L’allucinante impennata dei decessi che la politica continuerà a ignorare

Di Alfredo Mantovano
20 Dicembre 2015
Una nazione muore perché fa sempre meno figli e produce sempre più morti, e a gennaio si riprenderà a parlare di matrimoni gay e stepchild adoption

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Gian Carlo Blangiardo è uno dei demografi italiani più seri. Venerdì 11 dicembre Avvenire pubblica un editoriale a sua firma, la cui sostanza è la seguente: in base ai dati Istat dei primi sette mesi del 2015, vi è un incremento di 39 mila decessi rispetto all’analogo periodo del 2014, l’11 per cento in più. Se il dato si consolidasse sull’intero anno condurrebbe a un numero di morti per il 2015 superiore di 66 mila unità rispetto all’anno precedente: 664 mila in totale a fronte di 598 mila. Blangiardo sottolinea l’eccezionalità del dato: una impennata di decessi comparabile vi è stata in Italia solo in tempo di guerra. La differenza con gli ultimi due conflitti mondiali sta nel fatto che oggi la componente della popolazione maggiormente interessata appare essere quella degli anziani; altra sostanziale differenza è che adesso non ci sono bombardamenti né restrizioni alimentari né giovani che cadono al fronte.

Una indicazione del genere, proveniente da una fonte autorevole e stimata, dovrebbe far suonare l’allarme e attivare un immediato dibattito, far accelerare dalle anagrafi l’acquisizione dei dati relativi agli altri mesi dell’anno, far aprire una discussione parlamentare con una informativa del governo che chiarisca cosa accade e quali ipotesi di spiegazioni si possono formulare. Invece le istituzioni manifestano per le sorti demografiche dell’Italia un interesse pari a quello per il gioco del polo: l’incredibile rilevazione statistica cade nel vuoto, non si tenta neanche di contrastarla, ammesso e non concesso che ci siano dubbi sulla sua attendibilità. Atteggiamento ancora più incomprensibile se il tendenziale 2015 dei decessi si affianca a quello delle nascite, che dovrebbe attestarsi intorno alle 500 mila unità: lo spread fra i bimbi venuti al mondo nel Belpaese nel 2015 e le persone che questo mondo lo lasciano supererebbe le 160 mila unità, un divario mai conseguito.

Leggiamo le cronache della politica: dense di dettagli sulle primarie nelle città nelle quali si vota in primavera e di polemiche a margine delle truffe bancarie, ma prive anche solo di un cenno sulla brusca accelerazione nel dirupo demografico. La crisi vera della politica sta tutta qui: una nazione muore, perché fa sempre meno figli e produce sempre più morti, e a gennaio si riprenderà a parlare di matrimoni gay e stepchild adoption, cioè di forme di unione naturalmente sterili, mentre le famiglie vero nomine sono sempre più osteggiate culturalmente e fiscalmente.

La riduzione delle nascite dei decenni passati, per lo meno a partire dagli anni Settanta, ha causato un abbattimento della popolazione più giovane; in parallelo, gli anziani sono aumentati in assoluto e in percentuale. Con ciò sono cresciuti i costi del welfare, e in particolare della sanità. Come si fa a stare in budget sempre più oggetto di tagli puntando a garantire standard minimi accettabili? Selezionando i pazienti: l’età avanzata è un criterio di selezione, come la presenza di patologie gravi. Capita con frequenza crescente di sentire di anziani affetti da patologie tumorali cui, recatisi dall’oncologo, viene detto che la cura c’è e – grazie a Dio e ai progressi della ricerca – ha pure una potenziale efficacia, e però vista l’età siamo proprio sicuri di volerla affrontare? La ricaduta sociale del rifiuto dei figli e di azioni di governo pesantemente ostili alla famiglia è l’avanzare di una eutanasia non dichiarata ma praticata.

Quando i numeri meritoriamente fatti emergere da Blangiardo saranno consolidati, la reazione che finora è mancata potrà anche essere – in coerenza con la logica socialmente suicidiaria affermatasi dalla fine degli anni Sessanta – di formalizzare in legge quel che accade nei fatti: perché negare una aperta disciplina giuridica della morte procurata? Chi l’ha detto che il motto “dalla culla alla bara” appartenga al passato della socialdemocrazia europea? La sua riedizione in questa fine del 2015 vede la culla trasformata in un oggetto da museo, e la bara (o il reparto cremazione) divenire il vero simbolo di una cultura demenziale, coerentemente tradotta in scelte politiche.

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19 commenti

  1. Caterina

    Se i matrimoni gas fossero per definizione sterili perché vi preoccupate dela stepchild adoption?

    1. Menelik

      I matrimoni omosessuali sono sterili per definizione non umana, ma biologica.
      Infatti dal rapporto sessuale di due omosessuali maschi non verrà mai fuori nessun bambino.
      Dal rapporto sessuale di due omosessuali femmine nessuna delle due si potrà prendere mai incinta.
      Se un omosessuale maschio va con una omosessuale femmina, è possibile che la femmina si prenda incinta.
      In tal caso, infatti, i due omosessuali hanno tenuto una relazione sessuale etero.
      Molto semplice la cosa, no?
      Se la gallina non è “ingallata” dalle uova non nascerà mai nessun pulcino, hai voglia a covare!
      Se il gallo gli dà, allora dalla cova vengono fuori i pulcini.
      Non ci dovrebbe essere nemmeno bisogno di spiegarlo.
      Un bambino di diec’anni che cresce ignorantello in mezzo agli animali da cortile, queste cose le sa.
      La fecondazione artificiale, cioè le femmine siringate su per l’organo riproduttore, si fa con le tacchine, perché i tacchini gli fanno tutte piaghe sulla schiena.
      Ma gli esseri umani non sono tacchini.
      Ai tacchini dopo tot mesi gli tagli la testa e li metti in forno, agli esseri umani si suppone di no.
      Almeno per ora….ma chissà in futuro ?!?!?!?!

      1. Luca

        Rimane solo da spiegare, a quel bambino ignorantello, che un matrimonio può benissimo essere sterile, e può esserlo per tanti motivi, ma non per questo va considerato degno di minor considerazione.
        La prole è una possibilità che i coniugi sono liberi di scegliere o meno, non un dovere né una condizione necessaria per la validità del vincolo matrimoniale.

        1. SUSANNA ROLLI

          @ Luca

          Al bambino ignorantello non occorre spiegare proprio un bel niente, questa tua considerazione, per me, è un di più.
          I coniugi sono liberi di far quel che vogliono, diverso il caso di coniugi credente che davanti al prete giurano di accettarsi “nel bene e nel male”, “accettando i figli che Dio vorrà donare loro” ; il quale Glieli dona CON GIOIA a coloro i quali lo accolgono CON GIOIA, quale “corona” (a coronare l’unione). Evviva la gioia!

          1. SUSANNA ROLLI

            Mannaggiaquantierrori!!

        2. To_Ni

          Luca
          Il matrimonio (serio, non quella buffonata che avete in testa) serve ai figli . Questo è il punto.
          Poi nessun bambino può deve avere minore considerazione , per questo non deve essere oggetto di desideri (chiamati diritti).

          1. To_Ni

            desideri da parte di chicchessia * (chiamati “diritti”)

      2. SUSANNA ROLLI

        Menelik, ma sei sicuro di no nessere romanolo pure tu? Un nonno, qualche antenato…

        1. SUSANNA ROLLI

          errata corrige: romagnolo, non romanolo!

  2. To_Ni

    Sono d’accordo con la conclusione dell’articolo. Dubito che l’aumento della mortalità possa essere percepita come un problema dalla politica imperante . Del resto anche quello che si rileva dalle discussioni che si hanno con le “fantastiche creature” che si incontrano su Tempi (Luca ,Xyzwk, Lucillo, Nino, ecc) fa capire benissimo che anche il più elementare e naturale attaccamento alla vita , l’istinto di sopravvivenza, sia come singoli che come gruppo sociale è compromesso. Praticare l’eutanasia su un depresso lo si è chiamato diritto. Anche la soppressione per decisione unilaterale dello Stato è stato visto favorevolmente. Perr Xyzwk il mondo potrebbe cessare domani (con motivazioni che vanno dalla contrarietà di principio che la donna porti avanti gravidanze alla sua simpatia per Erode)

    C’è sintonia tra uno Stato (che ha sempre meno bisogno di investiture popolari, ma gli basta di avere i complimenti in sede europea) che vede nelle esigenze di bilanci un motivo a non occuparsi degli anziani e una parte della società, che riesce a comunicare e proporre meglio un senso della vita profondamente egoista volto solo Lalla soddisfazioni di pruriti immediati.

    Io non vedo soluzioni se non in qualcosa di nuovo che irrompe e sconvolta questo quadro.

    1. SUSANNA ROLLI

      To-ni, concordo.
      Ho la nausea di questa Italia che non favorisce affatto le famiglie!! Le famiglie numerose in Italy, poi (l’Italia è l’unico Paese a non riconoscere il “quoziente familiare” -una vergogna!) sono il segno evidente che la Provvidenza esiste ed è all’opera, oggi più di ieri; criticate, ridicolizzate, e chi più ne ha più ne metta (v. recente articolo di Benedetta Frigerio della famiglia di Napoli con 9 figli). L’unica ricchezza delle famiglie numerose sono proprio i figli, e si cerca di aiutarle levandogli i bambini: perfetto!
      Qualcosa di nuovo che irrompe e sconvolga questo triste quadro, To-Ni, potrebbe essere anche un’azione che si attua a lungo, nel tempo, quale potrebbe essere la conversione dei cuori a Dio -un ritorno alla pratica gioiosa della Fede, che fa mettere Dio e la Sua Volontà al primo posto della coppia (un poco il contrario di quello che avviene oggi); per questo la Madonna chiede continuamente preghiere: per aprire i cuori, e cambiarli.
      Non credi?

      1. To_Ni

        Ciao Susanna,
        Non sono molto presente su Tempi in questi giorni, trovandomi molto lontano dall’Italia e con un accesso al pc non sempre a portata di mano.
        Io credo nella forza della preghiera , ma credo e temo anche che avvolte l’esperienza del dolore che si abbatte su un intera società è lo scossone che desta l’è qualità migliori di un essere umano. Si stanno portando avanti troppo cose insulse, gentaccia che ostenta il proprio fallimento esistenziale come l’unico modello di vita a cui tutti dobbiamo soccombere. E questo nonostante la prova evidente che a quello a cui andiamo incontro è una condizione di solitudine diffusa e d’infelicità.
        L’altro giorno parlando con Luca mi sono sentito dire che se avesse un figlio depresso che vuole suicidarsi ( con l’eutanasia ) avrebbe il suo appoggio. Ci troviamo (sempre che non Luca non sia un ragazzino che scrive di cose che non ha idea) di fronte a persone che possono potenzialmente sovvertire ogni cosa. Chiamare amore anche la loro impotenza mista all’indifferenza diventando solerti ad accontentare un ragazzo malato che vuole morire.
        Io credo che esiste il castigo di Dio, lo temo, spero che non arrivi mai, ma sembra che l’umanità di oggi lo chiami su se stessa a gran forza.

        1. SUSANNA ROLLI

          To-Ni!!,
          l’avevamo visto che non comparivi quasi più!!, “che sia su in un eremo?”, mi son chiesta; “Poi un bel dì ritornerà”, mi sono risposta! 🙂
          Poi ho sentito un poco anche la mancanza di Giannino, altri dileguossi… tutti in meditatio-contemplatio ?, mi son chiesta; l’importante è che stiano tutti bene, con le loro famiglie.

          Quanto al discorso sul castigo io posso dirti che se è vero -come è vero- che Dio è Padre, non può certo “spaccarsi le mani” a furia di “bussare alla porta del nostro cuore” (Ap 3,20); Egli ci lascia liberi e no può certo costringerci ad amarLo, ma non può nemmeno continuare a vedere Suo malgrado la deriva dei suoi “cari figli” (R. della Pace): interverrà -dato che ci ama davvero!, se non ci amasse -se fosse apatico, indifferente- non interverrebbe. Ma non Lo è: aspettiamoci, quindi, qualche cosa. Che cosa? I veggenti di Medjugorje hanno parlato e straparlato i proposito fino alla nausea (a me sarebbe venuta certamente, a loro parrebbe di no).
          La Bibbia parla tante volte di castighi e questi avvenivano attraverso i fatti, le vicende storiche accadute, testimoniati e scritte nel Libro Sacro ( non sto qui ad elencarli, non li ricordo tutti ma sono parecchi), e sempre il popolo giudeo si è rinsavito, ri-convertito dopo essere passati attraverso i ltravaglio del dolore ( il dolore sommo del travaglio cede poi il posto alla somma gioia della nascita del bambino…); perchè -mi chiedo spesso- siam di dura cervice? Non ci è bastato il passato con le sue vicende ad insegnarci, a farci comprendere? A quanto pare, no.
          “L’umanità è ad un bivio”, disse S. Giovanni Paolo II°, quasi alla fine del suo pontificato: proviamo a dare una risposta a questa sua domanda…..Ma non solo una risposta che sia una considerazione della situazione in generale dell’umanità (palesemente fuoristrada) , ma una risposta che riguarda solo ed esclusivamente il NOSTRO di cuore, e che è quella che interessa maggiormente anche a Dio, cioè ;”io, con te, Dio, come sto, ci sto bene? Ti ho scelto? Ho scelto Te e la mia conversione quotidiana’ O al bivio sono ancora rimasto -o, peggio, ho imboccato la strada sbagliata!?!”.

          La risposta che dobbiamo dare -secondo me- ai nostri interrogativi è solo: FEDE, FIDUCIA.
          Lui sa fare bene ogni cosa, io no ho dubbi .
          Interessante le parole di Mirjana riguardo al futuro:”Chi ha Dio per Padre, Maria come Madre e la Chiesa come casa non deve temere il futuro e neppure i castighi”; e gli altri, i duri di cuore?
          Oremus.
          Grazie, To-Ni, gentile come sempre.
          Torna presto!

  3. Xyzwk

    Maboba, quali sarebbero questi privilegi cui la societá non vuole rinunciare?

    1. To_Ni

      Scommetto che per te Mabola ha detto qualcosa di terribile che cozza contro il bisogno imperativo che tu avverti che ogni prurito debba essere soddisfatto. Pruriti che per garantirli non ti sfiorerebbe minimamente il costo che pagherebbero tutti. Tutti, dipendesse da te, potrebbero morire domani.

  4. maboba

    Articolo bello quanto e perché crudo e vero.
    Di fronte ad un declino epocale che questi numeri dipingono drammaticamente, la quasi totalità della politica, delle burocrazie e delle istituzioni, (vanno sempre più a braccetto) volge il viso ad altro. Sembra un controsenso, un assurdità, una cecità stupida. Invece no. Questi sanno bene che affrontare il tema del sostegno alle famiglie vere, dei giovani, della loro disoccupazione che impedisce loro di programmare il futuro e rende oltremodo più difficile quella di una prole, significherebbe affrontare il problema di un sistema fiscale e burocratico che asfissia sempre più ogni energia vitale di questo paese, significherebbe quindi mettere in discussione tutto il sistema di privilegi e di potere che si sono costruiti e che è l’unica cosa cui tengono. Di tutto il resto non gliene frega niente, non perché non lo capiscono (sono molto più intelligenti di me per lo meno), ma proprio perché vogliono mantenere tutto così, senza la benché minima rinuncia.
    Si sta ripetendo, mutatis mutandis, la parabola delle vecchie “Repubbliche Popolari” di triste memoria. Coll’aggravante che qui non c’è nessun oppressore esterno.
    Trovano sodali in questa Europa che rifiuta persino di riconoscere il dato di fatto di essere nata come dice Reporter dall’incontro con l’Avvenimento cristiano.
    So di scadere nel trivio, ma qui in Italia l’unico appiglio per denunciare e contrastare questo andazzo è per ora il grezzo Salvini, l’unico che perlomeno parla di queste cose. Non siamo messi bene.

  5. Reporter

    L’Occidente, dopo avere distrutto l’Europa nata dall’incontro con l’Avvenimento cristiano, raccoglie i frutti tossici di quel che ha seminato.

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