Iraq, record di violenza: oltre 3.200 morti in tre mesi per «attacchi di natura confessionale e settaria»

Di Leone Grotti
02 Dicembre 2013
Dall'inizio dell'anno nel paese sono già morte più di 8.200 persone, la maggior parte civili. Anche la presenza cristiana è fortemente a rischio

Almeno 12 persone sono morte in Iraq a causa di un attacco suicida a Muqdadiyah, 80 km a nordest di Baghdad. Nella città si stava celebrando il funerale di Mudher al-Shallal al-Araki, leader locale sunnita ucciso pochi giorni prima, quando un attentatore suicida sciita si è fatto esplodere durante la sepoltura della salma.

RECORD DI VIOLENZA. Secondo cifre fornite dal governo, il record di violenza settaria in Iraq ha causato in novembre la morte di 948 persone: tra questi, 852 erano civili. Secondo i dati di Iraq Body Count, a ottobre sono state uccise 1.095 persone, 1.220 a settembre per un totale di 3.263 morti in soli tre mesi. Dall’inizio dell’anno, attentati e scontri a fuoco hanno fatto più di 8.200 persone, la maggior parte civili.

«SICUREZZA DEBOLE». Mar Louis Raphael I Sako, patriarca caldeo che ha da poco incontrato papa Francesco in Vaticano, ha affermato ad AsiaNews che «la sicurezza è molto fragile e debole, ci sono attacchi e violenze, di natura confessionale e settaria». Preoccupa soprattutto la situazione dei cristiani: « La nostra presenza è minacciata ed è a rischio una storia di duemila anni. Siamo diventati quello che la Bibbia definisce il “piccolo resto”, ma dobbiamo sopportare le prove. Detto questo, serve anche l’aiuto della Chiesa universale, che deve pensare al futuro. Un giorno si realizzerà l’obiettivo di una vera libertà di religione e di coscienza anche in Iraq, ma se non ci sono più cristiani, chi racconterà la nostra storia?».

@LeoneGrotti

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