Non basta sconfiggere l’Isis. Va interpretato il Corano. Parola di studioso musulmano

Di Redazione
21 Novembre 2015
Il docente sudanese Abdullahi Ahmed An-Na'im ha spiegato che «l’interpretazione retrograda che l'Isis fa della sharia trova fondamento nel Corano di Medina» ma può essere cambiata
epa04838413 A Kashmiri Muslim woman recites the holy Koran during special prayers to observe the Martyr Day of Hazrat Ali, cousin of Prophet Mohammed, on the 21st day of Ramadan, at the Hazratbal Shrine in Srinagar, the summer capital of Indian Kashmir, 09 July 2015. Hazrat Ali was martyred on the 21st day of the holy month of Ramadan During Ramadan, physically mature and healthy Muslims have to abstain from food, drink, tobacco use and sex from dawn to sunset. EPA/FAROOQ KHAN

Dire che l’islam non c’entra nulla con la recente strage di Parigi e con le malefatte dell’Isis è una lettura confortante per l’Occidente, ma purtroppo non corrisponde a verità. A spiegare perché è Abdullahi Ahmed An-Na’im, studioso musulmano originario del Sudan, profondo conoscitore della legge islamica, e professore di diritto negli Stati Uniti alla Emory University.

LA SHARIA. In una lunga analisi scritta per The Conversation, e tradotta da AsiaNews, spiega che nonostante «la grande maggioranza dei musulmani [debba] provare di certo un profondo disgusto» per i crimini dell’Isis, «l’essenza della questione ruota attorno al fatto che i vertici dell’Isis e i suoi sostenitori possono appoggiarsi, e non mancano certo di farlo, su una moltitudine di fonti tratte dalle scritture e dalla storia per giustificare le proprie azioni. Le interpretazioni tradizionali della sharia, la legge islamica, appoggiano il jihad offensivo che mira a diffondere l’islam».

NESSUNA AUTORITÀ. Anche se ci sono importanti capi religiosi, come l’imam di Al-Azhar, principale autorità del mondo sunnita, che criticano l’Isis, «bisogna sapere che nessuna autorità può – qualunque sia il soggetto e il tema – stabilire o modificare la dottrina della sharia per gli altri musulmani. La fede musulmana e la sua pratica sono necessariamente individuali e volontarie. (…) Una conseguenza positiva di questa assenza di autorità religiosa consiste nel fatto di poter rimettere al centro e reinterpretare in modo diverso i principi della sharia. Al tempo stesso, vi è un rovescio della medaglia: qualunque musulmano può affermare qualcosa a proposito di sharia, nel caso in cui egli ottenga il consenso di una massa critica di fedeli».

MAOMETTO A MEDINA. Lo Stato islamico trova una valida conferma per le sue azioni nel comportamento di Maometto e «nelle rivelazioni ricevute dal profeta (come ci spiega il Corano)» una volta cacciato dalla Mecca e spostatosi a Medina. «L’interpretazione retrograda e brutale che fa Daesh [acronimo arabo per Isis, ndr] della sharia trova fondamento nel Corano di Medina», spiega An-Na’im, «che insiste sul fatto che i musulmani devono sostenersi l’un l’altro e distinguersi dai non musulmani».

JIHAD NEL CORANO. «Per esempio, nel versetto 3:28 (e anche 4:144, 8:72-73, 9:23, 71 e 60:1M) si dice che è proibito per i musulmani diventare amici o sostenere i non credenti (che siano essi pagani o politeisti). Tutto il capitolo 9 – che rientra fra le ultime rivelazioni – sanziona in modo categorico i non musulmani – e fra questi gli ebrei e i cristiani – e autorizza che sia lanciato il jihad offensivo nei loro confronti (versetto 9:29). È vero che il termine jihad è usato nel Corano per definire gli sforzi non violenti per la diffusione dell’islam (vedi i versetti 29:8, 31:15 e 47:31). Ma questo non cambia niente, perché lo stesso termine è stato usato per designare il ricorso alla guerra al fine di propagandare la stessa religione. Quest’ultima interpretazione è stata, in realtà, sanzionata dalle azioni e dalle direttive chiare emanate dal profeta in persona, così come dai fedeli più rispettabili, che sono divenuti in seguito i suoi quattro primi successori e califfi di Medina».

CONDANNE “OCCIDENTALI”. Sono tanti i musulmani che condannano lo Stato islamico. Ma, insiste lo studioso, «lo fanno per questioni morali o politiche, ma questo atteggiamento con tutta probabilità viene discreditato dai sostenitori dell’Isis come un ragionamento “occidentale”». Cosa si può fare allora? «La proclamazione di legittimità islamica di cui si ammanta Daesh», risponde An Na’im, «non può essere contrastata, se non usando una interpretazione alternativa della stessa legge islamica».

INTERPRETARE IL CORANO. È dal X secolo (dopo 300 anni di relativa libertà) che interpretare l’islam è diventato impossibile, continua il docente di diritto, ma «una concezione alternativa della sharia, che dimostri che le fonti delle scritture sulle quali Daesh si appoggia vanno viste in un contesto storico ben più ampio», è necessaria. «In altri termini, questi principi invocati dallo Stato islamico hanno potuto essere pertinenti e applicabili 1400 anni fa, quando la guerra – ovunque essa scoppiasse – era ben più dura di quanto non sia oggi. La solidarietà fra musulmani (wala’) si rivelava allora cruciale per la sopravvivenza della comunità musulmana e la sua affermazione. Ma oggi è ben vero il contrario».

L’ESEMPIO DI TAHA. An Na’im propone di seguire lo studioso sudanese Ustad Mahmoud Mohamed Taha, «che ha proposto di ripudiare i principi di una sharia che autorizza il jihad aggressivo, la schiavitù e la subordinazione delle donne e dei non musulmani, fondandosi sulle rivelazioni precedenti, quelle della Mecca». Taha considerava i messaggi più violenti, basati sulle rivelazioni di Medina, dovuti «a condizioni storiche del VII secolo».

ARRIVERANNO ALTRI ISIS. Per le sue idee, Taha «è stato giustiziato nel 1985 in Sudan per apostasia e i suoi libri continuano a essere proibiti nella maggior parte dei paesi arabi. Intanto lo Stato islamico vede le proprie file crescere sempre di più». Prima o poi l’Isis verrà distrutto, insiste lo studioso musulmano, ma «il mondo non potrà aspettarsi altro che la nascita di una nuova formazione dello stesso tipo; almeno fino a quando noi, musulmani, non avremo discusso in modo aperto e profondo dell’impasse nella quale si trova oggi la riforma della sharia».

Foto Ansa

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9 commenti

  1. Cisco

    I fanatici troveranno sempre un’interpretazione idonea alla loro opera sanguinaria. Comunque, ammesso e non concesso che si trovi una interpretazione “pacifista”, ci vorrebbe poi anche un’autorità che formi la retta coscienza in base a quell’interpretazione, almeno a livello nazionale.

    1. Raider

      Il Sole 24/h pubblica, oggi stralci di un libro-intervista al poeta siriano Adonis – tifo da sempre perché gli diano il Nobel. Vi si legge, fra l’altro:
      “Non si può comprendere questo fenomeno” il radicalismo islamico “se non si fa lo sforzo di ripensare la nascita dell’Islam. La violenza è intrinsecamente legata alla nascita dell’Islam, che sorge appunto come potere. Questa violenza ha accompagnato la fondazione del primo califfato e attinge a certi versetti coranici e ai primi commenti al Testo.”
      “Questa violenza è stata istituzionalizzata, ormai fa parte della forma statuale Si aggiunga che i musulmani hanno agito fin dall’inizio da conquistatori. (…) L’Islam ha risvegliato negli esseri umani l’istinto del possesso.”
      L’intervistatore Houria Abdelouahed, osserva, a proposito di un libro sull’Islam scritto da un islamico piuttosto critico con l’Islam quale si è storicamente configurato, che c’è un Islam “bello e vero” fatto di mistica letteratura filosofia: e Adonis obietta: “Questi movimenti intellettuali non appartengono all’Islam in quanto Stato o istituzione. I mistici e i filosofi hanno usato l’Islam come un velo o come un mezzo per sfuggire ai processi e alla condanne. Dal testo coranico non emerge alcuna filosofia.”
      Fermiamoci qui Leggete l’intervsita e il libro: Violenza e Islam, Guanda.
      Se l’Islam non ha il coraggio di porsi in modo libero di fronte alla propria realtà e alla propria storia e noi non avremo il coraggio di andare oltre i birignao ‘dialoganti’, loro non avranno mai la libertà e noi perderemo la nostra.

      1. Ahmad

        dall’intervista al poeta Adonis, pubblicata sul sito di Rainews24.

        “…Oggi Israele distrugge un paese intero, distrugge le case, gli ospedali, le scuole, e nessuno osa parlarne…”.
        “Ho notato che si può criticare l’Islam, ma che nessuno osa criticare l’ebraismo…Come fa uno scrittore civilizzato di oggi accettare la nascita di uno stato religioso? Prché criticare lo stato islamico e i paesi islamici e non si ha il coraggio di criticare lo stato religioso da secoli?…”

        1. Raider

          Invece di rispondere alle questioni gravi e serie poste da Adonis, che con queste dichiarazioni si espone a un grave rischio personale, il multinick nazi-islamico estrapola l’Adonis che gli fa gioco per non rispondere all’Adonis che va al di là delle sue stesse opinioni per mettere in discussione Isam e islamici.
          Israele nopn si può criticare? E’ questa la banale bugia per cui citare Adonis non per quello che nessun islamico tasnto più e meglio se ‘moderato’, mai vorerebbe, nonché porsi sentirsi dire? Israele è boicottato dall’Ue! Si apre al commercio con l’Iran che ha l’atomica a portata di mano e la guerra in testa, anche la guerra a chi – noi: l’Occidente, l’Italia! – si opponesse alle mire di gloria e morte ayatollesca: e i boicotta Israle! E Israle non può essere criticato?
          Bugiardo di natura, scelta di vita e di lavoro, questo nazi-islamico, come tutti i suoi colleghi e correligionari e aspiranti jihadisti contro l’Occidente, sparge enozgen a tutta tastiera e in odo clamoroso: Israele è cacciato dall’Europa, le Università americane, per non perdere i finanziamenti sauditi, soprattuto sauditi – capito? -, rompono i rapporti con le Università israeliane – un Paese cui si devono il vaccino anti-polio, gli sms e e gli mms -, rifiutano cattedre, inviti e lauree honoris causa a docenti ebrei o docenti ritenuti ‘vicini’o ‘amici’ di Israele, le critiche a Israele sono il lasciappassare per la società intellettuale: e Israele non è criticabile?
          E criticare l’Islam sarebe una cosa consentita? A chi? Un sacco di gente vive sotto protezione di polizia e servizi segreti per averlo fatto: nessuno lo è per aver criticato Israele!
          E comunque, se queste sciocchezze sono dette per distogliere dal merito di un discorso che mette gli islamici di fronte alla realtà del Corano
          – che non è “parola dettata e scritta di Dio”, ma un suo attributo, come l’onnipotenza e perciò, non può essere criticato (a proposito), ma solo applicato –
          e della storia dell’Islam fin dalle origini, dato che fu Maometto in persona a scrivere al Negus Neghesti d’Etiopia, allo Shah di Persia e all’Imperatore di Costantinopoli che, se non si fossero convertiti e sottomessi all’Islam, sarebbero stati invasi e sottomessi con la forza delle armi, non c’è che da riproporre alcune delle questioni capitali (c’è, per esempio, un certo Discorso tenuto a Ratisbona da papa Benedetto XV) – di fronte a cui gli islamici quantgi gli islamo-nazisti se la danno a gambe levate e bocca chiusa o a armi spianate:

          “Non si può comprendere questo fenomeno” il radicalismo islamico “se non si fa lo sforzo di ripensare la nascita dell’Islam. La violenza è intrinsecamente legata alla nascita dell’Islam, che sorge appunto come potere. Questa violenza ha accompagnato la fondazione del primo califfato e attinge a certi versetti coranici e ai primi commenti al Testo.”
          “Questa violenza è stata istituzionalizzata, ormai fa parte della forma statuale Si aggiunga che i musulmani hanno agito fin dall’inizio da conquistatori. (…) L’Islam ha risvegliato negli esseri umani l’istinto del possesso.”
          NO ALL’ISLAM!

        2. Raider

          Per favore, sbloccate il post che ho inviato.

          1. Raider

            Potreste sbloccare il post che ho inviato ieri sera? Grazie.

  2. Martino

    Razionalmente, le dico che chiamare i cristiani politeisti è gia un errore. Che dire degli ebrei?

    Allora i principi arabi che hanno i sanitari d’oro,
    servi di chi sono? Non si possono servire due padroni.

    Quando imparerete cos’è la misericordia, cos’è il perdono, allora potrete dialogare tra voi. Islamici prima. Poi, ma solo dopo, potrete rivolgerci la parola in fraternità e in libertà.

    Altrimenti, la secolarizzazione vi spazzera’ via, come una bufera di vento le foglie di un albero
    .
    Caro sapiente, tutti ci dobbiamo convertire, altrimenti, periremo tutti allo stesso modo.

  3. Francesca

    Caro prof. An-Nahim,
    grazie per la sua interpretazione chiara e rivelatoria. Auguri per lo sforzo che dovrete intraprendere, e non vi preoccupate: la Chiesa ha dovuto fare lo stesso da un paio di secoli a questa parte e, pur se a strappi e bocconi e con ancora tanto da fare, sembra ce la stia facendo. In bocca al lupo. E, come dite voi, Dio sa meglio.

  4. Lucia

    Va bene.Ma intanto che le menti si scervellano per trovare la quadra ,le braccia vanno avanti a.Non cambia molto essere uccisi da un mussulmano ortodosso o da un mussulmano eterodosso.Sempre morto sei.

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