Il cardinale di Ancien Régime per cui la Chiesa era «indietro di duecento anni»

Di Luigi Amicone
05 Settembre 2012
Martini nella sua ultima intervista ha accusato la Chiesa di essere «rimasta indietro di duecento anni». Ma lui stesso ha incarnato plasticamente quell’accusa.

Aveva un gran bel portamento. E non amava schermirsi agli occhi della bella gente. Carlo Maria Martini è salito in Paradiso tra gli onori e il saluto beatificante dei giornali di establishment. Con un diluvio di salamelecchi. Senza nemmeno un chiaroscuro. Come nemmeno a Madre Teresa di Calcutta capitò. Era un “profeta”. Dicono. E perciò nessuno ha voluto ricordare un’attitudine, così tipica del clericalismo e del “cardinale del dialogo”, secondo la quale lo Spirito soffia dove vuole, ma se non soffia dove vuole colui che evoca la libertà dello Spirito, lo Spirito non soffia. Nella sua ultima intervista, quella resa al confratello gesuita Georg Sporschill e che «voleva fosse inserita nel testamento», sembra avesse completamente rovesciato quell’attitudine. E si fosse arreso al riconoscimento di «liberare la brace dalla cenere» – metafora cucita su una chiesa giudicata «stanca» – cioè al bisogno di «uomini che ardono in modo che lo Spirito possa diffondersi ovunque». Sapeva amministrare con cura il proprio ruolo e patrimonio di dissenziente ecclesiastico. Ed era perfetto, nei tempi e nei modi mediatici, nel far sentire la propria voce dissonante rispetto alla lezione petrina. Non condivideva il punto di vista di Giovanni Paolo II in materia “eticamente sensibile” (dalla morale sessuale al fine vita ha sempre cordialmente dissentito dalla lezione della Chiesa cattolica, come ha testè ricordato il cardinale Ruini alla Corradi su Avvenire). E si fece in quattro per tentare di convincere Benedetto XVI a deporre il tema dei cosiddetti “valori non negoziabili”. In realtà Martini era un gran negoziatore. Più incline, per temperamento e inquietudine interiore, a rappresentare i dubbi della “zona grigia” e i sofismi della doxa, l’opinione corrente, ben formata sui giornali di establishment, che ad affermare certe verità impopolari in faccia al potere.

Adorato dai suoi seminaristi, all’epoca in cui i seminari diocesani lombardi si svuotavano, non trovò che i movimenti fossero nelle sue corde spirituali. In generale, non ebbe familiarità con spiritualità che non promanassero dal suo stesso carisma. Che, ha scritto bene Alberto Melloni, si riassumeva in quell’auspicio reiterato di un Concilio Vaticano III: Martini voleva il “collegialismo” e, sebbene non risulti abbia mai messo formalmente in discussione il primato di Pietro, voleva “modernizzare” la Chiesa anche attraverso la sua “democratizzazione”. Che poi tale spinta “modernizzatrice” coincidesse di fatto con il depotenziamento dell’idea di “Cristo Re” e, quindi del Papa Vicario del Re dei Re, e la diminutio di Pietro a primus inter pares, secondo una versione di “collegialismo” molto pericolosamente vicina all’idea di “conciliarismo” – superiorità del collegio dei vescovi e cardinali sul Papa, affermazione già discussa ed espunta dalla dottrina cattolica fin dal Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze del 1431 – ciò sembra non abbia intaccato minimamente le convinzioni del creatore di cattedre “dei non credenti” e scuole “della Parola”.

Biblista sofisticato, Martini è stato tuttavia un pensatore poco originale. D’altra parte, come ci rivelò un suo illustre confratello, il gesuita Ignace de la Potterie, a Martini è mancata la preparazione filosofica. Quanto ai suoi metodi di conduzione del popolo di Dio, si possono non condividere i toni di Antonio Socci, ma è un fatto che Martini è stato protagonista dell’unico caso postconciliare (la “Rosa bianca” di Lazzati e curia di Milano versus Il Sabato) di istruzione di un processo ecclesiastico contro due giornalisti o, come lo chiama Socci, di «deferimento di laici cattolici all’Inquisizione per semplici tesi storiografiche». In effetti, contrariamente a quello che i giornali di establishment hanno scritto di lui e indipendentemente dalle sue idee molto conformi al mainstream, la stessa persona che nella sua ultima intervista ha accusato la Chiesa di essere «rimasta indietro di duecento anni» ha incarnato plasticamente quell’accusa. Non è stato infatti Martini un chierico di Ancien Régime, Vescovo aristocratico, influente sulla politica del Sovrano e, sia nell’ambito dell’amministrazione dei beni ecclesiastici, sia in quelli mondani, tenutario di una parola e di un’autorità che hanno pesato anche più di quella di un Principe?

@LuigiAmicone

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37 commenti

  1. gianni

    Amicone…che tristezza, proprio non hai i capito niente di dove ci vuol portare carron, eh? lavoraci, magari cambi idea…

  2. rosa m.

    Pare che il card. Martini sia salito in Paradiso NON SOLO tra gli onori e il saluto beatificante dei giornali di establishment. Così il Papa: «Il Signore, che ha guidato il Cardinale Carlo Maria Martini in tutta la sua esistenza, accolga questo instancabile servitore del Vangelo e della Chiesa nella Gerusalemme del Cielo». Così l’arcivescovo di Milano: «Caro Arcivescovo Carlo Maria, la Madonnina, l’Assunta, con gli Angeli e i Santi che affollano il nostro Duomo, ti accompagni alla meta che tanto hai bramato: vedere Dio faccia a faccia». “Sono certo che ora il cardinal Martini accompagna dall’alto la Chiesa milanese e tutti gli abitanti di questa nostra grande arcidiocesi” Davvero avventato il card. Scola: collocarlo già lassù, incurante dei vostri e tanti altri giudizi critici sul soggetto. Dilemma: chi ascoltare?

  3. Frama

    Il tuo articolo trasuda rancore “creativo”…
    A quanto pare Socci non è il solo. Però tu hai il merito di aver pubblicato anche altre voci.
    Povero Carron, io penso, se siete così! Finora è l’unico che sa fare autocritica e addossarsi il male del gruppo….
    E, sotto sotto, povera Chiesa e povero Giussani, che io penso vi volesse santi, non presuntuosamente velenosi. No, così non onorate la sua memoria, mi dispiace….

  4. Lorenza

    Nonstiamo giudicando l’uomo Martini, ma il suo operato sí, ci mancherebbe altro! La sua opinione in materie su cui laChiesa si è espressa, anche con dogmi, e comunque con magistero costante, non è quella della casalinga di Voghera, che ce ne possiamo fregare.È il magistero, ossia l’ insegnamento, di un cardinale della Chiesa cattolica, e in quanto insegnamento viene recepito dai fedeli. Ora questo insegnamento é sano? É fedele alla Chiesa? Aiuta a seguire meglio Gesù Cristo? E quali sono stati i suoi frutti nella diocesi che ha guidato per tanti anni? Se la Chiesa è stanca, non è che la diocesi di Milano stia meglio, mi pare.Sono queste le domande che dobbiamo fare, respingendo la tentazione di trincerarci dietro al “non giudicate” come uno struzzo con la testa nella sabbia. Il cristiano legge con due occhi: la fede e la ragione. È per questo che gode di un’ infinita libertà che gli consente di giudicare ogni evento, ogni circostanza , anche un Papa, quando non parla ex cathedra , o un Cardinale,anche se lui è un contadino e l’ altro un Principe. Quanti Papi Dante ha cacciato all’inferno, senza che nessuno se ne adombrasse, nel cupo Medioevo in cui a causa della Chiesa e dell’ inquisizione si bruciavano libri e streghe, e il pensiero non era libero… e chi più ne ha più ne metta? Ora la ragione ci dice che il pensiero di Martini ed anche il suo atteggiamento sono spesso stati in contraddizione palese con la chiesa. La fede ci dice che Dio avrá già giudicato ogni suo atto e ogni suo pensiero con infinita giustizia e misericordia, e noi non possiamo presumere di avere l’ultima parola sul suo destino eterno. Ma per carità , finiamola con questo mantra “non bisogna giudicare! Diamo ragione ai laici che assimilano il cristiano al cretino e che ci accusano di aver barattato la ragione con la fede, come se logica, ragionamento, libertà intellettuale fossero appannaggio loro esclusivo.

    1. VALERIA

      A Lorenza.
      Nessuno vuole negare le ragioni esposte da Tempi e nemmeno le sue argomentazioni perche’ la realtà e’ evidente ai nostri occhi ma dipende da quello che ci sta veramente a cuore. Se ribadire le nostre ragioni ad ogni costo che pur ci sono oppure lavorare per ricomporre la frattura nella chiesa ambrosiana.
      Le posizioni della Chiesa che tendono a mettere in evidenza quello che di positivo era presente nel Cardinal Martini non sono ipocrisia ma tensione al vero bene della Chiesa. Per questo guardo con gratitudine a Carron che mi aiuta sempre a fare un passo in più..

  5. Mappo

    Vorrei ringraziare Amicone, perché oggigiorno è veramente difficile se non impossibile riguardo alla figura del Cardinal Martini sentire qualcosa che non risponda ai canoni del politicamente corretto.

  6. ACHILLE LISSONI

    E così, Antonio Socci, l’ormai noto, esagitato intellettuale cattolico piuttosto caro a “Cielle” e più in generale alla destra, ha osato impartire, su un quotidiano guarda caso berlusconiano, una lezione di teologica morale, se così si può dire, nientemeno che al cardinale Martini appena morto, sostanzialmente ritenuto, dal saccente inquisitore, una sorta di “eretico”. Meritevole allora, più che altro, della sua pietà (“spero che il cardinale abbia conservato la fede fino alla fine”, termina il suo pezzo. lo … spudorato!). “Martini ha sempre cercato l’applauso del mondo, ha sempre carezzato il potere e cioè la mentalità dominante”, proclama il suddetto, che evidentemente ha conosciuto assai meno di quanto creda la sua “vittima”. “Con le sue idee ha sconcertato e confuso i semplici cattolici”, insiste il “nostro”. Peggio: col tripudio dei “media” più anticattolici e ostili a Gesù Cristo, ha fatto, in particolare, “il controcanto puntuale all’insegnamento dei Papi e della Chiesa”, sentenzia il Torquemada di “Libero”. Al quale riesce evidentemente difficile spiegare come sia possibile che il cardinale in questione abbia “rischiato” di diventare, proprio lui, il Papa, nell’ultimo conclave. Bastava, forse, che avesse desiderato davvero sino in fondo “essere portato in trionfo”, per usare una frase del “nostro”. Quali sarebbero, in ogni caso, le colpe (i “delitti”?) dell’arcivescovo di Milano in questione? Giusto quelli acclamati dal quotidiano laicista “Repubblica”, dice Socci: l’aver affermato (cosa non vera, peraltro, detta così) l’equivalenza di tutte le religioni, l’aver dialogato –horribili dictu- con l’Islam, e, a riguardo dei problemi più squisitamente “morali”, non aver mai condannato l’eutanasia, l’aver detto “si” –udite, udite- al preservativo, l’essersi mostrato possibilista (pur se strenuo difensore del “matrimonio tradizionale”, ma questo Socci non l’ha ricordato) in tema di riconoscimento dei diritti civili delle coppie di fatto. “Anàtema sit”, pertanto, contro il cardinale biblista, o almeno contro la sua “dottrina” (espressa peraltro in “massime terribilmente banali”, come le definisce, senza vergognarsi, il giornalista). Martini, uomo debole in tema di fede, maramaldeggia l’intellettuale cattolico (?) reazionario, incapace di affrontare con la debita forza i demolitori dei “dogmi”. Un uomo di Chiesa dimentico della profezia di Paolo, il quale aveva preconizzato che “verranno giorni in cui non si sopporterà più la sana dottrina ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità, per volgersi alle favole”. Da cattolico, a me viene da considerare, con un filo di nausea, che questo Socci, probabilmente nostalgico delle stesse “Crociate”, è rimasto fermo, sul piano teologico, ai tempi del concilio di Trento e della relativa, mortificante teologia morale “casistica”, a una concezione del “dogma” (inteso come asserto indiscutibile e non, invece, quale strumento d’interpretazione del misterioso evento della “auto rivelazione” di Dio all’umanità). Non osi, allora, questo “neoteologo” di complemento, fare da maestro a nessuno. Tantomeno, ovviamente, al “grande” Carlo Maria Martini.

    1. gmtubini

      Sul quotidiano che tu hai citato, un commentatore faceva notare come si potesse fare un paragone vetero-calcistico assimilando, da vari punti di vista, il Cardinal Martini a Pelè e Socci a Benetti.
      Io, nel mio piccolo, sul medesimo quotidiano ho scritto che, a parer mio il paragone è azzeccato in pieno, nel senso che, a differenza di Pelè, Romeo Benetti era dei nostri.

    2. Alberto

      Ti sei dimenticato, caro Achille, di riportare questa parte dell’articolo di Socci:
      <>
      Alzheimer?

    3. Alberto

      Ti sei dimenticato, caro Achille, di riportare questa parte dell’articolo di Socci:

      E’ stato un ospite assiduo e onorato dei salotti mediatici fino ai suoi ultimi giorni.
      O vi risulta che abbia rifiutato l’esaltazione strumentale dei media che per anni lo hanno acclamato come l’Antipapa, come il contraltare di Giovanni Paolo II e poi di Benedetto XVI?
      A me non risulta. Eppure avrebbe potuto farlo con parole ferme e chiare come fece don Lorenzo Milani quando la stampa progressista e la sinistra intellettuale e politica diceva: “è dei nostri”.
      Lui rispondeva indignato: “Ma che dei vostri! Io sono un prete e basta!”. Quando cercavano di usarlo contro la Chiesa, lui ribatteva a brutto muso: “in che cosa la penso come voi? Ma in che cosa?”, “questa Chiesa è quella che possiede i sacramenti. L’assoluzione dei peccati non me la dà mica L’Espresso. E la comunione e la Messa me la danno loro? Devono rendersi conto che loro non sono nella condizione di poter giudicare e criticare queste cose. Non sono qualificati per dare giudizi”.
      E ancora: “Io ci ho messo 22 anni per uscire dalla classe sociale che scrive e legge L’Espresso e Il Mondo. Devono snobbarmi, dire che sono ingenuo e demagogo, non onorarmi come uno di loro. Perché di loro non sono”, “l’unica cosa che importa è Dio, l’unico compito dell’uomo è stare ad adorare Dio, tutto il resto è sudiciume”.

      Alzheimer?

      1. Charlie

        Ottimo commento, signor Alberto !
        Socci, qui, ha colpito nel segno.

      2. karlocl

        “l’unica cosa che importa è Dio, l’unico compito dell’uomo è stare ad adorare Dio, tutto il resto è sudiciume… proprio perchè Martini come milani pensava che dio fosse l’unica cosa che contava, non fece mai l’intervento che pretende lei e socci.. perchè tutto ciò apparteneva a beghe politico ecclesiali e a giochi di potere che da uomo libero non gli confacevano

        1. Nicola

          Scusate, ma se Socci non ha elaborato il lutto e conserva uno spirito di inferiorità, che centra il povero Martini?
          Non uno invece che abbia risposto alla obiezione seria sulla ricerca dell’onore e del potere da parte di Martini. La ripeto aggiungendo una seconda circostanza: 1) se amava il potere perché lasciare subito irrevocabilmente a 75 anni anziché a 77 come fanno tutti i vescovi? e se amava così tanto gli onori e il presenzialismo nei salotti, perché non è rimasto a Milano ma se ne è andato in terra santa dove – ma adesso non ricordo bene, potrei sbagliarmi – mi pare che nelle edicole non ci siano molte copie di Repubblica? 2) perché è entrato in conclave col bastone, prima volta in pubblico che si faceva vedere così? E che dire dei commenti unanimi trapelati dal conclave secondo i quali lui fece convergere i pacchetti di voti su Ratzinger?
          Dai dai, aspetto i volteggi sulle parallele e i voli sulle pertiche, mi piacciono tanto, eh eh. Anzi, premierò il più creativo e fantasioso di voi

          1. Charlie

            Non ha fatto convergere un bel nulla. E’ l’ennesima leggenda metropolitana.

            In ” Settimo Cielo ” il Vaticanista dell’ “Espresso” , Sandro Magister, cita una nota del foglio dell’aprile 2007 che riferisce che la definizione di ” grande elettore ” attribuita al Card. Martini suscitò ” una certa ilarità nei Sacri Palazzi ” .

            Addirittura perché i voti validi furono conteggiati fino a 125, mentre gli elettori erano 115.

            Ne faccio un sunto veloce, rimandando al sito.

            Il primo a confutare la leggenda fu il giornalista John L. Allen jr. vaticanista del settimanale progressista US ” National Catholic Reporter “.

            Nel suo libro ” The Rise of Benedict XVI “, in base ai colloqui con otto cardinali elettori, esclude un ruolo centrale di Martini nel conclave del 2005, e che Martini ebbe un numero significativo di suffragi, come anche la sua esternazione per la candidatura di Ratzinger.

            ” Per la maggior parte dei cardinali – scrive Allen jr. – la teoria che Martini si sia formalmente ritirato dalla corsa sembra essere stato un esercizio “ex-post” fatto tra i progressisti storditi, alla ricerca di qualche spiegazione per come l’elezione di Ratzinger possa essere accaduta così velocemente “.

            Ma la ricostruzione più dettagliata e più attendibile è quella del vaticanista Lucio Brunelli su “Limes” (10/2005), basata sulle rivelazioni di un cardinale elettore.

            Ratzinger avrebbe avuto da subito un cospicuo numero di voti ( 47 su 115 ) e, sempre aumentandoli, avrebbe raggiunto e superato la quota fatidica dei 2/3 alla 4^ votazione.

            Martini non avrebbe mai insidiato Ratzinger, avendo ottenuto solo 9 voti al 1^ scrutinio.

            Dopo Ratzinger il più votato fu il gesuita argentino card. Bergoglio, su cui si sarebbero riversati i consensi dei ” martiniani ” .

            Ricostruzione ritenuta sostanzialmente veritiera nei Sacri Palazzi.

            Dove ci si chiede perché la stampa tenda a presentare Martini come una sorta di anti-papa del XXI secolo.

            Cosa che non sembrerebbe avere il gradimento di Martini, che avrebbe fatto sapere in alto di non riconoscersi nel ritratto fatto dal mondo giornalistico.

          2. Nicola

            ah ah ah… Sandro Magister e il Foglio … ah ah ah …. proprio fonti autorevoli e indipendenti …. ah ah ah. Grazie davvero, era tanto che non ridevo così

          3. Charlie

            Le affermazioni sono documentate con le interviste ai cardinali elettori del Conclave.
            Le fonti autorevoli e indipendenti sarebbero invece ?
            Mi illumini.

        2. Alberto

          Io non pretendo un accidente di niente, ho solo citato una parte significativa dell’articolo di Socci che il signor Achille ha omesso di riportare e commentare.
          Anche questa parte dell’articolo, che a me pare interessante, pare non abbia colpito la sua attenzione:
          “Martini ha incredibilmente firmato la prefazione a un libro di Vito Mancuso che – scrive “Civiltà cattolica” – arriva «a negare o perlomeno svuotare di significato circa una dozzina di dogmi della Chiesa cattolica». Ma il cardinale incurante definì questo libro una «penetrazione coraggiosa» e si augurò che venisse «letto e meditato da tante persone» (del resto Mancuso definisce Martini «il mio padre spirituale»).
          Dunque demolire i dogmi della fede non faceva insorgere Martini. Ma quando due giornalisti – in difesa della Chiesa – hanno criticato certi intellettuali cattoprogressisti, sono stati da Martini convocati davanti alla sua Inquisizione milanese e richiesti di abiura. Che paradosso. L’unico caso, dopo il Concilio, di deferimento di laici cattolici all’Inquisizione per semplici tesi storiografiche porta la firma del cardinale progressista. «Il cardinale del dialogo», come lo hanno chiamato Corriere e Repubblica.”

          1. VALERIA

            Per favore, fermiamoci.
            Lo dico a tutti quanti, agli amici di CL e non. Non stiamo parlando di una persona qualunque ma di un Cardinale di Santa Romana Chiesa che ha già incontrato faccia a faccia la verità e la sua grandezza insieme ai suoi dubbi e alle sue inquietudini riposano in Colui che vede nei nostri cuori, vede le nostre intenzioni, da che cosa siamo mossi e perciò ci conosce come neanche noi stessi ci conosciamo. Solo a Lui spetta il giudizio del Cardinal Martini come di ciascuno di noi.
            Non continuiamo a perseguire la divisione. Grazie.

    4. Charlie

      Achille, scusa l’ignoranza e illuminami.
      Perché ce l’hai col concilio di Trento ?
      Che è la teologia morale ” casistica ” ?
      Che è il ” dogma ” da intendersi ” quale strumento d’interpretazione del misterioso evento della ‘autorivelazione’ di Dio all’umanità ?
      E “lo spirito del Concilio” a cui ti rifai in un altro commento ?
      Pendo dalle tue labbra.

  7. Lorenza

    Volevo dire autosospendersi dalle sdc scusate

    1. francesco taddei

      sono d’accordo con Lorenza. e poi volevo dirvi: ma dovete per forza tollerare tutti ‘sti sboccatacci? un po’ d’educazione, almeno nello scrivere! checchezzo!

  8. Lorenza

    Complimenti direttore, il tono è lieve e ironico, ma senza sconti alla verità. Martini si pose spesso in conflitto con il magistero, specie i tema di morale, e famosi valori non negoziabili erano nel suo pensiero negoziabilissimi. Per questo movimenti come cl, estremamente obbedienti e attenti al magistero, desiderosi di incarnare le fede nelle opere, anche a costo di sbagliare, non hanno mai avuto feeling col Cardinale. Del resto pochi mesi or sono la lettera con cui don Carron descriveva lo stato miserevole della diocesi di Ambrogio, dopo i due illustri episcopati di Martini e Tettamanzi testimoniava il giudizio quantomeno problematico sui modi in cui i pastori avevano guidato il loro gregge. Oggi, con una piroetta curiale, il buon Carron si spertica in elogi a onor del vero sorprendenti. E la sdc dei prossimi giorni sviscererà senza possibilitá di dissenso questa esternazione che giudico, a dir poco imprudente. Poco male: basta auto spenderai dalle sdc come già del resto si é fatto con il mea culpa su Formigoni. Ciò che non va per nulla bene invece è il massaggio che questa lettera veicolerà nel movimento: Martini è stato un buon pastore(e passi) e il suo pensiero ha un posto legittimo nella Chiesa (e ció é gravissimo) Siete rimasti in due, Lei e Socci, a dire certe cose? Dove sta cl?

    1. lorenzo neri

      Per Lorenza:

      Non so dove stia CL (nel senso della gerarchia, intendo) e anzi è una domanda che mi faccio molto spesso anch’io da qualche tempo… Vedi anche il silenzio clamoroso su Simone, per esempio…
      Però io (che non sono nessuno, chiaro!!) ci sono, Socci, Amicone e qualcun altro ci sono…
      Credo che in questo momento occorra che tutti quanti preghiamo moltissimo lo Spirito che tenga desto il Carisma che donò al don Gius perchè, con amore e buonumore, si possa proseguire il cammino su cui il don Gius ci ha accompagnato.
      La differenza dei tempi attuali, rispetto al passato, credo che stia nel fatto che a ciascuno è chiesta un pò di fantasia e di creatività nel documentare la letizia che la Grazia dell’amicizia di Gesù ci dona.
      Visto che, appunto, i cd. vertici, brillano per la loro latitanza…

    2. Nicola

      Carron si è pentito e convertito: ehm…, visto che è il vostro capo, cosa aspettate voi? …

  9. Stefano

    Se coloro che odiano la Chiesa e i loro accoliti (a cominciare dal Pontefice dei progressisti Eugenio Scalfari, il Vate del Nulla) lodano un ecclesiastico per le sue opinioni, forse qualche dubbio sulla fondatezza di queste opinioni penso sia cristianamente fondato. Meglio restare saldi nella roccia che e’ il Santo Padre e i Suoi insegnamenti, sempre conformi al Santo Vangelo.

    1. Nicola

      ehi, Stefano, hanno lodato anche Giovanni Paolo II: col tuo ragionamento (beh, termine forse un pochettino spropositato, scusa) mi sa che le opinioni della Roccia precedente vacillino. Qualcosa non quadra, io so anche cosa ma per pudore non dico, eh eh

  10. karlocl

    povero carron sempre costretto a chiedere scusa ai giornali dei comportamenti del movimento e della gente del movimento. Ah tra l’altro aspetteremo la morte ( speriamo più tardi possibile) di Tettamanzi, per leggere una lettera di scuse per le accuse al suo ministero a MIlano. Purtroppo , quella lettera è stata scritta da Carron. Chissà chi scriverà le scuse….Sul” articolo aggiungo, che a differenza di Amicone, che è testimone oculare. io ero in seminario ai tempi di Martini e facevo parte di cl. Io ribalterei l’assunto. Non fu Martini a non valorizzare i movimenti. Fu Cl a porre in atto un fuoco di abarramento nei confronti del Cardinale. E non ho mai mai, e lo frequentavo bene Giussani, sentito parole di elogio nei confronti di Martini. Infatti chiederi ad Amicone , quanti libri di commento biblico di martini ha mai letto. E per finire, dove come e quando Padre de la Potterie ( ha mai letto qualcosa di lu?) ha detto queste parole…sul Cardinale

    1. Gianluca Mariani

      Lei era in seminario ai tempi di Martini, e poi cosa è successo?

      1. karlocl

        e poi ho cambiato strada, ma la spiritualità la contemplazione, l’incontro con la paorla di Dio son rimasti saldi nel mio cuore. Certo ora vedo la fede diversamente, ma Martini per me è un padre. Mi ha ferito sentire Socci a la 7 , dire che chi si recava a venerare la salma era un pò come chi andava a vedere simoncelli, guidati dall’emotività. Io so che chi andava era guidato dallo spirito santo che soffia dove vuole e su chi vuole. Il tempo darà ragione come sempre. Aggiungo che tempi, con questi articoli non rende un buon servizio all’attuale vescovo di Milano e al suo essere il vescovo di tutti. Poi fate quello che volete, che tanto un consiglio i ciellini non lo accettano mai, cosi convinti di avere la verità in mano

  11. Lorenzo Neri

    Io non so se Socci ha ragione o torto però stamattina insieme ad un amico siamo andati a dire il Rosario dal don Gius e l’indulgenza l’ho lucrata per l’anima di Martini come Socci suggeriva nel suo articolo.

    Io spero che adesso che ha modo di vedere la realtà come è realmente, insieme con il don Gius e con don Giacomo, interceda perchè il movimento di CL non ceda alla tentazione della scelta religiosa che ha fatto l’AC negli anni ’80…

  12. tribute to Thomas More

    Corruzione e ladrazione ??

    Ahhhh nonno Lissò….guarda io non sò de CL ….nemmeno quando stavo in Cattolica li bazzicavo più di tanto….visto che tra un esame e l’altro preferivo trombare…ma quando sento una stronzata … la riconosco da un kilometro….

    Te che fffai de mestiere ? Il moralizzatore da bar? Guarda che la vita è breve!

    Wake up!

    1. ACHILLE LISSONI

      Lo so che la vitaa è breve. Ed io sono decisamente vicino alla fine della mia.

      Moralista da bar ?

      Ma Daccò ha pagato si o no sontuose vacanze al Celeste ?

      E Simone era si o no socio di Daccò e tramite tra lui ed il Celeste?

      Se dico che per me CL è diventata CORRUZIONE E LADRAZIONE faccio il moralista da bar?

      E poi, se non sei di CL, che te ne frega? Dimenticavo: magari lavori con la CdO. Che senza CORRUZIONE E LADRAZIONE non esisterebbe.

      E poi guarda che quasi sempre nei bar si possono dire anche cose molto sensate e molto vere. Storie vere. Di uomini e donne in carne ed ossa.

      1. Gerolamo

        ahahah Lissoni, fai pena: sei un pappagallo di repubblica e un buonista e tollerante alla martini: solo con quelli che la pensano come lui.

      2. tribute to TM

        …. Ah si ?! E allora vai a farti una partita a scopa e beviti due ombre di quello buono che ne hai bisogno…

        Quanto alla compagnia delle Opere … Sara’ sempre cento volte meglio delle cooperative rosse di voi fossili scongelati dal cretaceo staliniano…

        Ripeto: svegliati che la salma di Lenin l’hanno tolta dal congelatore e la stanno
        Scaldando nel microonde …..i russi sono piu’ svegli di voi: non sono piu’ comunisti …. Ci siete rimasti solo tu e Bersani …. Che ogni tanto si sveglia dal coma e urla FASSSSISTI
        come Gino Cervi in don Camillo ….

        Ci sarebbe da ridere … Se solo la gente come voi
        Non avesse distrutto le potenzialita’ di questo paese con la vostra ideologia bastarda e assassina di milioni di uomini e donne …

        Volete crepare invocando il nome di Giuseppe Stalla (stalin) invece di quello di Cristo ??? Fate pure…ma non impedirete a noi cristiani di testimoniare la verita’ che voi schifate ….

        Non lo farete

        1. ACHILLE LISSONI

          Mi sembri Silvio.

          Se uno non è berlusconiano è comunista.

  13. tribute to Thomas More

    (…) Non è stato infatti Martini un chierico di Ancien Régime, Vescovo aristocratico, influente sulla politica del Sovrano e, sia nell’ambito dell’amministrazione dei beni ecclesiastici, sia in quelli mondani, tenutario di una parola e di un’autorità che hanno pesato anche più di quella di un Principe? (…)

    Martini assomigliava fisicamente, nello sguardo e nella postura a De Bortoli – il direttore del Corriere della Sera – che con la sua erruzza arrotata, le sue unghiette da manicure e il suo bel faccino simmetrico da borghese geneticamente selezionato pontifica ex cathedra su fatti e uomini di chiesa….con l’atteggiamento di chi non pensa nemmeno che le proprie parole possano non essere condivise dalla plebe tanta è la loro terrifica autorità….

    Beati quelli che si prendono sul serio perchè sono tanto teneri….

    Sul mio chevét tengo un bambolotto biondo con la faccia di De Bortoli e quando ho bisogno di tenerezza lo stringo forte forte forte… e (swiiiiip) tiro una cordicella ascoltando la sua vocina flautata….mi fornisce tanta autostima e speranza per il futuro dell’umanità

    amen

  14. ACHILLE LISSONI

    l’Amicone del Celeste sputa finalmente tutta la sua bile contro Martini

    Certamente Carlo Maria Martini non aveva nulla in comune con gli adepti di CORRUZIONE E LADRAZIONE.

    Vedeva le porcherie che combinava la compagnia delle opere in nome della fede. Della fede nei soldi.

    Povero Amicone. L’insegnamento di Carlo Maria Martini ha portato ad una Chiesa Ambrosiana migliore di come l’ha trovata.

    Gli insegnamenti del famigerato Gius hanno portato un sacco di gente in galera per reati quali corruzione, concussione, ecc. ecc…

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