Omosessualità, omofobia e papa Francesco. La premessa fondamentale a tutto il discorso

Di Marco Invernizzi - Roberto Marchesini
31 Luglio 2013
Se l'omosessualità è naturale, se si nasce così, se alcune persone “sono” nella propria natura omosessuali, allora hanno ragione i gay

In questi giorni, soprattutto nella rete informatica, si dibatte e si discute sulla prossima legge contro l’omofobia.
Quello che colpisce è l’assoluta contraddittorietà della posizione di molti cattolici: condividono la premessa fondamentale dell’attivismo gay, ma non vogliono accettarne le conseguenze.

Qual è questa premessa fondamentale?
Quando si parla di omosessualità la questione è una sola; da questa discendono tutte le altre.

La domanda è: l’omosessualità è una natura, una essenza, si nasce così, Dio ha voluto che alcune persone avessero questa “cosa”?
Oppure è un disordine oggettivo, è accidente e non sostanza, non appartiene alla natura umana?

Questa è la domanda fondamentale alla quale si aggrappa ogni altro discorso.

Perché se l’omosessualità è naturale, se si nasce così, se alcune persone “sono” nella propria natura omosessuali, allora hanno ragione i gay. Non ha senso imporre a queste persone una croce per una tendenza assolutamente naturale; non ha senso tentare di cambiare la loro natura; non ha senso ostacolare le loro unioni, anche se la società (o il moralismo) dovesse pagare un prezzo. Non ha senso impedire loro di adottare e concepire figli. Se così è, se l’omosessualità è una essenza, allora la Bibbia sbaglia a considerare gli atti omosessuali una grave depravazione; allora è sbagliato anche il Magistero, e la Chiesa deve chiedere perdono e vergognarsi per le gravi sofferenze che inutilmente ed erroneamente ha imposto a queste persone. Ma se la Bibbia si è sbagliata, se il Magistero si è sbagliato, allora il cattolicesimo non è la religione voluta da Dio, è solo una morale, una filosofia, una credenza sbagliata, e ciò che è sbagliato merita di scomparire dalla faccia della terra.

tempi-matrimonio-gay-copertinaSe l’omosessualità è una natura, una essenza, allora è giusto militare per i diritti di queste persone. Ed è giusta anche la legge contro l’omofobia: bisogna vietare che un’idea sbagliata, e dolorosa, continui a circolare.

Se invece l’omosessualità è un disordine oggettivo, se non si nasce così, se non fa parte del progetto di Dio per gli uomini, allora tutto cambia. Da un disordine non possono discendere dei diritti; non è giusto far tacere chi denuncia l’errore con apposite leggi; è giusto che chi desidera uscire da questo disordine abbia la possibilità di farlo.

È bene ricordarlo: il matrimonio gay, l’omogenitorialità, la legge contro l’omofobia, non sono obiettivi del movimento gay. Sono strumenti, mezzi. L’obiettivo è quello di ottenere un cambiamento nella mentalità comune. Ciò che i gay vogliono è che le persone siano convinte che l’omosessualità sia una natura, una essenza, e non un disordine oggettivo.

I militanti omosessualisti lo affermano esplicitamente.

Ricordiamo ad esempio quanto scrive lo storico del movimento gay in Italia, Gianni Rossi Barilli (Il movimento gay in Italia, Feltrinelli, Milano 1999, p. 212):
«Si apre un pubblico dibattito sulle unioni civili, che sempre più diventano la questione prioritaria nell’agenda dell’Arcigay. E questo non accade perché migliaia di coppie omo scalmanate diano l’assedio al quartier generale per poter coronare il loro sogno d’amore. Anzi, il numero delle coppie disposte a impegnarsi per avere il riconoscimento legale è addirittura trascurabile […].

Ma il punto vero è che le unioni civili sono un obiettivo simbolico formidabile. Rappresentano infatti la legittimazione dell’identità gay e lesbica attraverso una battaglia di libertà come quelle sul divorzio o sull’aborto, che dispone di argomenti semplici e convincenti: primo fra tutti la proclamazione di un modello normativo di omosessualità risolto e rassicurante. Con la torta nel forno e le tendine alle finestre, come l’ha definito una voce maligna. Il messaggio è più o meno il seguente: i gay non sono individui soli, meschini e nevrotici, ma persone splendide, affidabili ed equilibrate, tanto responsabili da desiderare di mettere su famiglia. Con questo look “affettivo” non esente da rischi di perbenismo si fa appello ai sentimenti più profondi della nazione e si vede a portata di mano il traguardo della normalità».

Lo spiega, in modo esplicito e sintetico, Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, parlando addirittura di «matrimonio» gay (C. Sabelli Fioretti intervista F. Grillini, Gay. Molti modi per dire ti amo, Aliberti, Reggio Emilia 2007, pp. 11-12):
Claudio Sabelli Fioretti: Ma perché volete sposarvi?
Franco Grillini: Intanto è una questione di principio. I cittadini omosessuali devono essere considerati alla stregua di qualunque altro cittadino e quindi devono avere gli stessi diritti. Gli eterosessuali hanno il diritto di sposarsi. Perché gli omosessuali no?

La questione di principio l’ho capita. Ma mi chiedo perché abbiate questo desiderio. Un desiderio che negli eterosessuali va scemando…
L’esistenza di una legge che consenta alle persone omosessuali di accedere all’istituto del matrimonio o agli istituti equivalenti non implica l’obbligo di usarla. Basta che ci sia. Se poi uno vuole la usa, se non vuole non la usa. L’esistenza di un diritto non obbliga di avvalersi di questo diritto.

Come l’aborto.
Bravissimo! È esattamente come l’aborto. Nessuno è obbligato ad abortire. Però deve esserci la libertà di farlo. Una legge ha solo il compito di garantire un diritto ma è anche un fatto educativo. Se esiste una legge che consente agli omosessuali di sposarsi o di accedere a un istituto simile è ovvio che diventa un fatto culturale perché si riconosce nei fatti l’esistenza delle persone omosessuali e si garantisce dignità alle persone omosessuali, anche a quelle che non si sposano, anche a quelle che non utilizzano i Pacs o i Dico. Insomma, la battaglia è rilevante prima di tutto sul piano simbolico, dell’uguaglianza, dell’equità.

È insensato, stupido e temerario opporsi alla legge contro l’omofobia, ai matrimoni omosessuali, all’omogenitorialità se si condivide la premessa fondamentale dell’attivismo omosessualista.

Ora il Papa, tornando dal Brasile, in una risposta a un giornalista ha ricordato il dovere dei cristiani di accogliere gli omosessuali e di non giudicarli, come spiega anche il Catechismo della Chiesa Cattolica.

Molti hanno esultato, forse dimenticando che da anni il Catechismo impone questa accoglienza. Infatti chi accoglie gli omosessuali senza sfruttarli sono proprio coloro che non li giudicano per la loro diversità, ma chiamano per nome il loro dolore, la loro “croce”, e li aiutano a portarla indicando loro la possibilità di uscire dal loro disagio.

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Ma la medaglia dell’accoglienza ha anche un’altra faccia: il riconoscimento che questa croce è la conseguenza di una tendenza disordinata. Perché delle due l’una: o il disagio è reale e si può portare come una “croce”, chiedendo a Dio la Grazia per sopportarlo, oppure è una tendenza normale e allora hanno ragione i movimenti gay. Per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica, nello stesso paragrafo, il 2358, afferma che l’omosessualità è una «inclinazione, oggettivamente disordinata». Perché se così non fosse allora non ci sarebbe neppure bisogno di un’accoglienza particolare. E, d’altra parte, se ci fosse solo il giudizio senza l’accoglienza, il cristianesimo sarebbe ridotto a una dottrina che giudica, ma non sa e non prova neppure a guarire la persona bisognosa.

Papa Francesco ha fatto benissimo a non cadere nella trappola dei giornali laicisti che vorrebbero inchiodare i cattolici come cattivi perché nemici dei gay, ricordando che, proprio a norma di Catechismo, i cattolici sono tenuti ad accoglierli come persone che subiscono una tendenza disordinata, e di fatto li aiutano come nessuno fa. Sarebbe auspicabile che noi cattolici ci ricordassimo di rileggere tutto il paragrafo del Catechismo:
Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

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80 commenti

  1. giorgia

    I gay non hanno bisogno di essere “salvati” da voi. La Bibbia è stata secoli fa, è frutto di un’epoca, di una cultura e di una mentalità completamente diversa dalla nostra. Non credo che dovreste prendere alla lettwra tutto ciò che è scritto.

  2. Giuseppe

    Possiamo pure credere che l’omosessualità non sia una cosa negativa (e per non considerarla negativa, non è neppure necessario considerarla naturale, (infatti non concordo con certe affermazioni dell’articolo), ma questo di per sè non implica null’altro,
    Da questo non discende di necessità che è giusto anche che gli omosessuali si sposino o adottino figli.

    Dopodiché, dal punto di vista di alcuni (omosessuali o meno) entrambe le cose hanno carattere positivo, sono legittime e le si vorrebbe anche legali.
    Ma questo è un altro paio di maniche.
    Sostenere che, siccome si crede che l’omosessualità non è un male, allora si deve credere che non sia un male il matrimonio tra persone dello stesso sesso o l’adozione da parte di una coppia omosessuale di figli, è semplicemente un errore.
    Posso credere, lo ripeto, che entrambe le cose siano naturali (ma non lo credo), ma non sostenere che dalla naturalità dell’una discende la naturalità dell’altra.

    Invece molte persone d’accordo sulle unioni, sulle adozioni si barricano, dimenticando che l’unione istituita, quella matrimoniale, non è per comunicare, rendere pubblico un sentimento ma per generare, crescere ed educare dei figli.
    Le unioni omosessuali sono naturalmente sterili.
    Le unioni omosessuali non esistono poichè non possono naturalmente generare.

    Pensate che ci sia qualcosa di male nell’avere un’età di cinquanta, sessanta, ottanta anni?
    Pensate che sia immorale?
    Pensate che sia innaturale?
    Nel caso che la risposta sia no (come spero…), vorrei chiedervi se pensate che un ottantenne abbia diritto ad adottare un bambino.
    Anzi: se sia giusto che l’ottantenne pretenda che il suo “diritto” di adottare un bambino debba essere considerato a pari merito con il “diritto” del trentenne, le due situazioni sono assolutamente uguali.
    Se sia offensivo per l’ottantenne dire che, generalmente, per un bambino un genitore di 30 anni è meglio di uno di 80.
    E se questa offesa debba essere punita con la prigione.

    Per questo, e perché tra le argomentazioni di chi non vede alcun problema di cui almeno discutere nel legittimare le unioni tra omosessuali e le adozioni di bambini da parte degli stessi, e chi giunto oltre la soglia dei 40-45 anni (ma pure 50, temo) non ha ancora soddisfatto il proprio desiderio di maternità e dunque perciò stesso ritiene giusto avere un figlio, non c’è poi molta differenza.
    Il meccanismo è il medesimo, il ritenere lecito tutto ciò che è desiderato, e non crea problemi a chi lo desidera.
    Così come un bambino privo di uno dei genitori biologici (e forse del ruolo che ricopre) sentirà comunque una mancanza, anche uno che si ritrovi a vent’anni con due genitori (o magari uno solo, come più spesso accade) di sessanta o settant’anni vivrà un bel disagio.

  3. Cisco

    Non sono d’accordo con l’importanza della premessa: se anche essere gay fosse “naturale”, l’uomo resta comunque “naturalmente” anche un animale razionale e libero, quindi responsabile delle proprie azioni. Quindi non sarebbe comunque giustificato il cosiddetto attivismo gay. Il fraintendimento nasce dalla falsa equivalenza tra “naturale” e “buono”, che in realtà non esiste: occorre pertanto distinguere tra naturale-oggettivo e naturale-soggettivo.

  4. Susto

    Grazie Hesse. Che bel gesto che hai fatto. Chapeau!

  5. Saverio

    In molti si agitano in difesa degli omosessuali.
    In termini di purissima laicità e libertà (che, fra parentesi, non costituiscono sic et simpliciter il mio punto di vista personale) la questione direi che è un’altra.
    Poniamo che un omosessuale, disgustato dalla eterosessualità e convinto della superiorità della propria condizione, disponendo dei debiti mezzi economici crei un’impresa di cui questa regola costituisca il caposaldo: “Qui si assumono solamente omosessuali”.
    In un’ottica liberale sarebbe in tal caso grottesco – che dico, criminale, di una criminalità liberticida – pretendere di sbattere in galera il paradigmatico omosessuale qui immaginato.
    Tutt’al più, ad oggi, lo si potrebbe forse costringere ad assumere anche eterosessuali…
    Per ragioni di specularità, è dunque criminale che la lobby gay voglia criminalizzare la discriminazione in sé e per sé.
    Non si dimentichi che discriminare significa solamente distinguere, cogliere il discrimen.
    Non si può imporre, per legge, per violenza di legge, una parità fra omo ed eterosessuali.
    Altro è commettere un reato comune a fini discriminatori; altro l’atto del discriminare, anche in termini, diciamo così, fattivi, che in quanto tale è espressione di discernimento, di capacità di intendere (non necessariamente e sempre bene) le cose.
    Venendo alla storia, Platone, che pure aveva marcate tendenze omosessuali ed era uomo non privo di contraddizioni, nel suo “Politeia” discrimina la sodomia sino a definire “parà fusin”, e cioè non secondo natura, i.e. “contro natura”, come traducono i migliori grecisti, il rapporto fra persone del medesimo sesso.
    L’omosessualità viene infatti bandita dalla Repubblica platonica ideale, cioè da qualcosa di più della semplice impresa commerciale sopra ipotizzata.
    Ebbene, notare come in Platone si trovi una definizione di perversione che coincide con quella – futura – del mondo cristiano e che combacia con quella ebraica (Sodoma e Gomorra).
    Platone in galera?
    Filone di Alessandria – eh sì, pure lui, ebreo non convertito, a differenza di Paolo di Tarso, altro pessimo soggetto omofobo – in galera?
    Con una magistratura sempre più tecnocratica, sempre più intollerante sul piano ideologico e sempre meno amante della cultura umanistica, questa è indubbiamente la poco rosea prospettiva che si va schiudendo.
    D’altronde, ove il giudizio di valore competa ad un magistrato, il modello della pedagogia terroristica dei media contro chi professa un pensiero politicamente scorretto si traduce facilmente in informazioni di garanzia e sentenze.
    Magistrato che spessissimo nulla più e nulla meno è – salvo una forte dose di autocontrollo, di autonomia intellettuale, di equilibrio – di un laureato come tanti altri.
    Perdonatemi la volgarità, ma mi viene in mente Marco Masini: “….controllano il cervello, fanno il culo a chi ce l’ha…”.
    Io piuttosto rilancerei; e poco me ne importa – metto le mani avanti – se mi verranno a spiegare che il parallelo che vado a proporre non calza per ragioni su cui non mi soffermo.
    Quel che conta è il concetto essenziale, al di là di ogni sua strumentalizzazione o lettura storica: quando sarà passata la buriana di questa epoca di disfacimento – e passerà, passerà – i signori che vogliono imporre con la violenza, con la galera, il modello di Sodoma a chi non lo condivide, si faranno la loro Norimberga.
    Lo dico senza astio: io potrò essere sotto due metri di terra, magari essermi sorbito, nel frattempo, anche qualche anno di galera per le mie idee – se lo farebbero fare a Platone, figuratevi a me, che sono nulla – ma qualcuno finirà a Norimberga.
    Sine ira et studio.
    Saverio A.

    1. andrea

      Nessuno ti impone niente e sai benissimo che non finirai in galera.

      In galera ci sono andati altri: ad esempio fino al 2009 gli omosessuali indiani. Nel 1952, anno in cui Alan Turing “fu suicidato” dopo esser stato costretto a subire la castrazione chimica, cominciava il dibattito per l’abrogazione del carcere per gli omosessuali in Inghilterra. Inutile dire da che parte stava la chiesa anglicana e SOPRATTUTTO PER QUALI MOTIVI (..è scritto nella Bibbia etc.etc.). In russia ci si va oggi in galera.

      Nel passato nemmeno la chiesa cattolica è stata tenera: Tommaso D’Acquino considerava gli omosessuali peggio degli stupratori. Chissà cosa direbbe oggi questo dottore della Chiesa del catechismo che “accoglie” gli omosessuali. Fra il XIV e XV secolo invece si finiva al rogo per sodomia.

      Ma le cose del mondo cambiano, magari Francesco XLII chiederà scusa con una enciclica per le passate persecuzioni.

      Non è dei paesi laici che devono temere la chiesa cattolica e i cattolici, ma di quelli ove stato e religione, diritto civile e diritto divino, sono mischiati velenosamente. Li sono le vere persecuzioni.

      1. H.Hesse

        Dì la verità Andrea,
        questo commento l’hai scritto solo per ribattere qualcosa, eh?
        O forse davvero ti pare questa tua una “risposta a tono” a quello che ha scritto Saverio?
        Contento te…

      2. Anna

        Si tranquillizzi né l’omosessuale che volesse assumere solo omosessuali, né l’eterosessuale che volesse assumere solo eterosessuali finirebbero in galera, semplicemente la legge li multerebbe o li costringerebbe ad adottare criteri non discriminatori per l’assunzione del personale.
        Ma a quanto pare, secondo il vostro cristiano metro di giudizio, le condotte qui su menzionate dovrebbero essere legittime come i negozianti che vietavano l’ingresso ai cani e agli ebrei.

        1. H.Hesse

          Egregia Anna, lungi da me voler chiosare i commenti altrui, ma io credo proprio che il signor Saverio non abbia alcun bisogno di essere tranquillizzato, dal momento che concludendo il suo intervento ha scritto “sine ira et studio”.
          Quanto alla validità delle altre tue conclusioni sul quanto effettivamente scrive il suddetto Saverio e quello che tu chiami “cristiano metro di giudizio” lascio giudicare ai lettori.

  6. Stefano

    Andrea, però sta roba degli uteri in affitto c’è da decenni in usa, Canada, Russia, Ucraina India. È ora lo si tira fuori come argomento contro,i gay. Ma che vigliaccata.
    A proposito dell’India guarda questo articolo http://www.campariedemaistre.com/2013/07/india-lorrore-della-maternita-surrogata.html (metto il link perché se lo copio poi qualcuno mi rompe il tubino).

    Non lo stai facendo tu, ma mi agganciò al tuo discorso per rilevare la levata di scudi un po’ ideologica.

  7. Stefano

    Gmtubini, vedo che, come diceva Lacan , l’inconscio parla! Buongustaio.

    1. Gmtubini

      Dato che sei tu che stasera hai scelto codesto pseudonimo parzialmente sfinterico, se ne dovrebbe ricavare che i gusti a cui alludi siano i tuoi.
      D’altra parte si tratta di cosa risaputa, oramai.

      1. Stefano

        È il mio vero nome. Te ne puoi lamentare con mia mamma se vuoi, tanto mi pare che tu non te ne faresti un gran problema. Le puoi dire, intanto che ci sei che sono frocio. È questa la libertà che tu difendi tanto. Dunque, dacci dentro. Sei un vero uomo!

        1. H.Hesse

          Caro Stefano, mi spiace ma hai cominciato tu a offendere il Tubini (o sbaglio?), quindi il tuo tentativo ORA di fare la povera vittima è solo patetico.
          Non ti fa un pochino (dico solo un pochino, eh?) schifo il tuo atteggiamento ipocrita?!
          Scommetto di no, vero?!
          E poi, una curiosità: il tuo nome lo ha scelto la mamma… E tuo papà?!

          1. Stefano

            Hesse, riassumiamo un po’:Tu mi mandi un bel chissenefrega a un mio intervento. Così….gratuito.Tubini interviene difendendoti dalle mie educate rimostranze a tuo riguardo.Io rispondo a Tubini con una battuta, ovvero: tu bini or not tu bini?Tu ti scusi per la tua reazione scomposta del chissenefrega. Vedo che però perseveri nel difetto. Scambi vari col Tubini che non può sopportare una battuta. E il tipo di battuta, sebbene servito su un piatto d’argento dal Tubuni, non era scelto a caso. Infatti il Tubini non ha resistito un secondo, gli omosessuali devono reggere tutta la vita. Compreso leggendo un sito cattolico.
            Tu intervieni difendendo Tubini dicendo che lui è stato insultato. E io faccio la vittima.

            Pensieri su questi scambi:

            Ma sapete difendervi da soli? Anche perché è un po’ difficile parlare a un’entità a due teste, che si passa il testimone così…random

            Sapete difendere delle idee argomentandole? Io ho portato degli argomenti. Certo i miei, ma almeno erano dei fatti che potevano essere confrontati e discussi, voi fate battute di una riga. È mi venite a cercare infastiditi. Infastiditi, mi infastidite. Io vi avevo lasciato stare.

            In quale dei nostri discorsi, e mi ci metto anch’io, a un certo punto parleremo di Gesù Crsto, unica nostra ragione di vita? Della sua misericordia. Di quello che lo spirito ci indica, facendo un po’ di discernimento e non lanciandoci in battaglie che a me non sembrano volute dal cielo?
            Io so solo che il papa di ritorno da Rio non ha condannato ma ha lanciato un messaggio di misericordia. Il papa non ha fatto nessun commento sulle nozze gay in Francia. Il papa non si sta esprimendo sulla proposta di,legge anti omofobia. Non do una mia interpretazione, sto a guardare e prego, perché non so cosa è meglio per l’uomo. Voi evidentemente si. Più del papa insomma!

          2. H.Hesse

            “Ma sapete difendervi da soli? Anche perché è un po’ difficile parlare a un’entità a due teste, che si passa il testimone così…random”
            Mi risulta che la discussione qui sia libera. Mi spiace che questo ti metta in difficoltà.
            “Sapete difendere delle idee argomentandole?”
            Idem come sopra.
            “In quale dei nostri discorsi, e mi ci metto anch’io, a un certo punto parleremo di Gesù Cirsto, unica nostra ragione di vita?”
            Probabilmente quando abbandoneremo la strada della menzogna per quella della Verità.
            Di certo è difficile trovare Cristo o la Verità (che sono la stessa cosa) riportando i discorsi degli psichiatri o scrivendo, come ho fatto io “chissenefrega”.
            “Io so solo che il papa di ritorno da Rio non ha condannato ma ha lanciato un messaggio di misericordia.”
            Sugli omosessuali il papa ha ribadito quello che è scritto sul catechismo e che io personalmente (che sono un bastardo) ho scritto, ma anche letto e riletto molte volte tra le righe dei commenti su questo giornale.
            “Il papa non ha fatto nessun commento sulle nozze gay in Francia. Il papa non si sta esprimendo sulla proposta di,legge anti omofobia.”
            Fatti un giretto su internet e scopri da solo di aver sognato.
            “Non do una mia interpretazione, sto a guardare e prego, perché non so cosa è meglio per l’uomo.”
            Il fatto che tu sia intervenuto in questa discussione dimostra il contrario.
            “Voi evidentemente si. Più del papa insomma!”
            Diciamo che se ti pare che noi abbiamo le idee un tantino più chiare delle tue è proprio perché cerchiamo di seguire gli insegnamenti del papa cercando di capire quello che dice e non immaginando che dica quello che ci piace.

        2. Gmtubini

          Stefano sarà anche il tuo vero nome, ma il fatto è che tu hai le stesse reazioni e usi lo stesso gergo di GiuseppeBurgio, Carlomasi, 5punti e via sclerando.
          O avete fatto tutti lo stesso strampalato corso on line di attivismo gay tenuto da un marchettaro della tangenziale, o tutti i nick appartengono al solito bischero.
          Io, essendo un inguaribile ottimista, propendo per la seconda ipotesi.
          .

          1. Stefano

            Marchettaro della tangenziale. Anche la prostituzione. Caro tubino, veramente non ti fermi davanti a nulla.

          2. Giovanni

            Diavolo di un JimTubin ci hai scoperto! Tutte le sere ci incontriamo e decidiamo cosa scrivere: “Stefano ti domani citi l’Associazione Americana degli Psicologi e il suo appoggio alle adozioni gay, li farà arrabbiare da matti, quelli sono pure protestanti” “No dai Giovanni, voglio parlare dell’omosessualità degli animali, vedrai come sclerano al pensiero di due capodogli maschi che fanno sesso!” “Fai come vuoi, adesso sbrighiamoci con questa orgetta sennò si fa tardi alla messa nera”

          3. Gmtubini

            Toh, ecco due che non sanno leggere, che coincidenza!
            Nel commento di cui sopra precisavo che quella dell’esistenza un marchettaro della tangenziale che a tutti voialtri fa ripetizioni di attivismo gay io la consideravo un’ipotesi peregrina (non fosse per altro che la sua attività è già lautamente rimunerata)
            Secondo me, sostenevo, è più facile che tutti o quasi i nickname* appartengano al solito emerito bischero.
            * grazie Giovanni per avermi gentilmente ricordato che anche il tuo pseudonimo fa parte della scuderia del solito bischero.

  8. Stefano

    Gm tu bini or not tu bini? Ma va va.

    1. Gmtubini

      Anche tu ti puoi accomodare, caro Stef-ANO.

  9. Giovanni

    Questo articolo è impagabile. Perchè sembra scritto da Jorge di Burgos, il monaco cieco del “Nome della Rosa”. Ridere è innaturale, sfigura il viso dell’uomo e lo rende simile alla scimmia. Se lo fanno le persone volgari possiamo tollerarlo, ma se lo giustifica il grande Aristotele, se questa pratica immonda verrà in qualche modo legalizzata il mondo sprofonderà nel caos !! Il riso uccide la paura, non avremo più paura di nulla e rideremo di Dio !!!. E’ grottesco questo articolo, va contro ogni evidenza scientifica. il senso comune (da quandoi i gay hanno comiciato a non nascondersi sempre più gente ne sperimenta positivamente la conoscenza) e persino contro il Catechismo. Ma ha il pregio della sincerità: dice che tutti i discorsi sulla difesa del diritto di opinione, sulla difesa della famiglia, sulla protezione dei bambini sono falsi, pura propaganda. Quello che vi interessa è che non si introduca nella nostra società il riconoscimento di un comportamento e di uno stato che la vostra morale condanna. Altrimenti Iddio si adirerà e non verrà più la pioggia, le vacche non daranno più latte e forse neppure il sole sorgerù daomattina. I Caos saremo preda del Caos !!! Avete già perso….

    1. andrea

      “…sulla protezione dei bambini sono falsi, pura propaganda.”

      No, questo no. Già ora, senza matrimonio gay, fra uteri in affitto e sperma in saldo è chiaro, ovvio, cristallino che si commette un abuso abominevole: l’interesse dell’adulto contro il benessere e il diritto di un bambino.

      E non è una questione di credo religioso, è questione di intelligenza.

      1. Giovanni

        Io intendevo dire che tirare fuori il “commercio di bambini” per opporsi alla legge sull’omofobia è pura propaganda. La fecondazione eterologa e la maternità surrogata non c’entrano nulla con l’omofobia, con i matrimoni gay e con l’adozione per i medesimi.

        Sono tecniche di fecondazione assistita che vengono usate sia dai gay che dagli etero e, soprattutto, per le quali non c’è bisogno di nessuna legge. Per l’inseminazione bastano un donatore e una siringa e per la maternità surrogata una donna disposta a portare in grembo il bimbo che verrà cresciuto da un’altra coppia.

        Possiamo vietarle semmai , come si vieta il commercio di organi per trapianti. Ma siamo sicuri che sia una cosa giusta e , soprattutto, fattibile?

        La cosa più semplice è rendere nulli i contratti, se la famiglia rifiuta di pagare la madre surrogata questa non può protestare o viceversa se rivuole indietro il bambino devono darglielo. Se questa fosse una misura efficace nessun commercio illegale prospererebbe e i casinò sarebbero tutti chiusi visto che i debiti di gioco si possono non pagare a norma del codice civile.

        Possiamo arrivare a togliere d’autorità il bambino ai genitori adottivi e darlo alla madre naturale, condannandolo però a vivere con chi non lo desiderava piuttosto che con chi lo ha voluto a tutti i costi,inoltre , nella maggior parte dei casi il bimbo è figlio biologico di uno degli adottandi. Non mi pare una cosa intelligente.

        Oppure mettiamo in galera una donna perchè ha fatto un bambino? Perchè non lo riconosce? Perchè si fa pagare? Mi pare difficoltoso…

        Comunque la cosa incredibile è la spasmodica ossessione per gli aspetti morali di un fenomeno, senza alcun riguardo e interesse per gli aspetti concreti e pratici. Non che questi risvolti non siano importanti, anche il più laico degli ospedali ha una commissione etica, ma perdere di vista gli uomini in carne e ossa per ossequio ai principi mi pare tragicomico.

  10. Stefano

    Quello che vuoi Hesse, anche del sale e del buon olio d’oliva. Se però si fa una discussione si portano degli argomenti. Io i tuoi li vedo.

    1. Gmtubini

      Mi pare che sia più che lecito che uno se ne freghi anche dei tuoi copia-incolla, non ti pare?

    2. H.Hesse

      Ammetto di essere stato un po’ brusco, ma vorrei far notare il fatto che nell’articolo non si parla di “patologia”, ma di “comportamento oggettivamente disordinato” e direi che non si tratta propriamente della stessa cosa.
      In effetti si può essere psicologicamente sanissimi e compiere atti “oggettivamente disordinati”.
      Inoltre, c’è qualcuno che vuol negare che le associazioni e gli ordini professionali siano impestate dalla politica?

  11. Stefano

    Per me Hesse ci puoi mettere anche un po’ di sale e polio d’oliva. Se vuoi vivere fra le mura della tua scatola cranica….chissenefrega!

  12. Stefano

    http://www.giornalettismo.com/archives/64417/lomosessualita-malattia-parola/

    Tonino Cantelmi presidente associazione Psicologi E Psichiatri Italiani – “Per questi approcci – sentenzia Cantelmi – è suonato ormai un vero e proprio requiem”. “Si tende ad accomunare le terapie riparative ad un approccio cattolico – spiega lo psicologo cattolico – ma questo è sbagliato perchè tali terapie partono da un presupposto non scientifico e cioè che l’omosessualità sia una malattia”. “I cosidetti riparatori – sottolinea energicamente Cantelmi – non sono certo gli psichiatri e gli psicologi cattolici”. Anzi, insiste, “oggi sentiamo di dire una parola definitiva sul fatto che le teorie riparative non sono praticabili e sono riprovevoli”. Cantelmi condivide quanto afferma il Catechismo della Chiesa cattolica quando dice che la genesi psichica dell’omosessualità rimane inspiegabile. “Francamente – ammette – nessuno di noi oggi sa dire qual è il meccanismo se genetico, psicologico o misto, all’origine. La Chiesa però – precisa – da’ su questo orientamento un giudizio morale, condivisibile o meno, ma non parla mai di patologia”. “Oggi noi diciamo – spiega ancora – che l’omosessualità è una variante del comportamento sessuale”. Dal punto di vista terapeutico ciò significa che anche gli psicologi cattolici oggi si affiancano a tutti gli altri nel dire che “l’omosessualità di per sè non giustifica un trattamento psicoterapeutico“.ACCETTARE LA PROPRIA OMOSESSUALITA’ – Rigettate anche le terapie riparative, “rimane aperta – afferma Cantelmi – una finestra che riguarda le forme egodistoniche, quelle cioè in cui la persona non accetta la propria omosessualità, in cui invece è lecito indagare a 360 gradi”. In questi casi però, precisa lo psichiatra, “deve valere il principio della autodeterminazione del paziente, il che vuol dire lasciare che sia il paziente che a prendere in qualche modo le proprie decisioni attraverso la psicoterapia e a farsi aiutare verso obiettivi che egli stesso stabilisce e che possono essere la scoperta e l’accettazione dell’attrazione per lo stesso sesso o, viceversa, la verifica della propria eterosessualità”. A questo punto, prosegue Cantelmi, “il campo è aperto a ogni possibile risultato, di cambiamento o non cambiamento e quindi la possibilità per una persona con comportamenti prevalentemente eterosessuali di scoprirsi omosessuale e per una persona con comportamenti omosessuali di scoprirsi eterosessuale”. “Una possibilità – conclude Cantelmi – che può riguardare fino al 30 per cento delle persone”.

  13. Stefano

    Dopo 37 anni di attività– a seguito di una votazione del proprio Consiglio d’amministrazione – ha deciso di chiudere i battenti Exodus International, un’organizzazione cristiana con 260 comunità sparse su tutto il territorio americano la cui missione era quella di aiutare gli omosessuali cristiani a tornare eterosessuali.
    Lo ha comunicato la stessa organizzazione con un comunicato presente sul loro sito internet: «Per molto tempo siamo stati imprigionati in una visione del mondo che non sta onorando né gli altri esseri umani né i precetti della bibbia».
    http://exodusinternational.org/2013/06/exodus-international-to-shut-down/

    Il presedente di Exodus International Alan Chamber Rivolgendosi direttamente alla comunità Lgbt, fa un drammatico mea culpa: «Recentemente, ho cominciato di nuovo a pensare su come chiedere scusa alle persone che sono state ferite da Exodus International. Ho sentito direttamente molte storie di persone chiamate sopravvissuti ex-gay. Storie di gente che chiedeva aiuto alle missioni di Exodus o ai nostri affiliati solo per sperimentare ulteriori traumi. Ho sentito storie di vergogna, cattive condotte sessuali e false speranze. In ogni caso per quanto è stato portato alla mia attenzione, non vi è stata una rapida rimozione di questi leader e/o delle loro organizzazioni. Ma raramente c’era una scusa o un riconoscimento pubblico da parte mia»
    .La posizione di Chamber è molto netta: «Mi dispiace per il dolore e il male che molti di voi hanno sperimentato. Mi dispiace che alcuni di voi hanno provato sentimenti di vergogna e sensi di colpa quando le attrazioni non sono cambiate. Mi dispiace di aver promosso sforzi e teorie riparative sul cambiamento dell’orientamento sessuale. Mi dispiace che io, conoscendo così bene alcuni di voi, non sono riuscito a condividere pubblicamente che i gay e le lesbiche che conosco sono stati altrettanto capaci di essere genitori fantastici come le persone eterosessuali che conosco. Sono profondamente dispiaciuto che molti si sono allontanati dalla fede e che alcuni hanno scelto di porre fine alla loro vita».

    http://exodusinternational.org/2013/06/i-am-sorry/

    1. H.Hesse

      E un bel “chissenefrega” non ce lo metti?

  14. clemente

    Il discorso non fa una grinza. Solo un appunto.
    L’articolo dice “Se l’omosessualità è una natura, una essenza, allora è giusto militare per i diritti di queste persone”. In realtà è giusto militare per i diritti di queste persone in ogni caso.
    Ma qui sta la mistificazione. E cioè che queste persone i diritti li hanno già!
    Nessuno vieta a due o più persone omossessuali di farsi i cavoli propri e di vivere assieme. Come anche per le unioni poligamiche e lo scambio di coppie, o le ammucchiate sessuali.
    La discriminazione è una palla. Soprattuto nella società comtemporanea, dove nessuno ormai fa caso a nulla.
    L’ unica cosa che non ha senso è che questi si “sposino” e si dichiarino “famiglia”. Ma questo non è un diritto è una PRETESA assurda (come quella di dichiarare la spina e la presa della corrente la stessa cosa). Che trascina altre pretese assurde, come quella di avere figli.

    1. giovanni

      Se in un impianto elettrico fai confusione e metti la spina nella presa sbagliata, se ti va bene non si accende nulla, se ti va male fai il corto circuito e ti salta l’impianto. Se nei”rapporti” umani succede che metti la spina nella presa sbagliata, non si guasta l’impianto, ma si fonde la centralina.

    2. Alfio

      Ma sono pretese assurde secondo la tua visione del mondo e secondo la tua morale, non per loro

      1. Gmtubini

        Una spina è una spina e una presa è una presa: non c’è morale che tenga.

        1. Alfio

          Sono basito nel vedere l’idea così meccanicista che ha della sessualità e anche della famiglia.

          1. Gmtubini

            Più che idea “meccanicista” avrei detto “elettricista”.

    3. Andrea

      Lei dice che queste cose ci sono già.

      Immagino che per avere questi diritti si debba andare da un avvocato o da un notaio.

      Continuamo a immaginare.

      Io, deputato di SEL, Mara Carfagna, Antonio Leone, Renato Brunetta e Giancarlo Galan presentiamo un disegno di legge chiamato “unioni omosessuali”

      Il testo dice: se contrai queste unioni automaticamente godi di questi diritti e di questi doveri, senza andare da notaio o spendere soldi in avvocati. Paghi solo le spese di cancelleria, costo zero per lo stato, la cosa non influenza minimamante la vita o la libertà degli altri ( no tassativo adozione).

      E ci sarà un pezzo di carta che attesta l’unione e vi evita il notaio e l’avvocato.

      Lei voterebbe questa legge?

      Invece il punto è un altro, e l’articolo lo centra splendidamente.

      l’omosessualità è una variante naturale o patologica?

      Perchè se è patologica ha ragione la Chiesa e i cattolici alla Rocella, tolleranza zero. Non si deve concedere nulla, nemmeno una cosa alla tedesca, zero. Tolleranza zero.

      Perchè concedere qualcosa se quel qualcosa asseconda una patologia?

      E’ chiaro?

      L’articolo è molto coraggioso perchè ammette implicitamente che non permettere “certi diritti” (e ci sono se è una variante naturale) non è SOLO una questione di ciò che è peccato e non lo è. E a voler spingere le implicazioni logiche opporsi SOLO per motivi religiosi è liberticida.

      Un esempio: divorzio. Per la Chiesa se ti sposi sarai sposato per sempre, ma perchè opporsi al divorzio che riguarda lo stato civile? Perchè un dogma di fede dovrebbe essere automaticamente un dogma di legge? Perchè dovrebbe esserci una legislazione che ti costringe a “comportarti bene” secondo la dottrina cattolica?

      (prima di obbiettare l’esempio e pontificare sulla tutela dei figli considerate che sono figlio di divorziati e sono assolutamente convinto, non per ideologia ma per accettazione della realtà, che il divorzio sia stato un bene per i miei genitori, per mio fratello, per me)

      E adesso la domanda da un milione di dollari: allo stato dell’arte come si pronuncia la scienza medica?

      L’omosessualità è una variante naturale o di tipo patologico?
      Il sesso è chiaro (ho hai il pisello o la patatina), l’orientamento sessuale è sempre definito?
      Ovvero l’ideologia gender è una ideologia o rispecchia un dato di fatto?

      La mia impressione, ma sono ingegnere, non medico, è che sia una variante naturale e concedere patti alla tedesca escludendo tassativamente l’adozione sia un segno di civiltà.

      1. andrea

        ovviamente sto rispondendo a Clemente ed ovviamente non sono l’unico a firmarmi Andrea

      2. Andrea (l'altro)

        Prendo spunto dal messaggio del mio omonimo per dire che occorre secondo me capirsi su un’altra questione terminologica: che cosa è natura? che cosa si intende con naturale? che cosa è contro-natura? La domanda “L’omosessualità è una variante naturale o di tipo patologico?” contrappone giustamente “naturale” e “patologico”. Infatti spesso (e anche in questi commenti) si dice che, esistendo in alcuni la tendenza omosessuale, essa, per il solo fatto di esistere, sarebbe “naturale”. Ma questo ragionamento è fallace perché pure le patologie esistono ma non per questo vengono definite come “naturali”. C’è quindi secondo me una certa confusione su cosa si intenda per “natura”:”natura” è ciò che semplicemente esiste oppure è qualcos’altro? Si tratta appunto di capirsi. “Naturale”, in contrapposizione a “patologico”, vuole significare “qualcosa che funziona nel modo giusto”. Quindi “naturale” presuppone che si identifichi un “modo giusto” di funzionare. Per identificare un “modo giusto” bisognerà identificare un “fine” cui il “modo giusto” fa tendere e capire quindi se questo qualcosa è indirizzato al proprio fine (=alla propria realizzazione) oppure no. Quindi, per il tema in oggetto, bisogna capire qual è il fine della sessualità umana (se c’è) e qual è il modo giusto (=naturale) per tendere ad esso o, viceversa, il/i modi non-naturali (=patologici) per usare della sessualità. Il discorso è dunque interessante e complesso (da approfondire, bisogna vedere che risposte si ottengono dalle domande sul “fine” e sul “modo”) e non può essere liquidato con battute del tipo “l’omosessualità è naturale perché esiste” oppure “ci sono anche i pinguini gay quindi è naturale” (ci sono animali che uccidono i propri simili ma da questo non facciamo discendere la conseguenza che anche gli uomini possono uccidere i propri simili). Riassumendo pongo le seguenti domande: esiste una finalità (o più di una) della sessualità umana riconoscibile razionalmente? Esistono modi corretti per raggiungere tale/i finalità? E, contrapposti, esistono comportamenti che non permettono di raggiungere tale/i finalità? Mi sembrano domande che abbisognano di risposta e che però raramente la ricevono.

        1. Giovanni

          Si il fine della sessualità esiste: è avere rapporti sessuali con le persone verso le quali si prova attrazione. Esistono modi corretti per raggiungere questa finalità? Si fare in modo che la persona che ti attrae ti accetti come partner. E i comportamenti che non permettono di raggingere questa finalità sono il pervicace rifiuto di questa persona ad avere rapporti con te, il cosiddetto due di picche ;-).

          A parte gli scherzi, quello che voglio dire è che la risposta che le tue domande surrettizziamente suggerisce, il fine della sessualità è la riproduzione, è falsa. Sessualità e riproduzione sono sistemi indipendenti, che si sorreggono a vicenda, ma funzionano ognuno per conto proprio nella specie umana. Infatti, contrariamente alla maggioranza delle femmine degli altri animali, la femmina umana non è sessualmente ricettiva solo quando è fertile, ma lo è costantemente.

          Anzi è costantemente ricettiva per i maschi che gli piacciono e costantemente non ricettiva per quelli che non gradisce. Per quelli che gradisce particolarmente la ricettività sessuale si prolungherà anche ben oltre l’età fertile,

          I criteri di scelta non sono necessariamente funzionali alla riproduzione. Le donne non scelgono solo marcantoni muscolosi, anche i piccoletti calvi con la pancia hanno, per fortuna, le loro.
          occasioni.

          Infine da sempre gli umani tentano di spezzare il legame tra sesso e riproduzione con una straordinaria varietà di metodi anticoncezionali.

          Mi pare basti.

          1. Gmtubini

            Se intendi che basta per dimostrare che l’essere umano è capace del bene e del male e dunque affetto dal peccato originale, direi che basta e avanza.

          2. Andrea (l'altro)

            Io non ho surretiziamente suggerito che il fine della sessualità sia la riproduzione, non so da cosa lo hai dedotto. Ho posto solo delle domande cui mi sembra interessante rispondere per iniziare un discorso. E tu hai dato la tua risposta: fine del mio essere sessuato è trarre piacere grazie al rapporto con un’altra persona consenziente. Vediamo se qualcun altro interviene dicendo la sua (sempre che interessi l’argomento).

        2. andrea

          Bingo!

          Premetto che non ho certezze incrollabili. Non sono ateo, non sono comunista, sono agnostico.

          Conosco molto bene CL, ho letto i libri di Giussani e li ho apprezzati.
          Non ho la fede ma non sono bigottamente laico.

          Tornando a noi: la domanda è giusta (cosa è naturale), la risposta giusta non saprei quale sia. Quale è il fine del sesso, quale la “corretta sessualità”?

          Rodolfo Casadei, che tiene un blog su questo sito, una volta rispondendomi ad un post arrivò ad affermare che la sessualità non aperta sempre alla vita è come una egoistica masturbazione. Io invece, alla Chesterton, sguaino la spada per dire che le foglie sono verdi e facciamo l’amore NON SOLO per fini riproduttivi MA ANCHE perchè è il prolungamento fisico di quello che proviamo nell’anima. Uno dei tratti distintivi dell’uomo è che è sessualmente attivo, prova pulsioni, fino all’ultimo respiro.

          E facciamo l’amore per fare pace dopo un litigio, per dire ti amo, perchè ci sentiamo soli, perchè stare nudi assieme significa ti accetto interamente e fisicamente…. Altre volte facciamo l’amore per rabbia, rivalsa se tradiamo.

          Ti è mai capitato di fare l’amore perchè volevi fare l’amore, non perchè volevi un figlio? Ti sentivi egoista in quel momento? Pensavi che fosse una reciproca automasturbazione?

          E queste cose sono importanti per il nostro benessere psicofisico. Infatti il primo indizio che un rapporto di coppia sta andando a ramengo è che non si ha più voglia di fare l’amore, non ci si cerca nell’intimità.

          Ti sembra naturale considerare il sesso SOLO per fini riproduttivi? Non ti suona strano che il sesso se non finalizzato alla riproduzione sia un peccato? Come fa ad essere peccato? Siamo fermi al “non masturbarti o diventerai cieco?”

          Immagino che le stesse cose le provi un omosessuale, immagino quanta sofferenza sia autoimporsi castità assoluta. So già quali sono le obiezioni.. allora anche i pedofili, zoofili etc.etc. Insomma omosessuale=pedofilo=zoofilo=perchè non è naturale.

          Nemmeno la castità è naturale (mi sembra chiaro, no?), tutti perversi i preti?

          Io credo che il fine della ” sessualità umana” sia la riproduzione, ovvio, ma che non sia solo quello. Altrimenti a che serve quella cosa meravigliosa che è l’orgasmo, specie nelle donne? Rimangono incinte anche senza!

          Stime mediche (rapporto kinsley e rapporto hite) parlano di 5% di omossessuali e un pò meno per le lesbiche. Probabilmente è un dato costante, l’omosessualità è sempre esistita.

          La natura è parsimoniosa, ciò che è inutile lo elimina nella selezione naturale ed i fattori culturali non c’entrano. La “civiltà” esiste solo da 10.000 anni, un battito di ciglia sulla scala evolutiva. Ec

          Sicuro che è è giusto sguainare la spada per dire che le foglie d’estate sono verdi. Ma l’orientamento sessuale non sono foglie, è qualcosa di infinitamente più arduo da cogliere nella sua essenza.

          Comunque grazie per gli spunti.

          1. Andrea (l'altro)

            Grazie per aver risposto. Quindi, riassumendo (ma correggimi pure), ci sono almeno due fini della sessualità umana: riproduzione e intimità fisica tra le due persone (che riflette e/o corrobora l’intimità spirituale) ma non è detto che bisogni/si possa perseguire entrambi i fini sempre/contemporaneamente.

        3. remo

          L’omosessualità non è una malattia ed è una tendenza naturale come è naturale tutto ciò che è presente in natura, compresi virus e batteri che alcune volte provocano delle alterazioni fisiologiche dell’organismo non c’è niente di patologico nell’omosessualità. Attenzione, prendiamo il caso di una donna che vuole rifarsi il seno senza una motivazione fisiologica, ma solo perchè pensa che rifacendolo sarebbe più bella o più giovane, ebbene possiamo considerare la donna malata? Risposta Si perchè è ella stessa che crede di esserlo, quindi un omosex che è a disagio con se stesso è malato? Se chiede aiuto si, ma come per la signora che non ha niente al seno, così l’omosex non è malato per quello che è, ma anche lui in questo caso vede qualcosa che non gli piace, a questo punto bisognerebbe indagare per quale motivo si sente a disagio, la risposta è la malattia da cui quindi si può trovare una cura (psicologica) che può andare in diverse direzioni, la classica pastiglia non serve ne all’omosex ne alla donna senza seno o con troppo seno. In questi due casi quello che non funziona non è ne il seno ne l’essere omosex, ma sono altre cause.la sessualità ha meccanismi complessi e variabili, è all’insieme un fine procreativo, un semplice e normale piacere, un fatto sociologico e al contempo culturale, quindi non esiste un modo “giusto” per farla funzionare, certo se per provare piacere devo uccidere venti vergini allora qualche problemino c’è, non nella sessualità ma nel modo di affrontarla. infine non antropomorfizziamo gli animali, i pinguini gay e solo quelli, parliamo anche di bonobo e insetti, dimostrano solo che l’omosessualità è una cosa del tutto naturale, poi esiste la morale che è cangiante nel tempo e nei luoghi, anche l’adulterio era ed è considerato peccato, e nel levitico, così come per gli omosex è prevista la pena di morte, ma oggi non consideriamo l’adulterio così peccaminoso quanto l’omosessualità. quindi le finalità della sessualità sono molteplici, ripeto procreazione, socializzazione, cultura, piacere etc. Non esistono modi corretti, semplicemente si è portati a considerare positivamente (non tutti per via della morale) qualsiasi pratica effettuata consenzientemente tra due persone capaci di intendere, sull’ultima domanda è chiaro che ogni tipo di comportamento, omosex, orge, voyurismo etc, possono generare diversi tipi di piacere o nessun piacere dipendentemente dalle persone che lo praticano, qualcuna può trovare un piacere intenso nell’omosex e qualcun altro in un orgia, quindi i comportamenti che non permettono di giungere a tali finalità non sono indicabili a priori, dipendono dalla persona, da come ha sviluppato la sua sessualità.

          1. Andrea (l'altro)

            Grazie per aver risposto. Quindi, dalla tua risposta, le finalità della sessualità umana sono molteplici: procreazione, socializzazione, cultura, piacere, etc. E non esiste un modo corretto in assoluto ma le cose cambiano da persona a persona, l’unico paletto è il fatto che le due persone siano consenzienti.

  15. Bifocale

    Il proprio orientamento sessuale nessuno di noi lo sceglie. Le persone eterosessuali “scelgono” forse coscientemente se essere attratti e innamorarsi di persone del sesso opposto? Ovviamente no, semplicemente è il loro sentire, vivere, la loro natura. La stessa identica cosa vale per le persone omosessuali, che – vediamo di non dimenticarlo – sono esseri umani come tutti quanti. Per tutte le più grandi e attendibili associazioni mondiali di psicologi e psichiatri l’omosessualità è, semplicemente, una caratteristica dell’individuo. E come tale va rispattata. Infatti, rispondendo chiaramente a coloro che vanno propugnando presunte “terapie riparative” persino nella cattolicissima Italia nel Gennaio 2008 in un comunicato ufficiale dell’Ordine degli Psicologi Italiani del Gennaio 2008 si afferma chiaramente che “lo psicologo non può prestarsi ad alcuna “terapia riparativa” dell’orientamento sessuale di una persona”. Ma del fatto che l’omosessualità per una certa percentuale della popolazione sia innata ne ha preso atto da tempo anche la stessa Chiesa cattolica: « Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali innate. Costoro non scelgono la loro condizione omosessuale » (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2358, edizione del 1992) – «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. » (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2358, emendamento del 1995). E tutto questo da risposta al passaggio dell’articolo qui sopra nel quale si legge che “se l’omosessualità è naturale, se si nasce così, se alcune persone “sono” nella propria natura omosessuali, allora hanno ragione i gay.”

    1. ange

      Egregio Bifocale
      lei dice che “l’Ordine degli Psicologi Italiani del Gennaio 2008 si afferma chiaramente che “lo psicologo non può prestarsi ad alcuna “terapia riparativa” dell’orientamento sessuale di una persona”.
      Alro che inquisizione. Qui siamo al fascismo puro !!!
      Questo “ordine degli psicologi” vuole impedire di curare una persona omosessuale che vuole tornare etero? Anche se questo è consenziente con la terapia?
      Qui salta fuori quello che si diceva. E cioè che la lotta contro la presunta discriminazione dei gay è solo un pretesto. Quello che si vuole è imporre una dittatura e un pensiero unico.
      La libertà evidentemente vale solo per loro. Per gli altri la censura, i divieti perfino di farsi gli affari propri e di pensarla come si vuole.
      Il bello è che questi hannpo il coraggio di fare le menate contro la Chies accusandola di oscurantismo e di repressione…

      1. Bifocale

        Ange, non vedo perchè le associazioni di categoria che, in Italia e nel mondo, rappresentano i professionisti che operano nel campo della salute mentale debbano supportare le strampalate teorie di coloro che vogliono “riparare” chi non ha nulla di cui debba essere “riparatto”. Il vero fascismo è per pareri legati alla morale religiosa voler patologizzare l’omosessualità, “una variante naturale del comportamento umano”, per usare una definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (seduta plenaria, Gennaio 1993). Ma, guardi, visto che lei è refrattaria a tutto questo possiamo anche lasciare per il momento da parte le posizioni della scienza, rimaniamo su quelle che sono le posizioni della Chiesa. Tutto l’articolo che stiamo commentando ruota intorno ad un ben preciso presupposto: “se l’omosessualità è naturale, se si nasce così, se alcune persone “sono” nella propria natura omosessuali, allora hanno ragione i gay.” Ha questo la Chiesa stessa ha già dato da tempo una risposta, come riportato in precedenza e che riporto nuovamente: « Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali innate. Costoro non scelgono la loro condizione omosessuale » (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2358, edizione del 1992) – «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. » (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2358, emendamento del 1995).

        1. Bifocale

          Mi è clamorosamente scappata una H di troppo. Ovviamente la frase corretta è “A questo la Chiesa ha già da tempo dato una risposta”…eccetera.

          1. Gmtubini

            Supponiamo invece che un giorno qualche volenteroso scienziato metta a punto una procedura infallibile e senza controindicazioni per consentire di diventare eterosessuale a chi vuol farlo.
            Tu, esimio Bifocale, avresti qualcosa da obbiettare?

        2. michele g.

          Alla tua citazione ho già risposto io: il fatto che la tendenza omosessuale sia radicata non vuol dire che sia una cosa bella, anche le malattie sono spesso radicate alla nascita e nessun malato le sceglie.Mi sembrava un concetto semplice da capire.

          1. Bifocale

            Michele, lei continua (ormai pateticamente) a cercare di patologizzare l’orientamento sessuale di gay e lesbiche, nell’evidente tentativo di sminuire e inferiorizzare altre persone semplicemente per il fatto che, su questo, sono diverse da lei. Un bel distillato di pregiudizio.

          2. Gmtubini

            Per quale motivo una rispettabile opinione basata sull’osservazione realistica di un fenomeno tu la chiami “pregiudizio”?
            Non è forse una posizione razionale quella di chi considera “auspicabile” che chi nasce maschio sia attratto sessualmente dalla femmina e viceversa?
            Il fatto che vi siano eccezioni vuol dire per forza che la regola generale è sbagliata?
            Chi mai ha delegato gli ordini professionali a supplire alla ragione umana?

          3. michele g.

            Signor cervellone, vediamo se alla terza capisci.
            Hai riportato la seguente fra se del catechismo “Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali innate. Costoro non scelgono la loro condizione omosessuale ” per dimostrare che non c’è nessun problema , mentre IN ITALIANO la frase vuol solo dire che gli omosessuali non scelgono la loro condizione, non che l’omosessualità non sia un disordine, in quanto, per esempio, anche le malattie non si scelgono , eppure si hanno e nessuno se le augura.
            Spero che non ci voglia un quarto intervento , dato i tuoi notevoli problemi di comprendonio, anche perché rispondi a cavolo.
            Capisco pure che uno che sterminerebbe volentieri i bambini ammalati possa temere che l’omosessualità sia definita una malattia, ma ancora di più se la mancanza di cervello fosse definita una malattia, sarebbero guai seri.

          4. Bifocale

            Della serie: quando non si hanno argomenti solidi, convincenti e credibili non rimangono che gli insulti. Complimenti.

          5. michele g.

            Per un bestemmiatore e potenziale sterminatore di bambini ammalati cosa vuoi che sia sentirsi dire di essere scarso di comprendonio.

        3. Andrea

          Qualcuno maggiormente esperto (ad esempio il co-autore dell’articolo Marchesini) potrà senz’altro spiegarlo meglio o addirittura correggermi, comunque volevo dire la seguente cosa. Il termine “riparativa” non viene utilizzato a significare che c’è necessità di “riparare” qualcuno (l’omosessuale) o qualcosa (l’omosessualità). Il termine “riparativa” vuole invece significare che, secondo tale approccio, la tendenza omosessuale sorgerebbe nel soggetto come “modalità di riparare” (=porre rimedio) ad alcuni problemi/conflitti interiori. Dunque l’omosessualità non come “malattia” ma come sintomo/reazione/rimedio a qualcos’altro che può essere approfondito. Non so se questo aspetto semantico è per gli altri una questione di lana caprina comunque mi interessava sottolinearlo onde possibilmente evitare di continuare a controbattere tale teoria dicendo “non c’è nulla da riparare”: infatti, nessuno lo dice, qualcuno dice semmai che è possibile indagare sulle cause dell’insorgere della tendenza (dato che motivazioni biologiche, genetiche, ecc. non sono state trovate).

          1. Bifocale

            Andrea, lei afferma che “nessuno lo dice” che nell’omosessualità ci sia nulla “da riparare” eppure le basta leggere altri commenti a questo articolo per vedere chiaramente che ancora oggi c’è chi considera l’orientamento sessuale di gay e lesbiche un problema mentale, un disordine psicologico, insomma, roba per la quale bisogna andare a farsi curare. Per quanto riguarda i problemi o conflitti interiori di cui lei parla, guardi che quelli tutti possono averli, sia che si sia eterosessuali o omosessuali. Vi sono omosessuali pieni di disagio e conflitti interiori e ve ne sono di sereni e tranqullissimi, che vivono benissimo la loro vita. Esattamente come vi sono eterosessuali pieni di disagio e conflitti interiori mentre molti altri no. Vedere l’omosessualità come qualcosa a cui si debba “porre rimedio” implica di per se una connotazione negativa. Dietro coloro che propongono certe pseudo-cure vi è sempre una valutazione morale, un’ideologia di tipo religioso. Ma non solo sono teorie sulle quali tutte le principali associazioni mondiali di psicologi e psichiatri hanno preso le distanze, mettendo in guardia sui rischi, ma sono anche fallimentari. Di fatti proprio il mese scorso negli USA ha definitivamente chiuso i battenti Exodus, il più grande e strombazzato gruppo al mondo che voleva “riparare” l’orientamento sessuale di gay e lesbiche. Con tanto di scuse per i danni e il male fatto nel corso di questi anni.

          2. Andrea

            Io ho cercato di spiegare perché viene chiamata “riparativa” proprio perché spesso, e pure nei commenti precedenti, non viene inteso. Se poi a Lei non importa niente della spiegazione e ri-propone esattamente il significato opposto (“porre rimedio all’omosessualità” invece che “l’omosessualità come modo di porre rimedio/riparare”) penso che sia difficile capirsi. Quanto al fatto che problemi/conflitti interiori possano essere presenti sia in persone con tendenza omosessuale sia in persone con tendenza eterosessuale, non posso che essere assolutamente d’accordo. Per il resto, rimando la mia risposta a un momento in cui non sono a cena. Saluti

    2. michele g.

      “La schizofrenia nessuno di noi la sceglie. Le persone sane di mente “scelgono” forse coscientemente di essere sane di mente? Ovviamente no, semplicemente è il loro sentire, vivere, la loro natura. La stessa identica cosa vale per le persone schizofreniche, che – vediamo di non dimenticarlo – sono esseri umani come tutti quanti. Per tutte le più grandi e attendibili associazioni mondiali di psicologi e psichiatri la schizofrenia è semplicemente, una caratteristica dell’individuo. E come tale va rispettata.
      un comunicato ufficiale dell’Ordine degli Psicologi Italiani del Gennaio 2008 si afferma chiaramente che “lo psicologo non può prestarsi ad alcuna “terapia riparativa” della schizofrenia di una persona”. Ma del fatto che la schizofrenia per una certa percentuale della popolazione sia innata ne ha preso atto da tempo anche la stessa Chiesa cattolica: « Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta problemi mentali . Costoro non scelgono di essere schizofrenici »
      Si capiva, credo , quello che volevo dire, una croce non si sceglie,qualunque croce, che sia quela di avere problemi mentali o disordini psicologici, ma la si guarda per quello che è, il contrario è disumano e porta agli atteggiamenti disumani ed aggressivi di chi non la vuole considerare, è così per gli schizofrenici che non si vigliono curare, e le conseguenze le leggiamo in cronaca nera, è così per gli omosessuali che non accettano che l’omosessualità sia un disordine, le conseguenze le vediamo nel numero dei suicidi, nella rabbia ,nell’aggressività, nella violenza e nella inconsistenza umana.

      1. Bifocale

        Michele, lei semplicemente sta cercando di patologizzare una condizione che patologica non è, cercando disperatamente di “inferiorizzare” in tutti modi possibili immaginabili altre persone solo in base alle proprie valutazioni di tipo morale. Ne prenda atto, l’orientamento sessuale di lesbiche e gay non è un problema mentale o un disordine psicologico, e – nel caso avesse problemi a prendere atto anche di altre realtà ormai appurate – l’universo non è stato fatto in sei giorni, e la Terra non solo non è piatta ma non è neanche al centro del ‘creato’.

        1. Gmtubini

          Dunque se due uomini o due donne accoppiandosi tra loro per quanto AMMORE ci mettano non fanno figli ciò sarebbe colpa della “morale”.
          Eh sì, per quanto cerchiate penosamente di girare la frittata, il dato biologico rimane lì fermoimmoto come il masso della Gonfolina: si nasce maschi o femmine.
          Punto.
          Il resto è tutta fuffa ideologica.

          1. Alfio

            Ma come, proprio voi, adesso, vi mettere a ridurre le persone al solo lato biologico.

          2. Andrea

            Con “proprio voi” immagino Alfio intenda “voi cattolici”: orbene, non è certo da “adesso” che per il cattolicesimo il corpo è qualcosa di molto importante, di intrinseco alla natura umana voluta da Dio “a sua immagine e somiglianza” (Libro della Genesi, datato qualche secolo a.C.). Di più, per “noi cattolici” non è certo un dettaglio ininfluente (né tantomeno recente) il fatto che “il Verbo si fece carne” (Vangelo di Giovanni, primo secolo d.C.). Non si tratta quindi di ridurre le persone al solo dato biologico ma di dare importanza (millenni di filosofia e teologia) all’unione anima-corpo non vedendoli come una dualità in contrapposizione né mettendo da parte una delle due cose a favore dell’altre. Se non basta, faccio presente un altro concetto decisamente datato: la resurrezione dei corpi nell’ultimo giorno.

    3. Norseman

      Gli psicologi SERI sostengono da anni tenacemente che non si può nascere omosessuali. Di fatti il nostro carattere, la nostra personalità, quindi la nostra sessualità e la nostra socialità si forma al 90% nei primi 3 anni della nostra vita attraverso l’indole e le esperienze che ciascuno di noi vive e che differentemente somatizza.
      Quindi se un gay dice che è sempre stato di quella tendenza, ovviamente lui ne è convinto e pensa di esserci nato, ma è chiaro che non può ricordarsi le esperienze vissute a 2 anni e che inconsciamente hanno segnato il suo orientamento sessuale.
      Non esiste un gene gay ne DNA! Chiunque sostenga la teoria dell’omosessualità dalla nascita è chiaramente in mala fede.

  16. Franco

    A Grillini chiederei: “e perché il matrimonio é solo a due? Non puó essere di 4, 5, 100 persone insieme? ” e ancora ” perché uno che pratica la zoofilia in Germania non puó rivendicare di sposare la sua compagna, un pastore tedesco, con cui fa del sesso?solo per i diritti degli animali? Ma se scientificamente si dimostra che il cane sta bene ed é “amato” e “ama” a quando il matrimonio tra un uomo e un cane?

  17. giovanni

    Per Grillini basta un desiderio per avere un diritto, (che cagata!!!) l’elenco dei miei diritti è senza fine!!!!! Non so perchè ma ci tengo ha dirlo; Grillini e compagnia non sono nell’elenco dei miei diritti

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