
Omofobia. «Ho presentato un’interrogazione parlamentare sul caso Cerrelli. Che non è l’unico»
«L’episodio di discriminazione che ha coinvolto il vicepresidente dei giuristi cattolici, Giancarlo Cerrelli, è solo uno fra i tanti». Per questo l’onorevole del Pdl, Alessandro Pagano, in prima linea nella battaglia contro la legge sull’omofobia ha deciso di presentare un’interrogazione parlamentare che faccia luce su fatti «discriminanti nei confronti di coloro che hanno un pensiero diverso dagli attivisti omosessuali».
Quali sono gli episodi che la preoccupano?
Dopo la violenza con cui Cerrelli è stato attaccato per le sue opinioni sulla legge sull’omofobia, durante una puntata di “Uno mattina estate”, gli è stato anche revocato l’invito a “Domenica in” senza alcuna spiegazione. Non solo, anche il “caso Barilla” è emblematico. Penso che ci sia una strategia precisa con cui si muove parte del mondo Lgbt.
Che prove ha per sostenere questa tesi?
Massimo Battaglio, dell’Arcigay di Torino, sulla sua bacheca Facebook ha invitato tutti gli attivisti a studiare e mettere in atto piani per «evitare con tutti i mezzi» che non si tengano «iniziative sgradite». Così cercano di mettere a tacere chi pensa che matrimonio e adozione gay siano sbagliati. E la strategia utilizzata pare sempre la stessa.
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Ossia?
Gli attivisti omosessuali, dopo aver interrotto il convegno di Casale Monferrato, hanno detto di essere stati denunciati, mentre – invece – è stata presentata un’interpellanza parlamentare. Hanno poi aggiunto di essere stati insultati, ma è successo l’opposto: uno dei relatori ha invitato i presenti ad alzarsi e andarsene per non cedere alla provocazione. Significa che attaccano sperando di suscitare reazioni avverse, che dicono falsità sapendo di farlo e mettono a tacere chi la pensa diversamente da loro per apparire come vittime.
Giovedì 7 novembre, al seminario arcivescovile di Ravenna, è in programma un incontro dal titolo “Legge contro l’omofobia. Vera necessità o progetto ideologico?”. L’Arcigay ha scritto: «Ci auguriamo che quella sera l’intera società civile di Ravenna sia presente a rappresentare il proprio disdegno per operazioni spandi-omofobia come queste».
Questo è solo un altro dei fatti che confermano la tesi. Dopo l’irruzione al convegno di Casale Monferrato, è accaduto lo stesso durante un incontro a Milano. Il caso più recente è quello che coinvolge l’istituto paritario cattolico torinese Faà di Bruno, ribattezzato “scuola omofoba” per aver organizzato convegni sulla famiglia. Persino la politica si è schierata contro il liceo con questa motivazione: «Organizza incontri omofobi». Così il capogruppo di Sel, Michele Curto, ha parlato di «taglio chiaramente omofobico, a partire dal tema, che propone “una riflessione complessiva sulla bellezza della famiglia”».
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Se parlare della bellezza della famiglia tradizionale è considerato “omofobia” che succederà se passerà la legge che il Senato deve discutere?
Sarà ancora peggio: a parlare di famiglia naturale si rischia di finire in carcere. Nessuno, invece, può dire nulla circa gli spettacoli a favore dell’omosessualità proposti ai bambini come accaduto a Bologna e anche Torino. Mi chiedo cosa accadrà a un genitore che decidesse di non mandare i figli a spettacoli simili.
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11 commenti
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Anch’io ringrazio Pagano per la coraggiosa iniziativa parlamentare. Insieme diciamo NO al genderismo.
Bravo Pagano, purtroppo la violenza omosessuale ormai sta terrorizzando tutti. La gente ha paura di parlare, di esprimersi, perché sa che le squadre gay sono più violente di quelle naziste, e ad esprimere un parere non si rischia solo di perdere il lavoro, ma anche la propria libertà personale. La dittatura gay è simile a quella nazista, solo che è nella sua fase iniziale, non ha ancora preso il potere in modo definitivo. Il caso Barilla ci dice quanto siano feroci questi mostri gay
Mario, lascia che la goccia faccia traboccare il vaso, vedrai dove va a finire la paura, fin’ora di Barilla ce n’è stato uno solo.
Anch’io plaudo all’iniziativa di Pagano, che ha dimostrato coraggio e anticonformismo nel dibattito sulla legge cosiddetta “contro l’omofobia”.
Condivida pure tale iniziativa prettamente ideologica….che parla a sproposito di famiglia naturale (intesa quella formata da due persone di sesso opposto) come se ciò fosse in contrasto con le famiglie formate da due persone dello stesso sesso.
Evitare che vengano poi propagate tesi infondate e discriminatorie (come nel caso delle “teorie riparative”) non è discriminazione ma corretta informazione.
è la solita vecchia storia.. a casa mia comando io mentre a casa tua comandi tu basta… che sei d’accordo con me senno’ una volta eri reazionario, poi fascista ora sei un omofobo.. tutto il peggio pur di far stare zitti gli altri.. una verità che ha bisogno di questa violenza e prepotenza (per ora verbale domani se passa la legge pure penale che verità è? Non è verità! E’ solo quel che fa comodo a te ammantato di paroloni e finchè hai il potere di influenzare i mass media lo eserciti .. che tristezza di vita impostata cosi!!
Quindi secondo Paolo voler praticare una terapia su richiesta di un omosessuale sarebbe discriminatorio nei suoi confronti (e non sarebbe discriminatorio, invece, negargliela!). E concepire come unica famiglia naturale quella capace di generare vita e valorizzare la complementarietà psico-affettiva tra i due sessi una pericolosissima affermazione. Il che conferma che l’on Pagano ha perfettamente ragione a chiedere un’interpellanza.
Giusto. peccato che la terapia riparativa è riparativa in cosa? cosa ripara? Lo sai? E poi cosa significa famiglia naturale? é solo quella capace di generare? quindi quando invecchi non è più famiglia, non è famiglia quando uno dei coniugi o uno dei figli muore. E la complementarietà psico affettiva tra due sessi cosa significa?
La terapia è riparatrice nel riparare. Famiglia naturale è quella fondata sul legame stabile tra l’uomo e la donna, e tale è anche quando non ci possono essere figli, perché permane comunque la comunità di amore coniugale e la complementarità psicoaffettiva tra i due sessi. Non ho capito poi cosa c’entra il caso della morte del figlio. Ma ragioni quando scrivi?
Mario invece di chiederead altri se sanno cos’e’ la terapira riparativa, prova a chedertelo TU se sai cos’e’.
“La terapia riparativa non è proposta ai gay, che per definizione sono gli omosessuali contenti e soddisfatti della loro condizione. È nata per un altro tipo di persone: coloro che sperimentano in sé un orientamento omosessuale indesiderato, che vivono con disagio e incertezza. Queste persone sono più numerose di quanto si creda, e gli psicologi che piacciono al presidente dell’Ordine italiano propongono loro la terapia Gat – «terapia affermativa gay» – la quale parte dalla premessa che il loro disagio nasca dall’interiorizzazione dell’omofobia presente nella società, e cerca di guidarli a superarlo vivendo positivamente la propria omosessualità. È certamente possibile che per qualcuno le cose stiano così, ma quella che non mi convince è l’affermazione dogmatica che dev’essere così per tutti, che tutte le persone incerte sulla loro identità sessuale sarebbero gioiosamente omosessuali se solo la società non fosse omofoba. L’alternativa alla Gat è la terapia riparativa, dove la parola «riparativa» non implica che in queste persone ci sia una qualche malattia da «riparare». La parola viene dal linguaggio psicanalitico, e ipotizza che l’omosessualità non desiderata sia un tentativo («sintomo riparativo» in psicanalisi) messo in atto dalla persona per ritrovare la propria identità sessuale dalla quale si è, per i motivi più variegati, inconsapevolmente distaccata. Può darsi che l’ipotesi non sia confermata. La terapia riparativa intende semplicemente esplorarla, su richiesta – lo ripeto ancora una volta – di queste persone che vivono una situazione d’incertezza.”
Condivido in pieno l’iniziativa dell’ onorevole Pagano.