
Indonesia. Altre dieci chiese distrutte ad Aceh con asce e mazze: centinaia di cristiani in fuga

Dieci chiese indonesiane demolite con asce, martelli e mazze in pochi giorni. Centinaia di cristiani costretti a nascondersi o scappare. Dopo avere appiccato il fuoco a una chiesa di Aceh Singkil, centinaia di estremisti dell’Islamic Defenders Front (Fpi) hanno convinto il governo ad abbatterne altre dieci, con l’accusa di essere illegali, scatenando il panico tra i cristiani.
CHIESE ILLEGALI. La provincia di Aceh è l’unica in tutta l’Indonesia, la nazione musulmana più popolosa al mondo, dove vige la sharia e per i cristiani locali la vita è sempre più difficile. Gli estremisti hanno bruciato una chiesa a metà ottobre perché il governo stava ritardando troppo il momento della sua demolizione. Secondo gli islamisti, undici chiese nel distretto erano illegali.
CRISTIANI RADDOPPIANO. Ad Aceh Singkil i cristiani sono circa 13 mila, il doppio rispetto ai 6.500 che vivevano nel distretto nel 2000. L’aumento, dovuto all’arrivo di migranti dalla vicina Nord Sumatra, li ha portati a costituire l’11 per cento della popolazione. Per questo parte dei residenti musulmani iniziano a sentirsi minacciati.
«COSTRETTO A FIRMARE». Gli estremisti del Fpi, per giustificare il loro attacco violento, hanno spiegato che gli stessi cristiani avevano ammesso nero su bianco che le chiese in questione erano illegali. Ma un leader religioso intervistato da Reuters ha spiegato perché l’ha fatto: «Mi hanno portato a un “colloquio inter-religioso” dove c’ero io e centinaia di musulmani minacciosi, con anche la polizia. Sono stato costretto a firmare quel foglio».
PERMESSI OBBLIGATORI. Ogni anno almeno 40 chiese vengono chiuse o distrutte dalle autorità locali indonesiane sotto la pressione di gruppi estremisti islamici. Gran parte del problema è dovuto alla difficoltà di ottenere il famigerato permesso di costruzione “Imb“, come legiferato dal governo nel 2006. L’iter per ottenere l’autorizzazione è lungo e intricato e prevede che un grande numero di residenti dell’area dove si intende costruire la chiesa e il gruppo per il dialogo inter-religioso diano il nulla osta. Anche una volta che si ottiene il via libera, però, bisogna fare fronte alle pressioni degli estremisti islamici, che spesso minacciano i sindaci, obbligandoli a non concedere i permessi.
SHARIA PER TUTTI. Le difficoltà per i cristiani non si limitano all’impossibilità di costruire chiese e alla demolizione di quelle già esistenti. Pochi giorni fa è entrato in vigore un rigido codice islamico che punisce con centinaia di frustate in pubblico chi beve alcol, commette adulterio e intrattiene rapporti omosessuali. Il timore è che anche le minoranze religiose, o i non musulmani in generale, dovranno seguire il nuovo codice ispirato alla sharia.
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5 commenti
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Alla faccia di Riccardi che sul Corriere, definiva l’ Indonesia come modello di Islam moderato e convivenza dove “non si è andati mai verso uno Stato confessionale, che professasse la sharia, la legge islamica.”
Magari gli si potrebbe regalare un biglietto (di sola andata) verso questo paese modello.
Può essere che cambi idea.
Fa riflettere che mentre laggiù le chiese esistenti gliele distruggono, quaggiù le moschee che ancora non ci sono li aiutiamo a costruirle….
..e i cristiani festeggiano -e ci sarebbe a piagne per i nostri fratelli nella fede- Halloween (zucche vuote).
ovvio, ottima osservazione,ma il problema è (anzi, era) a monte. Ergo, non si dovevano far entrare tutte queste masse islamiche, balorde, sbandate, straccione in cerca di welfare da succhiare e territori da conquistare. Ma tanto adesso ci andranno i balordi laicisti, progressisti, multiculturalisti e antirazzisti a dire loro che siamo in uno stato laico, anzi “laicista”