Inghilterra, fecondazione assistita. Senza partner e senza sesso: sono le “mamme vergini”

Di Benedetta Frigerio
17 Ottobre 2015
Raddoppiano le donne che concepiscono senza partner o senza aver mai avuto rapporti sessuali. Per i medici «hanno problemi psicologici»

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Dalla rivoluzione sessuale all’azzeramento del desiderio e dei rapporti. Le quattro cliniche della fecondazione assistita più grandi della Gran Bretagna riportano a galla il fenomeno dei giovani che dal rifiuto dei legami stabili sono passati al rigetto di qualsiasi rapporto.
Gli operatori del campo hanno rivelato che è in continua crescita il numero delle donne che concepiscono figli senza partner. Non solo, negli ultimi cinque anni, almeno 25 di queste erano vergini. Maha Ragunath, direttrice della clinica Care Fertility, ha spiegato al Daily Mail che «il numero delle donne single che incontro è raddoppiato negli ultimi dieci anni e sono circa il 10 per cento dei miei pazienti. Tra queste, c’è una piccola percentuale che non ha mai avuto una relazione e che non ha mai avuto rapporti sessuali. Sono estremamente felici, vanno avanti da sole e non si curano delle implicazioni per il bambino».
Queste donne, spesso giovanissime, hanno un lavoro ordinario o stanno studiando, mentre altre vivono ancora con i propri genitori. Tutte possono permettersi di pagare circa cinquemila sterline per ogni ciclo di fecondazione, dal momento che il sistema sanitario nazionale garantisce gratuitamente il servizio solo a chi prima cerca di rimanere incinta naturalmente.

«PROBLEMI PSICOLOGICI». «Quando chiedo loro – continua Ragunath – perché si sottopongono al trattamento, molto spesso la risposta è che sono pronte ad avere un bambino e non vogliono aspettare la persona giusta». Ma Geeta Nargund, medico della Create Fertility, ha confessato di aver avuto come clienti donne vergini (circa una dozzina dal 2010), descrivendole come persone problematiche: «[La loro scelta] tende ad essere il risultato di un problema fisico o psico-fisico». A confermalo è Mohamed Taranissi, della clinica Argo: «Si tratta della paura del sesso. La maggior parte di loro non ha problemi di fertilità, è più un problema psicologico». Anche lo psicoterapeuta infantile Dilys Daws ha parlato di «immaturità emotiva», per cui «la donna ha paura di avere uno stretto rapporto fisico con qualcun altro».

SENZA LIMITI. Gedis Grudzinskas, della Harley Street Infertility, non crede che qualunque donna debba avere accesso alla fecondazione solamente perché può permetterselo economicamente: «Solo perché i soldi dettano legge, non significa che questa sia la cosa giusta da fare». A opporsi totalmente alla pratica è la leader del gruppo Comment on Reproductive Ethics, Josephine Quintavalle: «Cos’è il bambino per queste donne? Un peluche che prendono da uno scaffale? La natura ci dice che i maschi e le femmine insieme possono avere figli e mi rattrista il fatto che siamo disposti a distorcere questo messaggio. La riduzione del ruolo del padre non è auspicabile per il bambino. Una volta presa questa direzione, dove ci fermeremo?».

IMAM SI OPPONGONO. Oltre al problema di una generazione spaventata dai legami naturali e stabili, dove la tecnologia sostituisce i rapporti umani, c’è anche quello dei figli, che non avranno più la coscienza di essere originati dall’amore paterno e materno. Suhaib Hasan, imam del British Islamic Sharia Council, ha accusato i medici di volersi «sostituire a Dio»: «Se togliete di mezzo gli uomini, la donna rimane solo una macchina riproduttiva», così si nega «il diritto di un bambino ad avere un padre».
Ma i diritti dei nascituri non sembrano interessare molto a Laura Witjens, amministratore delegato della National Gamete Donation Trust: «Le cliniche hanno la responsabilità di sapere perché vogliono agire così», queste donne però «hanno il diritto di scegliere il loro percorso se lo desiderano».

@frigeriobenedet

Foto pancione da Shutterstock

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16 commenti

  1. giuliano

    il femminismo del 68 ha dilagato

  2. SUSANNA ROLLI

    “..le donne hanno il diritto ecc ecc”..quanto mi fa arrabbiare questo!! E i diritti dei bambini-pelouche chi li difende?

    1. xyzwk

      Susanna di solito non commento mai i tuoi pensieri perché pur non condividendoli mi rendo conto che sono senza cattiveria, stavolta peró qualcosa te la devo dire. Posto che qui non si tratta di togliere NULLA a dei bambini che sono desiderati e amati forse più di quelli nati in tante famiglie tradizionali che li mettono al mondo per dovere, da una donna mi aspetterei comunque un minimo di consapevolezza di se come persona e come capacità di decidere per la PROPRIA vita. E ai diritti delle donne se non ci pensano loro stesse, chi ci pensa? E ti prego per una volta non rispondermi Gesù o la Provvidenza…..

      1. giovanna

        Non hai capito un tubo, trollona, , possibile che non capisci che privare un bambino del padre non è decidere della PROPRIA VITA, ma di quella del figlio ?
        Capisco pure che è difficili arrivare ad un concetto tanto semplice per una che ha dimostrato di odiare spassionatamente i bambini ( paragonati pure ad una suola di scarpa ), tanto da far sospettare una molto probabile patologia psichica.
        Solo per questo sei , parzialmente, da compatire.

      2. Fabio

        Il tragico di questa societa’e’che in mano a gente che dell’umano non capisce nulla.

      3. Fabio

        Allora se non Susanna ti rispondo io con la Bibbia.
        Fin dalla creazione dei primi uomini Dio da loro un compito non dei diritti.
        Nella visione religiosa biblica quindi ebraico cristiana e anche musulmana la parola diritti non esiste ne’per l’uomo ne’ per la donna , ma esiste un compito per la vita.
        La parola diritti come le parole destra e sinistra in politica come la parola cittadinofanno parte di una visione artificiale cioe’ideologica del mondo che e’totalmente estranea a chiunque abbia un minimo senso di realta’ e uso della ragione che e’ lo strumento per cogliere la realta’ stessa.
        Non i surrogati artificiali della realta’

      4. Fabio

        e ai diritti degli uomini chi ci pensa ?

        Il femminisno altro non e’ se non la ennesima conferma chevil modello maschile e’quello vincente quindi da imitare..
        Altrimenti non si spiegherebbe come mai tante donne di intestardiscano a seguirlo invece di creare un modello veramente femminile.
        Il femminismo non esiste in quanto tale e non e’mai esistito se non come tentativo di imitazione del modello maschlle.

        1. Fabio

          al punto che se lo rappresentassimo su una curva gaussiana al limite una donna mascolina ed un uomo femmineo tendono a elidere le rispettive differenze esteriori e a sovapporsi come temperamento e atteggiamento.
          Ma questo e’l’esito solo di una visione artificiale della vita.Un prodotto artificiale.
          E spiega tanti fenomeni attuali.

      5. Fabio

        cosa vuol dire diritti ?

        chi stabilisce la loro origine , da quale realta’ provengono ?

        chi stabilisce quali sono e cosa sono ?

        chi stabilisce a chi spetta esaudirli ?

        chi stabusce in che misura uno o una ha diritto ad avere diritti ?

        in base a cosa ?

        chi stabilisce a quali diritto uno o una ha diritto nel momento in cui nasce ?

        chi stabilisce chi garantisce i diritti quando e dove e come ?

        i diritti cosi’ come sono concepiti oggi sono quanto di piu’aleatorio e relativo esista e sono esitp di una visione artificiale della vita.

      6. Fabio

        nella Bibbia nn si parla di diritti ma di compiti e di destino.
        la Bibbia infatti riguarda la realta’ non i fenomeni “fake”.

      7. To_Ni

        Carissima Xyzwk
        Ma come puoi scrivere queste schifezze e tirare giudizi addirittura sulla saggia Susanna . Non hai nessun legame emotivo con la maternità di contro non puoi minimamente concepire la paternità. Conseguenza: in quella camera oscura del tuo cuore, forte della tua odiata idea di famiglia (che frantumeresti alla velocità della luce), i figli le donne li fanno per dovere … è ovvio (che sentimento alternativo hai?). Cosa può quindi essere per te obbedire al desiderio capriccioso di una qualsiasi tizia che se lo può permettere di fare un bambino peluche senza padre? Nulla! E cosa è per te prendere un bambino e darlo a due maschi che vogliono giocare a papà e mamma? meno che niente! Ma se dipendesse da te non ne faresti nascere uno, ovvio che ogni obbrobrio è possibile per te.
        Con Shiva 101 faresti una bella coppia…vi integrate alla perfezione.

      8. SUSANNA ROLLI

        Ueilà, ragazzi, vedo che siete arrivati prima di me a rispondere….. stamane ero a far jogging!! (X…K, riesco a trovare persino il tempo per questo nonostante abbia sfornato sei figli!!, pensa te quanto sono iperattiva e fantasiosa; corro e sgrano, incredibile!!).
        Grazie a tutti della solidarietà.
        Devo interrompere, Giac mi chiede una cosa di scienze, a dopo.

    2. Fabio

      Giusto Susanna !!!

  3. Sebastiano

    shhhhhh, adesso arriva il guru degli studi autorevoli che ci spiegherà come e perché nell’università del Vattelapesca sia stato accertato che tali scelte demenziali allungano la vita fino a 150 anni e pertanto sarebbe opportuno che diventassero obbligatorie…

  4. AlessandroT

    Tempo qualche anno e in nome dell’uguaglianza non potendo vietare ai individui di auto-determinarsi nella loro libertà anche gli uomini da single potranno concepire bambini senza una donna naturalmente scegliendo da un listino di “donne perfette” come già adesso esiste un listino di “uomini perfetti” (una “perfezione” sinistramente “ariana” per altro se vi andate a vedere i tratti somatici più richiesti dal “mercato”, gli eugenisti ne andrebbero fieri). Naturalmente solo per chi potrà permetterselo, così magari la gente chiederà mutui per farsi il figlio perfetto.
    Leggendo notizie come queste mi rendo conto che ormai la famiglia è in via di estinzione a parte quegli uomini e quelle donne imperfetti che ancora si ostinano a costruire una relazione insieme e a far le cose alla vecchia maniera, concependo che so un figlio senza gli occhi azzurri e i capelli biondi.

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