Il vescovo di Trieste accusato di essere razzista e omofobo. «Sono rimasto confinato in casa»

Di Redazione
25 Gennaio 2013
Intervista a monsignor Crepaldi, accusato da giornali del gruppo Espresso e assessori del comune di sinistra di essere omofobo per aver espresso le sue idee sul matrimonio gay

La notizia è di qualche giorno fa, ma vale comunque la pena di essere segnalata per la sua gravità. Sul settimanale di Trieste Vita Nuova è apparsa un’intervista del direttore Stefano Fontana all’arcivescovo della città, monsignor Giampaolo Crepaldi. L’articolo è esplicitamente intitolato “Due assessori comunali alla manifestazione per dare del razzista al Vescovo”. Lo riproponiamo di seguito.

Eccellenza, dove era sabato scorso durante la manifestazione promossa dall’Arcigay sotto il Palazzo della Curia?
Confinato in casa…

Che cosa ha fatto?
Prima sono stato in Cappella per la preghiera del Vespro e poi ho ripreso a leggere un libro voluminoso di Rodney Stark, un grande sociologo americano, intitolato The Triumph of Christianity, che analizza, tra l’altro, le tante persecuzioni subite dai cristiani in duemila anni di storia. Il libro dimostra, con dovizia di dati, che, alla fine, i persecutori passano e i cristiani continuano, poiché le persecuzioni li purificano e li rendono più forti. E’ un libro che consiglio.

Quella di sabato fu una manifestazione contro di Lei…
Sì, veicolata dall’accusa, falsa e gravissima, che il sottoscritto sia intollerante e razzista. Si è dato del razzista a uno che ha dedicato una vita a combattere il razzismo e che ha contribuito, con un pool internazionale di grandissimi giuristi, a riscrivere il documento della Santa Sede contro il razzismo. A uno che ha guidato la Delegazione della Santa Sede alle Nazioni Unite per una sessione speciale di lavori sul razzismo dove ha avuto l’onore di parlare dal podio del Palazzo di Vetro. Stranezze della vita, caro direttore. Tuttavia, il ricordo di New York non mi ha impedito il confronto con la realtà tergestina, trovandola miope e di bassa lega.

La questione ruota attorno all’omofobia…
No, Direttore, la questione è un’altra ed è precisamente quella indicata dagli organizzatori della manifestazione: far passare attraverso il pretesto dell’omofobia il diritto alla famiglia e al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Tutti lo hanno capito. La campagna natalizia contro l’omofobia sugli autobus della città era veicolata da immagini di rassicuranti scenette familiari. Il punto è questo.

Si spieghi meglio…
Bisogna considerare due aspetti, entrambi molto delicati. Il primo. L’obiettivo finale di queste campagne è quello di minare quello che è un caposaldo della civiltà, la concezione della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, equiparandola ad altre forme di convivenza.

E il secondo?
Dare vigore giuridico e valenza penale all’omofobia per cui chi sostiene pubblicamente – come fa la Chiesa Cattolica da sempre – che la famiglia vera è solo quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna viene dichiarato omofobo, intollerante e razzista e, quindi, soggetto da perseguire penalmente. Se si percorrerà questa strada uno che appartiene alla Chiesa Cattolica e ne professa la dottrina, ma non solo, diventerà un soggetto criminale da punire, anche con la galera. Questo insidioso programma, spacciato per progressista e libertario, metterà la museruola a tutti, privandoci della libertà. E’ paradossale che la Chiesa che ha dato al mondo la concezione più alta del valore impareggiabile della persona umana e gli ha insegnato il dovere del rispetto, dell’uguaglianza e della fraternità, venga descritta come soggetto razzista e che discrimina. Si tratta delle stranezze della storia. Comunque, i miei amici di Vienna dell’Observatory on Intolerance and Discrimination against Christians in Europe, che ogni tanto interpello per un parere o per far monitorare la situazione di Trieste, mi dicono che è iniziata in grande stile la Gender-persecution contro il cristianesimo e che sarà durissima. Ci saranno i militanti, coloro che cercheranno il compromesso, coloro che tradiranno, ci saranno i fedeli e ci saranno anche i martiri. Sono tutti problemi che affronto anche nel mio ultimo libro, appena uscito in libreria, Il IV Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo.

Alla manifestazione ha partecipato un prete della Diocesi di Gorizia…
Sono andato a visitare il sito della Diocesi di Gorizia e nell’elenco dei preti il nome del sig. Bellavite non c’è.

In Comune e in Provincia erano consapevoli di questi complessi risvolti connessi con l’ideologia del gender quando hanno dato il Patrocinio alla campagna?
Di loro si può dire tutto, ma non che siano sprovveduti…

La Presidente della Provincia ha affermato che c’è “bisogno di una Chiesa aperta”…
E’ stato un invito poco appropriato da parte di un’Autorità istituzionale che si è sempre fatta apprezzare per la misura e per la capacità di stare al suo posto. Alla Presidente della Provincia dico che l’unica cosa che deve fare la Chiesa è quella di essere fedele agli inviti di Gesù, suo Sposo e suo Signore. Le basta Lui.

E del Sindaco cosa mi dice?
Il Sindaco Cosolini, nel merito della mia intervista a Vita Nuova, affermò che era «Legittima la critica della diocesi»: una dichiarazione seria, responsabile ed equilibrata.

Ma, alla manifestazione ha partecipato un Assessore comunale…
Mi è stato riferito che gli Assessori erano due. Spero che non tirino fuori la storiella che erano lì a titolo personale. La partecipazione alla manifestazione davanti al Palazzo della Curia di componenti la Giunta comunale che, con la loro presenza hanno avallato l’accusa di razzista al Vescovo, ha, di fatto, cambiato radicalmente lo scenario delineato saggiamente dal Sindaco. Personalmente ritengo che la partecipazione sia stata una cosa inquietante che si è tradotta in una pagina nera per la democrazia e per l’onore delle Istituzioni cittadine. Una Giunta comunale è a garanzia di tutti, al servizio del bene di tutti e deve operare nel rispetto dei diritti di tutti. Che credibilità può accampare un Governo cittadino quando due suoi componenti se ne vanno in giro con gaia spensieratezza a manifestare contro il Vescovo e la Chiesa cattolica che, è bene che lo sappiano, in questa Città è presente fin dai primi secoli di storia del cristianesimo ed è protetta da un martire, San Giusto? La Chiesa cattolica di Trieste è stata umiliata e il sottoscritto trattato da cittadino di serie C. Mi rivolgo al Sindaco, che è uomo di lunga e onorata esperienza politica: faccia chiarezza e ritessi i fili indispensabili della fiducia civile.

Eccellenza, è molto amareggiato…
Sì, molto. La Chiesa e la nostra Città non si meritano questi scivoloni istituzionali. Ma è una cosa che viene da lontano, caro direttore, ed è ben documentata con nomi e cognomi. Campagne di stampa, articoli, segnalazioni dove sono stato chiamato Torquemada e talebano, lettere minatorie, interruzione violenta dell’incontro della Cattedra di San Giusto dello scorso dicembre dove mi è stato detto di tutto e di più, e via cantando di questo passo fino all’ultima puntata quando mi hanno  marchiato dandomi del razzista. Non so se a Trieste sia così diffusa l’omofobia – che condanno evidentemente e fermamente – e non so dire quanto sia proporzionato lo zelo delle nostre Istituzioni in materia. Quello che i fatti stanno dimostrando è che a Trieste, da un po’ di tempo ormai, si va delineando uno scenario di cristianofobia.

Impressionante…
Non c’è nulla di impressionante, ma c’è molto di cui preoccuparsi per questo degrado.

Questo in una Città che si definisce mitteleuropea, laica e tollerante…
Speriamo che la Città ce la faccia a restare tale. Personalmente  vedo questo suo patrimonio etico-culturale in grande affanno, per un deficit di magnanimità, cioè di capacità – capacità che si raggiunge attraverso l’esercizio rigoroso e critico dell’intelligenza – di essere e di pensare in grande e in maniera nobile, senza lasciarsi irretire da prassi che stanno erodendo questo patrimonio in maniera pericolosa.

Cosa consiglia?
La Città ha tante sfide davanti: smetta i panni dei furori e dei conformismi ideologici e ritorni a parlare in maniera civile e costruttiva, a dialogare con il senso del rispetto dell’altro e a valorizzare tutte le risorse. Solo i mentecatti – che anche a Trieste non mancano – possono ritenere che il nemico da combattere sia la Chiesa cattolica che, invece, ogni giorno produce nella nostra Città, per il bene di tutto e di tutti, il miracolo della preghiera, quello dell’annuncio della verità che salva, quello dell’apertura a un serio confronto culturale e quello della consolazione e della carità a favore di un numero enorme di infelici e di poveri.

Vorrei toccare adesso un tema che è rimasto sempre sospeso: il ruolo del giornale locale in tutto questo.
Direttore, non può pretendere che Il Piccolo sia un giornalino parrocchiale. E’ un giornale che appartiene al Gruppo Espresso-La Repubblica che si ispira fedelmente al vangelo di Scalfari. Fa il suo mestiere e lo fa bene. I problemi non nascono dall’intraprendenza del giornale locale, ma da un gruppetto che continua a usarlo con qualche forma di spavalderia. Ritengo che sia un errore di valutazione ritenere Il Piccolo il peccato originale di tutto. Alla fine, le dirò, anzi, che quando il quotidiano locale mi tratta troppo bene comincio a preoccuparmi e a domandarmi in che cosa sto sbagliando.

E del Direttore Possamai che mi dice?
Che, fatte le debite proporzioni, è come Lei chiamato a dirigere un’impresa assai complicata con i tempi che corrono. Peccato che scriva poco, perché i suoi articoli di analisi economica e politica sono sempre acuti e stimolanti e una spanna sopra quelli di altri suoi colleghi.

Ci sono però due giornalisti che non le danno tregua, Giampaolo Sarti e Fabio Dorigo.
Il dott. Sarti lavorava a Vita Nuova che, se ricordo bene, lasciò quando arrivò Lei. Non mi consta che qualcuno abbia versato lacrime di rimpianto quando se ne andò.

Il dott. Dorigo è velenosetto…
Lasci stare il veleno. Diciamo che, quando scrive della Chiesa di Trieste, calca la mano con il pepe che è condimento che non mi piace. Ma è intelligente e i suoi articoli sono generalmente seri, ben documentati e assai utili. E poi scrive un italiano corretto e godibile.

Tra Il Piccolo e Vita Nuova mi pare ci sia una dinamica fortemente dialettica…
Sì, ed è un bene. La Chiesa è stata sempre contro la lotta di classe di marxiana memoria, ma non è mai stata contro una sana dialettica anche sul piano culturale, se esercitata nel rispetto del buona creanza e del galateo. E’ una cosa che fa bene alla fisiologia culturale del vivere sociale e civile. E Trieste ne ha bisogno.

Grazie dell’intervista. Un’ultima domanda: solo amarezze in questo periodo?
No, Direttore. Il sabato, quello della manifestazione, sono venuti a trovarmi tre uomini maturi della nostra Diocesi per parlarmi della loro vocazione e del loro proposito di intraprendere la strada formativa per il Diaconato permanente. La cosa mi commosse e ringraziai il Signore che mi mandava il suo consolante raggio di luce a confortarmi e ad assicurarmi che la Chiesa di Trieste e il suo futuro erano e sono in buone mani, le Sue, quelle del Signore. Lui fa la differenza, sempre.

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23 commenti

  1. Vittorio

    l’omosessualità è una gran bufala, un’astuta menzogna che ti fa credere che la tua attrazione sia naturale, normale (sia affettivamente che sessualmente) perciò chi ci sta dentro e vive ahimè questa menzogna non potrà mai accettare che sia così, che si possa GUARIRE!!! questo lo posso dire anch’io: ERO gay, VISSI l’omosessualità, e per un intervento speciale della misericordia di Dio, attraverso la Vergine Maria a Medjugorie ho capito il perchè di quelle attrazioni, cosa c’era dietro
    così ho cominciato un percorso di guarigione sia psicologico che spirituale e ora posso dire grazie GESU’ CRISTO che anch’io ora sono un UOMO NUOVO!!!!!!! Ai poveri fratelli che vivono la menzogna e pensano di aver preso la giusta strada verso la gioia dico “vi capisco, perchè ci sono stato dentro pure io per ben 10 anni! ma le vostre sono lotte che non portano a nulla di buono e sono capeggiate dai vostri e nostri stessi nemici, il padre della menzogna e della morte. si perchè cari fratelli e sorelle che credete di essere nati omosessuali, care sorelle che credete di essere lesbiche a vita, le verità non sono mai quelle che crediamo nel nostro pensiero limitato o nei nostri sensi a volte bisognosi di amore e di cure. quando si vuol conoscere la VERA VERITA’ noi, che Creatori non siamo, o accettiamo anche per un solo attimo di mettere da parte le nostre concezioni e vedere anche altro, metterci in discussione e poi valutare, o rimaniamo nei nostri errori e ci becchiamo pure tutte le nostre conseguenze”. Ringrazio di cuore la Vergine Maria che mi ha mostrato questa via veramente giusta, sana e che mi ha concesso di rinascere mentre ero sulla via dell’errore, della sofferenza e dell’insoddisfazione continua. Vittorio

  2. antonella ciraco

    Monsignor Crepaldi ha tutta la mia solidarietà. Ha subito un vero e proprio abuso da parte di indivudui prepotenti, che riconoscono e concedono libertà di espressione e di qualsiasi altra cosa gli passi per la testa, SOLO a se stessi.
    Ma quel che è peggio e che questi indivudui sono stati aizzati e istigati da chi ricopre un ruolo pubblico e istituzionale.. Un vero e proprio linciaggio organizzato.. E’ questa l’Italia del futuro?

  3. grisostomo

    Una che vive di stereotipi e frasi fatte, che non aspetta altro che di formare una famiglia sterile col suo cactus,che cosa dà che non tolga in misura doppia? Si discute con i minus habentes? Si discute con i cactus? Pietà, non argomenti.

    1. ErikaT

      Occorre ricordare che le offese non sono argomentazioni ma possono evidenziare una totale mancanza di argomenti e ovviamente grande scorrettezza.

    2. albo

      Eh sì quando non si hanno argomenti ragionevoli è meglio fare gli sdegnosi e schifare gli altri (cioè quello che dovrebbe essere il tuo prossimo).

  4. viccrep

    quello che sfugge è che ancor prima di cristiano il matrimonio è formato dall’uomo dalla donna e dai figli.
    E’ così dai primordi della civiltà
    E’ solo un assurda pretesa avere gli stessi diritti quando non si è in grado ad esempio di procreare.
    Le coppie gay o lesbiche sono coppie di due persone .Non saranno mai una famiglia lo pretendono e mo,ti culturalmente deboli gli danno retta.
    Meno male che i vescovi e cristiani ci sono.

    1. ErikaT

      Mi annoio profondamente a rispondere sempre alle solite obiezioni, ma possibile che non ne avete di nuove???
      Possono godere dei diritti matrimoniali anche coppie che non possono procreare ( vedi sterilità, menopausa, handicap, malattie ecc. ) sia coppie che non vogliono procreare.
      L’ obiezione sulla procreazione non regge. E poi vi chiedete perchè i matrimoni egualitari sono approvati da sempre più stati? Ma il motivo è che non ci sono le minime argomentazioni logico-razionali contro.
      Ora vado a fare la spesa, un bacione.

      1. :D

        ah ok, buona spesa, compra un po’ di carne che ti fa bene!!!

        1. ErikaT

          no caro/a, ho deciso oltre un anno fa che non avrei mai più mangiato carne, l’ho fatto per gli animali…. comunque sto benissimo, grazie 🙂

  5. ErikaT

    Ho appena pubblicato sul mio blog il post intitolato: “non esiste solo la famiglia cristiana”, buona lettura e un bacione
    mio blog : vegetariantrav

    1. Grande Capo Estiqaatsi

      Estiqaatsi… Dice che tuo articolo essere molto interessante.

      1. ErikaT

        mancanza totale di argomenti, nevvero?

  6. Hughes

    Questa vicenda dimostra ancora una volta l’assoluta importanza dei principi non negoziabili.
    E’ indispensabile operare la massima attenzione nella scelta dei nostri rappresentanti politici.
    I principi non negoziabili devono essere il cardine su cui si fonda l’intero progetto politico di chi ci chiede il voto. Esaminiamo con attenzione le liste dei candidati e analizziamo attentamente la storia e la visione antropologica di ognuno di loro, prima di andare a votare.

  7. Albo

    Ma i laici non millantano una specchiata etica e non chiedono coerenza ai politici. Quello che ti ho detto e di un istituzione,mica di un singolo.

    1. gmtubini

      Al contrario sono proprio i cosiddetti laicisti che sono bigotti e moralisti. L’hai mai letta Repubblica?

  8. Quercia

    Non centra con Trieste nè con la manifestazione di cui si parla nell’articolo. Ma visto che il vescovo parla di “mi dicono che è iniziata in grande stile la Gender-persecution contro il cristianesimo” non so quanto vero sia. Certo che questo video che vi posto fa riflettere. E’ successo in Argentina, marcia femminista pro-aborto che dopo aver fatto danni in città si stava dirigendo verso la cattedrale per riservargli lo stesso trattamento. Sono state fermate dal fatto che decine di fedeli hanno circondato la chiesa e hanno fatto “scudo passivo” ricevendo di tutto (insulti, urla, sputi ecc).
    Guardatelo è un po’ lungo ma davvero interessante.
    PS naturalmente i media non hanno riportato la notizia (tantomeno il video)

    http://www.youtube.com/watch?v=iWx8-htaaSs

      1. Charlie

        E allora ?

        Tutti possono fare i furbi quando fa loro comodo, non solo i cattolici.

        Ma questo non cambia l’obbligo di rispettare la vita e il diritto-dovere di un bravo Vescovo a riaffermare sempre, a tempo e fuori tempo, cos’è la verità e la giustizia.

        Se trovo un esempio alternativo di un laicista, magari popolare, che parla bene e razzola male che faccio ?

        Devo mandarti anch’io un indirizzo mail che parla della minchiata che combina ?

        Stiamo freschi !

        Facciamo la bacheca infinita delle trasgressioni.

      2. Quercia

        Ehi Albo ma tu che ne sai? Vedi di non scendere nelle offese personali…

        Beh..se è vero quello che dici non troveranno certo il mio appoggio. Hanno sbagliato. Non sono responsabile dei comportamenti di un miliardo e rotti di cristiani nel mondo, nè dei rispettivi avvocati nè di associazioni che si richiamano al cristianesimo.

        Cmq grazie per la segnalazione. Nel merito di quello che mi segnali (che non centra con l’articolo) e dal poco che si possa approfondire di un fatto del 2006, riportato in articoli del 23 gennaio 2013 poco prima la manifestazione pro-life a Washington prevista per il 25 gennaio (che strana coincidenza, eh?), ti posso dire che è un peccato che gli avvocati abbiano utilizzato come tema difensivo il fatto che la normativa Usa non riconosca quali persone i feti e quindi non è possibile parlare di omicidio. Altrimenti, se li avessero condannati per omicidio colposo, avrebbero si dovuto pagare per il reato ma si sarebbe aperta anche una bella breccia nella legislazione Usa abortista. Del resto non puoi incolpare qualcuno di “omicidio colposo” per aver distrutto involontariamente dei feti e poi non considerare i feti persone.

        http://www.firstonline.info/a/2013/01/25/papa-per-marcia-vita-washington-su-twitter-elogia-/fb5ecf8b-4bef-4fd1-a0cd-c86ecfe9fa7f
        http://www.asianews.it/notizie-it/La-Cina,-con-la-legge-del-figlio-unico,-ha-ucciso-400-milioni-di-bambini.-Ora-basta-26966.html

      3. Grisostomo

        Bisogna leggere l’articolo. Non è l’ospedale cattolico ad aver sostenuto “che i feti non sono persone”. Sono i loro avvocati. Non è per altro neppure una loro dichiarazione, ma il richiamo ad una corrente giurisprudenza:

        “But when it came to mounting a defense in the Stodghill case, Catholic Health’s lawyers effectively turned the Church directives on their head. Catholic organizations have for decades fought to change federal and state laws that fail to protect “unborn persons,” and Catholic Health’s lawyers in this case had the chance to set precedent bolstering anti-abortion legal arguments. Instead, they are arguing state law protects doctors from liability concerning unborn fetuses on grounds that those fetuses are not persons with legal rights.”

        Di che stiamo parlando?

        1. albo

          Chi accetta la difesa di tali avvocati accetta di difendersi attraverso le loro motivazioni. Altrimenti si possono scegliere altri avvocati. Non giochiamo a fare gli ingenui.

          1. Quercia

            Concordo

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