«Laudato si’… mi’ Signore». Lettura originale e controcorrente dell’enciclica

Di Redazione
19 Giugno 2015
Non bisogna confondere gli effetti (degrado ambientale), con le cause (crollo demografico). Ne parla Ettore Gotti Tedeschi in un articolo e in un'intervista
The handout picture provided by L'Osservatore Romano on 18 June 2015 shows some copies of Pope Francis's encyclical, a collection of principles to guide Catholic teaching, entitled "Laudato Si", lying on a table during its official presentation at the Sinod hall in the Vatican, 18 June 2015. ANSA/ L'OSSERVATORE ROMANO +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

I giornali sono stracolmi di letture banalmente “ambientaliste” dell’enciclica papale. Occorre fare uno sforzo di comprensione maggiore, onde evitare di ridurre il testo papale a un comunicato del Wwf. Intervistato oggi da Repubblica, l’ex presidente dello Ior e attuale capo del Banco Santander in Italia, Ettore Gotti Tedeschi, parla dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. Gotti Tedeschi chiarisce che, rispetto alle polemiche di chi ha attaccato o lodato l’enciclica, egli si schiera con chi «aggiunge: Laudato si’… mi’ Signore. Cioè con ciò che papa Francesco spiega in un’enciclica molto complessa. Questa Enciclica è magistero della Chiesa. Perciò il Papa offre molti riferimenti in continuità con i predecessori».

CAUSE ED EFFETTI. La lettura di Gotti Tedeschi è originale rispetto alle tante che si leggono in questi giorni. Egli, infatti, più che partire agli effetti (i problemi ambientali), tende a sottolineare le cause che hanno portato a ciò. Polemizzando con le tesi di Jeffrey Sachs, dice: «Son più di trent’anni che studio gli effetti del crollo delle nascite e le conseguenze sulla trasformazione dell’economia. Leggere che gli effetti vengono trasformati in cause mi ha lasciato perplesso. La crisi ambientale, e la povertà conseguente alla crisi economica, sono dovute agli effetti delle dottrine neomalthusiane (incremento demografico uguale più povertà, auspicando il controllo delle nascite, ndr). Se si vogliono risolvere le cause – aggiunge – è errato operare sugli effetti, no?».

DEGRADO ETICO. Sempre Gotti Tedeschi, oggi, in un interessante e lungo articolo sul Foglio, spiega quel che nell’intervista a Repubblica è accennato in battute. Nel suo articolo, egli innanzitutto cerca di sintetizzare lo spirito dell’Enciclica facendo notare che «il degrado ambientale è conseguenza del degrado etico dell’uomo, causato dal peccato che rompe il rapporto scienza-religione». L’uomo «materialista», che oggi ha perso il senso di Dio, e quindi delle cose, è portato a sentirsi padrone di tutto e dunque a usare tutto male, senza rispetto. «A questo uomo, tecnologicamente avanzato, ma impreparato e immaturo –  scrive Gotti Tedeschi -, è sfuggito di mano anche lo stesso potere tecnologico, arrivando a usarlo in modo irresponsabile».

IL CUORE E LA CHIESA. Il degrado del creato, insomma, è conseguenza di questa presunzione e di questo uso scorretto di ciò che ci circonda, che non riconosce nell’ambiente lo status di “creato”, ma solo di luogo a disposizione per i propri comodi. Per questo, «per risolvere il problema del degrado ambientale, va cambiato il cuore dell’uomo e il suo comportamento, non tanto gli strumenti tecnologici. L’uomo va portato a rispettare la creazione, e il primo passo è cominciare a rispettare la natura umana». Qui sta il compito della Chiesa che deve insegnare «a praticare le virtù secondo la spiritualità cristiana, con la preghiera, i sacramenti, e naturalmente con i suo Magistero (quale è questa enciclica)».

GNOSI E AMBIENTALISMO. E qui, il banchiere, torna a spiegare che l’inquinamento ambientale è un effetto della società consumistica che è, a sua volta, un effetto «di politiche economiche mirate a compensare la dinamica negativa della crescita del prodotto interno lordo dovuta al crollo del tasso di natalità nel cosiddetto mondo occidentale». La costante richiesta di aumento di potere d’acquisto ha comportato la necessità di delocalizazione in aree a basso costo con la conseguente «rapida industrializzazzione in paesi impreparati e ancora insensibili alla protezione dell’ambiente» (il ragionamento non fa una grinza, se si pensa alla Cina). Come si interrompe questa spirale? Innanzitutto, pare suggerire Gotti Tedeschi, rimettendo le cose in ordine e confutando «il pensiero della gnosi, convinto di poter rifare la creazione (imperfetta) e ricostruire l’uomo, altrettanto imperfetto. I suoi seguaci vorrebbero l’ambientalismo quale religione universale nel mondo globale verso cui indirizzare tutte le altre spiritualità al fine di ridimensionare il valore unico di dignità dell’uomo creatura di Dio».

Foto Ansa

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1 commento

  1. yoyo

    Piacere che Gotti Tedeschi si sia ricreduto sull enciclica, visto che nel pre ha dato la stura a molti allarmismi.

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