
Inizia la scuola. Anche quella “di lotta e resistenza” dei No-Tav
In questi giorni in cui inizia l’anno scolastico, da più parti è stata richiamata la centralità della “sfida educativa”. In una Valle, quella di Susa, che i No-Tav descrivono come “scuola di lotta e resistenza”, quali messaggi vengono d’indirizzati ai più giovani? Che nelle scuole chi non si adegua al “pensiero unico” No Tav non possa parlare lo dimostrano tanti piccoli e grandi episodi, alcuni dei quali raccontati da queste colonne. Del collettivo di Pax Christi che prende lezioni di “forme di lotta” da Francesco Richetto, Schendo Jessi e Luca Abbà è meglio, forse, tacere per carità.
CAMPEGGIO. Una menzione, però, lo merita il campeggio degli studenti medi a Chiomonte, il secondo, conclusosi alla fine della scorsa settimana. Scrive un giornale locale attento al movimento: «Anche gli studenti medi hanno voluto lasciare un segno sulle recinzioni del cantiere della Maddalena: sabato pomeriggio, durante la passeggiata in Clarea inserita nel programma del secondo campeggio studentesco, un gruppo di giovani attivisti ha danneggiato le lastre di cemento fatte posizionare lo scorso inverno da Ltf per meglio difendere il perimetro del cantiere. Gli studenti No Tav hanno colpito ripetutamente i pannelli con grosse pietre, perforandole in diversi punti».
Il tono encomiastico non è frutto di un’astuta selezione delle parole, davvero assalti e “battute” di cancelli e reti, in questa parte di mondo, vengono visti come segno di partecipazione di «centinaia di ragazzi giunte da diverse città italiane».
Come un segno lasciato. E chi pensa, con buona pace di Pax Christi, che altro sarebbe adeguato al cuore dei giovani, evidentemente è un bieco reazionario che non comprende le magnifiche sorti e progressive dell’educazione No Tav.
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