Le cinque prove della (non) esistenza degli atei

Di Antonio Gurrado
22 Gennaio 2014
Saranno atei quanto vogliono, saranno agnostici e anche uniti ma di sicuro non sono razionalisti, perché ragionando ragionando, alla fine, si incartano sulla logica

Di Antonio Gurrado L’insurrezione degli atei: aspettavo da tempo questa notizia e finalmente eccola qua. Leggo sul Venerdì di Repubblica (una miniera di postmodernità) che «sposarsi in chiesa per gli atei comporta parecchi inconvenienti» in quanto «può essere considerato una simulazione totale, bastevole per ciò stesso a rendere nullo il matrimonio sin dall’origine». Non solo di fronte alla Sacra Rota, spiega l’estensore del trafiletto ingiustamente sottovalutato, ma anche davanti alla Corte di Cassazione, che una ne pensa e cento ne fa.

È subito esplosa la protesta dell’Unione degli Atei Agnostici Razionalisti, questo residuato bellico del tardo Seicento che si scaglia contro la divisione «tra cittadini di prima e di infima categoria»: i primi sarebbero i cattolici e gli infimi gli atei agnostici razionalisti uniti, per i quali «non credere al matrimonio come istituto sacrale non significa negarne gli effetti civili».

Saranno atei quanto vogliono, saranno agnostici e anche uniti ma di sicuro non sono razionalisti, perché ragionando ragionando ecco quel che di fatto chiedono:

  1. che chi non crede in Dio possa sposarsi in parrocchia;
  2. che il rifiuto della religione non pregiudichi la possibilità di voler contrarre matrimonio religioso;
  3. che cessi in Italia la persecuzione degli spinozisti;
  4. che un sacramento contratto da un ateo valga per la Cassazione che non è la Sacra Rota;
  5. che il diritto riconosca a tutti gli effetti la validità della promessa fatta da un ateo davanti a Dio.

Aspettavo questo momento perché non c’è miglior prova che, gratta gratta, Dio esiste e gli atei no.

@Antonio

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14 commenti

  1. Andrea Lavino

    Ovvio che chi crede a creature superiori e vergini partorienti non sappia neanche capire il senso di quello che legge.

  2. Curioso

    Non ho capito. L’articolo citato parla di una donna dichiaratamente, palesemente e pubblicamente atea che ha sposato un uomo cattolico in chiesa e spiega perché questa scelta è stata una fregatura per la donna. Ho capito bene fin qua? Un prete cattolico ha benedetto una menzogna davanti al suo dio. Un consiglio di manager dell’azienda per cui lavora il prete decide che il prete ha sbagliato e la benedizione è nulla. E fin qui mi pare normale amministrazione per una massa di tizi che crede in gente che ha le ali sulla schiena, cammina sulle acque e fa altri giochini da circo. Lo stato italiano, essendo un circo, dà retta ad un tribunale cattolico e fin qui ancora niente di strano. Ma dove sta scritto che gli atei chiedono il matrimonio in chiesa? Mi pare chiaro che il messaggio sia, più che altro, state lontano dalla chiesa, perché ti tolgono anche i tuoi diritti civili.

    PS
    Ho evitato determinate maiuscole perché offensive delle regole della lingua che parlo e scrivo.

  3. Stefano Callegari

    Gentile Gurrado, sono ateo, iscritto all’UAAR e a differenza di lei posso parlare per esperienza personale. Cercherò di spiegare punto per punto le inesattezze che portano la sua firma:
    “che chi non crede in Dio possa sposarsi in parrocchia;”
    Non è vero. Io ho contratto matrimonio da ateo, non partecipando al sacramento perchè mia moglie era cattolica e voleva far bendire la nostra unione secondo la religione da lei praticata. Il matrimonio religioso era stato preceduto dal giuramento il comune, dando forza civile secondo le leggi dello Stato Italiano al matrimonio.
    “che il rifiuto della religione non pregiudichi la possibilità di voler contrarre matrimonio religioso;”
    Per le ragioni di cui sopra: io ho partecipato alla cerimonia, non certo al sacramento…
    “che cessi in Italia la persecuzione degli spinozisti;”
    No, non solo… direi che come associazione cerchiamo di ottenere che nessuno sia discriminato per le proprie idee e che nessuna ideologia invada la sfera privata di ogni cittadino;
    “che un sacramento contratto da un ateo valga per la Cassazione che non è la Sacra Rota;”
    Qui, sinceramente, è andato fuori di testa! E’ divertente scoprire che un cattolico considera i sacramenti “contratti”… è esattamente il contrario! Se è un contratto deve essere valutato secondo le leggi dello stato italiano e non secondo la dottrina religiosa. Non una parola sul buon cattolico che si fa annullare il matrimonio dalla Sacra Rota evitando di pagare le conseguenze economiche previste in questi casi dal divorzio.
    che il diritto riconosca a tutti gli effetti la validità della promessa fatta da un ateo davanti a Dio.
    Ancora! Qui è evidente la disparità: il cattolico vede riconosciuto il diritto di vedersi riconoscere dallo Stato Italiano il matrimonio contratto, ma poi grazie all’ingerenza di un tribunale estero, evita di rispettare tale contratto in Italia… se non è discriminazione questa, caro Gurrado…

    Aspettavo questo momento perché non c’è miglior prova che, gratta gratta, Dio esiste e gli atei no. E questa è davvero una perla. Gli atei esistono e stanno scrivendo commenti sul suo articolo.. Non ho ancora visto un post di Dio. Ecco: questa è la prova definitiva! Gli atei scrivono ed esistono. Dio non scrive, Dio non esiste

  4. raffaele

    Questo articolo è tristemente arrogante e gratuito.
    1) se un ateo si sposa IN ITALIA il suo matrimonio civile deve essere riconosciuto, ovunque venga celebrato, la chiesa è ospite dello stato, non lo stato ospite della chiesa;
    2) il rifiuto della religione non deve essere ragione di non riconoscimento civile del matrimonio
    3) fuffa alla quale non vale la pena di rispondere;
    4) il matrimonio non è un sacramento in italia, lo è per la chiesa ma non per la legge;
    5) la legge deve riconoscere la parola dell’uomo di fronte alle istituzioni, la chiesa è un accessorio e non ha alcuna autorità.
    Vi rode così tanto che qualcuno (molti per la verità) non creda?

  5. Carlos

    La tua dimostrazione e’ manchevole sotto tanti aspetti.
    Devo dire che per coerenza un non credente (non necessariamente ateo, visto che l’ateismo e’ professione di fede quanto il credere in una o piu’ divinita’) non ha normalmente motivo di sposarsi religiosamente.
    Certo puo’ esserci il caso che uno dei due coniugi sia credente e desideri il matrimonio religioso, e l’altro lo/a accontenti visto che in questo paese il matrimonio religioso ha valore ANCHE ai fini civili (cosa che io di suo trovo sbagliata ma non ho deciso io queste norme assurde).
    Pero’ la coerenza, per l’appunto, non alberga nelle menti di persone che credono (quindi che si fidano ciecamente di una loro idea senza alcuna prova a supporto ne logica), atei o religiosi che essi siano.
    Diverso forse e’ per chi pensa, al posto di credere, come ad esempio gli agnostici, che affermano un qualcosa del tipo:
    “Io non so ne posso sapere se esista(no) una (o piu’) divinita’, non che la cosa mi cambi la vita, per cui vivo tranquillamente la mia.”

  6. Walter

    per puro caso sei di CL caro Antonio??? No non rispondermi… voglio rimanere nel più atroce dei dubbi….. 😉

  7. Jacopo

    La luce di Dio acceca il Sig. Gurrado al punto che neanche capisce ciò che legge: l’articolo dell’UAAR metteva in guardia gli atei che si sono sposati in chiesa (massì… sono più carine degli uffici comunali, e massì… magari il partner è credente, perché dargli un dispiacere…) dalle conseguenze inaspettate in cui possono incappare. Tutto qui. Poi voi leggeteci pure quello che volete. Liberi di credere a residuati bellici da impero romano e a unicorni rosa. A ciascuno il suo.

  8. simon

    Io sono ateo e non voglio esser associato alla chiesa romana, la culla del diavolo, per nessun motivo al mondo, né da vivo né da morto. Esisto?

  9. Daniel

    mamma se è fazioso questo articolo, sembra di leggere di Vespa che parla di Berlusconi…

  10. VivalItalia

    GURRADO SEI FORTE!
    ma nun ce posso crede a sta richiesta dell’uaar.. a forza de non credee a niente see saran confusi..??

    Cheddici Riequilibbrista? Nun te rappresentano?
    Tho va neanche a mme!

    1. riequilibrio

      no, nun me rappresentano proprio.
      L’unica volta che sono andato a un loro incontro pubblico nella mia città, hanno proiettato un documentario in cui, fra gli altri, parlavano – con ampio spazio – due preti.
      credece, vivalitalia, too dico io.

      è come andare a una riunione dell’avis e sentire anche l’opinione di dracula.

      pertanto, no UAAR, grazie.

      1. Massima stima per Riequilibrio che ha capito tutto.
        Infatti l’UAAR è essenzialmente una setta religiosa. Volevano pure loro l’8×1000.
        http://www.uccronline.it/tag/8×1000-uaar/

        Se domani divento ateo, vado di corsa all’UAAR. Così mi fanno ridiventare cattolico.

  11. riequilibrio

    Spett. Gurrado, le garantisco che gli atei esistono eccome.
    Semplicemente, non sono iscritti all’UAAR.

    Comunque, divertente paradosso.

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