Ora opponetevi al dominio dei forti sui deboli. In Italia, non in Belgio

Di Alfredo Mantovano
24 Settembre 2016
Prima di guardare la pagliuzza nell’occhio del Belgio, pensa alla trave che ha orientato le tue scelte politiche

siringhe-eutanasia-shutterstock_249815845

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – I radicali fanno il loro lugubre lavoro. In Belgio viene ucciso un ragazzo di 17 anni e loro esultano: in perfetta coerenza con le battaglie per i cosiddetti diritti civili per le quali sono in prima fila da decenni. Sono gli altri, quelli che usano i termini più altisonanti per condannare l’assassinio in terra fiamminga, che non si capisce che parte recitino. Mi spiego. Da qualche mese davanti alle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali della Camera sono iscritte all’ordine del giorno le proposte di legge in materia di eutanasia: il termine che adoperano è proprio “eutanasia”, in esplicito, e il contenuto delle proposte è coerente col significato che esso ha. Non si tratta di iniziative ferme allo stato della presentazione: sono norme, come precisa il sito della Camera, «in corso di esame». Mentre ci si straccia le vesti – con ragione – per quello che accade in Belgio, non si dedica il 10 per cento della preoccupazione per il film che potrebbe andare a breve sugli schermi italiani, quando la morte del diciassettenne ne è semplicemente il trailer.

Decidere di sopprimere una persona che ha problemi di salute equivale a ergersi a padroni della vita e della morte altrui. Si muove sulla medesima lunghezza d’onda della decisione di eliminare un essere umano perché è troppo giovane, cioè non ha vissuto ancora nove mesi, in Italia legale e finanziata dallo Stato da quasi 40 anni, senza che nelle sedi istituzionali qualcuno sollevi una riflessione, un ripensamento, anche solo quanto alla prevenzione dell’aborto. È in linea con la pratica della fecondazione artificiale di tipo eterologo, resa possibile, contro la volontà del Parlamento e referendaria, da una sentenza della Corte costituzionale: se sono autorizzato a uccidere un bambino quando non lo desidero, nemmeno devo avere ostacoli a farmelo confezionare secondo i miei gusti quando non arriva; è un oggetto, non una persona. L’eutanasia trova terreno propizio grazie al favore mediatico, quindi politico, dell’utero in affitto, nella cui procedura la degradazione dell’altro a rotella di un ingranaggio chiamato di volta in volta a garantire il successo del segmento (ri)produttivo si estende alle donne che sono sollecitate a “donare” (cash) l’ovulo e a “prestare” (sempre cash) il proprio corpo, con lo scarto intermedio di quel che non è riuscito bene secondo le clausole del contratto. L’utero in affitto ha trovato la sua fonte di legittimazione indiretta – ma reale – nella legge che qualche mese fa ha parificato al matrimonio la convivenza fra persone dello stesso sesso: con disposizioni così sovrapponibili da rendere automatico – come più sentenze hanno sancito – l’inserimento nel regime di queste ultime dell’adozione e dell’ordinazione di figli à la carte. Il filo conduttore è il dominio totalitario del più debole da parte del più forte, ed è francamente nauseante vedere quei parlamentari che hanno approvato la Cirinnà con voto di fiducia, senza battere ciglio e anzi abbozzando false giustificazioni, pur consapevoli che a questo si giungeva in pochi giorni, oggi scandalizzati per l’applicazione della legge belga sull’eutanasia. Probabilmente si preparano, quando si giungerà al conquibus anche in Italia, a “mediare” e a coprire il loro cronico tradimento e la protezione del loro seggio con la vanteria di un testo limato, reso tutto sommato accettabile.

Prima di guardare la pagliuzza nell’occhio del Belgio, pensa alla trave che ha orientato le tue scelte politiche. È in gioco non solo la sopravvivenza di tanti ammalati, anziani, persone depresse, le categorie ordinariamente colpite dalle leggi eutanasiche dove sono state introdotte. Sono in gioco i termini del rapporto fra medico e paziente, la sostituzione del diritto di morire al dovere di curare, la vanificazione dell’affiancamento medico al malato terminale, l’avanzata di un totalitarismo che non ha bisogno di lager o di gulag poiché decide in via diretta della vita e della morte con la piena tutela delle istituzioni. Non serve l’indignazione a mezzo nota stampa. Urge il lancio di una missione religiosa, culturale, quindi anche politica, il cui fondamento torni a essere verso l’altro la sostituzione del senso del servizio alla pratica della sopraffazione.

Foto da Shutterstock

Articoli correlati

10 commenti

  1. Sebastiano

    “…Se questa e’ incapace di intendere e di volere al momento della decisione e non aveva espresso consenso esplicito, allora si…”

    Ma non eravate tu e i tuoi compari che giustificavate Beppino Englaro? E dov’era, allora, quel “consenso esplicito”?
    E sull’utero in affitto, vorrà dire qualcosa se tra i primi firmatari della legge Cirinnà figura qualcuno che è andato a fare shopping di pargoli oltreoceano. Grazie alla magistratura compiacente e alle voragini della legislazione e in confidente attesa sulla futura legalizzazione dell’utero in affitto, come solennemente promesso a chiare lettere dalla stessa Cirinnà (la chiama “stepchild adoption” perché in inglese fa più figo, ma è la stessa sbobba).
    La tecnica è sempre la stessa: aprire un pertugio, spergiurando che si tratta di “casi pietosi” e che non ci saranno ulteriori passi, e poi in seguito, lasciata ammorbare la gente, spingere il confine sempre più in là. Come è già successo per l’aborto: da “necessario per non far morire le madri di aborto clandestino” è passato a “diritto civile” tout court, senza altre motivazioni che non siano il “non voglio un bambino e quindi posso accopparlo”.

    1. Elisa

      Il consenso esplicito ancora non lo possiamo dare perché ci sono persone come te che si rifiutano di regolare in modo chiaro una disciplina sul testamento biologico. Ma il diritto alla salute (che ha necessariamente il suo risvolto negativo nel diritto a rifiutare le cure) viene riconosciuto dalla costituzione. Ecco che allora subentrano PER FORZA genitori e parenti stretti, che scelgono in nome dei diretti interessati, a cui tu e quelli come te non vogliono dare voce.

      1. Sebastiano

        Vedo che cerchi di girare alla larga dalla domanda:
        “…Ma non eravate tu e i tuoi compari che giustificavate Beppino Englaro? E dov’era, allora, quel “consenso esplicito”?…”

        Siccome del caso ne faceste una bandiera, sventolata su tutti i media possibili e immaginabili, dicendo a più riprese che l’intervento del medico era perfettamente legale, e ora vai affermando che non c’era “consenso esplicito”, ne deduco una cosa sola: o avete mentito allora o state mentendo adesso. Scegli pure.

        Il diritto a rifiutare le cure esiste da un bel pezzo, a patto che chi lo esercita sia ben cosciente di quello che fa e dei rischi che tale scelta comporta.
        Non esiste invece il diritto di essere accoppato da terzi.
        E tantomeno tale “diritto” possono arrogarselo i parenti.
        Il rifiuto dell’accanimento terapeutico è un’altra cosa. E non c’entra con l’alimentazione e l’idratazione.

        1. Elisa

          Quindi tu saresti a favore dell’introduzione di una legge sul consenso esplicito all’interruzione del trattamento sanitario? Per quanto mi riguarda non credo di aver mai mentito, perché durante il caso Englaro ero troppo piccola per avere un’opinione chiara sull’argomento. Quindi non pensare alle mie contraddizioni, ho 20 anni, non ho concretamente l’età adatta a contraddirmi. Pensa alle tue piuttosto: pensi che il problema nel caso Englaro sia l’assenza di un consenso esplicito? Ne deduco che saresti il primo a sottoscrivere una legge sul testamento biologico!

  2. paolo

    ll “suicidio assistito”, è come se tu su un ponte trovi un tizio che si vuole buttare di sotto, e invece di cercare di fermarlo gli dai la spinta finale.
    Una cosa che non esiste, Tanto meno può essere fatta dallo Stato (coi soldi dei contribuenti).
    Al massimo ‘sta roba può essere fatta da uno disperato, di sua iniziativa e di nascosto.
    Ma giammai da qualcunaltro o dallo Stato.
    Se è una iniziativa individuale, è un suicidio. Se è “aiutata” da qualcunaltro, diventa OMICIDIO puro.
    Giusto che questa cosa venga punita in Italia.
    Purtroppo l’ associazione criminale di Marco Cappato sta promuovendo esplicitamente viaggi della morte in Svizzera.
    E pensate che Sala ha potuto vincere le elazioni a Milano grazie alla alleanza con questo criminale!!!
    Se una giunta fosse collusa con la mafia, la farebbero subito dimettere.
    Ma qui siamo allo stesso livello: una giunta alleata con una associazione che commette reati. E aiuta ad ammazzare la gente.
    Che differenza c’ è?

  3. Carolina

    leggere solo per confronto Ian McEwan, “La Ballata di Adam Henry” (Einaudi, 2015).

  4. Daniele

    “Decidere di sopprimere una persona che ha problemi di salute equivale a ergersi a padroni della vita e della morte altrui.”

    Se questa e’ incapace di intendere e di volere al momento della decisione e non aveva espresso consenso esplicito, allora si.

    In questo caso si tratta di un malato terminale ( diverso da “problemi di salute” ) che l’ha chiesto. Negargli la possibilita’ sarebbe equivalso ad ergersi a padroni della vita e della morte altrui. Doveva buttarsi sotto un treno da solo, sempre che non fosse stato paralizzato?

    I radicali poi non mi sembra abbiano esultato per la morte in questione, ma perche’ sia stato lasciato alla persona in questione la scelta sul suo percorso.

    Poi l’utero in affitto non e’ stato legittimato dalla Cirinna’ – non che c’entrasse niente con l’eutanasia comunque.

    Il voto di fiducia e’ stato usato perche’ loschi individui presentavano caterve di emendamenti del livello di “unioni civili fra persone dello stesso sesso se nate sotto il segno del toro” oppure “celebrate da presidi”. Gli stessi che affermavano che avrebbero coinvolto poche decine di famiglie ma sarebbero costate all’Inps decine di miliardi in reversibilita’ fin praticamente dal primo anno.

    Sono gli stessi individui, tra cui divorziati, che si preoccupavano di un pericolo per la famiglia ( senza mai specificare che parlavano di quella della Costanza Miriano ) e non si sono preoccupati di tranquillizzare i loro fans quando poi la famiglia non ha subito traumi.

    Sono comunque lieto di constatare che Alfredo Mantovano e’ riuscito a trattenersi dal criticare la Svezia, dall’esprimere per lo stato delle scuole paritarie o dal lamentarsi per la violenza dei movimenti ecologisti.

    Un bollino paradiso per essere riuscito a resistere alle tentazioni.

    1. giuseppe

      brava la trollona malefica, anche oggi ha fatto il suo compitino
      attenta, che i radicali un giorno vicino esulteranno per la tua dipartita, volontaria, eh, assolutamente, le premesse ci sono tutte
      noi ti paghiamo pure le tasse per questo, non temere, che possiamo fare d’altro ?
      cioè, noi lavoriamo per quelli come te, i deboli, ma tu non apprezzi
      non per questo, ti spingeremmo mai sotto a un treno

      1. Daniele

        Tranquillo che le tasse non me le stai pagando, non sono in Italia 🙂

        A prescindere, tu hai trovato un nesso fra eutanasia, e Cirinna’? Ed esempi di come i radicali hanno esultato per la morte del ragazzo?

        Oppure la risposta alle mie critiche sulla qualita’ dell’articolo si limita all’equivalente di “tu sei brutto e cattivo”, che i bambini usano quando vogliono avere ragione a tutti i costi, ma non hanno argomenti?

        1. giuseppe

          Eppure sono ovvietà, se non ci arrivi da sola non so che farci, sai, non ci crederai, ma qui qualcuno ha una vita da vivere e non ha tempo per star dietro a domande apparenti e insulse e che non portano da nessuna parte e parimenti non gliene importa nulla di avere l’ultima parola sul nulla.

I commenti sono chiusi.