle sul gender, appunto. Gottardi ha anche denunciato Silvio Berlusconi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per le sue dichiarazioni lesive della dignità delle donne. Tra queste, si noti, anche quelle su Eluana Englaro.
SAN FRANCESCO ARCOBALENO. La formazione dei giovani giornalisti proseguirà poi con la Presentazione del Glossario socio-giuridico dell’identità a cura di Laura Calafà, Olivia Guaraldo, Lorenzo Bernini. I tre autori saranno anche relatori di lezioni su Identità/gender, Identità/queer e Identità/tutela dei diritti. Sulla loro competenza in materia non vi è dubbio alcuno, anche perché diversi sono i loro lavori su tali tematiche. Bernini, in particolare, si segnala come autore bene conosciuto nell’ambiente, avendo dato alle stampe Apocalissi queer, elementi di teoria antisociale e per avere più volte sostenuto la necessità di una legge anti omofobia. Fu lui, ad esempio, ad aprire il convegno “Contro natura?” organizzato il 9 novembre a Verona. Sul manifesto campeggiava un san Francesco con la bandiera arcobaleno e la scritta: «Lesbiche, gay, bisessuali, asessuali trans*, intersex/dsd si interrogano sul loro posto nel creato».
SPUNTI DI RIFLESSIONE. Non dubitiamo che il corso d’aggiornamento avrà cura di informare i propri utenti che, oltre ai casi acclarati di pregiudizio omofobico nel nostro paese, esistono anche altri fatti di cui tenere conto per evitare di «incorrere in stereotipi». Ad esempio, si potrebbero mostrare i dati presentati lo scorso anno dal Pew Research secondo cui l’Italia è uno dei paesi meno omofobi del mondo. Oppure mostrando come diversi episodi di cronaca siano stati prima raccontati come casi di omofobia e poi quasi dimenticati al momento dell’archiviazione. In fondo, essendo l’uditorio composto da giornalisti, dovrebbe loro interessare, no?
Così come potrebbe essere istruttiva la lettura di un imparziale articolo di Stefano Montefiori del Corriere della Sera che, descrivendo un recente raduno della Manif pour tous francese, ha scovato tra passeggini, mamme e nonne «omofobi contro la modernità e gli ebrei». Non sarebbe poi una cattiva idea quella di aprire un dibattito su quanto accaduto in Francia, dove la conferenza delle scuole di giornalismo non ha organizzato corsi sulla discriminazione, ma ha anzi protestato contro il governo perché ha obbligato i cronisti a fare «corsi di uguaglianza tra i sessi».
Ovviamente siamo certi che la giornata di aggiornamento si concluderà specificando, in nome della trasparenza, che nessuno dei relatori ha ricevuto un compenso per il suo contributo intellettuale. Sarebbe ben strano, infatti, che l’ordine utilizzi le quote dei propri iscritti per aggiornare solo alcuni fortunati tra loro. Questa sì che sarebbe discriminazione.
Articoli correlati
27 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Riecco Filomena!! Sentivamo proprio la tu mancanza..almeno poi da er cambio a erikat che continua a sbandierà sta scemenza del vegano, poi la trollano con salsizze e cotechino e qui…io so a dieta!!!
Vai Filo pronti partenza..via!!
Ma cari ragazzi nessuno vieta a nessuno di organizzare dei corsi di formazione per giornalisti cattolici e conservatori. Lasciate però che chi non la pensa come voi possa esprimersi e dire ciò che vuole. Santa pazienza ci siamo bevuti per anni le verità rivelate di molti prelati che sembravano provenire direttamente dal concilio di Trento… E dopo avete il coraggio di dire che la legge contro l’omofobia vi impedirebbe di esprimervi, ma se siete voi che volete tappare la bocca a chi dissente dalla vostra verità.
Ma leggi quello che scrivi?
Io si e tu sai quello che dici?
Dal mio modestissimo punto di vista filomena è un generatore automatico di luoghi comuni; non ho ancora letto un suo commento che scenda sotto la superfice di poche e ripetitive affermazioni apodittiche e stereotipate.
Filomena, hai già parlato delle crociate e di giordano bruno? sai sono dei classici, imperdibili.
apposta i corsi sulla teoria del gender e l’omosessualizzazione che volete propinare al corpo docente e non docente delle scuole di ogni ordine e grado sono OBBLIGATORI, pena sanzioni per chi non li disertasse.
L’ora di religione è LIBERA, FACOLTATIVA, e nonostante la libertà è optata da quasi tutti gli studenti (non se ne avvalgono tre o quattro su classi di 25 e più, e parlo per testimonianza diretta pur non essendo di religione).
Invece, il corso sull’indottrinamento alla teoria gender e cultura omosessuale mascherato dietro il paravento del contrasto al bullismo e l’aborto anticoncezionale dietro il paravento dell’educazione sessuale (che già fa il docente di biologia parlando anche delle malattie sessualmente trasmissibili, parlo di educazione sessuale in termini biologici e non ideologici), l’avete previsto obbligatorio, senza diritto di rifiutarsi, sia docenti che bidelle.
E abbiate almeno il minimo di decenza di piantarla di rifugiarvi nei secoli passati quando parlate della chiesa cattolica, SIAMO NEL 2014, FINO A PROVA CONTRARIA.
Con la stessa logica voi sareste colpevoli responsabili dei massacri della Vandea e dello sterminio dei Cristeros.
Ueh…sanzioni per chi li disertasse, senza il NON.
Sorbole…c’ho la tastiera che funzia male….starà mica diventando atea?????????
in natura nessun animale prega, adora una divinità o si impone la castità: la fede e la castità sono contronatura.
Peccato che si parli di natura umana e non di natura sensu lato; in ogni caso, prima di scrivere certe sentenze sarebbe meglio studiare (un bel) po’.
perfetto, grazie per la risposta: l’omosessualità rientra nella natura umana. basta prenderne atto. NO all’OMOFOBIA
A cri’ goditela a cazzeggiar trollando finché dura. Lo sai anche tu che questa pagliacciata non puó reggere a lungo.
Mah, pensano di essere tanto fichi…..diceva Quello:
“io te guardo, e pato”.
se la gode a cazzeggiar… in senso stretto.
beh… non solo io… anche la tu mamma.
… esclamò crì, citando Gault e Millau.
cosa ne sai te di quello che frulla nel cervello degli animali?
No all’ ideologia cattolica, w l’ omosessualità
che differenza c’è fra molti giornalisti e le prostitute? meglio le prostitute.
… tu le conosci bene… come tutti i moralisti cattobigotti
Bravo Angelo!
VIVA LA LIBERTÀ!
Che succederebbe se l’ ordine dei giornalisti facesse un corso sul rispetto della vita, dicendo che vita va rispettata fin dal concepimento e fino alla morte naturale. che l’ aborto è un delitto, che la procreazione artificiale genera quantità indistriali di morti ed embrioni congelati, ed altre cose del genere?
Domanda retorica, perchè non lo faranno mai.
Meglio smettere di comprare i giornali, o comprare solo quelli liberi (cioè fatti da gente non iscritta al Minculpop giornalistico). VIVA LA LIBERTA’ !!
non solo l’ordine dei giornalisti, ma anche altri ordini professionali stanno tentando la stessa cosa. Non si può stare tranquilli!
Spero di sbagliarmi, ma temo che verrebbe contestata (magari in maniera violenta) e il tutto passerebbe sotto silenzio. Del resto per restare in Italia basta ricordarci il trattamento subito dai volontari pro-life di fronte alla clinica mangiagalli di milano. Per spaziare un po’ nel mondo ricorcordiamo Jason Queree, oppure Floyd Lee Corkins, oppure Encuentro de mujeres a Posadas.
Tutti fatti successi e di fatto passati sotto silenzio nel sistema “informativo” occidentale.
Cmq, lo dico da ignorante sul tema e senza voler fare la predica a nessuno, ma anche il sistema mediatico cd “cattolico” non è che si distingua particolarmente per proattività e per aver dato risalto particolare a determinate politiche e battaglie civili e laiche (nel vero senso delle parole).
Solo in Italia fra giornali, canali TV e siti internet ci sarebbe una notevole copertura mediatica.
…infatti, l’unico quotidiano che prendo in considerazione è l’Avvenire.
Il resto….spazzatura.
(quotidiani nazionali, intendo, per leggere la cronaca i giornali locali vanno più che bene. Ma ancora meglio è andare dal barbiere, lui è più preparato).
Sono d’accordo, Menelik. Avvenire e’ l’unico quotidiano nazionale non allineato al regime, che non racconti balle, che affronti umanamente faccende anche scomode (fame, terzo mondo, guerre che non interessano all’occidente) e che aiuti a riflettere, anche su faccende “scomode” per la Chiesa.
Secondo me l’Avvenire nel recente passato non è che si sia distinto per aver fatto chissà quali “battaglie”. Certo ha segnalato alcuni problemi (aborto, eutanasia, ultimamente gender) ma in maniera decisamente troppo tiepida. Col gioco d’azzardo e gli uteri in affitto c’ha dato dentro in maniera più decisa, tanto che si è beccato le fatwe di qualche laicista.
Di fronte ai trattamenti subiti dai credenti in Sud America, oppure di fronte all’eutanasia dei bambini in Europa, io personalmente (che sono un signor nessuno) non mi sarei limitato a qualche articolo. Tuttora la prima pagina del giornale sarebbe dedicata a questi fatti, e lo sarebbe fintanto che le cose non fossero sistemate. Manderei inviati, lancerei campagne di sensibilizzazione, raccolte firme, interviste a esponenti mondiali pro-life, pubblicizzerei opere teatrali e/o incontri culturali sul tema ecc ecc. Tutto fa brodo.
Tanto per fare un esempio, la moratoria sull’aborto chi l’ha proposta? Ferrara (ateo) e il suo giornale “il foglio” (non certo un giornale clericale). Perchè questa idea non è venuta ad un giornale/intellettuale “cattolico”?
Voglio dire..su alcuni temi sarebbe il caso di muoversi un po’ di più. Lo disse in una conferenza anche Stella (quello del libro “la Casta”), il quale pur definendosi non certo di simpatie clericali/cattoliche, sosteneva che su alcuni temi si potevano trovare delle convergenze positive anche fra persone molto distanti politicamente (lui si riferiva al tema gioco d’azzardo).
Badate bene, questa è solo la mia opinione, ogni giornale ha tutto il diritto di scegliere la propria linea editoriale e decidere cosa puibblicare e cosa no. Inoltre è sempre più facile dire “io farei” piuttosto che trovarsi a dover fare.