La sentenza della Consulta sulla legge 40 è assurda in democrazia, ma non in uno stato di polizia

Di Luigi Amicone
10 Aprile 2014
Con la bocciatura del divieto sull'eterologa, i giudici si incaricano di coprire tutte le parti del gioco democratico. E così annullano per sentenza pure l’espressione più democratica, diretta e cristallina della volontà popolare: il referendum

Con la sentenza che ha, nei fatti, cassato la legge 40, la Corte Costituzionale ha messo a segno un bel doppio colpo: ha introdotto anche in Italia la figura del “padre biologico anonimo” e ha messo nuovamente in mora la sovranità popolare. Toccherà domani ai costituzionalisti di establishment indorare la pillola. Ma c’è poco da girarci intorno: questa sentenza è un ennesimo attacco alla democrazia rappresentativa.

Infatti, ben al di là dell’argomento in questione (che è pure molto rilevante, tant’è che, al tempo del referendum, la questione della cosiddetta “fecondazione assistita” fu oggetto di un grande e rovente dibattito pubblico, in parlamento, sui giornali, nelle piazze italiane), qualunque cosa si pensi della legge 40, il problema serio che pone la sentenza è in questa domanda: perché la Consulta non ha sancito per tempo la “illegittimità” di una legge che conteneva il divieto di fecondazione eterologa? Come è possibile che con sentenza del 9 aprile 2014 la Corte Costituzionale cancelli di fatto l’esito di un referendum popolare, dopo che con sentenza del 13 gennaio del 2005 la stessa Corte ne aveva sentenziato l’ammissibilità?

Dunque, continua a succedere questo nell’Italia della giustizia politicizzata: prima la Corte Costituzionale dà il via libera a un referendum voluto dai radicali e dalle sinistre per abrogare una legge non condivisa da una parte della politica. Poi, dieci anni dopo, la medesima Corte cancella l’esito del referendum a cui lei stessa aveva dato il nulla osta. Conseguenza pratica? Invece di eventualmente richiamare le vie deputate (parlamento, governo, nuovo referendum) a cambiare, correggere o a cancellare una legge, i giudici si incaricano di coprire tutte le parti del gioco democratico. E così annullano per sentenza pure l’espressione più democratica, diretta e cristallina della volontà popolare.

Naturalmente, costituzionalisti pagati per difendere uno Stato divenuto ormai proprietà privata di organi non rappresentativi e di corporazioni autoritarie, troveranno i modi e le espressioni “tecniche” per legittimare un ennesimo atto togato che minaccia o, per lo meno, svuota, l’articolo 1 della Costituzione italiana. Ma se quanto recita l’articolo 1 della Costituzione italiana vale anche per i giudici della Corte Costituzionale, è impossibile non rilevare che se «la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione» nessuna Corte, neppure la più alta, è legittimata a sentenziare lo svuotamento e il pratico annullamento dei risultati di un referendum popolare.

Magari qualcuno si inventerà che tra le “forme” e i “limiti” previsti dall’articolo 1 ci sono anche quelli imposti dalle sentenze della Consulta. Impossibile. Primo perché, come si è detto, se tu Corte Costituzionale dichiari un referendum ammissibile non puoi poi ribaltarne i risultati perché non ti piace come vota il popolo, perché ci hai messo dieci anni per scoprire che il referendum che avevi ammesso contiene elementi “illegittimi”.

Secondo, perché se la sovranità popolare fosse condizionata da forme e limiti sanciti dalla Corte Costituzionale, bè allora bisognerebbe logicamente dedurne che parlamento, governo e referendum italiani sono solo organi consultivi. Il che sarebbe assurdo in democrazia, ma non negli stati di polizia.

PS. Al di là della vicenda di cronaca, c’è una curiosità sulla nostra Corte Costituzionale che nemmeno Matteo Renzi ci ha ancora tolto ed è la seguente: perché la spendig review prevede tagli ai funzionari dello Stato e tagli agli amministratori di grande aziende dello Stato (i cui tetti retributivi non possono superare la retribuzione del Capo dello Stato, 239 mila euro), mentre i giudici della Corte Costituzionale, anch’essi alti funzionario dello Stato, ne sono esenti? Gli stipendi di quindici giudici ci costano, nel 2014, quasi 9 milioni. Faccio questa domanda così, giusto per sapere quanto ho dovuto pagare in tasse una Corte che se ne fotte del mio voto democraticamente espresso.

@LuigiAmicone

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97 commenti

  1. Diamante

    In un moderno stato di diritto è assurdo soltanto che sia vietato un comportamento assolutamente privato e innocuo come la donazione dei propri spermatozoi od ovuli.

    1. Giannino Stoppani

      La dotazione intellettuale di una persona la si misura anche dalla sua capacità di prevedere, con la dovuta ampiezza e precisione, le conseguenze di una data azione.
      Se la donazione di un ovulo o del seme a te sembrano fatti privati e innocui, dunque potenzialmente privi di conseguenze per te e per gli altri, amico mio tu come “dotazione intellettuale” sei messo piuttosto male, lasciatelo dire.
      Non è nulla di grave, passerà.

    2. Giovanni Domenella

      Sarebbe un fatto privato se la donazione si perfezionasse e producesse i suoi effetti solo tra chi dona e chi riceve. Purtroppo il Leviatano Hobbesiano, lo Stato Tecno-Scienziato, ha assunto il ruolo di qualificato veicolatore dello sperma maschile, e questo sperma mette al mondo un essere umano portatore di diritti nei confronti di chi lo ha generato e dell’intera collettività. L’ innocuità della donazione appare allora, quanto meno, problematica. Che l’essere umano sia trattato alla stregua del bestiame di allevamento lo trovo ripugnante. E’ la tecnostruttura statuale che ha il potere di generare un essere umano? Il potere di trattare lo sperma maschile alla stregua di un materiale commerciale riproduttivo? Il potere di trasformare il desiderio di maternità in diritto di maternità da soddisfare comunque, anche troncando il rapporto con il donatore dello sperma dal quale ha origine il patrimonio genetico di chi viene al mondo, e sul quale dovrebbero ricadere le aspettative ed i diritti di chi nasce? Quando il bambolotto desiderato, fatto uomo dimezzato, sperimentasse la disperazione di esistere, contro chi dovrebbe legittimamente sfogare la sua rabbia

  2. gionni

    Caro Fabio, ti vergogni di essere Italiano? Allora chiedi la cittadinanza Russa o di qualche Paese Islamico, dove certe cose non si possono fare.
    Loro si che rispettano gli embrioni di chi non è ancora nato, ma rispettano, diciamo un pò meno, gli embrioni diciamo “adulti”, metti dai 20 agli 80 anni di vita.
    A proposito di rispetto per la vita, i poveri cristi che arrivano e arriveranno sulle carrette del mare, tutti embrioni di 20/30 anni, cosa facciamo? Li trattiamo anche loro come esseri umani oppure no?
    Non è che tutta l’ umanità l’ abbiamo esaurita con chi non è ancora nato?

    1. Fabio

      Chi permette che gli immigrati muoiano in mare ha la stessa mentalità di chi approva la fecondazione artificiale: dimostrano un profondo disprezzo della dignità umana.
      Ripeto: E’ UNO SCHIFO!

      CHI SONO QUESTI GIUDICI? Che coscienza hanno?
      E’ vero che il presidente della corte costituzionale si prende circa 500.000 euro di stipendio all’anno?

      http://www.lavoce.info/la-corte-costituzionale-costi-sprechi-scandalo/

      VERGOGNA! Non c’è bisogno di scomodare la religione per capire che una cosa del genere è semplicemente barbara e disumana.
      Ormai mi pare evidente che non ci sono più valori condivisi. La società è allo sfascio più completo.
      Che schifo! Che schifo! Che schifo!!!

    2. kan63

      Beh Gionni piacere di vedere che a te è andata bene 20/30 anni fa e qualcuno ti ha fatto nascere senza chiederti il permesso…poteva decidere il contrario…

    3. Giannino Stoppani

      Caro mio Gionni, ti sarebbe bastata una semplice ricerca su internet per scoprire che in Russia e nei paesi islamici le normative riguardo alla fecondazione assistita sono molto liberali per non dire selvagge.
      Ti sarebbe bastato anche un po’ di cervello per realizzare la contraddizione che c’è tra salvare naufraghi e ammazzare bambini.
      E’ chiaro che chi ritiene lecito ammazzare bambini, dei naufraghi non possa che fregarsene altamente, e se accenna alla loro tragica fine lo fa solo per ragioni di strumentalizzazione politica.
      Infatti chi per solidarietà umana disinteressata auspica giustamente il salvataggio dei naufraghi, per lo stesso motivo dovrebbe essere contrario allo sterminio degli embrioni umani.
      A meno che non si dividano gli esseri umani in categorie più o meno meritevoli della nostra solidarietà.
      E allora si cominciano a costruire i forni crematori.

      1. pallo

        @Stoppani: “E’ chiaro che chi ritiene lecito ammazzare bambini, dei naufraghi non possa che fregarsene altamente” però chissa come mai la parte poltica che ha approvato le leggi contro la procreazione assistita è la stessa che ha fatto la Bossi -Fini una delle peggiori leggi sull’immigrazione che ha creato situazioni terribili in questi anni !!!
        Non sarà per caso che degli embrioni non gli fregava nulla ma che lo ha fatto solo per prendere i Vostri voti facendo una legge che, come dice Giacomo, è stata scritta male e quindi la corte ha invalidato ?

        Forse se Silvio e tutta l’allegra combriccola avesse avuto VERAMENTE a cuore il problema avrebbe messo molto più cura nel redigere la legge rendendola ROBUSTA ….. diciamo che hanno messo molta + cura e attenzione nel depenalizzare il falso in bilancio e nella legge Gasparri.

        In sintesi smettetela di prendervela con la magistratura per l’abrogazione di leggi scritte alla cazz.. dai politici …. prendetevela con i politici che avete sostenuto

        1. Giannino Stoppani

          Francamente non capisco come la legge Bossi-Fini possa di per se stessa aver causato la fine tragica degli emigranti nel mediterraneo, a meno che la legge Turco-Napolitano non prevedesse il loro imbarco su navi da crociera a spese dello Stato.
          Comunque è abbastanza chiaro che se è vero che a chi ritiene legittimo ammazzare bambini della sorte degli immigrati si interessa solo per motivi strumentali e non certo per solidarietà umana, è anche vero che a chi propone che le unità della Marina Militare prendano a cannonate le barche degli immigrati, degli embrioni umani interessa per soli scopi elettorali.
          Tanto è vero che la legge 40 pur limitandola in vari modi, non vieta la fecondazione artificiale (e dunque il macello degli embrioni umani) tout court come invece sarebbe auspicabile per un cattolico come il sottoscritto, il quale (almeno per questo!) ha la coscienza tranquilla, perché mai ha votato “l’allegra combriccola” e, francamente, non capisce proprio con quale diritto tu ti permetta di rivolgerti a lui usando la seconda persona plurale, inserendolo inusitatamente in un generico “voi” che avrebbe sostenuto quello o quell’altro.
          Se codesto tuo arbitrio nei confronti delle mie opinioni tu lo avessi perpetrato in un contesto meno informale di questo ti saresti beccato una querela.

          1. leo aletti

            Ribadisco la corte costituzionale è dal 1975 favorevole all’aborto, la legge 40 è abortista ( legge iniqua) pertanto la corte costituzionale toglie tutti i paletti. Il coro della maggioranza dei cattolici in Italia è favorevole alla legge 40, pertanto o i cattolici cambiano registro o subiranno sempre sconfitte. Che Dio ci salvi

  3. Fabio

    Mi domando come sia possibile bocciare la legge 40. Trovo la cosa semplicemente scandalosa.
    Vi è un disprezzo evidente della vita umana. L’uomo, i bambini, gli embrioni… sono merce!
    Oggetti di consumo!
    Mi sembra evidente che i nazisti non avevano un atteggiamento tanto diverso. Ogni persona ha diritto di venire al mondo in modo umano e non in una provetta di laboratorio.
    Neppure l’essere umano può essere considerato merce di scambio.
    L’uomo è un oggetto? è solo un mezzo per soddisfare le proprie aspettative? NO. Non può essere così!
    Se la persona è la fonte del diritto – e non lo stato – la consulta è andata contro la costituzione della repubblica e soprattutto contro la dignità della persona.
    In questo momento mi vergogno profondamente di essere italiano!
    Certe cose rimangono profondamente immorali e illegali e quindi sono totalmente inaccettabili. Vergogna!!!

  4. Giacomo

    Forse si rende necessario un piccolo chiarimento. Il referendum di cui si fa tanto parlare, come tutti sappiamo non ha raggiunto il quorum. Dal momento che a chi vota a un referendum abrogativo viene offerta la possibilità di votare SI (a favore dell’abrogazione e quindi contro la legge) oppure NO (contro l’abrogazione e quindi a favore della legge) l’astensionismo non lascia margini di interpretazione. Si potrebbe infatti trattare tanto di persone favorevoli al mantenimento della legge, quanto di persone che non hanno votato perché in disaccordo con la formulazione del quesito referendario e perché, faccio solo un esempio, volevo un quesito più ampio e quindi che abrogasse più parti della legge o piuttosto più restrittivo. La consulta non ha violato l’esito di un referendum, in quanto semplicemente il referendum non ha avuto un esito chiaro. Ha semplicemente cassato una legge che, per quando fosse giusta in molti suoi aspetti, era formulata in maniera raffazzonata e contraddittoria. Io avrei scommesso cento euro che per la disattenzione e la leggerezza con cui quella legge era stata fatta si sarebbe arrivati alla sua abrogazione giudiziale prima o poi. Se si introducesse nuovamente il divieto di eterologa con più coerenza sarei molto d’accordo. Però basta dire falsità come “la consulta non tiene conto della volontà popolare”. La chiesa è molti partiti hanno sbagliato a sponsorizzare l’astensionismo, perché non avere un esito significa lasciare aperte tutte le porte. E non vorrei malignarepensando che si sia sponsorizzato l’astensionismo solo per poter poi dire “abbiamo vinto” una volta non raggiunto il quorum. La consulta ha fatto solo ciò che aveva in potere e, mi duole doverlo riconoscere, in dovere di fare. Prendiamocela con chi ha fatto quella legge così scioccamente. E cerchiamo di affrontare il vero problema: ora l’eterologa c’è, perché siamo contrari? Non attacchiamoci agli specchi o i nostri avversari ci butteranno nel baratro. Senza solide basi, ma con le falsità campate per aria, non si vince. Sottolineo ancora una volta che sono contro l’eterologa, ma dal punto di vista del diritto è ineccepibile quanto fatto dalla corte. La verità esiste e non si piega con le ideologie di parte. Quelle si devono fondare su essa. Saluti

  5. gionni

    Caro Su, mi sa che il tuo punto debole è la facilità di fare confusione.
    La Russia di Putin è il muovo Paese faro per la linea editoriale di Tempi.
    Dato che il peccaminoso Occidente si ostina a considerare i suoi Cittadini liberi di comportarsi secondo coscienza, conseguentemente ha scalato le classifiche Putin, che non è proprio un fautore della libertà di pensiero.
    Ne tantomeno della libertà di rispettare le leggi quando fa comodo e diventare obiettori quando non lo fa più.

  6. Museveni for President

    Quando (fra poco) saremo costretti a convertirci all’Islam, se non altro tutta questa spazzatura (fecondazione, matrimoni gay, Unar, eutanasia …) sarà messa al bando

  7. gionni

    Dunque, saremmo in uno Stato di Polizia.
    Va beh, perlomeno siamo in buona compagnia di un pò tutto il mondo (che credevo Democratico) Occidentale.
    Però c’ è qualcosa che non quadra. Che strano, i Paesi invece come Russia e Cina, che non permettono queste cose che vi fanno stare svegli la notte, sarebbero invece quelli Liberi, ovvero l’ opposto degli Stati di polizia.
    Davvero non quadra.
    Non è che siete voi che dovreste darvi una regolata?

    1. Su Connottu

      Non è che dovresti impedire al gatto di giocare con la tastiera del tuo “device”?

      1. gionni

        Ciao Su, devi convenire che ho addestrato bene il mio gatto. Prima di bersi qualunque “verità” prova a ragionarci un pò su. Ragiona meglio di tanti, che si bevono qualunque cosa gli venga raccontato, compreso che noi e il mondo civile siamo sotto dittatura e quei fortunati Paesi dove se appena dissenti ti mandano in Siberia, sono Paesi liberi.

        1. Su Connottu

          Ok Gionni,
          ma una volta che scopri che in Russia il prof. Antinori aveva aperto un centro per la fecondazione assistita giusto poco tempo dopo la legge 40, per non parlare di cosa non viene fatto in Cina per gestire e programmare il controllo delle nascite, mi viene da pensare che il punto debole del gatto sia la geografia.
          Però questa disinformazione la perdonerei volentieri, ovviamente al gatto 😉

  8. michele

    L’involuzione è visibile anche in altre azioni. Negli Stati Uniti Obama può contare sulla corte suprema infiltrata.

  9. michele

    L’involuzione è visibile anche in altre azioni. Negli Stati Uniti Obama può contare sulla corte suprema nel far passare i suoi strappi etici.

  10. Giada

    Un piccolo dubbio: che succede se, 20 o 30 anni dopo la nascita di un bambino con l’eterologa, questi incontra e si innamora della figlia del suo “padre biologico anonimo”??? E’ un’eventualità remota, ma NON IMPOSSIBILE. A questo i giudici hanno pensato???

    1. Ester

      Le leggi le fa il parlamento , la magistratura deve solo applicarle .Evidentemente in Italia non è così , con buona pace di chi si riempe la bocca con la parola democrazia.
      A questo punto ci vuole una riforma che preveda che i membri della corte costituzionale vengano eletti dal popolo , altrimenti il popolo,che dovrebbe essere sovrano grazie al voto liberamente espresso, non conta davvero più nulla.

      1. w88

        Signora, apra un qualsiasi testo di diritto costituzionale e butti nel cestino la bibbia , almeno smettera’ di dire assurdita’.

        1. Su Connottu

          In nessun testo di diritto costituzionale c’è scritto che le leggi le scrivono i giudici.
          W88, butti nel cesso il pacco di minkiate con cui si è imbottito il cervello e si riprenda un manuale di educazione civica, quello delle medie nel suo caso va benissimo.
          Oppure si trasferisca in Iran, dove troverà il suo ambiente ideale.

  11. michele

    Le implicazioni bioetiche della decisione della cc sono pesanti, ma l’articolo pone anche un quesito giuridico. La magistratura disfa ormai qualunque legge non le piaccia. Il parlamento a ormai pochi spazi di manovra.

    1. w88

      La Corte Costituzionale dichiara incostituzionali leggi che contrastano con la Carta costituzionale, come e’ previsto dallo stesso testo per garantirne il rispetto. Ora certo che Amicone vorrebbe sostituirla con il Vangelo secondo Bagnasco, ma l’Italia e’ un paese laico e tutti noi dobbiamo fedelta’ alla Costituzione e non agli sproloqui di uno Stato teocratico estero.

  12. Anonimo

    “anch’essA”

    1. giovanna

      Vorrei comunicare ad Anonimo l’effetto gelante che fanno i suoi interventi a favore dell’aborto: ma se un millesimo dell’energia che profondi nel promuovere la morte di un figlio , la mettessi nel promuovere la vita di quel figlio e di quella mamma, quanto sarebbe più umano?
      Tra l’altro, non si è mai saputo che una donna in Italia non sia riuscita ad abortire a causa dell’obiezione di coscienza dei medici: perché tutto questo accanimento mortifero? Pura ideologia e odio dell’umano.
      Che tristezza.

      1. Anonimo

        Giovanna,

        mi spiace stia raggelando per causa mia. Come ho già scritto, non sono personalmente a favore dell’aborto. Ho solo citato la legge 194 come esempio di altra legge approvata da referendum e che quindi per coerenza dovrebbe essere difesa allo stesso modo della legge 40 da chi, autore dell’articolo su tutti, si straccia le vesti per un presunto attacco alla volontà popolare da parte della Corte Costituzionale.

  13. Anonimo

    L’obiezione di coscienza di massa impedisce di fatto l’aborto, un “diritto” confermato da un referendum, e quindi anch’esso “mette in mora la sovranità popolare” e rappresenta “un ennesimo attacco alla democrazia rappresentativa”.

    Per coerenza, quindi, dovreste scagliarvi anche contro questi obiettori, i quali con il loro comportamento portano allo “svuotamento e il pratico annullamento dei risultati di un referendum popolare”.

    Oppure ammettere che solo i referendum che sono in linea con le vostre idee sono da rispettare.

    1. Ambrogio

      Prima hai parlato di divorzio, non di aborto. Deciditi. Comunque il discorso non cambia. Il referendum sull’aborto del 1981 ha confermato TUTTA la legge 194, COMPRESA L’OBIEZIONE DI COSCIENZA, che ora voi antivita vorreste conculcare. Quindi, mi dispiace, ma anche in questo caso ti dai la zappa sui piedi da solo.

      1. Anonimo

        Quindi quali soluzioni proponi per garantire il “diritto” (sacrosanto, visto che è frutto della stessa volontà popolare che sarebbe a favore della Legge 40) all’aborto?

        1. Ambrogio

          Quali soluzioni proponi tu, Anonimo, per garantire i sacrosanti diritti alla vita e all’obiezione di coscienza?

          1. Anonimo

            Ti senti con le spalle al muro, vero?
            Io no. Eccoti due “soluzioni” per garantire il “diritto” all’aborto (dichiarato tale poiché confermato dalla volontà popolare ecc., che viene considerata inviolabile dall’autore dell’articolo).
            Molto cinicamente:
            1. incentivare la formazione di professionisti adatti;
            2. facilitarne l’immigrazione.

            Così viene tutelato il diritto all’obiezione e alla vita, chiaramente nei limiti imposti dall’ “espressione più democratica, diretta e cristallina della volontà popolare”, tanto cara dall’autore dell’articolo.

            Bene, ora tocca a te.

            ps: personalmente non sono favorevole all’aborto. E’ solo che ho notato un’apparente forte mancanza di coerenza nell’articolo e in molti commenti.

          2. Ambrogio

            No, niente spalle al muro, tranquillo, perché dovrei? Tu piuttosto mi sembri frastornato (divorzio, poi aborto, poi confusione sul referendum…boh!).

            Ok, ora tocca a me, ed ecco due soluzioni per garantire la tutela del diritto alla vita e all’obiezione di coscienza.

            1) dare applicazione anche alla parte della 194 che viene tutt’ora dimenticata in barba al testo della legge e al referendum del 1981, quindi difendere il diritto alla vita, dissuadere le donne dal ricorrere all’aborto e trovare soluzioni alternative;

            2) formare i medici all’amore e al rispetto per la vita umana sin dal suo inizio (cosa che peraltro i medici già coltivano per istinto), cercando in tal modo di incrementare ulteriormente le ancora troppo basse percentuali di obiezione, aiutando i non obiettori a superare i timori reverenziali e i condizionamenti ideologici che gli impediscono di fruire di un loro sacrosanto diritto, del tutto coerente con la natura e il significato della professione medica.

          3. Paolo2

            Generalmente aborrro atteggiamenti di adulazione.
            Ma quando ce vò, ce vò.
            Anonimo 0 – Ambrogio 10

          4. Anonimo

            Ambrogio,

            Stai svicolando la domanda.
            Quali le “soluzioni” per garantire il “diritto” all’aborto (o, per evitare fraintendimenti, il “diritto all’interruzione volontaria di gravidanza in base alla legge 194”)?

          5. Quercia

            Non esiste alcun diritto all’aborto. Basta con questa mistificazione mortifera.

            Perfino Zagrebelsky (noto per le sue posizioni sul tema) sostiene che: “Nemmeno la legge italiana prevede un “diritto all’aborto”. Essa regola la difficile, drammatica contrapposizione tra la prosecuzione della gravidanza e la tutela della madre”

            http://www.zenit.org/it/articles/tribunale-europeo-non-esiste-il-diritto-all-aborto
            http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2012/6/21/LEGGE-194-Mirabelli-per-la-Corte-costituzionale-il-diritto-all-aborto-non-esiste/293755/
            http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/14Jul2013/14Jul201304b17b238f45458cc6c98eaaa96ab10a.pdf

          6. Anonimo

            Allora, visto che qui ci si ancora alla parola “diritto”, diciamo le stesse cose con altre parole.

            Una donna ha un certificato che le permette di fare un’interruzione volontaria di gravidanza, ma non trova un medico che le permette di farla, visto che l’obiezione di coscienza è a livelli molto alti e i pochi medici non obiettori sono oberati dal lavoro.

            Come si può garantirle questa possibilità, che le è garantita da una legge, la quale, proprio come la legge 40 qui difesa, è stata approvata da un referendum e quindi, proprio come la legge 40, inviolabile e da difendere?

            Oppure la possibilità di abortire (o di divorziare ecc.), pur essendo riconosciuta dalla volontà popolare, vale di meno rispetto alle indicazioni della legge 40 e quindi può non essere difesa?

            Insomma: se ritenete l’applicazione della legge 40 come irrinunciabile, in quanto espressione della sovranità del popolo, allora, per coerenza, dovreste ritenere irrinunciabili altre leggi anch’esse sottoposte a referendum e quindi anch’esse espressione della sovranità popolare.

            Quindi, chi per questo motivo critica il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legge 40, dovrebbe, sempre per coerenza, anche criticare la presenza di ostacoli che impediscono l’applicazione di quest’altre leggi come, per esempio, l’alta presenza di obiettori che impediscono di fatto l’applicazione della legge 194.

            Qui vedo due pesi e due misure, invece.

          7. Su Connottu

            Anonimo,
            hai un evidente confusione di base sui concetti di diritto, di norma, di divieto e di sanzione. Leggiti bene il testo della legge 40 e della 194.
            Poi torna qui e ne discutiamo.

          8. Anonimo

            Ho letto.
            Le domande rimangono.
            Le incoerenze pure.
            Attendo risposte, sempre se ce ne sono.

          9. Su Connottu

            Anonimo le tue domande richiamano le tue lacune di base.
            Non è qui che le risolvi, ma su un manuale di edicazione civica.
            Vedrai, dopo dirai che ne è valsa la pena.

          10. Anonimo

            Suvvia, mi spieghi un po’ quali sarebbero queste lacune. E provi a controbattere ai miei dubbi. Altrimenti, chi legge, potrebbe pensare che non sa cosa rispondere (visto che usa questa storia del manuale di educazione civica a ogni pié sospinto, già 2-3 volte solo negli ultimi commenti…).

          11. Quercia

            Visto che l’aborto non è un diritto mentre l’obiezioni di coscienza si, prevale il DIRITTO all’obiezione di coscienza. Non è questione di ancorarsi alle parole. E’ evitare di giocarci.

          12. Su Connottu

            Anonimo non posso stare a straripetere concetti banali già espressi da altri.
            Cerco solo di farti notare l’errore d’origine. Quercia, molto più pazientemente, ti ha appena sillabato, per venirti incontro, un concetto che evidentemente tu non sei in grado di cogliere.
            Cerca di fare un piccolo sforzo sulle tue lacune e vedrai che inizierai a capire le risposte che ti sono state già date

          13. Anonimo

            Quercia,

            Perché due possibilità previste dalla stessa legge (l’IVG e l’obiezione) sarebbero una un diritto e l’altra no. La parola “diritto” non è mai associata a nessuna di queste due possibilità.

            Su Connottu,

            Ti nascondi dietro a fantomatiche risposte altrui e alla mia presunta non conoscenza delle nozioni base del diritto. Ho capito: non sei in grado di darmi risposte.

          14. Quercia

            X anonimo. E’ quasi esatto. Il fatto è che l’aborto è una possibilità (sbagliata) che la norma da ad una persona. L’obiezione di coscienza è un diritto che deriva dal diritto di pensiero/religione stabilito dalla Costituzione. La differenza fra possibilità e diritto è in soldoni che una se ci sono determinate condizioni può essere “utilizzata”, l’altro se non ci sono le condizioni le si può “imporre” e/o pretendere.
            A livello teorico, se non esistesse neanche una persona disponibile a praticare un aborto non vengono più fatti aborti, anche se ci fossero ancora persone capaci di farlo. La possibilità continuerebbe ad essere garantita dalla norma però di fatto non può essere utilizzata. Se invece, sempre a livello teorico, non ci fossero più medici disposti a cambiare flebi, li si obbliga a farlo per tutelare il diritto di salute del paziente.

            Caso ancora più complesso, che però non saprei risponderti granchè, è il contrasto fra 2 diritti. Ma non è questo il caso.

          15. Anonimo

            ” La differenza fra possibilità e diritto è in soldoni che una se ci sono determinate condizioni può essere “utilizzata”, l’altro se non ci sono le condizioni le si può “imporre” e/o pretendere. ”

            Ma l’obiezione di coscienza non è permessa sempre, come nel caso di pericolo di vita della donna (questo è quanto dice la legge 194). Quindi essa è applicabile solo in determinate condizioni, come l’ivg. Ne consegue che, stando a quanto scrive, nessuna delle due è un diritto. O lo sono tutt’e due.

            Le altre domande sono tutt’ora senza risposta…

          16. Quercia

            In quel caso ci sono 2 diritti: il diritto alla vita/salute della donna e il diritto alla libertà religiosa. Se è come dici, ossia che non si può esercitare l’obiezione di coscienza vuol dire che una legge fa prevalere il primo diritto rispetto al secondo. Pensandoci la motivazione potrebbe essere perchè in quel caso l’operazione medica ha lo scopo di salvare una donna e il bambino e l’aborto è solo un’eventualità che potrebbe avvenire. Cmq il fatto è che, se è come dici tu, la legge, di fronte 2 diritti (l’aborto non lo è), fa prevalere il diritto alla vita della donna rispetto al diritto alla libertà di pensiero del medico. Caso limite che non centra un tubo con il discorso aborto e obiezione di coscienza.
            Non a caso in sede nazionale e internazionale si sta spingendo in maniera molto intensa per creare il diritto all’aborto (attraverso sentenze, leggi).

            Quali sarebbero le domande da me inevase?

          17. Anonimo

            “In quel caso ci sono 2 diritti: il diritto alla vita/salute della donna e il diritto alla libertà religiosa”

            Infatti la legge 194 giustifica il ricorso all’aborto anche non in urgenza col diritto alla salute della donna. Quindi mi sembra proprio che i due diritti (salute donna e obiezione) siano a pari livello e non solo in caso di pericolo di vita.

            La domanda che rimane senza risposta è: se molta gente qui si straccia le vesti perché la legge 40, confermata da referendum, è stata resa di fatto inapplicabile da una sentenza della Corte Costituzionale, perché allora la stessa gente non fa lo stesso per difendere altre leggi anch’esse confermate da referendum e anch’esse rese di fatto inapplicabili o di difficile applicazione, come la 194?
            In mancanza di altre indicazioni, o la “sovranità popolare” vale sempre, oppure non vale mai. Usarla come argomentazione principale, come avvenuto nell’articolo, dovrebbe implicare una certa coerenza.

          18. Quercia

            “mi sembra proprio che i due diritti (salute donna e obiezione) siano a pari livello e non solo in caso di pericolo di vita”
            Per l’ultima volta ti ripeto che una cosa sono i vari diritti, fra cui il diritto alla salute, alla libera associazione, alla libertà religiosa, alla libertà di pensiero ecc. Altra cosa è l’aborto. L’aborto non è un diritto. Questo è un dato di fatto, non un opinione. Confermato dal fatto che in più parti si sta cercando di inserire nelle legislazioni nazionali il diritto all’aborto (se già lo fosse perchè dovrebbe essere inserito?). La cosa è stata confermata anche da giuristi decisamente non pro-vita (come ti ho indicato prima).
            Mo’ basta, se l’hai capito bona, anche perchè è un concetto semplice..altrimenti pace.

            Per quanto riguarda la risposta inevasa, a mio parere in termini strettamente giuridici non c’è alcuna violazione della sovranità popolare, perchè la corte costituzionale è stata messa li non da qualche entità astrata ma dal popolo quando sono stati decisi gli organi fondamentali della repubblico per verificare che tutte le leggi siano coerenti con la Costituzione. Certamente, come si è svolta tutta la storia, posso capire la rabbia dei favorevoli a questa legge.
            Lo stesso direi se la legge sull’aborto venisse dichiarata incostituzionale oggi (magari succederà …che so? per tutelare il diritto di vita del concepito?). Se si ha un minimo di onestà intellettuale si ammette che si vedrebbero le stesse identiche scene al rovescio. Temo con una piccola differenza (ma spero tanto di no), la quasi totalità dei media (TV, giornali, radio) si dichiarerebbero scandalizzati e schifati per lo svuotamento della sovranità popolare mentre oggi non ne fanno accenno.

            Attualmente cmq l’esempio che fai tu è sbagliato. C’è una bella differenza con la legge sull’aborto. La legge 40 è stata dichiarata incostituzionale dopo 10 anni, la 194 è pienamente efficacie dal punto di vista normativo/giuridico. Certo…trova dei vincoli (stabiliti sempre dalla volontà popolare). Questi vincoli sono i diritti altrui. Vedi un po’ te?!?! Se ci sono medici disponibili a farlo, la 194 è pienamente operativa altrimenti no. Questo non mina la volontà popolare, la quale ha deciso di rendere possibile abortire, non ha dato nessun diritto all’aborto ma ha deciso di garantire i diritti fondamentali dell’individuo.

          19. Anonimo

            “Se ci sono medici disponibili a farlo, la 194 è pienamente operativa altrimenti no”

            “Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale. ”
            (art. 9 comma 4 L. 194/78)

          20. Paolo2

            Urca, non ti è bastata, ne vuoi ancora!!
            Auguri!!

          21. Giannino Stoppani

            Siete sicuri che nel nostro ordinamento esista un generico “diritto all’aborto”?
            No, perché a me invece risulta che l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza non sia un diritto indiscriminato, ma sia un evento sottoposto a precise condizioni.
            Ma di certo voi sapete cose che io ignoro.

          22. Ambrogio

            Infatti non c’è nessun “diritto” all’aborto, se l’è inventato l’anonimo veneziano. Anche se ora purtroppo le iperattive lobbies antivita stanno premendo in tal senso.

          23. Anonimo

            “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile”

          24. Giannino Stoppani

            Se c’è una cosa che si possa definire logicamente antitetica alla “procreazione cosciente e responsabile” è proprio l’aborto!

          25. Anonimo

            Eppure la legge in questione si intitola:

            NORME PER LA TUTELA SOCIALE DELLA MATERNITA’ E SULL’INTERRUZIONE VOLONTARIA DELLA GRAVIDANZA.

            Se fosse antitetica, come lei sostiene, allora che senso avrebbe?
            Sarebbe come fare una legge contemporaneamente contro e a favore di qualcosa.

            In ogni caso, visto che si tratta di legge frutto della volontà popolare, e visto che questa sarebbe sacra e inviolabile (concetto contenuto nel testo dell’articolo) ne consegue che la legge stessa non è modificabile se non dalla volontà popolare stessa e la sua applicazione deve essere garantita, a prescindere dagli ostacoli (che sia la mancanza di consultori o l’obiezione di coscienza unanime).

          26. Su Connottu

            Anonimo,
            eppoi ti offendi se ti dico che il problema ce l’hai nel “manico”.
            Proprio nel titolo della legge che hai appena incollato c’è la risposta alla tua obiezione. Ma è un problema così grave?

          27. Tommasodaquino

            ha scritto bene PROCREAZIONE , non eliminazione….

  14. Anonimo

    Strano vedere come la “democrazia” e l’espressione della “volontà popolare” sono sacre in questo caso, ma non quando c’è un voto a favore del divorzio.
    O lo è sempre, o non lo è mai. Oppure si spiega in base a quali principi non lo è (un’ipotesi è quando si tratta di diritti di minoranze).
    Ma non ha molto senso dire che la volontà popolare è da rispettare solo quando fa comodo alle nostre idee.

    1. Ambrogio

      Perché, scusa, sul divorzio che cosa è successo? Mi sono perso qualcosa? E’ stato forse abrogato? Mi sembra che lo si stia rendendo sempre più breve, brevissimo, istantaneo etc. Invece se vince un referendum a favore della vita ce ne si fotte tranquillamente.

      1. Anonimo

        Quindi impedire che l’esito di un referendum venga applicato è sempre e comunque “mettere in mora la sovranità popolare” e rappresenti “un ennesimo attacco alla democrazia rappresentativa”?

        1. Ambrogio

          Ma perché, ripeto, il divorzio viene forse “impedito”? Ma se tra poco basterà andare all’anagrafe per divorziare!

  15. Quercia

    Il 4 maggio 2014 a Roma c’è la marcia per la Vita. Vediamo di partecipare numerosi. Non sarà certamente una sola manifestazione in difesa della vita a cambiare radicalmente le cose da un giorno all’altro. ..ma gutta cavat lapidem. Manifestiamo fintanto che non creeranno il reato di abortofobia. E non aspettiamo che ce lo dica il vostro parroco, catechista, dirigente, presidente, vescovo, amante. il padre, la moglie, il marito o chiunque altro. Alziamoci, compriamo un biglietto per Roma e la mattina del 4 maggio ci facciamo una bella camminata per le vie della nostra capitale. Non come cattolici/buddisti, credenti/atei, laici/religiosi, gay/etero, bianchi/neri, maschio/femmina, di destra/di sinistra ecc ecc. Ma come persone libere che credono nella “sacralità della vita umana e perciò nella sua assoluta intangibilità dal concepimento alla morte naturale, senza alcuna eccezione, alcuna condizione, alcun compromesso;” (tratto dal sito ufficiale)

    Quand’è che qualche associazione comincierà a proporre in maniera sistematica una questione di legittimità costituzionale della 194? Guardate che la strategia è quella. Si sollevano cause su cause fino a che una ti viene accolta. La legge 40 è del 2004, ora siamo il 2014. Sono 10 anni che ci provavano in tutte le maniere, con numerosi fallimenti. Ora ce l’hanno fatta. Certo avere dalla propria parte la quasi totalità dei media (giornali, Tv, radio), dell’intellighenzia, tutta la sinistra e la stragrande maggioranza del centro-sinistra e del centro destra aiuta non poco (alcuni di questi qui però li abbiamo votati noi. Quindi occhio alle prossime elezioni).

  16. francesco

    Caro Cagliostro,
    l’art. 75 cost., nel prevedere un quorum per il referendum abrogativo, sancisce il principio per cui, se mi astengo, ho espresso una scelta precisa (e tale principio vale solo per il referendum abrogativo)

    1. “l’art. 75 cost., nel prevedere un quorum per il referendum abrogativo, sancisce il principio per cui, se mi astengo, ho espresso una scelta precisa”: dove verrebbe sancito questo principio nell’articolo 75 della Costituzione?

      “e tale principio vale solo per il referendum abrogativo”: esistono altri referendum in Italia che non siano abrogativi?

      1. Ambrogio

        Sì, caro, esistono anche i referendum confermativi di leggi costituzionali o di modifica della Costituzione che non abbiano ottenuto, nella doppia lettura parlamentare, la maggioranza dei due terzi. Qui non è richiesto alcun quorum strutturale.

        Ma ripeto la domanda: sei lo stesso Cagliostro della bufala sul panino omofobo?

        1. Vero: esistono anche i referendum costituzionali (e su formazione di regioni, etc.). Casi particolari mai avvenuti in Italia (se ricordo bene).
          Bufala del panino omofobo? Sono lo stesso Cagliostro che un po’ di bufale di Tempi le ha smascherate se ti può interessare ma non capisco cosa c’entri.

          1. Ambrogio

            Mai avvenuti in Italia? E su cosa abbiamo votato allora nel 2001 e nel 2006? Nel 2001 vinsero i SI’ alla conferma delle modifiche al titolo V della Costituzione nonostante avessero votato solo il 34% degli aventi diritto.

            Aggiungiamo anche il referendum monarchia – repubblica del ’46, che non era abrogativo neppure quello. Ma anche se non ve ne fossero mai stati, cosa importerebbe in una discussione di principio, nella quale si vuole mettere in luce la differenza tra due istituti.

            Però la domanda principale è rimasta inevasa: sei lo stesso Cagliostro della bufala sul panino omofobo o no?

          2. Vero: non ricordavo i referendum costituzionali del 2001 e del 2006 (avevo candidamente ammesso che non facevo tanto affidamento sulla mia memoria).
            In ogni caso i referendum costituzionali sono regolamenti dall’articolo 138 della Costituzione mentre quello abrogativo (come nel caso del referendum sulla legge 40) è regolamentato dall’articolo 75: insomma parlare del referendum costituzionale in merito ad un referendum abrogativo c’entra poco o niente.
            Lasciamo perdere il referendum monarchia/repubblica del 1946: non c’era neanche la Costituzione al tempo.
            Panino omofobo? Stai bene amico mio?

          3. Ambrogio

            Come non c’emtra?! C’entra eccome! Sono due referendum e hanno presupposti distinti e con ragione!

            Panino omofobo, sì, anche se fai il finto tonto, Alex…

          4. Hai proprio ragione amico mio,
            come dici tu sono due referendum (due tipi di referendum direi) ed hanno presupposti distinti (sottolinerei distinti) e con ragione……due tipi di referendum con presupposti distinti e con ragione: non potrei essere più d’accordo con te.

          5. Ambrogio

            Bene, sono contento che sia d’accordo con me. Quindi hai finalmente compreso il significato della scelta di non partecipare al voto nei referendum abrogativi, e cioè che tale scelta equivale a una contrarietà al quesito, a differenza dell’altra ipotesi di referendum. Ottimo!

            E sul panino omofobo, hai fatto mente locale?

          6. “Il significato della scelta di non partecipare al voto nei referendum abrogativi, e cioè che tale scelta equivale a una contrarietà al quesito, a differenza dell’altra ipotesi di referendum”: motivazione (opinabile) di carattere sociologico ma di nessuna valenza giuridico/costituzionale.
            Altra validissima spiegazione è che gli elettori scelgono (giustamente) di non esprimersi su temi altamente tecnici come la fecondazione eterologa.

          7. Giannino Stoppani

            Ebbene sì, è quello dell’oramai epici panino omofobo di “Chicken fil A”!
            Chi altri, sennò, avrebbe la spocchia sufficiente a pretendere di pontificare di diritto (costituzionale!) senza avere idea di cosa sia un referendum confermativo?!
            Ah, ah, ah!

          8. Cisco

            Giannini lascia perdere le “alchimie” del Conte: uno che ritiene che la Corte, nella fattispecie, si sarebbe attenuta a motivazioni giuridiche e non sociologiche fa sbellicare dalle risate di per se’ senza necessità di ulteriori precisazioni o smentite.

          9. Esaki

            CAGLIOSTRO non fare il finto tonto che sono un paio d’anni che ci facciamo le matte risate dopo la storia del pollo omofobo.
            Finché questo posto sarà frequentato da persone con un pizzico di memoria ti spiattelleremo in faccia non solo la storia del pollo omofobo, ma persino l’articolo con tanto di pingbacks dal tuo sito http://milkthebull.com/2012/08/03/chick-fil-a-introduces-god-hates-fags-sandwich-pre-civil-rights-nuggets-and-illegal-immigrant-chicken/
            Invece di ammettere la tua sbadataggine (che può capitare a tutti!) e scusarti, insisti a voler avere ragione o a cercare diversivi calunniando e insultando chi ti chiede conto della tua palese scorrettezza o a fare il finto tonto (ultima tua strategia). Ricorda che errare è umano, ma perseverare è diabolico.

          10. ftax

            CAGLIOSTRO?
            Ma non era defunto qualche secolo fa, mentre cercava la pietra filosofale?
            (quella che tramuta lo sterco di maiale in oro…)

      2. Nino

        Per favore non ci prendiamo in giro, esiste un astensionismo fisiologico, che nelle elezioni politiche si aggira sul 30-35% (se non vado errato alle ultime politiche su circa 50 Milioni di aventi diritto hanno votato poco più di 33 Milioni di italiani), persone che non votano MAI. A questo bisogna aggiungere quella percentuale di persone che si astengono perchè non sono interessate ad esprimere una loro opinione sull’argomento specifico (e questo era abbastanza ostico) o una opinione proprio non ce l’hanno. Quindi dire che il mancato raggiungimento del quorum del referendum cui si fa riferimento fosse la chiara espressione della volontà popolare è una esagerazione. E’ vero che, proprio contando su questo fatto, una delle tecniche per combattere un referendum è stata (ed è) quella di impedirgli di raggiungere il quorum. In questo modo si può raggiungere lo scopo primario (evitare la abrogazione di una legge) ma si rinuncia ad avere una ratifica della propria posizione, quindi non si può usare il (mancato) risultato del referendum per supportare la propria opinione come “opinione maggioritaria”

        1. Su Connottu

          La legge 40 è stata votata da un parlamento bicamerale, che in Italia è la massima espressione della volontà popolare.
          Il referendum non è stato voluto dai sostenitori della legge, ma dai contrari, e ha avuto l’88% di consenso su un quorum del 25% che è il più basso nella storia dei referendum.
          Per cui, se non vogliamo prenderci in giro, la legge 40 è stata votata e confermata due volte al massimo livello di rappresentatività che un sistema democratico possa concepire.
          L’arroganza del giudice esprime in questo caso il legittimo prurito del giudice, non di certo il popolo italiano. Questo è uno stato di polizia che di fatto legittima la legge del più forte contro la legge voluta dal popolo. La cosa che più fa paura è il disprezzo di questi giudici per la democrazia.
          Nino stai attento perchè sulla base della legge del più forte non è detto che le cose andranno sempre come tu auspichi.

        2. beppe

          a NINO, il risultato del referendum era così POCO CHIARO che la parte sconfitta non ha ancora incassato il colpo e ha fatto di tutto per farla pagare ai cattolici BAMBINI che si sono permessi di rompere il giocattolo. laicisti , radicali femministe ecc. stanno cercando in tutti i modi di lavare questa macchia e cercano chi li possa aiutare.

  17. Caro amico Amicone,
    quarto comma dell’articolo 75 della Costituzione della Repubblica Italiana: “La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi”.
    Al referendum del 2005 per l’abrogazione della legge 40 parteciparono solo il 25,6% degli aventi diritto e perciò il referendum è invalido (ossia non conta niente).
    La sentenza non ha cancellato proprio il risultato del referendum perché è come che quel referendum non ci sia mai stato.
    Se vogliamo essere precisini, tra coloro che si recarono a votare l’88,1% si pronunciò a favore dell’abrogazione della legge.

    1. Ambrogio

      Cagliostro chi? Quello della bufala sul panino omofobo?

    2. Gabriele Puppis

      Credo che ci sia stato un malinteso nell’interpretazione delle parole di Amicone, che comunque, effettivamente, ha omesso alcuni dettagli riguardo al referendum. In breve, l’astensionismo del referendum del 2005 e’ rappresentazione della volonta’ popolare di *non* abrogare parti della legge 40: il referendum verteva appunto su questo (fra l’altro, la Corte Costituzionale si era gia’ espressa sull’inamissibilita’ di un referendum per l’abrogazione totale della legge). Ai referendum, che piaccia o no, si “vota” anche tramite l’astesionismo. Queste sono le regole che ci siamo dati.

      In ogni caso, per quanto mi trovi d’accordo con i contenuti esposti nell’articolo, credo che sarebbe piu’ interessante e istruttivo ricordare nel dettaglio la storia della legge 40 dall 2004 ad oggi, se non altro per far notare come questo tipo di sentenze possano essere ribaltate da un giorno all’altro e da una Corte a un’altra (ho vaghi ricordi, ad esempio, di sentenze e contro-sentenze della Corte di Strasburgo e di quella Costituzionale nel 2012…).

      1. “L’astensionismo del referendum del 2005 e’ rappresentazione della volonta’ popolare di *non* abrogare parti della legge 40”: questa è solo una interpretazione (opinabile) di tipo sociologico e non giuridico. Un’altra valida spiegazione all’astensionismo ai referendum (molti referendum non raggiungono il quorum) è che gli elettori – anche giustamente a mio giudizio – scelgono di non votare per questioni di tipo tecnico come la fecondazione eterologa su cui è difficile farsi un’opinione.

        “Ai referendum, che piaccia o no, si “vota” anche tramite l’astesionismo. Queste sono le regole che ci siamo dati”: non sono regole scritte nella Costituzione e solo su quella devono esprimersi i giudici della Consulta.

        1. Cisco

          Il quorum e’ previsto dalla Costituzione.

    3. Luigi Amicone

      La sentenza ha cancellato una legge che con quel risultato referendario il popolo ha sancito che non si doveva cancellare. La sentenza, se proprio vogliamo esser precisini, ha ribaltato il principio di maggioranza democratico e premiato una minoranza (l’88% del 25%) sconfitta in un democratico referendum. Se proprio vogliamo essere precisi, dato che anche noi fummo della partita, ci fu un movimento su piazza, giornali e in parlamento, che sostenne l’astensionismo attivo come espressione di sostegno alla legge 40. Questo movimento espose le proprie ragioni in decine di incontri pubblici, ebbe contro tutto l’establishment bempensante (media e naturalmente l’industria del bambino-fai-da-te), ma fu confermato dal popolo che disertò le urne. Se proprio vogliamo essere precisi la decisione dell’Alta Corte ha annullato una grande esperienza di discussione democratica e impegno civile, vissuto, praticato e, in certi casi, sofferto, da qualunque parte della barricata si fosse allora. Per i nostri giudici della Costituzione quello che pensa e per cui si batte, che vota o non vota la gente, l’essenza della democrazia, conta niente. Tant’è, alla bisogna, ci pensa un giudice a decidere una legge. Nel caso sono 15 giudici che ci costano mediamente 450mila euri di stipendio annuale cadauno e 64 milioni di euri complessivi (comprensivi di 300 addetti, segreterie, auto, che se girassero in elicottero ci costerebbero meno). Io penso che sia un po’ caro il prezzo pagato dai cittadini per essere defraudati del loro impegno o non impegno civile, per essere conculcati nella libertà di esprimere o no il loro consenso a una legge, per essere infine costretti a subire la trasformazione della Repubblica Italiana in Oligarchia Togata.

      1. Gentile Amicone,
        La ringrazio per la risposta ma la trovo più che insoddisfacente.
        Lei scrive di “risultato referendario” ma – come previsto dalla Costituzione – senza quorum non c’è nessun risultato: questo è un dato di fatto inconfutabile.
        Se il “popolo” avesse voluto ribadire che quella legge non si doveva cancellare avrebbe dovuto andare alle urne e votare per il “No” (come avvenuto per i referendum sul divorzio e l’aborto approvati precedentemente dal parlamento).
        Ci fu un movimento d’opinione che si espresse per il cosiddetto “astensionismo attivo” e questo è facilmente condivisibile ma è più difficilmente provabile che sia stato quel movimento a determinare l’astensionismo degli elettori visto che in molti referendum – soprattutto su materie complesse come questa – l’astensionismo non permette di raggiungere il quorum. Lei parla di “partita” ma – per usare un gergo calcistico – il risultato sarebbe stato portato a casa solo con il quorum raggiunto: in mancanza del quale è difficile parlare di vittoria sia del sì che del no. Insomma impossibile “metterci il cappello”: si potrebbe anche pensare che chi si è astenuto (ossia si è tenuto lontano dalla discussione) abbia preferito delegare l’onere della decisione ai votanti (che si sono espressi in stragrande maggioranza per l’abrogazione della legge). Insomma parlare di vittoria del cosiddetto “astensionismo attivo” richiede una certa fantasia intellettuale.
        Per il resto lei parla di democrazia, di libertà e di Repubblica Italiana ma dimentica un particolare importante: nessuna decisione del Parlamento e nessuna decisione popolare (per un secondo voglio fare finta che al referendum ci fu la vittoria del no) può venire meno ai principi sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
        Non commento i suoi giudizi sul costo della Corte Costituzionale: le cifre che Lei riporta sono vere ma non credo che questo tema sia attinente a questa discussione.
        La devo correggere solamente quando scrive che “ci costano mediamente 450mila euri di stipendio annuale cadauno e 64 milioni di euri complessivi”: non è una correzione sulle cifre (vere almeno per quanto riguarda gli stipendi dei giudici tranne che per il Presidente che guadagna di più) ma sulla forma “euri” da Lei usata. La parola “euro” al plurale resta invariata.

        Cordialmente

        1. Giannino Stoppani

          “La devo correggere solamente quando scrive che “ci costano mediamente 450mila euri di stipendio annuale cadauno e 64 milioni di euri complessivi”: non è una correzione sulle cifre (vere almeno per quanto riguarda gli stipendi dei giudici tranne che per il Presidente che guadagna di più) ma sulla forma “euri” da Lei usata. La parola “euro” al plurale resta invariata.”

          Orbene signore e signori lettori, mi sento in dovere di proporre che questa precisazione sul plurale di “euro” fatta dall’ineffabile Cagliostro al Direttore Amicone, venga tramandata alla posterità come il più pidocchioso, ridicolo, stolido, insulso, raccapricciante e soprattutto PUERILE discorso a bischero che sia comparso su queste pagine dai tempi del famoso “panino omofobo” di “Chicken fil A”.
          Che sia indetto un “referendum” confemativo!
          UAH! UAH! UAH!
          P.S.: siccome il comprendonio di molti qui si è dimostrato nel tempo piuttosto difettoso, vale la pena riportare la definizione di un noto e autorevole dizionario della lingua italiana (Devoto Oli – 2009)
          EURO ‹èu·ro› s.m., invar. (fam., anche pl. -i) Moneta comune di numerosi paesi dell’Unione europea con corso legale dal gennaio 2002; simbolo €. • DIM. fam. eurìno.

          1. Per la serie quando la toppa è peggio del buco. La forma “euri” riportata dal Devoto li è l’uso “familiare”, un uso più simile alla forma parlata che a quella scritta soprattutto se a scrivere è un giornalista: tutti capiamo a cosa ci riferiamo nel caso in cui parlassimo di “euri” ma ciò non significa che sia una forma corretta (in italiano ci si capisce anche quando si sbaglia). A tal proposito http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/plurale-euro

          2. Capisco che per voi cattolici la famiglia sia importante ma l’uso di “euri” è – come indicato dal Devoto-Oli – l’uso “familiare” che può essere accettabile nella forma parlata (anche se personalmente mi verrebbe da sorridere a sentirlo) ma non in quella scritta soprattutto se a scrivere è un giornalista professionista. A tal proposito La invito a leggere l’intervento dell’Accademia della Crusca.
            http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/plurale-euro

          3. Giannino Stoppani

            Mosso dall’imbarazzo che l’uomo di buon cuore prova anche quando ad esser pur giustamente sbertucciata è la spocchia più grossolana e strafottente, ti faccio notare che il ridicolo della tua puerile correzione non risiede tanto nel per più di un verso discutibile merito grammaticale in sé, quanto nella vile piccineria, in stile picca da “asilo mariuccia”, che hai dimostrato attaccandoti come una mignatta (= sanguisuga) a quello che può sembrare un grave errore solo a chi, a cagione della sua scarsa dotazione d’intelletto, risulta per natura refrattario a ogni forma di ironia e d’umorismo.

    4. Laura72

      Certo, un 88,1% di indottrinati dalla Emma Bonino…

      1. David

        Perchè, scusi, lei crede di pensare con la sua testa mentre gli altri sono indottrinati ?
        Leggi che obbligano la società ad uniformarsi a voleri religiosi sono errate, non ci sono ne santi ne ragioni.
        Voi avete il diritto di seguire i vostri principi, non di obbligare gli altri a seguirli.

        1. Giannino Stoppani

          Eh no, Caro David, siccome siamo in democrazia, se le leggi basate su principi di origine religiosa sono state approvate da un parlamento regolarmente eletto, tu le devi osservare esattamente come tutte le altre leggi.

  18. Enrico Z

    Votare contro il sistema, votare per chi vuole distruggere tutto. Questa é la mia parola d’ordine. Il presidente del consiglio non lo votiamo, le leggi le fa la magistratura oppure l’Europa anch’essa non votata.: basta:tutto al diavolo.

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