«Il Califfato è un progetto totalitario dove Dio è invocato costantemente a parole e negato nelle azioni»

Di Rodolfo Casadei
03 Marzo 2015
Intervista a Domenico Quirico, in occasione dell'uscita del suo ultimo libro, "Il grande Califfato": «I musulmani non si oppongono veramente, ma non possiamo gettargli la croce addosso»

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L
eggere un libro di Domenico Quirico è come andare a porcini in un lussureggiante bosco del Piemonte o del Trentino. L’ambiente circostante è splendido, pini e latifoglie giocano coi raggi del sole che filtra nel sottobosco, germogli di piante e tronchi abbattuti e marcescenti si intrecciano nelle pieghe del terreno irregolare. Finché da sotto al tappeto di foglie morte spunta il re dei funghi, turgido e vistoso col suo gambo bianco e il cappello marrone o fulvo. Nei libri dell’inviato della Stampa i porcini sono i giudizi, le definizioni, i concetti che appaiono a sorpresa, man mano che le pagine sviluppano il racconto dei luoghi, degli incontri e degli avvenimenti.

Il grande Califfato è un percorso attraverso la geografia sfuggente dei luoghi dove il risorgere del Califfato si è preannunciato, annunciato e infine realizzato negli ultimissimi anni, cominciando da quel giorno da prigioniero in Siria, ad al Qusayr, quando per la prima volta il Quirico ostaggio dei jihadisti è stato messo a parte del “segreto”. Dopo quel giorno hanno preso senso fatti, persone e parole ascoltate in Nigeria, Mali, Algeria, Tunisia, Iraq, Libia, Somalia. Che integrano «il cuore di tenebra di una nuova fase storica, di un nuovo groviglio avvelenato dell’uomo e del secolo che nasce: il totalitarismo islamico globale», come scrive Domenico Quirico.

quirico-meeting-incontroPrima che il Califfato venisse proclamato da al Baghdadi, varie persone, non collegate fra loro, ti avevano annunciato che la storica istituzione sarebbe risorta. Che cosa significa questo?
Significa che era un obiettivo progettato da lungo tempo. La creazione del Califfato è la ragione per cui così tanti stranieri sono andati a combattere in Siria. Prima dell’Isis, già Jabhat al Nusra, che è affiliata ad al Qaeda, dichiarava di avere questo obiettivo; e anche quelli delle brigate Faruk, che sono considerati islamisti moderati, parlavano della stessa cosa.

Dei militanti del Califfato tu scrivi che «sono spesso ignoranti e di vedute ristrette, uomini semplici ulteriormente semplificati con istinti primordiali acuiti dalla forza degli eventi». Allora perché ci fanno tanta paura?
Perché fra loro ce ne sono tanti che non sono né primordiali, né insipienti. Ci sono giovani laureati di materie scientifiche, c’è un teologo ben formato come al Baghdadi. La cosa che ci spaventa sono le loro biografie svuotate: la loro vita inizia quando vanno a combattere. Sia per un lavaggio del cervello che per una loro scelta. Cominciano a vivere nel momento in cui diventano rivoluzionari di professione.

Scrivi anche che «I massacri di uomini presuppongono da parte di coloro che li compiono uno sforzo fisico e soprattutto psicologico molto forte». Ma nei filmati sembra che lo facciano con entusiasmo e senza nessun tipo di remora morale.
Perché li vediamo quando hanno già compiuto quello sforzo, se lo sono già lasciati dietro. Arrivare a uccidere è complicato per chiunque. C’è un lungo lavoro da fare su di sé per convincersi che è necessario, che è giusto, che non ci sono alternative. Si può uccidere per un gesto impulsivo, ma diventare assassini consapevoli, è un processo complicato e lungo. Alla fine del quale, uccidere diventa semplice e automatico.

Cosa possiamo aspettarci dai musulmani per bene in questa guerra contro dei fanatici musulmani?
Secondo me molto poco. Non perché io non apprezzi la loro inclinazione a praticare una religione non brutale. Ma semplicemente perché nella storia costantemente le maggioranze tiepide e normali sono finite a tirare il carro delle minoranze dispotiche e feroci. Per varie ragioni: per paura, per interesse, per quieto vivere. I musulmani non si oppongono veramente, ma non possiamo gettargli la croce addosso: fare una manifestazione contro l’Isis è pericolosissimo non solo a Mosul, ma anche a Tunisi. Ci sono quartieri di Tunisi dove è altrettanto pericoloso!

domenico-quirico-il-grande-califfatoTu dici che c’è un senso musulmano del tempo che è diverso dal nostro e che spiega molte delle cose che stanno accadendo. Cioè?
È la spiegazione principale di quello che sta accadendo. Noi occidentali viviamo nel presente e nel futuro, e abbiamo un rapporto di tipo archivistico col passato. Invece per gli arabi il passato è presente, è cronaca di oggi. Dà loro la sensazione di un fatto contemporaneo. L’umiliazione per il colonialismo e per la sconfitta degli imperi musulmani è vissuta con la rabbia di un’umiliazione inferta oggi. Da qui nasce l’ammirazione per coloro che oggi cercano di ribaltare i rapporti di forza, che dimostrano che l’Occidente non è necessariamente vincente.

Al Baghdadi è un prodotto genuino o è una marionetta sfuggita di mano agli americani, come scrive qualcuno?
Non è importante. La biografia di al Baghdadi può essere lacunosa, ma lui è solo un nome prestato a un’istituzione. Gli assatanati della dietrologia sono ridicoli: se gli americani fossero così diabolici e lungimiranti come loro li immaginano, non si capisce come facciano ad accumulare insuccessi e figuracce da cinquant’anni a questa parte, dal Vietnam all’Iran, dall’Afghanistan all’Iraq. Senz’altro il Califfato non è un progetto americano. Al Qaeda l’hai abbattuta eliminando Osama Bin Laden, ma con al Baghdadi non funziona così: puoi ucciderlo, gli succederà un altro califfo.

Effettivamente c’è un fatto che sorprende: il Califfato produce video a gogò, propaganda dell’orrore e propaganda della vita idilliaca sotto la sharia integrale. Ma di al Baghdadi hanno diffuso un solo video, e c’è chi dubita che si trattasse veramente di lui.
Per il motivo che ti ho detto: è l’istituzione che attira e seduce, non il suo rappresentante. Il culto della personalità di al Baghdadi è irrilevante ai fini della promozione del Califfato.

Tu conosci bene la Libia. Perché anche lì l’Isis e gli altri jihadisti sono cresciuti così impetuosamente?
Per la grande trovata di federare attorno a un’idea centrale rivolte locali che hanno motivazioni locali, ma che si collegano volentieri alla sigla centrale perché da essa traggono nuova forza. È il principio del Comintern, della rivoluzione mondiale che aveva Mosca al centro e si nutriva delle insurrezioni locali, manovrate da agenti del Comintern per farle convergere con la strategia di Mosca. Il teorico del Comintern “verde” è Abdullah Azzam, l’uomo che è alle origini di al Qaeda e che fu subito assassinato nel 1989. Ma la sua visione si è realizzata.

A proposito dei musulmani dei nostri paesi che partono per combattere con l’Isis scrivi: «Ci illudevamo di sedurli, e invece è come se un mattino si fossero svegliati e di due mondi possibili ne fosse rimasto, di colpo, uno solo, il ritorno alla terra amata o maledetta». Perché è fallita la seduzione?
Sì, i due modelli di integrazione, quello francese e quello britannico, sono falliti, ma dire questo non basta: il fallimento poteva spingere gli immigrati musulmani nelle braccia della malavita, o della droga. Invece partono volontari per il jihad. È un fatto in relazione con l’opacità della nostra civiltà, con l’intercambiabilità di tutti i valori. Da noi ogni giorno l’uomo si trova di fronte alla fatica di scegliere fra valori che stanno tutti sullo stesso piano. L’islam nella versione prosciugata del salafismo offre alla generazione cresciuta nel mondo dei valori intercambiabili la possibilità di imboccare la via di qualcosa di semplice e preciso: la via del bene contro la via del male. Una semplificazione esaltante e che funziona.

copti-isis-libiaHai scritto anche che useranno contro di noi gli aspiranti emigranti, quelli che adesso salgono sui barconi per venire da noi. Il governo italiano smentisce che stiano arrivando terroristi.
Non ho detto questo. Noto che per la prima volta l’islam radicale ha sotto mano una massa di centinaia di migliaia di persone la cui condizione umana è ridotta all’istinto di sopravvivenza, svuotate della loro identità. È una massa gigantesca di potenziali reclute. E siccome ho toccato con mano la rapidità con cui i jihadisti trasformano gli esseri umani, mi domando se queste migliaia di uomini vuoti del loro passato non diventeranno un pericolo.

Alla fine il Califfato conquisterà l’egemonia politica e culturale sulle masse musulmane oppure no?
Forse lì dove si è installato no, la Mesopotamia è difficile da tenere militarmente. Ma la realtà del Califfato, non in quel luogo ma in molti altri luoghi nel mondo, è un problema che ci troveremo davanti per decenni. Vivremo un’epoca di guerre permanenti innescate l’una dall’altra, dove il tema di fondo sarà lo scontro fra l’islam radicale e l’Occidente coi suoi alleati musulmani. Si esaurirà la fase iracheno-siriana ed emergeranno le fasi saheliano-africana, maghrebina, libica, egiziana, eccetera. Ma dentro a una continuità, perché il progetto totalitario del Califfato è un progetto che si muove nel tempo. È il tentativo di creare un’amministrazione islamista, che ora esiste: ogni giorno che passa è un successo per il Califfato, perché entra nelle teste dei musulmani che vivono lì e di quelli che osservano dall’esterno.

A un certo punto te la prendi con gli islamologi alla Gilles Kepel, che annunciavano l’imminente secolarizzazione dell’islam: «Questi Candide abbarbicati alle loro cattedre universitarie, ai loro convegni negli alberghi a cinque stelle, agli assegni dei loro editori: saltimbanchi dell’ottimismo politicamente corretto, che paghiamo perché ci dicano quello che vogliamo sentire».
La loro colpa è di essersi inventati un islam che non esisteva, o esisteva molto parzialmente. Noi volevamo sentirci dire che in quei mondi c’era una grande volontà di dialogare con noi, e gli islamologi hanno dato una patente accademica al nostro desiderio. Scelte politiche sbagliate sono state ispirate da queste letture accademiche.

In tutto questo, dov’è Dio? Un Dio che non chieda sacrifici umani come quello dei jihadisti? Tu dici di averlo scorto fra le rovine della cattedrale cattolica di Mogadiscio.
E in molti altri luoghi dove noi pensiamo che non dovrebbe esserci. Oggi non c’è posto al mondo dove Dio sia così costantemente invocato a parole e negato nelle azioni come nei luoghi dove si svolge il dramma del Califfato. L’ossessione di Dio e la sua negazione. I jihadisti si sentono per davvero dei santi, nel mentre che sono degli assassini. Ma Dio è presente nell’unica cosa che per me conta: nella sofferenza, nel dolore delle vittime. La vera presenza di Dio è in quella sofferenza. Dio è presente sopra tutta la superficie gigantesca del dolore che c’è in quei luoghi. Lì dove è invocato, Dio non c’è; ma lì dove apparentemente è assente, Dio c’è. Nelle vittime.

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32 commenti

  1. Sergino

    “…nella storia costantemente le maggioranze tiepide e normali sono finite a tirare il carro delle minoranze dispotiche e feroci. Per varie ragioni: per paura, per interesse, per quieto vivere.”
    Si diceva la stessa cosa a proposito di tedeschi e nazismo. E il risultato di quegli errori furono 50 milioni di morti.
    Evidentemente non siamo proprio capaci di imparare dalla storia.
    Ci saranno anche stati nazisti ‘moderati’, ma non per questo l’ideologia politica nazista viene accettata.
    Perchè per l’islam, ugualmente violento e intollerante, deve essere diverso?

  2. maurizio

    Ma bravo Aldorisio, ci stavi quasi riuscendo a fregarmi con quella perfetta(troppo perfetta)operazione di copiaincolla delle parole di Giussani..poi hai voluto strafare,sul piano delle conseguenze pratiche,e ti sei fregato da solo rivelando la tua natura di bravo(troppo bravo)manipolatore:comincio a pensare che di Giussani e di Cl non te ne freghi proprio niente ed anzi ti stiano poco simpatici. Ti spiego volentieri,hai esordito ma,in realtà,non spieghi proprio niente a proposito delle domande che ti ho fatto,semplicemente le eviti dietro dotte citazioni.Non basta,in breve,citare per bene le frasi del Gius(anche questa é una finesse per sedurre)per coglierne la profondità e portata esistenziale.A me pare che sia proprio tu a sottoporre la realtà al tribunale delle tue opinioni-bravo,anche qui,a girare la frittata..tu,non io- riducendo tale profondità e portata alla scelta tra due logiche di politica-economica.Niente di più lontano dalle preoccupazioni di D.Giussani,per chi l’ha conosciuto!Dimentichi una cosa fondamentale che D.Giussani,per tutta la sua vita,ci ha detto e ripetuto ossia che la realtà é Cristo,il significato e la consistenza della realtà è Cristo e,per questo,ecco che sì attraverso essa il Mistero(Dio)si rivela ma il Mistero non é né,ovviamente,né l’Occidente né il Brics. Allora le scelte concrete in cui deve giocarsi la nostra libertà devono tendere al cuore delle circostanze,al cuore dell’uomo nelle circostanze che vive,non seguendo-certo-dettami rigidi calati dall’alto ma,neppure,riducendole a scelte di schieramento..cosa questa lontanissima dalle preoccupazioni di Giussani.Per lui l’attore della politica é l’uomo e la definizione di politica come più alta forma di carità la fece Giussani ad un convegno DC (1975)intentendo la politica nel senso originale e proprio del termine,vale a dire servizio alla polis cioè il bene comune.Ma la ricerca del bene comune non significa schierarsi aprioristicamente per l’uno o l’altro blocco economico-sociale,bensi ricercare quanto di buono e costruttivo ci può essere in entrambi,avendo come riferimento,per l’appunto,il bene comune.Tu parli di multipolarita’ e di monopolarismo…ma di cosa stiamo parlando..di un trattato di macroeconomia? che c’entrano Giussani e Cl?O Cl é diventata Lc(era di moda il giochetto tra i due termini negli anni 70-io c’ero),ma qui,cambiando l’ordine dei fattori cambia anche il prodotto.A proposito la definizione di Chiesa esperta di umanità non é di Giussani ma di PaoloVI.Io non mi schiero con nessuno-mi spiace per te,perché non é questo che mi interessa-io vivo la realtà che mi é data di vivere nel mio specifico né mi fido di questa o quell’altra idea di finanza. Io mi fido so di Cristo Signore e della Madre Chiesa:senza questo legame Cl non esisterebbe cosi come D.Giussani,il carisma di D.Giussani é ciò che ha dato origine e tuttora determina Cl,perché la storia di Cl è tutt’uno,con Giussani prima e con Carron ora,senza soluzione di continuità.Solo questo da quella visione a 360gradi sennò si vede solo quel che si vuole vedere ef anche questo tu lo saprai!
    Due note finali:1)Io,comunque,sabato 7/3,sarò in P.za S.Pietro all’udienza pubblica che Papa Francesco ha concesso a Cl per i 60anni dalla sua nascita…tu ci sei? 2)Leggiti il libro di Savorana:”La vita di D.Giussani”..é un bel tomoa si legge piacevolmente
    ..te lo consiglio e ti farà bene!!

    1. Charles de Fokld

      Scusa Maurizio se mi intrometto, ma ti faccio notare alcune cose :

      Non è questione di schierarsi, ma di avere un metodo e da questo trarre conseguenze pratiche, su tutto, anche nel raccogliere un pezzo di carta “per la Gloria di Cristo”.
      Libertà di educazione, difesa della famiglia, della vita, cose fondamentali per cui si è lottato a partire proprio dal volere affermare la Sua Gloria (detto per inciso la definizione della politica come più alta forma di Carità è di Paolo VI, ripreso spesso e volentieri da Giussani)
      I nostri candidati del 1975 erano dentro la DC a partire da questa preoccupazione -c’ero anch’io. Ma per arrivare a scegliere la DC piuttosto che il PCI o l’extraparlamentarismo (di cui, se ben ti ricordi, molti di noi erano simpatizzanti e da cui spesso provenivamo, LC compresa), bisognava essere concreti, calarsi nella situazione del momento. Non era schierarsi. Se anche io come Aldorisio vedo più positivamente l’esperienza dei BRICS rispetto all’aggressività delle potenze atlantiste non sto schierandomi, non parto da preconcetti e soprattutto non sto attribuendo a Giussani ed alla Chiesa colori politici o di schieramento. Sto solo dotandomi di determinati strumenti per difendere la vita, la famiglia, il lavoro, etc.
      Allora che c’entrano Giussani e Cl con la DC o il PCI. O che cosa c’entrano col fatto che uno ha una malattia, o che gli piacciono i gerani o che ne so. Per me Giussani e Cl c’entrano con TUTTO.
      Compreso fare una disamina della situazione molto pericolosa dalla quale disamina ne concludo, non aprioristicamente, ma a ragion veduta che la responsabilità di essere sul ciglio di una guerra planetaria ricade, anche se non esclusivamente, principalmente sull’occidente.

      1. Raider

        Non ho mai fatto parte di Cl, che ho sempre apprezzato e anzi, più volte difeso in circostanze pubbliche dagli attacchi di professori universitari ultra-sinistrorsi e ultra-massoni come da cattolici progressistie forse, non così lontani dalla massoneria. Me ne furono grati ciellini di base e dei vertici locali, da cui mi giunsero inviti a far parte della Compagnia, sempre declinati (e loro: “Ma come! Ti esponi così e poi, non sei disposto a unirti a noi!”).
        Lo voglio dire perchè non avrei mai immaginato che Cl potesse mai essere una fucina di gente che intervenie qui solo per dare prova di quello che viene pudicamente definito anti-sionismo, ma, nei fatti, nei toni, nei metodi, è anti-semitismo vecchio stampo, che nella sua cecità ideologica non distingue fatti, persone e complotti e fa di chi non è appiattito sull’islamofilia un “servo di Sion”: non lo avrei mai creduto. E infatti, non ci credo.
        Io, a proclamazioni di fede cristiana, militanza cattolica, trascorsi ciellini, non credo, nel momento in cui i complottisti
        – che si danno il cambio e lavorano in squadra e al cui seguito, se devo credere che tutto sia spontaneo, si sono uniti altri fanatici che sanno solo denigrare, calunniare senza non portare mai un argomento di discussione;
        – non intervengono mai, dico, mai sui temi che riguardavano la difesa della famiglia, l’opposizione a matrimoni e adozioni gay, la lotta a ideologia e programmi di pedagogia gender nelle scuole, il sostegno alle Sentinelle in Piedi;
        – non intervengono mai per dissociarsi da chi, senza mezzi termini, anzi, con molta volgarità e una dose massiccia dci protervia, attacca la Chiesa e il Papa, sempre millantando credenziali di Cattolicesimo, tradizionalista e non, anche quando arriva a forme demenziali apertamente naziste e in forme e linguaggio che nulla hanno da invidiare a satanisti e vignettisti alla Charlie Hebdo;
        – intervengono sempre e soltanto in difesa dell’Islam e per attaccare l’Occidente, sgolandosi a urlare guerra! guerra! guerra! a “triadi diaboliche”, U.S.A., Paesi del Golfo e USraele, ritenendo che questa sia la cosa più cristiana da fare (e poi, è vero, con la stessa nonchalance, venire qui a belare che si tratta di vedere – quello che vogliono loro e solo quello -, ponderare e sportivamente, decidere, con qualche concessione sul ‘non esclusivamente, principalmente’ per la platea);
        – mistificano fatti e parole di Papi e Santi, come è avvenuto con il Discorso di Ratisbona, in cui, per non dire (‘censurando’ la verità) che il papa è stato attaccato e censurato dalle più alte autorità islamiche come dalla casbah di Rawalpindi e Peshawar, Karthoum e Kabul, del Cairo e di Mogadiscio, raccontano, sapendo benissimo di mentre, che Papa Benedetto XVI si rivolgeva ai protestanti e non agli islamici;
        – ripetono affermazioni campate in aria, ancorchè avallate per prudenza e a scanso di ritorsioni sui cristiani, come quella dei “Popoli del Libro” o dei “Fratelli in Abramo”, senza portare un solo argomento che sia uno a sostegno di questo genere di fondamenti senza cui non sarebbe possibile – con l’Islam e solo con l’Islam – un dialogo che, proprio per dare come acquisite queste pietose bugie, non porta da nessuna parte.
        Mi fermo qui, benché potrei continuare anche solo limitatamente alle amenità di carattere teologico e storico spacciate qui da questi miti assertori della dottrina di Paolo VI e don Giussani, potendo ancora fare una lunga lista di esempi al riguardo. Senza passare alle belluine mene complottiste, contraddittorie e in mille modi contraddette da questi sedicenti cristiani e seguaci di don Giussani. Millanterie cui non credo. Spero non ci creda neppure Maurizio.

      2. &_Aldorisio

        @Charles de Fokld

        In effetti ho usato di proposito la parola scelta e non schieramento. Lo schieramento è quello a cui spinge l’Occidente, il “bene” da una parte ed il “male” dall’altra secondo un rigido manicheismo in salsa protestante). Unipolarismo, appunto. O ti schieri o non esisti se non come nemico.

        Giussani rispondeva secco ad un giornalista che gli chiedeva a cosa servisse il cristianesimo “alla difesa della persona”. Non credo l’unipolarismo sopra descritto abbia a cuore difendere la persona.

        Non a caso Papa Francesco vede un mondo multipolare e lo ha spiegato in modo chiaro nel suo intervento al Consiglio d’Europa.

        Non più un mondo di superpotenze che si confrontano, ma «un’armonia costruttiva» tra polarità autonome, un’armonia «libera da egemonie che, sebbene pragmaticamente sembrerebbero facilitare il cammino, finiscono per distruggere l’originalità culturale e religiosa dei popoli». In questo schema l’Europa conserva la sua autonomia e identità, ma è solo uno dei tanti poli di un mondo «poliedrico».

        @Maurizio

        No. A differenza del Giubileo del 1975, non mi sarà possibile esserci il 7 marzo. Seguirò l’evento su SAT2000.

        1. francesco

          Anche i poveri sciocchi di CH erano massoni. Qualcuno è pure ebreo. Anche Giovanni XXIII lo era, massone. Addirittura, GPII era amico e protettore di Poletti e Marcinkus, gente poco raccomandabile.

          1. Raider

            La galleria dei retroscena complottisti si arricchisce sempre di più, c’è gente che, invece di parlare di cose concrete, verificabili, verificate, serie, preferisce raccogliere e distribuire o gettare infamie di ogni genere addosso a papi, vescovi,cardinali, ecc… In questo derby delle paranaoie, non è che i sedicenti ‘cattolici’ pro-islamici e anti-occidentali, che citano Paolo VI – ecco, è sfuggito Paolo VI al farneticante qui sopra, che non ha certo riguardo per tutti quelli che non sono così in alto nella classifica dei suoi più importanti oggetti di odio – e don Giussani trovino il modo o l’interesse di difendere – se non altro, per rispetto a don Giussani e ossequio a papa Francesco – i papi che sono così violentemente attaccati: “addirittura, GPII era amico e protettore di…”: i peggiori anti-clericali non potrebbero fare di più, per infangare papi e Chiesa e distruggere la fede nella Chiesa come desiderano i massoni e come non dispiace agli anti-clericali che dispiacciono a questi disgraziati – non l’unica delle loro contraddizioni patologiche e della loro falsità conclamata.
            No, per gente che è in malafede tanto quanto costoro, conta di più fare il dovere che si conviene ai complottisti pro-Islam: copincollare, mistificare papi, vescovi e don Giussani, discettare di mondo uni- o multipolare, accusare gli altri di manicheismo – che sarebbe esclusiva protestante: dimostrando, così, di sapere di manicheismo e di protestantesimo quanto sanno di “religioni del libro”, fratellanze abramitiche”, “religione naturale dell’umanità – con la stesa facilitò e naturalezza con cui lo praticano costantemente.

          2. francesco

            Ma perché, mi scusi, chi ha nominato Marcinkus a propresidente dello IOR (Giovanni Paolo II) e Poletti a vicario di Roma (Paolo VI)? Può darsi che, nel suo metro di giudizio, queste siano brave persone. A me non pare. Lei è libero comunque di difendere i delinquenti, vivi e mori, stia tranquillo, anche i fratelli maggiori.

  3. Yus_uf_assalamu

    Da un articolo di Blondet :

    Trovata la scusa per invadere la Siria

    Potrebbe sorgervi un dubbio sul più recente ed autorevole articolo del più serio e veridico dei giornali dell’universo – il New York Times – e della sua ultimissima, sconvolgente rivelazione: voi credevate che ISIS e jihadisti vari stessero combattendo il regime di Assad in Siria, massacrando soldati e civili siriani? No, è il contrario: l’ISIS e Assad sono alleati. Sono praticamente la stessa cosa. Sicché bombardare Assad è come bombardare l’ISIS, anzi meglio. Basta bombardare Assad, e l’ISIS scompare da sé.

    L’articolo è firmato da Aryn Baker, uno di quei grandi giornalisti che diventano grandi, perché immuni dal senso di vergogna. Titolo: «Perchè Assad non combatterà l’ISIS»: sottotitolo: Più ISIS diventa potente, più è utile al regime.

    L’autorevole giornalista dell’autorevolissimo NYT cita «un uomo d’affari» siriano di cui tace il nome (per delicatezza), il quale asserisce: « Assad non vede l’ISIS come il suo problema principale. Il regime ha paura della Free Syrian Army e di Fronte al-Nusra, non dell’ISIS. Quelli, hanno il programma esplicito di detronizzare il presidente. L’ISIS invece non lo dice…». Poi il grande giornalista riferisce quel che gli ha detto «un alto diplomatico occidentale» (niente nomi prego), che «è d’accordo: ISIS è un asset per Assad». E come mai? E perché? Ecco spiegato il perché: «Si sa che quando si deve scegliere fra la bandiera nera (dell’ISIS) e Damasco, la comunità internazionale sceglierà Damasco».

    Capito che furbizia machiavellica ha escogitato Assad, consigliato da Putin e dai suoi custodi rettiliani? Si dimostra migliore, più umano e più morale dei tagliagole takfiri, il porco. Gli piace vincere facile, al farabutto.

    Tutti stanno cominciando a dire: meglio Assad che i tagliagole. Sicché, conclude orripilato l’anonimo alto diplomatico, «entro pochi mesi il regime potrà completare il proprio fine strategico, di forzare il mondo a scegliere tra Damasco e le bandiere nere».

    Qui, finisce che il mondo sceglie i migliori invece dei peggiori. Ecco il pericolo estremo che l’Occidente deve scongiurare.

    Secondo Zero Hedge, l’articolo del NYT «dispone la scena per l’invasione della Siria» da parte, ovviamente, degli Stati Uniti e suoi alleati britannici, francesi, sauditi. Quell’invasione che non era riuscita quando l’accusa contro Assad di aver massacrato con gas nervini «il suo stesso popolo» fu annullata dall’offerta di Assad (su consiglio di Putin) di consegnare all’Onu i gas di cui disponeva. Adesso bisogna trovare un’altra scusa, e non ne hanno trovato una migliore di questa: Assad è alleato con il Califfo. Non lo sta combattendo, ma lo sta aiutando. E il Califfo è Assad, Assad è il wahabita, bisogna bombardare Assad ed è come bombardare il Califfo.

    Sono gli stessi media che vi strombazzano i video dei tagliagole, per suscitare la vostra giusta indignazione. Tacendo delle chiese bruciate in Israele, così non v’indignate di troppe cose.

    1. Giannino Stoppani

      Di norma non interloquisco coi propagandisti un tanto al chilo, tuttavia stavolta faccio un’eccezione, ma limitatamente a due sole cosette:
      1) l’indignazione non è sentimento proprio dei cristiani, i quali hanno ricevuto da Chi di dovere chiari e inequivocabili avvertimenti riguardo alla loro sorte nell’aldiqua.
      2) ho fatto una breve ricerca su internet ma di chiese bruciate in israele non ne ho trovata manco mezza, quindi se vuoi evitare che i tuoi copiaincolla siano classificati come deliri puri ti conviene allegare qualche pezza d’appoggio (la vedo dura, comunque).

      1. Raider

        Siamo alle solite: un giornale scrive una cosa, può essere sensata o assurda, giusta o sbagliata, ecc… Il problema è sconfiggere l’Isis e Assad, sostenuto da Iran, Russia e islamici, come vogliamo chiamarli?, laici, laicisti, moderati, pacifici, democratici e così via, non ce la fa, alemno per ora. Molti, in Occidente e altrove, anche in Siria, invocano e altri, i cimplotisti e filo-islamici, sfidasno l’Occidnte a intervenire: se l’Occiente non interrviene, è perchè non vuole, certo, mettresi contro e sconfiggere i terroristi che ha aamato, sostengono costoro.
        Poi, si parla di intervento occidentale. e no, non gli va bene neppure così, sarebbbeuna scsuaa per destabilizzare, ‘invedere’ e ‘abbandonare al loro destino’ la Siria, la Libia, la Nigeria – dove le imprese occidentali, italiane comprese, di altri Paesi, Brics inclusi, continuano a lavorare, estrarre, pagare il petrolio. E Blondet complottizza: e i complottisti copincollano: che altro sanno fare?
        In più, anche don Giussani è arruolato, in sostanza, fra i sostenitori dei Brics: nulla di male, ognuno è libero di arruolare gli altri dove gli pare.
        La notizia che la Cina, un Brics che ai cristiani, ciellini e non, riserva un trattamento speciale, a parte mille alre cose che ci sarebbero da dire su questo Paese capital-comunista, aumenterà ulteriormente gli investimenti in armi, malgrado la flessione consistente dei ritmi di crescita dell’economia cinese. In questo, la CIna prosegue nei programmi, apertamente dichiarati da uomini del Pcc e dell'”esercito popolare” – ma su cui i complottisti e i simpatizzanti dei Brics non riportano una sola notiziola, non copincollano nessun bollettino d’agenzia – di una espansione economica che ha nel potenziamento dell’esercito e nel ruolo della Cina come prima potenza economica, industriale e appunto, militare del mondo la finalità ultima della svolta modernizzatrice da Deng Xiao Bing (Deng Hsiao Ping nella traslitterazione antecedente) in poi.
        Non saprei dire per chi dovrebbe parteggiare don Giussani, Cl, la Chiesa e chi nion va in chiesa: ma se, dovendo scegliere fra i Brics e l’Occidente, scelgo l’Occidente – e gli U.S.A.: senza prendere in blocco tutto il pacchetto, perché la libertà di critica che ha corso in Occidente vale anche in questo caso -, è proprio perché solo qui si trovo la libertà di non dovere né per forza dire agli altri cosa devono scegliere, né di dovere scegliere a tutti i costi: e solo qui è ammesso di scegliere i Brcis e i nemici dell’Occidente. Su questo, azzardo che perfino don Giussani sarebbe stato d’accordo.

    2. Menelik

      Yussuf Assalame, abiura l’islam radicale e fatti cristiano !

  4. maurizio

    Aldorisio,perdonami ma non ci ho capito niente…ma stavi parlando a me o ragionando tra te e te..abbi pazienza,sono un po’vecchio e la realtà credo di sapere cosa sia e come viverla…almeno ci provo…e tu?

    1. Aldorisio_1

      @Maurizio

      Ti spiego volentieri.

      La frase del Gius che ho citato mi aiuta a mantenere uno sguardo leale sulla realtà, ad evitare di non sottoporre la realtà al tribunale delle mie opinioni, perchè è attraverso la realtà come essa è che il Mistero mi si rivela.
      Nel concreto (il Gius detto per inciso in questo discorso parlava proprio di concretezza) la nostra libertà si deve giocare in scelte concrete avendo presente la situazione storica.
      Parliamo di politica (la più alta forma di Carità).
      Attualmente gli attori sono due :
      l’Occidente e gli emergenti BRICS (attorno ai quali si stanno aggregando altri paesi e se ne aggregheranno, che lo si voglia o no sempre più).
      Tertius, attualmente, non datur.
      La Chiesa bada bene, esperta di umanità, si è sempre espressa in favore di una multipolarità. Scelta che trovo adeguata, ragionevole.
      Chi assicura una multipolarità ?
      La tua libertà si gioca, mi pare di capire, nel scegliere l’Occidente, suppongo a partire da “sapere cosa sia la realtà e come viverla”.
      Io, sulla base della mia esperienza con la realtà, dal rapporto con le persone, scelgo di coinvolgermi con i BRICS.
      Liberissimo di fidarti di più della finanza anglo-sionista che di una realtà variegata (e quindi più facilmente tamponabile) che sta emergendo proponendosi come alternativa al monopolarismo occidentale che vive creando destabilizzazione.
      Un’ultima avvertenza. Attenzione ad avere sulla realtà il famoso sguardo a 360° sennò si finisce per vedere quello che ti vogliono fare vedere. Ma questo senza dubbio lo saprai già.

  5. maurizio

    Aldorisio,scusami ma tu cosa ti aspetti dalla vita,in cosa speri,perché ti interessano le vicende di questo mondo..cos’é per te bene e male,in cosa poni fiducia o dove cerchi la felicità,in cosa consiste la felicità,la verità,la giustizia……?? Che c’entra la scuola di comunità?Tu la conosci,l’hai mai fatta,meglio vissuta?perché é la vita che lì-per me-é a tema.Invece di scimmiottare le parole degli altri o irridere a ciò in cui credono,prova a porti qualche domanda,a viverla e affrontarla in prima persona la realtà e non limitarti a disquisizioni dialettiche che non hanno né capo né coda.Scendi dal tuo piedistallo di supponenza e cerca,quantomeno,di ragionare e confrontarti su quello che l’altro ha da dirti…se non ti interessa,lascia perdere!

    1. Aldorisio

      @Maurizio

      È così facile evitare di considerare la realtà, perché non è tutta come vorremmo che fosse, e quindi l’accostarla ci costa più impegno e fatica! E poi, magari, cambiando le carte in tavola, è così facile accusare la realtà di non corrispondere ai sogni di cui siamo imbevuti ed atteggiarci conseguentemente a vittime, o proclamarci impotenti di fronte alle cose!

      D’altra parte, tenere conto attentamente della situazione storica è l’unico modo per considerare l’individuo come veramente è, e non in una forma preconcetta.

      Per capire i singoli individui occorre perciò che noi ci adeguiamo ad essi, che ci mettiamo al loro livello.

  6. Aldorisio

    @Maurizio

    Infatti è risaputo che Soros, Poroshenko, Obama, McCain, Nethanyau, Rotschild, gli uomini del FMI, la Katz e la sua compagnia teatrale, fanno Scuola di Comunità dalla mattina alla sera da cui traggono una ben precisa idea di persona,di vita,di rapporti tra persone e popoli,appunto,di contenuto da dare al proprio vivere che non sia relativismo di valori,esaltazione individualistica ed edonista,la giustizia e la ricchezza fai da te,il sentirsi dio per riempire il vuoto che il rifiuto di Dio ha determinato.
    Molto moltissimo meglio quindi i nostri Alleati-e-non-nemici che ci teniamo, che ci dobbiamo, pena la morte nostra (attenta false-flag di chiara-matrice-islamica o russa, “cronaca di questi giorni” , tenere stretti strettissimi come la palla al piede di un condannato ai lavori forzati.

    1. Raider

      La “scuola di comunità” non la pretende nessuno dai potenti di questo mondo, non la frequentano neppure i capi de Brics – Cina, India e Brasile: per la Russia c’è da fare un discorso a parte, ma allearsi ai capital-comunisti cinesi, all’India degli estremisti indù e di quelli musulmani, ai sinistri e massoni brasiliani, è proprio quello che ci si aspetta dai filo-islamici multi-nicnkname o una tantum.
      Quanto alle scuole di comunità che frequentano i jihadisti di cui i filo-islamici parlano male mentre dicono le stesse cose dei jihadisti, le stesse, identiche, precise, non le vorremmo vedere neppure nell’Ue, dove crescono madrasse, moschee e tribunali coranici: e questo, in nome del multiculturalismo, del relativismo culturale, del “nichilismo occidentale” impersonato da tutti quelli messi in fila senza tirare le somme: multiculturalismo e relativismo culturale contro cui i filo-islamici – contraddizione su contraddizione: che si legge inganno su inganno contro i popoli europei – ben poco hanno da dare, perché fa il loro gioco: e contro cui i popoli europei hanno tutto il diritto di dire NO, opponendosi all’immigrazione voluta da islamici e eurocrati uniti nella lotta contro l’identità europea.

  7. maurizio

    Scusate se vado un po’a rate ma,essendo abituato a rileggere le cose che mi interessano o mi provocano(in senso positivo,intendo),facendo appunto ciò ho colto,dopo,un aspetto delle parole di Quirico che volevo riprendere.Condivido totalmente ciò che lui dice ma c’é un “quasi”che rovina la festa ossia quando lui dice di aver scarsa(se non nulla)fiducia in una capacità di reazione della cosiddetta maggioranza “ben pensante e moderata”(il virgolettato é mio)del mondo musulmano.Difficile dargli torto però una domanda rimane aperta:dobbiamo rassegnarci o l’unica soluzione é l’opzione militare-la guerra aperta e fino alla fine(per loro,s’intende)-?! Se così é prepariamoci bene e facciamolo alla svelta altrimenti non ci sarà nemmeno posto per la rassegnazione..meglio adeguarci.Ma questo significa svenderci..voi ci state?io no! No,non voglio fare il Don Chisciotte ma vedere se per caso non ci possano essere altre vie..ed io-siccome non voglio rassegnarmi-penso ci siano o,perlomeno,credo valga la pena provarci.Già in altre occasioni ne ho parlato e,quindi,scusatemi se mi ripeto…ma io a questa possibilità ci credo,voglio crederci.É la possibilità che ad es.un evento come il Meeting del Cairo(collegato al Meeting di Rimini o a realtà analoghe in Spagna e negli USA)può produrre nel tempo:certo costa molta fatica,non darà frutti immediati,richiede molta disponibilità e apertura di credito,molto rischio..certo..ma non abbiamo alternative,io credo.Ingenuo?Forse…ma non tanto perché di certo non vado in giro per il gusto di lasciarmi tranquillamente crocifiggere(parlo metaforicamente,io,mentre per altri,purtroppo é realtà,complice ancge la nostra ignavia)..però credo valga la pena provarci anche sulla base(e che base!!)della promessa di Dio di non lasciarci mai soli e di essere con noi fino alla fine…Lui che ha vinto,perfino,la morte!!

  8. maurizio

    Nel mio precedente commento(anvora non uscito)mi sono dimenticato della Russia…be’basta la cronaca di questi giorni per rispondere!

  9. maurizio

    Scusa Anastasio…Brics come Brasile=socialismo alla Lula dove i poveri sono sempre più poveri?
    India=dove si diffonde sempre più il radicalismo indù,non meno pericoloso(anche se non se ne parla)di quello musulmano..
    Cina=capitalismo in salsa maoista per il quale”il capitale umano”vale come un numero(tanto sono tanti!)
    Sudafrica=dove all’apartheid dei bianchi si é sostituito un apartheid di un’elite nera non meno corrotta e separatista(e infatti Nelson Mandela se ne era dissociato)?..No grazie!…é una umanità nuova,diversa,non costruita sulla potenza economica del momento ma su una visione condivisa dei valori più propri e originali dell’ uomo e della convivenza sociale tra popoli e all’interno dei singoli popoli!….utopia?..Be’intanto cominciamo al nostro interno e nelle nostre relazioni con gli altri popoli senza scimmiottare alcuno o ritenersi immuni da scorie di cui liberarsi.Il problema é dell’uomo,della sua idea di persona,di vita,di rapporti tra persone e popoli,appunto,di contenuto da dare al proprio vivere che non sia relativismo di valori,esaltazione individualistica ed edonista,la giustizia e la ricchezza fai da te,il sentirsi dio per riempire il vuoto che il rifiuto di Dio ha determinato.Su queste nostre pretese hanno prosperato gli imperialismi e le ideologie che ,dalla Rivoluzione francese in poi, si sono impiantate nel cuore dell’uomo e dell’umanità fino ad oggi ed alle nuove(v.Califfato…ma anche certa omologazione culturale di moda tra noi)che stanno avanzando. Troppo difficile o etereo…proviamoci! il tempo e la vita ci sono dati per questo!!

    y

  10. Anastasio

    “Con cosa sostituire la Pax Americana” ????

    Uscire dalla NATO ed agganciarsi ai BRICS

    Tralasciamo il fatto che chiamare Pax una guerra permanente costruita ad arte (diabolica) per sostenere la loro economia mi sembra un po’ paradossale.

    1. Menelik

      NON sono guerre pianificate a tavolino per sostenere l’economia.
      Sono guerre di POPOLI e/o CREDENZE RELIGIOSE ESTREMISTE.
      Popoli a cui sono state sottratte le terre, che combattono per la vita e per la morte.
      Agganciarsi ai BRICS poi, sarebbe la scemenza più grossa che si potrebbe fare.
      In quell’accozzaglia abbiamo la Cina sul cui concetto di umanità ci sarebbe moltissimo da ridire: la nazione più forcaiola prima dell’era-daesh, fautori di un capitalismo senza legge né regole impostato in un regime poliziesco di stampo comunista.
      L’India…..vagli a parlare dei nostri due marò, e poi me la racconti!
      Russia….non commento. Ci danno il metano. Sarebbero preziosi alleati nella lotta per risolvere il problema daesh.
      Il Sudafrica…..è laggiù in fondo. Io, che esista o meno, non me ne accorgo.
      Il Brasile…..è laggiù oltre l’Atlantico. Caso mai lui sarebbe interessante per le nazioni sudamericane. Ma a noi, tolti i missionari ed il caffè e le banane, in che modo può influire? Con il biodiesel? Perché, noi non siamo capaci di farlo? Per il bioalcool da autotrazione? Stessa risposta di prima.
      Per mafia-camorra-ndrangheta quello sì, è a ridosso dei grandi produttori di cocaina.
      Teniamocelo stretto il nostro Occidente, e facciamo meno gli schizzinosi, perché se dovessimo perderlo, faremmo la fine delle rane di Esopo che chiedono il re a Giove, se conoscete la favola e come andò a finire. Storia famosa, il Giusti ci fece un remake chiamato “Il re travicello”.

  11. Andrea UDT

    Personalmente diffido da chi interpreta il califfato come una sorta di eresia dell’islam.

    Diffido di quelli che si ostinano a pensare che questa deriva “islamica” sia eterodiretta da “piani Yinon”, non cogliendone invece dei tratti genuinamente e intimamente connessi con la dottrina dell’islam.
    L’occidente di scempiaggini ne combina a iosa, ma non è sicuramente il motore primo di quello che sta accadendo nel mondo: l’origine va cercata in oriente.

    Il mio timore è che l’islam stesso sia un progetto totalitario seducente ai massimi livelli perché coglie l’irriducibile senso religioso dell’uomo e lo piega ai suoi fini.

    Ieri ho letto questo articolo di Magdi Allam: con parole e pensieri sicuramente più precise e acuti di quelli di cui sono capace rende benissimo quello che vorrei dire.

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/niente-paura-leggete-corano-ci-troverete-radici-male-1100643.html

  12. Sascha

    Molti di voi ce l’hanno con gli americani ed è comprensibile e per molti versi condivisibile ma non si capisce con cosa vorreste sostituire la “pax americana”? Ma vedere cosa c’è altrove per esempio cosa fa il califfo o Hamas? Davvero vi pare una buona idea il sorgere del sol levante? Scambiare l’ultra-capitalismo liberista di wall street con il capitalismo islamico “Made in Riyadh”? o il capital-comunismo cinese?
    Dovremmo pensare a un modello europeo già abbozzato peraltro di sviluppo politico economico, più umano, rispettoso dei diritti dei lavoratori, del ruolo dello Stato e delle sue istituzioni, con uno stato sociale avanzato. Per esempio in Germania si parla di “economia sociale di mercato”- soziale Marktwirtschaft- o il modello francese.

    1. Filippo81

      Sono d’accordo, Sascha , un modello europeo, che non può essere quello attuale di tipo angloamericano imposto dalla troika.

      1. leo aletti

        Quale modello, Dio è presente dove c’è la sofferenza , non il cosidetto dialogo.

  13. Sascha

    Voglio scrivere un commento anche in risposta di chi qui come al altrove si ostina a considerare lo Stato Islamico come una marionetta di Washington. Per me rientra in un problema più ampio manifestato anche dalle parodie dei romani all’hashtag dello Stato Islamico che sta arrivando a Roma: c’è un rifiuto ad affrontare la realtà, prendendo seriamente la minaccia.
    Per quanto assurdo posso sembrare, si preferisce credere che dietro al califfo ci sia un complotto, magari dei soliti amerikani o di wall street o di Israele. Questo significa infatti che siamo ancora al centro del mondo, onnipotenti, tesi, antitesi e sintesi rispetto a ciò che accade.
    Ma le cose non stanno più così e i segnali di vedono tutti: è inutile crogiolarsi nella convinzione della propria superiorità militare e tecnologica se poi non si è in grado di battere dei rudi guerrieri afghani.
    Il mondo osserva e si accorge che: le sanzioni, le pressioni e le minaccia dell’Occidente all’Iran e alla Russia non hanno sortito gli effetti sperati piegandone la volontà.
    L’Europa sta distruggendo i suoi capitali, sempre più affamata di denaro per tenere in piedi il sistema senza essere però in grado di produrre ricchezza sufficiente. Ma in barba al detto “pecunia non olet” le obbligazioni emesse devono essere sukuk, strumenti regolati dalla sharia. Perché a Roma c’è una moschea? Perché in un momento di difficoltà finanziaria l’Arabia Saudita ha salvato i conti ma come contropartita ha chiesto quella che fino a pochi anni or sono era la moschea più grande d’Europa!
    La Cina ha superato l’economia americana. Da anni le cassandre predicano una bolla edilizia a Pechino, che l’economia è rallentata perché invece di crescere del 15% quest’anno crescerà del 7% (dimenticandosi che la propria “cresce” dello 0.1%!
    L’Occidente è costretta a compromessi con idee che abborriva non potendo più esportare le proprie. I primi accenni di sharia fanno capolino mentre il resto del mondo ignora gli appelli peraltro ipocriti visto che sono sempre subordinati ai propri interessi, per il rispetto dei diritti umani.
    Il mondo vede tutte le nostre debolezze demografiche, morali, economiche, militari e ne trae le conseguenze. Il monopolio europeo è finito con la Seconda Guerra Mondiale quello americano è in fase di esaurimento. Stiamo entrando sempre più velocemente nell’era del dragone e del califfo. Siamo terra di conquista!

  14. Yus_uf_1

    “se gli americani fossero così diabolici e lungimiranti come loro li immaginano, non si capisce come facciano ad accumulare insuccessi e figuracce da cinquant’anni a questa parte, dal Vietnam all’Iran, dall’Afghanistan all’Iraq”

    O sei diabolico o sei lungimirante caro Quirico. Il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Ed infatti gli USA continuano “ad accumulare insuccessi e figuracce da cinquant’anni a questa parte, dal Vietnam all’Iran, dall’Afghanistan all’Iraq”….ed aggiungo Siria, Ucraina, Libia, etc etc.

    Anche nelle operazioni falsa bandiera non sono più bravi e ad Hollywood ridotti ad usare le co-produzioni alla Katz.

    1. antonio

      Il caos è la vittoria

    2. yoyo

      Detto dai fautori dei vietcong e dei terroristi di ogni risma.

      1. antonio

        Lei i vietcong ce li ha nel cervello, servo del sistema

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