Indonesia. Altre dieci chiese distrutte ad Aceh con asce e mazze: centinaia di cristiani in fuga

Di Redazione
30 Ottobre 2015
Dopo avere appiccato il fuoco a una chiesa di Aceh Singkil, centinaia di estremisti islamici hanno convinto il governo ad abbatterne altre dieci
epa04978149 Police officers patrol an area close to a Church in Kuta Kerangan village, near Aceh Singkil, Indonesia, 15 October 2015. At least one person was killed and three churches were set ablaze during clashes between hundreds of hardliner Islamists and local Christians in the province of Aceh on 13 October 2015. The police said the attack followed Muslim residents' complaints about the presence of churches that they said lacked proper permits as places of worship. Local authorities promised to close the churches but locals were unhappy with negotiations over the issue, media said. Aceh is the only province in Indonesia that has been allowed to apply Islamic law as part of attempts by the central government to mollify desires for independence. A peace agreement between Jakarta and the Free Aceh Movement in 2005 ended a long-running separatist insurgency that claimed more than 15,000 lives, mostly civilians. EPA/HOTLI SIMANJUNTAK

Dieci chiese indonesiane demolite con asce, martelli e mazze in pochi giorni. Centinaia di cristiani costretti a nascondersi o scappare. Dopo avere appiccato il fuoco a una chiesa di Aceh Singkil, centinaia di estremisti dell’Islamic Defenders Front (Fpi) hanno convinto il governo ad abbatterne altre dieci, con l’accusa di essere illegali, scatenando il panico tra i cristiani.

CHIESE ILLEGALI. La provincia di Aceh è l’unica in tutta l’Indonesia, la nazione musulmana più popolosa al mondo, dove vige la sharia e per i cristiani locali la vita è sempre più difficile. Gli estremisti hanno bruciato una chiesa a metà ottobre perché il governo stava ritardando troppo il momento della sua demolizione. Secondo gli islamisti, undici chiese nel distretto erano illegali.

CRISTIANI RADDOPPIANO. Ad Aceh Singkil i cristiani sono circa 13 mila, il doppio rispetto ai 6.500 che vivevano nel distretto nel 2000. L’aumento, dovuto all’arrivo di migranti dalla vicina Nord Sumatra, li ha portati a costituire l’11 per cento della popolazione. Per questo parte dei residenti musulmani iniziano a sentirsi minacciati.

«COSTRETTO A FIRMARE». Gli estremisti del Fpi, per giustificare il loro attacco violento, hanno spiegato che gli stessi cristiani avevano ammesso nero su bianco che le chiese in questione erano illegali. Ma un leader religioso intervistato da Reuters ha spiegato perché l’ha fatto: «Mi hanno portato a un “colloquio inter-religioso” dove c’ero io e centinaia di musulmani minacciosi, con anche la polizia. Sono stato costretto a firmare quel foglio».

PERMESSI OBBLIGATORI. Ogni anno almeno 40 chiese vengono chiuse o distrutte dalle autorità locali indonesiane sotto la pressione di gruppi estremisti islamici. Gran parte del problema è dovuto alla difficoltà di ottenere il famigerato permesso di costruzione “Imb“, come legiferato dal governo nel 2006. L’iter per ottenere l’autorizzazione è lungo e intricato e prevede che un grande numero di residenti dell’area dove si intende costruire la chiesa e il gruppo per il dialogo inter-religioso diano il nulla osta. Anche una volta che si ottiene il via libera, però, bisogna fare fronte alle pressioni degli estremisti islamici, che spesso minacciano i sindaci, obbligandoli a non concedere i permessi.

SHARIA PER TUTTI. Le difficoltà per i cristiani non si limitano all’impossibilità di costruire chiese e alla demolizione di quelle già esistenti. Pochi giorni fa è entrato in vigore un rigido codice islamico che punisce con centinaia di frustate in pubblico chi beve alcol, commette adulterio e intrattiene rapporti omosessuali. Il timore è che anche le minoranze religiose, o i non musulmani in generale, dovranno seguire il nuovo codice ispirato alla sharia.

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5 commenti

  1. Cappelli Nerio

    Alla faccia di Riccardi che sul Corriere, definiva l’ Indonesia come modello di Islam moderato e convivenza dove “non si è andati mai verso uno Stato confessionale, che professasse la sharia, la legge islamica.”

    1. Sebastiano

      Magari gli si potrebbe regalare un biglietto (di sola andata) verso questo paese modello.
      Può essere che cambi idea.

  2. Sebastiano

    Fa riflettere che mentre laggiù le chiese esistenti gliele distruggono, quaggiù le moschee che ancora non ci sono li aiutiamo a costruirle….

    1. SUSANNA ROLLI

      ..e i cristiani festeggiano -e ci sarebbe a piagne per i nostri fratelli nella fede- Halloween (zucche vuote).

    2. Antonio

      ovvio, ottima osservazione,ma il problema è (anzi, era) a monte. Ergo, non si dovevano far entrare tutte queste masse islamiche, balorde, sbandate, straccione in cerca di welfare da succhiare e territori da conquistare. Ma tanto adesso ci andranno i balordi laicisti, progressisti, multiculturalisti e antirazzisti a dire loro che siamo in uno stato laico, anzi “laicista”

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