
Matrimoni gay e adozioni in Francia, cardinale Barbarin: «Il Parlamento non è Dio»
«Noi non possiamo essere d’accordo con questa scelta del governo. Rappresenterà una rottura per la società». Così il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, ha commentato la proposta del governo Hollande di approvare il matrimonio omosessuale e l’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso. La proposta sarà presentata in Parlamento il 24 ottobre ma il testo non è ancora definitivo.
RISCHIO POLIGAMIA E INCESTO. Per questo oggi l’arcivescovo francese ha incontrato Manuel Valls, ministro degli Interni e dei culti, mettendolo in guardia dalla poligamia e l’incesto: «Questo provvedimento porterà a innumerevoli conseguenze. Dopo, ci sarà chi vorrà trasformare la coppia in una relazione a tre o a quattro. Poi, un giorno, è possibile che il divieto di incesto verrà abolito».
IL PARLAMENTO NON È DIO. «Il matrimonio – ha continuato il cardinale in un’intervista alla radio Rcf dopo l’incontro con il ministro – è una parola che significa difesa, fortezza, e assicura alla parte più debole della società, cioè a una donna che dona la vita per il figlio, tutte le migliori condizioni per vivere questa situazione». Barbarin ha anche aggiunto che il Parlamento non deve fare l’errore di «credersi Dio». Il cardinale ha poi auspicato la nascita di un grande dibattito sul tema nella società.
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48 commenti
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alessandro potrei smontare le tue affermazioni in poco meno di due minuti, risparmia l’energia elettrica che utilizzi per scrivere al computer se devi scrivere cose di questo genere…
Alessandro ha perfettamente ragione. Leggete un po’ i Padri della Chiesa cosa scrivevano sulla donna (per loro era solo buona a procreare e basta) sugli ebrei e sulle persone di colore. Cristoforo Colombo vi ricorda qualcosa? lo sapete che andando a “scoprire” l’America fu uno dei primi artefici della schiavitù con la benedizione papale e della regina Isabella? Prima di proclamarvi cristiani, leggete la Storia della Chiesa con tutti i suoi protagonisti eppoi ne possiamo parlare
Sì, si, caro/a, hai ragione te.
Ciccio, io non sono lei, non ho bisogno di trollare. Se non sono d’accordo con qualcosa lo scrivo…missà che quello che non è un fulmine di guerra sei tu!
E che roba è un “missà”?! Un liquore aromatico francese?!
Mi dia un bicchierino di “missà” che non ho digerito bene!
Invece di fare il troll da quattro soldi, studia!
Asino!
Si insomma quando non si sa cosa dire si attacca direttamente la persona…un genio del male!!!
Guarda che l’asineria non è una tara indelebile ma una condizione rimediabile, e dunque non c’è nulla di sbagliato o sconveniente nel fartela notare, anzi, si tratta di un invito che ti vien fatto, per il tuo bene, affinché tu possa colmare le tue palesi lacune, non solo grammaticali.
cara Emanuela,
sai che la prima universita’ a dare la laurea ad una donna fu una universita’ cattolica?
Cara “emanuela” sei forse laureata in pedagogia?
O in panini al pollo?
In ogni caso usi le espressioni del galvani, pari pari, e non è bello.
Aiuto, parlano tutti come il Galvani( poi ne possiamo parlare…lo sapete…vi ricorda qualcosa…leggete un pò…proclamarvi cristiani..): o è una epidemia o ci sono inquietanti moltiplicazioni in atto .
Che sia per dribblare il panino omofobo?
Ci vengono però rispiarmate parolacce e risate isteriche , il ché va benissimo.
Forse le parolacce e gli insulti volgari e l’aggressività e la violenza pensa siano troppo inconfondibili.
Aveva ragione Martini: la Chiesa è indietro di 200 anni. Come minimo…
La stessa Chiesa che ha teorizzato e praticato per duemila anni (non duecento) la discriminazione degli ebrei, salvo poi svegliarsi una mattina e chiedere scusa. Che sosteneva che le donne non hanno l’anima, e che avallava lo schiavismo dicendo che l’uomo di colore era poco più di una scimmia. Ma come si fa a dare ancora retta a questa gente? Vedrete – se camperemo abbastanza – che un giorno chiederanno scusa anche per l’intolleranza ideologica nei confronti degli omosessuali.
Sei un tipo molto confuso ma da dove prendi queste accuse senza nessun fondamento, conosci meglio la chiesa e la sua storia e poi riparla
ucci ucci sento odor di galvanucci
A leggere le tre “zarrate” che tu scrivi, per così dire, in rapida successione, si capisce subito che a suggerirti che la Chiesa è “indietro” di duecento anni non è stato tanto il “Martini” cardinale, ma il “Martini” triplo che ti sei scolato prima di metterti a scrivere!
Non capisco perché il cardinale parli come se fosse un’ipotesi assurda… il matrimonio omosex è legale da anni in molti Paesi nel mondo e nessuna delle conseguenze che indica (incesto?? che c’entra?) si è verificata. Bisogna prestare attenzione alla realtà.
L’incesto e la poligamia c’entrano perché ammettendo il matrimonio omosessuale si snatura il matrimonio come fondamento della famiglia naturale. Perduta la finalità anche solo astratta della procreazione e dell’allevamento ed educazione della prole (ancorché eventuale) l’istituto del matrimonio si riduce a banale contratto di convivenza tra privati consenzienti e non vi sarebbe nessun ostacolo logico alla sua applicazione a qualsiasi tipo di unione: zio-nipote-cugino, marito-moglie-moglie-marito, marito-moglie-maiale di razza cinta senese, con tanto di reversibilità della pensione per la maggior gloria dell’INPS.
Non ho mai letto tante idiozie in così poco spazio.
Solo chi è ignorante o in malafede può paventare il rischio della legittimazione dell’incesto visto che la Corte di Cassazione (sent. 494/2002) ha già affermato per quali motivi non è ammissibile la legittimazione di un rapporto incestuoso mentre la Corte Costituzionale ha stabilito (sent.138/2010) che il matrimonio omosessuale non lede nessun diritto.
Quindi il rapporto incestuoso lede i diritti della famiglia d’origine mentre il matrimonio omosessuale nessun altro diritto: mi sembra un motivo sufficienteper proibire il primo ed ammettere il secondo.
Il riferimento alla procreazione è una totale scemenza (anche la Corte Costituzionale ha stabilito che il matrimonio cattolico è totalmente differente da quello civile) e la procreazione è solo uno degli elementi che costituiscono il matrimonio ma non un elemento fondante.
Tutto il resto sono solo scemenze di chi è ignorante o in malafede.
Tanto per cominciare, opporre citazioni di singole sentenze a considerazioni attinenti alla filosofia del diritto e alla sociologia è la stessa cosa che vedere il dito e ignorare la luna.
Va da sé, poi, che rientra ampiamente nella fattispecie di “scemenze di chi è ignorante e in malafede” citare la Corte Costituzionale in modo capzioso e parziale, visto che nella stessa sentenza 138/2010 essa ha modo di affermare:
“La questione sollevata con riferimento ai parametri individuati negli artt. 3 e 29 Cost. non è fondata.
Occorre prendere le mosse, per ragioni di ordine logico, da quest’ultima disposizione. Essa stabilisce, nel primo comma, che «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», e nel secondo comma aggiunge che «Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare».
La norma, che ha dato luogo ad un vivace confronto dottrinale tuttora aperto, pone il matrimonio a fondamento della famiglia legittima, definita “società naturale” (con tale espressione, come si desume dai lavori preparatori dell’Assemblea costituente, si volle sottolineare che la famiglia contemplata dalla norma aveva dei diritti originari e preesistenti allo Stato, che questo doveva riconoscere).
Ciò posto, è vero che i concetti di famiglia e di matrimonio non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore, perché sono dotati della duttilità propria dei princìpi costituzionali e, quindi, vanno interpretati tenendo conto non soltanto delle trasformazioni dell’ordinamento, ma anche dell’evoluzione della società e dei costumi. Detta interpretazione, però, non può spingersi fino al punto d’incidere sul nucleo della norma, modificandola in modo tale da includere in essa fenomeni e problematiche non considerati in alcun modo quando fu emanata.
Infatti, come risulta dai citati lavori preparatori, la questione delle unioni omosessuali rimase del tutto estranea al dibattito svoltosi in sede di Assemblea, benché la condizione omosessuale non fosse certo sconosciuta. I costituenti, elaborando l’art. 29 Cost., discussero di un istituto che aveva una precisa conformazione ed un’articolata disciplina nell’ordinamento civile. Pertanto, in assenza di diversi riferimenti, è inevitabile concludere che essi tennero presente la nozione di matrimonio definita dal codice civile entrato in vigore nel 1942, che, come sopra si è visto, stabiliva (e tuttora stabilisce) che i coniugi dovessero essere persone di sesso diverso. In tal senso orienta anche il secondo comma della disposizione che, affermando il principio dell’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, ebbe riguardo proprio alla posizione della donna cui intendeva attribuire pari dignità e diritti nel rapporto coniugale.
Questo significato del precetto costituzionale non può essere superato per via ermeneutica, perché non si tratterebbe di una semplice rilettura del sistema o di abbandonare una mera prassi interpretativa, bensì di procedere ad un’interpretazione creativa.”
Insomma, caro Cagliostro, qui si sbatte clamorosamente il grugno sull’articolo 29 della Costituzione della Repubblica Italiana, e non sulle norme del diritto canonico.
A ciò si aggiunge, impietosamente, il fatto che lei ci ricordi certe sentenze delle corti italiane (citandone in malafede solo le parti più “creative”) con la legge francese (che è oggetto della discussione) non c’entrano un accidente.
Alla fine della fiera, caro Cagliostro, ignorante, scemo (=colui che dice scemenze) e in malafede è solo lei, e pubblicando sul suo blog la notizia grossolanamente falsa del panino “Gods hates fags” che secondo l'”attendibilissimo” sito “Milk the Bull” (mungi il toro) sarebbe stato messo in vendita dalla catena di ristoranti “Chicken fil a”, ne ha dato prova inoppugnabile e imperitura.
Certo che Lei è sveglio come una talpa durante il letargo……
Tre elementi:
1) Il cardinale parla di leggi e quindi le sentenze e la giurisprudenza sono l’unica cosa che contano: il resto sono “chiacchiere da bar” o da “compagnucci della parrocchietta”.
2) Conosco benissimo la sentenza 138/2010. Due coniugi avevano chiesto di accedere al matrimonio civile ma la Corte – pur stabilendo che la Costituzione non lo vieta per i passi della sentenza che ha riportato – ha stabilito che non è compito della Corte Costituzionale introdurre il matrimonio omosessuale (“Questo significato del precetto costituzionale non può essere superato per via ermeneutica, perché non si tratterebbe di una semplice rilettura del sistema o di abbandonare una mera prassi interpretativa, bensì di procedere ad un’interpretazione creativa”) ma solo del parlamento. Mi sa che non ha capito nulla di questa sentenza
3) Come detto (e non ha saputo smentirmi) il divieto del rapporto incestuoso trova fondamento nel diritto mentre il divieto del matrimonio omosessuale.
Un consiglio: non parli di cose più grandi della sua cultura. Da uno che confondeva una definizione del 1612 credendo che fosse del 2012 non credo ci si possa aspettare molto.
Lasci stare le talpe che sono nobili creature di Dio e ai Suoi occhi valgono assai più degli stolti presuntuosi che passano il loro tempo a scrivere menzogne e stronzate a raffica sui propri blog personali:
1) Il cardinale è pur sempre FRANCESE e, anche assumendo (come lei insiste stolidamente a fare) che le sue considerazioni non attengano alla filosofia del diritto e alla sociologia in generale, non si vede come egli non possa riferirsi che a leggi FRANCESI, con le quali le sue sentenze ITALIANE non c’entrano un fico secco.
2) Se la conosce benissimo abbia cura di citarla per intero e non sono nella parte che le fa comodo (così agiscono tipicamente solo le persone in malafede e STUPIDE).
3) Il terzo punto è evidentemente incompleto, dal momento che lei ha scritto “Come detto (e non ha saputo smentirmi) il divieto del rapporto incestuoso trova fondamento nel diritto mentre il divieto del matrimonio omosessuale.” Comunque si può però facilmente porre rimedio aggiungendo alla sua frase zoppicante proposizione “risulta evidentemente implicito nell’articolo 29 della Costituzione della Repubblica Italiana”. Cosicché l’intero periodo riveduto e corretto diviene: “Come detto (e non ha saputo smentirmi) il divieto del rapporto incestuoso trova fondamento nel diritto mentre il divieto del matrimonio omosessuale risulta evidentemente implicito nell’articolo 29 della Costituzione della Repubblica Italiana”. Questo, almeno, è quello che risulta dalla sentenza che lei stesso ha avuto la bontà di citare.
Dei consigli di un povero bugiardello anonimo che riporta sul suo sito notizie farlocche di panini omofobi ed è talmente idiota da non comprendere neanche quando lo si prende esplicitamente in giro citando un vocabolario seicentesco, io non saprei proprio cosa farmene.
E si renda finalmente conto che farebbe molto meglio a pensare alla sua, di cultura, prima di dare giudizi su quella degli altri!
Ha ragione: meglio lasciar perdere le talpe ed evitare di insultarle. Anche io – come il Suo Dio – ho più stima di una talpa che di certi sciocchi ignoranti.
1) E’ vero: il cardinale è francese e non mi sembra comunque che si stia riferendo alle leggi francesi.
E’ vero: le sentenze italiane non valgono nel contesto francese (nel senso che non fanno giurisprudenza ma non nel senso che non siano attinenti: è diverso) ma – considerando che il “pensiero” del cardinale in questione potrebbe facilmente essere importato in Italia – in Italia ci si scontra con le sentenze italiane.
2) e 3) Ha ragione: meglio citare le sentenze per intero (almeno nei punti salienti). Nel caso faccio molto presto considerando che avevo scritto sulla sentenza 138/2010 e quindi mi basta solo copiarlo.
Per la Corte «la libertà di sposarsi o di non sposarsi, e di scegliere il coniuge autonomamente, riguarda la sfera dell’autonomia e dell’individualità, sicché si risolve in una scelta sulla quale lo Stato non può interferire, se non sussistono interessi prevalenti incompatibili, nella fattispecie non ravvisabili».
A chi collega il matrimonio alla possibilità di procreare, per la Corte «se la finalità perseguita dall’art. 3 Cost. è quella di vietare irragionevoli disparità di trattamento, la norma implicita che esclude gli omosessuali dal diritto di contrarre matrimonio con persone dello stesso sesso, così seguendo il proprio orientamento sessuale (non patologico né illegale), non ha alcuna giustificazione razionale, soprattutto se posta a confronto con l’analoga situazione delle persone transessuali che, ottenuta la rettifica dell’attribuzione del sesso ai sensi della legge 14 aprile 1982, n. 164 (Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso), possono contrarre matrimonio con persone del proprio sesso di nascita (il Tribunale ricorda che la conformità a Costituzione della citata normativa è stata riconosciuta dalla Corte costituzionale con sentenza n. 165 del 1985)» e perciò «non sarebbe giustificabile la discriminazione tra omosessuali che non vogliono effettuare alcun intervento chirurgico di adattamento, ai quali il matrimonio è precluso, ed i transessuali che sono ammessi al matrimonio pur appartenendo allo stesso sesso biologico ed essendo incapaci di procreare».
Per lo stesso motivo «sarebbero prive di fondamento, quindi, le tesi che giustificano l’implicito divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso ricorrendo ad argomenti correlati alla capacità procreativa della coppia ed alla tutela della procreazione. Al riguardo, sarebbe sufficiente sottolineare che la Costituzione e il diritto civile non prevedono la capacità di avere figli come condizione per contrarre matrimonio, ovvero l’assenza di tale capacità come condizione d’invalidità o causa di scioglimento del matrimonio, sicché quest’ultimo e la filiazione sarebbero istituti nettamente distinti» ed inoltre «né sarebbe possibile che “società naturale” sia intesa come luogo della procreazione, in quanto il matrimonio civile non sarebbe più istituzionalmente orientato a tale finalità. Dal 1975 l’impotenza non costituisce causa d’invalidità del matrimonio, se non quando sia materia di errore in cui sia incorso l’altro coniuge (art. 122 cod. civ.). Inoltre, possono contrarre matrimonio anche le persone che, avendo cambiato sesso, sono inidonee alla generazione e quelle che, a causa dell’età, tale attitudine più non hanno. In definitiva, la procreazione sarebbe soltanto un elemento eventuale nel rapporto coniugale e ciò dimostrerebbe quanto lontano sia il concetto di famiglia da accogliere nell’ambito dell’art. 29 Cost. rispetto a quello della tradizione giudaico-cristiana. Il matrimonio sarebbe, senza dubbio, l’unione di due esistenze, i cui fini fondamentali coincidono con i diritti e i doveri che i coniugi assumono al momento della celebrazione in base all’art. 143 cod. civ., fini ai quali è estranea la prospettiva, soltanto eventuale, della procreazione, altrimenti si dovrebbe considerare impossibile la celebrazione di un matrimonio tutte le volte in cui sia naturalisticamente impossibile per i nubendi procreare».
Inoltre «le opinioni contrarie al riconoscimento della libertà matrimoniale tra persone dello stesso sesso sulla base di ragioni etiche, legate alla tradizione o alla natura, non potrebbero essere condivise, sia per le radicali trasformazioni intervenute nei costumi familiari, sia perché si tratterebbe di tesi pericolose, in passato utilizzate per difendere gravi discriminazioni poi riconosciute illegittime, come le disuguaglianze tra i coniugi nel diritto matrimoniale italiano anteriore alla riforma o le discriminazioni in danno delle donne».
Ovviamente «questo significato del precetto costituzionale non può essere superato per via ermeneutica, perché non si tratterebbe di una semplice rilettura del sistema o di abbandonare una mera prassi interpretativa, bensì di procedere ad un’interpretazione creativa» ma «spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette, restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità d’intervenire a tutela di specifiche situazioni».
Credo che sappia leggere quanto riportato: sulla sua capacità di comprendere ho dei seri dubbi.
Sul fatto di essere anonimo credo che lei sia ben più anonimo di me: nel mio blog può trovare facilmente la mia mail, il mio account twitter, la mia pagina facebook. Come vede lei è più anonimo di me.
Ora vuole dire che voleva prendermi in giro citando appostiamente un vocabolo del 1600? Aggiunge ridicolo a ridicolo.
Ps: quando avrò il piacere di leggere un suo articolo?
1) L’articolo oggetto delle sue reiterate osservazioni recita “il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, ha commentato la proposta del governo Hollande di approvare il matrimonio omosessuale e l’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso”, ma ora, con sommo stupore apprendo che il sunnominato cardinale non le “sembra comunque che si stia riferendo alle leggi francesi”. E a che diavolo si riferisce, secondo lei? Al codice di Hammurabi?
2) Continua la sua malevola operazione di citare la parte delle sentenze che più le fa comodo e a distorcere a suo uso e consumo le parole degli altri. Infatti sui fini dell’istituto del matrimonio connessi alla procreazione io ho espresso concetti ben precisi che lei finge di travisare o travisa per scarsità di intelletto. Come può facilmente controllare io ho parlato di finalità “ASTRATTA” della procreazione del mantenimento ed educazione della prole.
E’ un vero peccato, poi, che la stessa sentenza da lei citata a capocchia, dopo il punto che ho invece citato io, prosegua così:
“Non è casuale, del resto, che la Carta costituzionale, dopo aver trattato del matrimonio, abbia ritenuto necessario occuparsi della tutela dei figli (art. 30), assicurando parità di trattamento anche a quelli nati fuori dal matrimonio, sia pur compatibilmente con i membri della famiglia legittima. La giusta e doverosa tutela, garantita ai figli naturali, nulla toglie al rilievo costituzionale attribuito alla famiglia legittima ed alla (potenziale) finalità procreativa del matrimonio che vale a differenziarlo dall’unione omosessuale.
In questo quadro, con riferimento all’art. 3 Cost., la censurata normativa del codice civile che, per quanto sopra detto, contempla esclusivamente il matrimonio tra uomo e donna, non può considerarsi illegittima sul piano costituzionale. Ciò sia perché essa trova fondamento nel citato art. 29 Cost., sia perché la normativa medesima non dà luogo ad una irragionevole discriminazione, in quanto le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio.”
Come al solito, il risultato è che lei farebbe bene a badare alla SUA di capacità di comprendere invece di occuparsi con tanto amore della mia.
Per inciso, dal momento che già faccio gran fatica a sopportare i suoi anonimi ragli su Tempi, sappia che del suo anonimo blog con tanto di ridicoli articoli su INESISTENTI PANINI OMOFOBI, del suo anonimo e finto account twitter e della sua anonima e finta pagina di facebook io me ne frego altamente.
Ma lei ci è o ci fa? Spero che ci faccia.
1) Barbarin non si riferisce a leggi ma a disegni di legge: lo sa che c’è una piccola differenza? E le argomentazioni di Barbarin non hanno nulla di giuridico.
2) Delle sue argomentazioni sui fini dell’istituto del matrimonio connessi alla procreazione ci faccio la birra: mi sembra che la corte costituzionale sia stata molto chiara.
Le sue opinioni confermano che non ha capito veramente nulla della sentenza. Sul fatto che i costituenti – parlando di matrimonio – si riferissero a quello eterosessuale ci sono pochissimi dubbi: si riferivano chiaramente a quello eterosessuale.
Però la stessa Corte afferma che «i concetti di famiglia e di matrimonio non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore, perché sono dotati della duttilità propria dei princìpi costituzionali e, quindi, vanno interpretati tenendo conto non soltanto delle trasformazioni dell’ordinamento, ma anche dell’evoluzione della società e dei costumi». Spero possa capirlo ma ne dubito.
1) Che c’entra con quanto detto finora la differenza tra legge FRANCESE e disegno di legge FRANCESE? Provo a rispondere… Un cacchio FRANCESE?!
2) Faccia pure la birra con quello che vuole purché non venga da queste parti a smaltire i fumi dell’alcol ivi contenuto. Capisco, però, che per trangugiare tutti quei falsi panini al pollo “Gods hates fags” le sembri necessario berci sopra qualcosa…
2 bis) Che ci sia una parte della società che ambisce a modificare il concetto tradizionale e, per quanto riguarda noi italiani, anche costituzionale, di famiglia è l’ovvio presupposto dei timori manifestati del Cardinale Barbarin (e, nel mio piccolo, anche dei miei) sulle conseguenze di tale nefasta eventualità.
Lei che dice, posso dedurre che lei abbia finalmente capito l’oggetto della nostra discussione?
A me, questo particolare modo di sragionare, ricorda tanto qualcuno…
😉
Secondo me hanno frequentato lo stesso corso di sragionamento!
Quello che nella pausa pranzo offriva un panino al pollo omofobo !
Con contorno di supercazzole a gò gò, anche in sdoppiamenti vari..le puoi sdoppiare, triplicare, moltiplicare, ma sempre supercazzole rimangono…panino omofobo docet!
Alberto,
se lei non sa quale sia la differenza tra una legge ed un disegno di legge credo che siamo messi proprio male. Le critiche alla legge o a disegni di legge devono avvenire su basi giuridiche e non religiose: questo almeno è quanto avviene in uno stato laico o in uno stato laico.
Il Cardinale può tenersi le sue infondate paure come voi potete tenervi le vostre (lasci perdere la Costituzione italiana perché non oppone nessun ostacolo): nel frattempo la società sta cambiando e voi ultrà cattolici vi state collocando sempre più ai margini (ma forse neanche ve ne siete accorti).
La lascio con i suoi nuovi “compagnucci della parrocchietta”.
Anonimo,
vorrei anche io essere un po’ stufo di te ma non riesco neanche a stufarmi del tuo nome visto che non ne hai scelto neanche uno: anonimo di nome e di fatto.
1) “Se lei non sa quale sia la differenza tra una legge ed un disegno di legge credo che siamo messi proprio male”; a dire la verità (ha presente?) io ho solo scritto che tale differenza, con l’argomento in discussione, non c’entra un emerito cacchio, comunque ha ragione: siete proprio messi male!
2) Uno, in democrazia, ha diritto di criticare una legge o un disegno di legge su qualunque base, alla faccia sua!
3) Il Cardinale ha diritto ad esprimere quello che gli va, sempre alla faccia sua.
4) “Lasci perdere la Costituzione italiana perché non oppone nessun ostacolo”, se lo dice lei… Basta che ne convinca i giudici della Corte Costituzionale poi è fatta!
5) E’ notorio che i cattolici se ne strafregano di essere e di rimanere “ai margini”, visto che essi, come si suol dire, sono NEL mondo ma non DEL mondo.
La lascio a mangiare falsi panini omofobi con i suoi amichetti del blogghetto.
Ti ricordo che anche tu, cagliostruzzo bello, sei perfettamente anonimo. Quindi, almeno quando ti presenti vestito di codesti panni, abbi la bontà di non tediarci con la solita faccenda dell’anonimato.
Caro Cagliostro, sei ridicolo: mi chiamo anonimo APPOSTA per evidenziare che qua siamo TUTTI anonimi, tu per primo e te l’ho già spiegato circa dieci volte.
Però apprezzo lo sforzo, che immagino ti faccia diventare verde, di non usare quelle belle paroline come ritardato, topo di fogna ecc che dalle tue parti vanno per la maggiore.
Ma sul panino non ci racconti nulla?
Una persona acculturata come te…
Cagliostro il tuo monotono vocabolario ignorante/competente ha un pò stufato.
Soprattutto sei competente in panini al pollo omofobi!
E ignorante in tutto il resto.
Peccato che di natura l’uomo sia poligamo e sta storia della famiglia sia solo una inventiva religiosa, poi non so se sia prettamente del cristianesimo o altro, ma poco importa. Tirare fuori la solita litania che se si permette una cosa poi casca il mondo beh è tipica delle persone insicure che hanno paura di qualsiasi cambiamento e devono aggrapparsi a cose come la fede per stare bene. Forse per persone come lei noi andremmo in giro con calesse e lanterna a olio.
Emanuele, vedi, se introduci l’argomento della natura, secondo la quale per fare figli ci vuole per forza un maschio e una femmina, ti tiri la zappa sui piedi.
Ti consiglio, poi, di non far leggere alla tua ragazza la faccenda della poligamia naturale.
Non ho tirato fuori l’argomento figli, ma come vi piace dire voi quando vi fa comodo, noi non siamo bestie per cui possiamo fare un pò come vogliamo (legge della natura ad personam).
Secondo, non ho la ragazza e non ho intenzione di fidanzarmi visto che mi piace godermi la libertà (già qualcosa che a voi fa molto spavento), e solo perché ho detto che l’uomo di natura non è poligamo non vuol dire che mi piacerebbe avere il mio harem, per cui si ritorna alla solita vostra paura che se si permette una cosa poi finisce il mondo.
Purtroppo per fare figli ci vuole sempre un maschio e una femmina e sul fatto che non siamo “bestie” fossi in te non sarei così sicuro.
In effetti anch’io dubito che, con codeste idee in testa, tu troverai mai una fidanzata.
Siete voi che tirate fuori l’argomento bestialità per giustificare che qualcosa è contro natura o altre seghe mentali varie, sinceramente a me frega niente.
Ma infatti chi ha detto che la vuole la fidanzata?
“Ma infatti chi ha detto che la vuole la fidanzata?”
Emanuele, parli di te stesso in seconda persona?
Già non sei un fulmine di guerra, ma, a forza di cambiare nickname, non ci stai proprio capendo più un accidente!
E non pensare neanche di farmi credere che sia un caso di omonimia!
Mi stai prendendo in giro o sei tu quello che non è un fulmine di guerra? Io non ho cambiato nessun nick e sono lo stesso Emanuele che commenta da facebook, basta che guardi i commenti sopra…e non farmi credere che tu sia una pesona intelligente.
Quindi quando tu hai scritto: “Ma infatti chi ha detto che la vuole la fidanzata?” in realtà intendevi semplicemente “Ma infatti chi ha detto che la VOGLIO la fidanzata?”… E suppongo anche che la tua semi-omonima Emanuela non sia nemmeno tua parente, anche se scrive proprio le stesse bischerate che scrivi tu…
Scusami, ma mi sembrava una cosa troppo da stupidi riferirsi a sé stessi scrivendo in seconda persona…
La riproduzione è una normale funzione biologica
In effetti anche tu sei il prodotto di una normale funzione biologica, indovina quale?
Tubini,
Ne deduco che secono lei, anche se espresso rozzamente, la riproduzione NON E’ una funzione biologica.
Per me la riproduzione non è affatto “solo” una funzione biologica, ma, visto che tu ci tieni tanto a considerare la tua persona il frutto di una banale funzione biologica, io non avrei difficoltà ad indovinarne il tipo e il anche genere di “sforzo” che essa richiede.
… il che significa che ha almeno due convinzioni sbagliate
Salutoni
Codesto potrebbe anche essere un parere rispettabile, ma purtroppo è solo il prodotto di un prodotto di una funzione biologica…