I martiri cristiani, i boia jihadisti e noi che abbiamo dimenticato la lezione di Otranto

Di Alfredo Mantovano
22 Marzo 2015
Oggi come allora la comunità internazionale deve decidere se, come insegna la dottrina sociale della Chiesa e come ha ricordato papa Francesco, non sia urgente esercitare il diritto e il dovere di «fermare l’aggressore ingiusto»

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Pubblichiamo la rubrica di Alfredo Mantovano contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

La storia non è mai uguale a sé stessa. Riesce a essere maestra, se si decide di prenderne gli insegnamenti e di cogliere le analogie con quanto accaduto in altre epoche. Nel 1480 Otranto, città italiana all’epoca fra le più importanti, è distrutta, i suoi abitanti sono uccisi in combattimento e i sopravvissuti martirizzati uno per uno, tagliando loro la testa, esattamente come fanno oggi i boia dello Stato islamico, dall’esercito ottomano di Maometto II. La distruzione di Otranto non avviene per caso: segue di 27 anni la presa di Costantinopoli ed è l’esito della ritrosia dei governanti dell’Occidente a unire le forze contro la minaccia proveniente da Oriente. Vi è chi giunge all’intelligenza col nemico: in un conflitto che vede schierati da una parte il Papato e Napoli e dall’altra Firenze, Milano, Venezia e la Francia, costellato da omicidi e congiure, Lorenzo de’ Medici e la Serenissima spingono i Turchi ad aggredire le sponde adriatiche del Regno partenopeo.

Novant’anni dopo, nel 1571, la ruota gira diversamente: una flotta di Stati cristiani ferma la minaccia turco-islamica nel Mediterraneo al largo di Lepanto. Lo scenario europeo non è migliorato rispetto al 1480: la Francia fa lega con i principati protestanti per contrapporsi agli Asburgo e si compiace della pressione che i turchi esercitano contro l’Impero nel Mediterraneo; Parigi e Venezia non muovono un dito per difendere i Cavalieri di Malta nell’assedio condotto contro di loro da Solimano il Magnifico.

La vittoria di Lepanto non è quindi il frutto della convergenza di interessi politici; al contrario, è un inaspettato trionfo che si realizza nonostante le divergenze: per una volta principi, politici e comandanti militari sanno accantonare le divisioni e unirsi per difendere l’Europa, grazie a un residuo di visione del mondo sostanzialmente comune, fondata sul rispetto del cristianesimo e del diritto naturale.

martiri-copti-libia-stato-islamicoL’indifferenza è una resa
Oggi la minaccia terroristica e la persecuzione delle comunità cristiane non risparmia nessuna zona del globo. Recarsi a Messa la domenica in Pakistan o in Nigeria è andare incontro al martirio; lo stesso accade se non si fugge dai luoghi dove si parla ancora l’aramaico, l’antica lingua di Gesù. Le stragi e le decapitazioni dei fedeli di Cristo in diretta tv sono pianificate e puntano, come si voleva fare a Otranto nel 1480 o come sarebbe accaduto all’Italia e alla Spagna se non ci fosse stata Lepanto, a eliminare la Croce come segno di speranza e di salvezza. Oggi come allora ogni comunità cristiana è chiamata alla preghiera perché la fede dei martiri resti salda, ma la comunità internazionale deve decidere se, come insegna la dottrina sociale della Chiesa e come ha ricordato papa Francesco, non sia urgente esercitare il diritto e il dovere di «fermare l’aggressore ingiusto».

Certo, lo stesso Pontefice aggiunge che la soluzione non sta nella sola opzione militare, che «una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore ingiusto», che la difesa deve essere multilaterale, possibilmente sotto l’egida di organizzazioni internazionali. Ma la scelta è fra Otranto e Lepanto, fra l’indifferenza che concorre ai massacri e il sentire come una lesione a sé stessi l’uccisione di migliaia di fedeli mentre assistono alla Messa. Non scegliere significa aver deciso che i boia vadano avanti.

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25 commenti

  1. Raider

    Una significativa notizia da hispan tv :

    I leader dei vari gruppi terroristici che operano contro il governo siriano hanno inviato messaggi di congratulazioni al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per la recente vittoria del suo partito (Likud) alle elezioni parlamentari, esortando il regime di Tel Aviv a continuare il loro sostegno.

    I messaggi sono stati consegnati da un membro del parlamento israeliano che media tra il regime israeliano e i gruppi terroristi in Siria.

    Il partito Likud ha vinto le elezioni di misura, guadagnando 30 seggi nel parlamento di 120, rispetto ai 24 dell’Unione sionista.

    «Abbiamo ricevuto con grande speranza e gioia la notizia della sua vittoria», si legge in una delle lettere inviate da uno dei gruppi.

    In un altro messaggio, un capobanda terrorista, congratulandosi con la vittoria della destra Likud, ha chiesto a Netanyahu di continuare a sostenere i terroristi in Siria che combattono contro il governo del presidente Bashar al-Assad.

    Si ribadisce anche che le bande terroriste «vogliono costruire migliori relazioni a tutti i livelli, con Tel Aviv».

    Il mediatore Mendi Safadi ha, inoltre, dichiarato alla televisione del regime israeliano, di aver ricevuto due note ufficiali e diverse chiamate, anche dai leader del cosiddetto esercito siriano libero (FSA), considerato dai paesi occidentali “ribelli moderati”.

    1. yoyo

      Yusuf, dopo aver copiato me, copi anche il nome di Raider? Non ci casca nessuno.

      1. Raider

        Caro Yoyo, se c’erano dubbi sul fatto che i complottisto fossero affetti da paranaoia clinica e non solo ideologica, questo infame che si ammanta dei più diversi nickname è la risposta migliore a tutti coloro che ne hanno preso in considerazione i deliri per legittimarne le farneticazioni di riporto o in proprio.
        A questo punto, il problema è che la Redazione permette a questa gentaglia, a questi falsificatori conclamati e abituali, di continuare a infestare il blog. Ne rimuovano i post: tutti, non solo quelli in cui la loro impostura si mostra in tutta la ridicolaggine di cui è capace.
        Spero che la Redazione provveda come avrebbe dovuto fare da tempo.

        1. yoyo

          Caro Raider, sottoscrivo e diffondo. Si sta andando ben oltre la libertà di parola.

  2. maurizio

    Caro Raider,io sono abituato,se ho da dire direttamente qualcosa a qualcuno,a chiamarlo direttamente in causa….non é il tuo caso in tale circostanza..é che ce n’erano diversi altri e per non fare differenze o dimenticarmene qualcuno sono rimasto sul generico…tutto qui.Poi,si può restare con le proprie idee,più o meno parzialmente in disaccordo ma,avendone già-in diverse occasioni parlato-non mi sembra il caso di tornarci sopra.
    Se,però,ciò non ti soddisfa…posso provarci..ciao!

    1. Raider

      Caro Maurizio, ognuno si comporta come meglio ritiene o sente di fare, io cerco sempre di evitare di accusare tutti e nessuno, tu preferisci non sottilizzare, evidentemente, anche se, quando si è trattato di dirgliene quattro ai dementi che falsificano i propri nickname e quelli del prossimo, oltre alla realtà storica o in atto con un vasto assortimento di complottismi paranoici e mistificazioni volgari di ogni genere, hai preferito dedicare più spazio a una intemerata, per quanto soft e tante grazie, indirizzata a me. Non me l’aspettavo e te ne ho chiesto la ragione: non ho ricevuto alcuna risposta con la stessa prontezza con cui mi hai rivolto l’accusa di avere strumentalizzato don Giussani, io che non l’ho mai conosciuto e non ho mai fatto parte di Cl per farmene interprete non autorizzato.
      Ora che hai chiarito che, stavolta, non ce l’avevi particolarmente con me, ti dispiace spiegarmi – se lo pensi davvero; o se ne sei ancora convinto – come, dove e quando avrei strumentalizzato la parole o l’insegnamento di don Giussani? Ti sembrerà un’inezia: bene, ti sarà più facile, allora, farmi capire ciò che, fino a quando non avrai chiarito cosa ti ha spinto a mettermi sullo stesso piano di chi – con la stessa disinvoltura con cui, a parte altro, falsifica i nickname altrui – si proclamava più coerente allievo di don Giussani di quanto non lo siate in tanti.
      Grazie ancora.

  3. Adolfo

    Il 19 febbraio scorso, a Tunisi, il nuovo presidente tunisino Bej Caid Essebsi, ha cacciato dal palazzo presidenziale l’ambasciatore USA: costui, che risponde al nome di Jacob Walles gli aveva chiesto la costruzione di una base militare americana in Tunisia; al rifiuto, aveva insistito: «Le farò telefonare dal presidente Obama», al che Essebsi aveva replicato che lui non avrebbe preso la chiamata. Un affronto inaudito all’unica superpotenza rimasta..

    Da settimane la sicurezza era stata elevata al massimo ed il Governo si aspettava il peggio, contrariamente a quel che è stato detto.

    Come diceva Andreotti a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

    1. yoyo

      Solo voi potete credere a questo.

      1. Raider

        Certa gente pensa solo male perchè solo così può sentirsi infallibile – pensando poco o nulla. Ora, al novero si è aggiunto un neofita delle ditrologie, pettogolezzi, backstage che – detto senza voler pensare male, ma solo per constatare dati di fatto – non spiegano, non dimostrano e non significano.

  4. maurizio

    Sembra un paradosso ma-lasciando da parte certi sproloqui,qui sentiti,che parlano solo in termini complottisti o anticomplottisti facendo un bel minestrone propagandistico,ed un po’confuso,dove c’è dentro di tutto e tutto lo si rigira a proprio uso e consumo-liberandoci di tutto questo..la risposta al quesito posto é,per me,semplice e nello stesso tempo difficile da dare.Non per lavarsene le mani ma per l’estrema confusione,ambiguità e vuoto di idee e prospettive serie dei nostri governanti-tutti e a tutti i livelli-ma anche dei cosiddetti maitre a’penser che impazzano su tv e giornali cosi che cresce in noi poveracci lo smarrimento ed il senso d’impotenza. L’unico riferimento chiaro e certo é ancora una volta il Papa e non solo questo ma anche quello Emerito che pure,su queste vicende,aveva espresso bene-per chi ha voluto e saputo leggerlo con onesta intellettuale-il proprio pensiero e giudizio.Allora,leggendo bene ciò che i due Papi dicono occorrono -a mio modesto parere-questi passaggi:una nuova Lepanto nel senso che certe situazioni-v.Libia e Siria/Iraq ovvero Isis-vadano affrontate con la necessaria urgenza,unità di forze ed energia non più rimandabili se non si vuole sottometterci con pavidità.Nel contempo,vanno sostenute e difese quelle realtà-Egitto e Tunisia-che sole sembrano voler e si trovano,di fatto,a contrastare-dall’interno dello stesso mondo arabo-l’ondata fondamentalista.Segno questo che,senza essere per ciò tacciati di filo-islamismo(da non confondere con l’Islam nel suo variegato esprimersi)si può e si deve collaborare e dialogare con quelle persone,realta(vMeeting del Cairo)e istituzioni che faticosamente stanno tentando una revisione,rilettura ed applicazione pratica di un Islam sincero e con cui di può convivere.Impresa utopistica,da supereroi e comunque senza speranza? Forse,ma sarebbe sciocco e controproducente,comunque,non provarci…questo,mi pare,volesse dire il Papa quando diceva che la sola opzione militare non basta.Come non basta tutto ciò se i cristiani d’occidente,per primi non tornassero ad essere veri cristiani,o se le autorità mondiali non prendessero sul serio l’applicazione di quei principi universali come il rispetto dei diritti umani,in primis la libertà religiosa.Infine ultima,ma non ultima come valore,il sostegno anche economico ma,soprattutto,quello della preghiera per tutti quei nostru fratelli che soffrono e sono perseguitati per la loro fede cristiana(e non solo nel mondo musulmano).

    1. Yoyo

      Giusto Maurizio, e bisogna anche ricordare che il Papa dice :

      “Sottolineo il verbo: fermare. Non dico bombardare o fare la guerra. Dico: fermarlo. I mezzi con i quali si possono fermare dovranno essere valutati. Fermare l’aggressione ingiusto è lecito. Ma dobbiamo avere memoria, pure: quante volte, sotto questa scusa di fermare l’aggressore ingiusto, le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto una bella guerra di conquista? ”

      Basta vedere come sono ridotti l’Iraq. l’Afghanistan, Gaza, l’Ucraina. la Siria, la Libia e tutti quei posti che sionisti ed Israele con vari pretesti hanno inserito ipocritamente nella lista degli stati canaglia.

      1. yoyo

        Yusuf, anche copiandomi il nome rimani riconoscibile.

    2. Raider

      Caro Maurizio,
      una volta di più, mi vedo costretto a chiederti spiegazioni che, fin qui, non hai ritenuto di darmi. Ti sarai accorto anche tu che, se c’è un anti-complottista manifesto, quello, sono io: perciò, nel tuo post qui sopra, senza che tu ti rivolga a me espressamente come faccio io, mi sento chiamato in causa ancora una volta: e ancora una volta, senza una spiegazione: come se la ragione fosse di per sè evidente. Per quanto mi riguarda, non lo è pewr nulla. E per permetterti di farmi capire ciò che non hai voluto neppure spiegare, almeno finora, devo ribadire che:
      – ho chiarito altre volte che non credo ai complotti, a gente che complotta e a altri che fanno di tutto perché ai complotti credano gli altri: e questo non vuol dire che io non creda in gente che complotta, fa accordi sottobanco, trama a proprio favore o del proprio gruppo, Partito, Stato, ecc…; ma vuol dire che ritengo che i complotti
      – non spieghino nulla, che i complotti non determinino nulla, ma cercano – semmai:e non è detto ci riescano – di sfruttare dinamiche storiche, sociali, politiche che ne prescindono;
      – inoltre, penso che i complotti e le teorie complottiste – che costituiscono il complotto che incontra un successo di pubblico superiore a tutti gli altri – finiscano per contraddirsi, annullarsi, elidersi: tutti complottano e altri contro-complottano e alla fine, i fatti rimangono e gli enigmi della storia sono resi più oscuri, non acclarati dal profluvio di baggianate che stendono una trama sclerotizzante di ciarpame su ogni possibilità di un discorso serio;
      – a sentire gli amanti e esperti del genere, c’è sempre un complotto più segreto degli altri da scoprire dietro quelli su cui giungono rivelazioni (che, il più delle volte, non hanno nulla di segreto: e ancora più spesso, non hanno nulla di vero), in modo da spingere al diapason le psicosi sociali correnti.
      Ecco, ribadito una volta di più tutto questo, se ti sembra un discorso, non dirò condividibile, ma così insostenibile o strampalato, Maurizio, vorrei sapere da te perché metti sullo stesso piano di un “minestrone propagandistico, ed un po’ confuso, dove c’è dentro di tutto e tutto lo si rigira a proprio uso e consumo” complottisti e anti-complottisti. Già una volta mi hai accusato – e devo dire, con particolare profusione accusato me più dei complottisti cui ti rivolgevi en passant – di avere strumentalizzato don Giussani: che io, invece, non avevo citato – chiarisco: lo avevo solo nominato, col titolo di ‘don’ seguito dal cognome, Giussani, senza sognarmi di millantare freqentazioni, apprendimenti e esegesi di parole o pensieri trascelti con cura per interpretarli liberamente – se non per replicare a quei complottisti e mistificatori filo-islamici e pro-dhimmitudine che, più di altri, si vogliono ciellini conseguenti e fedeli agli insegnamenti di don Giussani. Quanto siano mistificatori rotti a tutte le minestre che ammanniscono con le falsità apprese in qualche madrassa catto-islamista o schiettamente islamica, lo si può capire dall’ennesima falsificazione ammannita qui sotto, dove uno di loro tenta di farsi passare per Yoyo.
      Io non vorrei essere fatto passare, neppure da te, fosse anche per esigenze di bilancio della teoria – delizia per i complottisti! – degli “opposti estremismi”, per uno che contrasta le invenzioni complottiste con invenzioni altrettanto peregrine. Quello che sostengo può essere giusto o sbagliato, può piacere o no, può essere condivisibile o meno: ma è certo che non ho mai risposto con citazioni strumentali, copincollaggi da siti unilateralmente schierati con cui subissare questo blog non potendo oscurarlo, dichiarazioni di personaggi improbabili che dicono la loro come se a parlare fosse un Papa o – ecco, appunto – don Giussani redivivo. Non so se questa differenza, mentre metti me nel minestrone che rigiri per conto tuo, ti è sfuggita: e perciò, vorrei sapere da te almeno se è così.
      In ogni caso, spero che, quando avrai qualcosa da dirmi perché ti pare che io strumentalizzi o rimescoli capre e cavoli, ti sarei grato se tu me lo facessi notare con l’amabilità che ti è riconosciuta. Ma se così non fosse e anche stavolta, tu non dovessi ritenere di darmi spiegazioni che ti sono state chieste ripetutamente e la cosa si dovesse ripetere, ammetterai che sarà mio diritto non chiederti più, con la cortesa che mi riconoscerai, spiegazioni di sorta, ma risponderti nel modo più confacente al caso.
      Grazie.

  5. Adolfo

    Iraq, Libia, Siria, sono tre Paesi che sono diventati in conseguenza della politica sion-occidentale un tumore che, lentamente, sta rilasciando le sue metastasi.

    Stabilizzare la Libia e l’Iraq, come anche chiudere l’annoso conflitto siriano (da cui è partita tutta questa follia) sono i rimedi principali per poter iniziare a curare tale malattia. Se il tumore cresce, le metastasi saranno sempre più numerose e più aggressive.

    Se l’Egitto sarà il protagonista di questa missione, un Paese che coltiva buoni rapporti sia con la Russia che con gli Usa, porterà frutti.

    Infine occorre trovare convergenze con l’Iran, il cui apporto si sta rivelando decisivo per risolvere il caos iracheno, tanto che in questi giorni, grazie al sostegno di Teheran, le truppe irachene stanno riprendendo la città chiave di Tikrit, da tempo caduta in mano all’Isis. Tutto mentre la caotica coalizione anti-Isis messa su da Obama si dibatte in un inane esercizio di bombardamenti che spesso e volentieri, “sbagliano” obiettivo, colpendo le alleate truppe irachene in maniera direttamente proporzionale ai successi di questi ultimi.

    Per quanto riguarda la vicenda siriana non si può che partire riconoscendo la realtà dei fatti: Assad ad oggi è il più grande nemico dell’Isis e lo sta contrastando. Per questo non si può che trattare con lui,

    1. yoyo

      Tu lo sai che i confini dei Paesi che citi sono stati tracciati dai francesi nel Ottocento e dai trattati di Versailles e Losanna dopo la prima guerra mondiale?

      1. unafides

        Quindi lasci intendere che la folle violenza che contraddistingue i militanti dell’autoproclamato stato islamico sia colpa dei cartografi occidentali?
        O più verosimilmente stiamo assistendo alla pura espressione dell’islam più vero e puro?

        1. yoyo

          No di certo. Cercavo smontare la tesi che quei cartografi abbiano tutti il naso camuso.

  6. Yusuf

    Per chi sta alimentando lo scontro di civiltà, la Tunisia, proprio per la sua storia recente, è un obiettivo strategico per cercare di convincere il mondo che la convivenza tra cristiani, ebrei e musulmani, queste le religioni più importanti del Mediterraneo, è impossibile.

    Si tratta di rendere più ampi i punti di divergenza, innestare conflitti, allargare le faglie tra un ambito socio-religioso e l’altro per scatenare terremoti la cui portata sarebbe devastante.

    L’attacco, inoltre, intendeva rendere più difficile, con la sua portata destabilizzante, l’operazione di stabilizzazione della Libia, Paese confinante alla Tunisia caduto nel caos dopo l’intervento Nato. Dalla Libia, tra l’altro, da tempo partono attacchi contro il territorio tunisino – miliziani aderenti alle tante sigle del caso – dimostrando che il caos non può restare confinato, ma per sua natura tende a tracimare.

    Proprio agli inizi di questa settimana c’era stata una piccola svolta: in Egitto si era discusso di come stabilizzare la Libia coinvolgendo i Paesi arabi, Egitto in primis. Qualcuno ha voluto lanciare un messaggio in senso contrario su questa possibilità.

    1. yoyo

      Già, chi sta alimentando lo scontro d7 civiltà? Mi sembra che la risposta sia piuttosto ovvia, e non è quella che gli daresti tu.

      1. Raider

        Quando l’Egitto voleva sconfinare in Libia per spazare via l’Isis, i complottisti, in coro con Hamas, gridavano di no, no e poi no!. Al Sisi era un agente pure lui.
        Poi, si profilò un accordo o convergenza d’interessi fra Egitto e Russia; al Sisi era un grande il nuovo Nasser (già: tanto per auspicare con questa evocazione magica un Egitto filo-palestinese, Hamas ha in conto aperto con chi gli chiude i valichi di frontiera a Gaza).
        Ora, al Sisi è okay. Come se un’alleanza fra chi vuole combattre l’Isis dimostrasse la buonafede di gente in completa e islamica malafede, qual è il complottista dal nickname che dice tutto su come vede il futuro islamico dell’Ue.
        Già, certo, come no. La convivenza sarebbe possibile, per i complottisti islamici e filo-islamici, in un’Europa sempre più sottomesa all’islamizzazione migratoria, demografica, multuculturale, finanziaria, politica: in cui, come nei territori palestinesi o in Iran, terra delle libertà – per fare due esempi che stanno particolarmente a cuore ai fiolo-islamici -, vigesse la legge contro l’apostasia, tanto per fare un esempio – uno. Su questo, i “moderati” islamici tacciono, non si fanno domande, non copincollano risposte. Invece, la mia risposta al silenzio e alle menzogne dei dhimmi e dei loro “protettori” è questa:
        NO ALL’ISLAM!
        NO ALL’ISLAMIZZAZIONE DELL’EUROPA!

  7. Adolfo

    Mantovano la fa facile, ma oggi gli aggressori sono giganti alti quasi tre metri, come testimoniano i video SITE della Katz, hanno a disposizione i servigi di McCain e sfuggono di mano alla Clinton, in Ucraina possono contare sull’assistenza del capo della CIA e sui soldi della Nuland, hanno dalla loro parte il dollaro e la potenza mediatica di Hollywood, e hanno nella Palestina occupata dai sionisti svariate centinaia di testate atomiche e uno degli eserciti più aggressivi e potenti del mondo.
    Vero è che alla fine il Cuore Immacolato di Maria vincerà.

    1. Menelik

      Gli schiavisti, stupratori, assassini e i loro boia possono contare, oltre al fiume miliardario di petroldollari elargiti da Quatar e Saudi Arabia, sunniti come loro, anche sui tentativi di depistaggio ed il fiancheggiamento mediatico di alcuni pseudonimi riciclati che qui a Tempi conosciamo molto bene.
      Vero è che lo svolgersi degli eventi militari dei daesh non è così roseo come tanti credono, e i “cavalieri del monoteismo” che sono stati catturati dagli Irakeni e dai Persiani, si sono messi a piagnucolare pietà pur di implorare di tenere la testa sul collo, privilegio che non è stato loro concesso nella misura in cui essi stessi, prima della cattura, non l’hanno concesso a tutti gli altri che la sventura ha fatto cadere vivi nelle loro mani.
      In un modo o nell’altro, la storia va avanti.

    2. yoyo

      Basta con le leggende complottiste! Basta vedere gli ebrei dappertutto. Ma credete che godano così tanto? Sono sempre loro i primi a morire.

    3. Raider

      Già, che i boia fossero fuori misrua, era una prova dell’infallibile tlaneto registico che i complottisti ritenevano prova provata del fatto che i filmati fossro un falso da addebitare agli Occidentali, americani in particolare, israeliani per principio. Turto il resto del delirio
      – se i jihadisti sfuggono di mano alla C.I.A., è perché sono servi della C.I.A., non del fatto che, qualuqneu cosa siano, rimangono islamici col Corano dalla loro parte;
      – se gli Ucraini difendono l’integrità del loro territorio nazionale e la libertà di decidere di non essere sottoposti ai veti moscoviti e ricevono aiuti da chi glieli dà, è perchè sono servi della C.I.A.;
      – La Mecca del cinema tratta con ogni riguardo l’Islam, come non fa con il Cristianesimo. e governo nazionale e autorità locali sono così ossequiosi con l’islam, mai che dicano di avere cpontro degli isalmici, no, no, solo quelli falsi e cattivi: vedete che fa dire la testa a chi ha in testa e in cuore il nickname che si è scelto apposta;
      – Israele è uno Stato sovrano circondato da tutti i lati da nemici potenziali o in atto e senon disponesse di un adeguato apaprato dio dfiesa e anche di deterrenza nucleare, sarebbe esposto a attacchi da parte di quegli islamici di tutte le risme che stanno pian piano invadendo l’Europa col consenso e la complicità di quei gpoverni che gli islamofili vorrebbero nemici dell’Islam.
      Ma la chicca più bella è la conclusione, in cui si invoca la Madonna a fianco del jihadismo che ha cacxiato via i cristiani da Cisgiordania e Gaza, riducendoli a comparse in via di sparizione a Betlemme e Nazareth.

    4. Raider

      Per favore, sbloccate anche il post con cui rispondo all’Adolfo che invoca la Madonna halal, la Madre non di Dio, del Figlio, del Messia che adempie e in cui sono adempiute le promesse dei profeti, ma del precursore – da noi cristiani, evidentemente, calunnato come Salvatore del mondo e Liberatore dal peccato – di Maometto, il profeta a mano armata della “religione di pace” nonché “religione naturale dell’umanità.”

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