La stampa italiana “dimentica” Corti. In Francia scrivono: “Morto il più grande scrittore contemporaneo”

Di Redazione
09 Febbraio 2014
Le Figaro ha parlato di "uno degli immensi scrittori contemporanei, uno dei più grandi, forse il più grande". E un ricordo del cardinale Angelo Scola
Eugenio Corti
Eugenio Corti

corti_16_9Ieri si sono svolti nel suo paese natale (Besana Brianza) i funerali del grande scrittore Eugenio Corti. “Corti – ha detto il vicario episcopale monsignor Patrizio Garascia che ha concelebrato la funzione funebre – è stato un testimone dei nostri tempi. Un uomo giusto e rispettoso della sua vita”.
Va segnalato, oltre al commosso saluto di quanti lo hanno conosciuto di persona o tramite le sue opere e un messaggio di monsignor Luigi Negri, anche un articolo dell’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, pubblicato su Avvenire, in cui il cardinale scrive che “Corti lascia con il suo grande romanzo epico (Il cavallo rosso, ndr) e con tutta la sua produzione letteraria, un’eredità preziosa che ora sta a noi far fruttificare”.
L’arcivescovo ha poi sottolineato che “per Corti solo Dio non censura, solo Dio permette la piena narrabilità della storia, solo in Dio le contraddizioni del cuore umano vengono abbracciate da un Disegno buono”.

“IMMENSO SCRITTORE”. Sebbene in Italia la scomparsa del romanziere sia passata abbastanza inosservata, così non è accaduto in Francia, dove numerose testate – tra cui anche Le Monde – hanno riservato allo scrittore il giusto merito. In particolare, Le Figaro ha parlato di “uno degli immensi scrittori contemporanei, uno dei più grandi, forse il più grande”. “Non avete letto il Cavallo rosso? – ha chiesto Le Figaro – Non conoscete il suo autore? Nato il  gennaio 1921, a Besana Brianza, morto nella stessa città il 4 febbraio, questo testimone della grande catastrofe del XX secolo lascia dietro di sé un’opera sconosciuta. Chi se ne preoccupa? Con gli occhi puntati sulla lista dei bestseller, giovani presuntuosi attribuiscono importanza solo agli autori riconosciuti dalla pubblicità. Lasciamoli fare, aspettano i premi letterari, avranno premi letterari. Ognuno ha ciò che si merita”.

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4 commenti

  1. Antonio

    però tutti i siti d’informazione a pubblicare la notizia gravissima che a Copenaghen è morta la giraffa “marius”! Meglio che non scrivo altro.

  2. VivalItalia

    Letto la prima volta a 15 anni.. IMPERDIBBILE!!

  3. beppe

    grazie a cl e ad alcuni amici ho avuto tra le mani il libro di corti e l’ho letto. nel frattempo imperversava la tamaro.

    1. fausto

      Non si può innalzare Corti a scapito della Tamaro. è banale e sminuisce la grandezza dell’autore del cavallo Rosso che non è un grande scrittore perché altri in Italia sono da te giudicati mediocri, ma per quello che era e resta nella cultura occidentale del secondo 900. Corti e tamaro sono due autori diversi eppure in certi versi simili. La Tamaro ha avuto un grande successo di pubblico, con le sue storie intimistiche e semplici, mentre viene emarginata dal mondo culturale che conta per la sua sensibilità cattolica e perché non grida omofobia omofobia, genderiadi o Berlusconi cattivo. Così come Corti di fatto lo era per la potenza umana e spirituale della sua opera che metteva e mette in crisi l’ideologia che sottende allo scrivere contemporaneo.
      Conoscendola di persona la Tamaro risulta anche simpatica (nota personale), ascoltando Corti ci si commuove.

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