
Habermas contro l’austerità imposta dalla Germania in Europa: «Ha creato una situazione esplosiva»
«Siete i continuatori del precedente governo, non state facendo niente, per l’Europa, di quello che avete promesso». Lo ha detto l’altroieri Jürgen Habermas, filosofo erede della Scuola di Francoforte, al congresso del partito socialdemocratico tedesco (Spd), a Potsdam. Habermas ha accusato la sinistra tedesca (che sostiene il nuovo governo di Angela Merkel) di essersi tirata indietro sul fronte dell’integrazione europea.
Nel suo discorso di trenta minuti, e di cui ieri si riportavano alcuni stralci Corriere della Sera e Irish Times (quest’ultimo più completo), il filosofo ha usato parole molto dure nei confronti della politica “egemonica” tedesca in Europa e contro l’austerità imposta ai paesi periferici dal cancelliere Angela Merkel.
GUERRE MONDIALI. «Non è nel nostro interesse nazionale – ha detto Habermas – ricadere nella posizione egemonica che ha aperto la strada a due guerre mondiali ed è stata superata solo attraverso l’unificazione europea». L’anziano filosofo, considerato uno degli intellettuali più importanti della Germania, è sempre stato un sostenitore di una maggiore integrazione europea, per questo ha chiesto alla sinistra tedesca di «ridemocratizzare l’Europa» e non lasciarsi ingannare dalla volontà di potenza che ha già portato l’Europa nel baratro. Nel suo discorso, Habermas ha preso di mira le misure proposte dalla Germania per risolvere la crisi del debito sovrano dei paesi europei periferici. Secondo il filosofo, la crisi in molti paesi è stata causata dal mercato, dagli «sviluppi nel debito privato, e non, come sostenuto, dalle politiche di bilancio dei rispettivi governi».
NO ALLA TECNOCRAZIA. Secondo Habermas (come riportato dall’Irish Times), la Germania ha usato una chiave di lettura sbagliata della crisi allo scopo di aumentare il suo potere economico e politico. Così facendo ha fatto approvare misure di salvataggio adeguate alla propria economia ma non a quelle di altri paesi. Habermas ha detto che Berlino ha preferito non vedere quali «conseguenze la politica di austerità unilaterale avrebbe portato». Guardando al futuro, ha criticato l’approccio tecnocratico alla crisi da parte della Germania, le cui manovre «non si sono dimostrate molto efficaci» e, anzi, hanno favorito l’antipatia nei confronti dei tedeschi. «Il governo federale ha giocato una posizione egemonica in Europa – ha osservato Habermas – e così ha creato una situazione esplosiva».
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3 commenti
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signor tossani, la soluzione è un’educazione che rifiuti il consumismo sollazzante. a chi dovremmo rivolgerci?
La domanda merita una risposta esauriente.
E’ un po’ una cosa da fantascienza… quel grande intellettuale del ‘900, che è stato Pier Luigi Zampetti, aveva elaborato un’idea completa, organica, della nuova società, impiantata sulla base di una “turbo-sussidiarietà”, secondo la Dottrina sociale. E’ la “società partecipativa”. La parte che riguarda il lavoro è approfondita nel testo linkato sopra, dove ho fatto un riassunto dell’idea dello studioso lombardo.
Perché, appunto, per “rifiutare il consumismo”, ci vuole un’idea alternativa. Ovviamente, l’alternativa c’era già, la Dottrina sociale non è che se la inventa Zampetti. Però, Zampetti ha avuto intuizioni originali in proposito. E, circa la DS, quello che ancora oggi manca è l’applicazione della parte pratica. Lo vediamo tutti, no?… senno’, il problema sarebbe già risolto, e non staremmo qui a ragionare della crisi.
Per quanto riguarda Zampetti, questa è la pagina di presentazione a lui dedicata, sul blog “la filosofia della TAV”:
http://lafilosofiadellatav.wordpress.com/i-maestri-2/pier-luigi-zampetti/
Certo, come dico in quella pagina, è chiaro che si tratta di un’idea senza popolo. Mentre oggi invece, dall’altra parte, abbiamo un popolo con le idee molto confuse, a proposito della Dottrina sociale. Oggi manca, inoltre, il dettaglio della parte teorica propedeutica all’applicazione pratica della Dottrina sociale medesima, giustappunto per tirarci fuori dalla crisi. Che, altrimenti, lungi dal risolverla, schiantiamo alla grande. Zampetti aveva appunto elaborato, con soluzioni ortodosse ma anche innovative, quel livello di dettaglio.
Per questo dico spesso: si può non essere d’accordo, ma almeno, perbacco, ragioniamone!… Pare invece che il momento non sia ancora giunto. Dovremo toccare il fondo.
La fantascienza consiste nel fatto che Zampetti ha vissuto e operato in tutta la seconda metà del secolo scorso, morendo nel 2003. E noi non abbiamo saputo praticamente nulla di lui e del suo gigantesco lavoro. Finché ha vissuto, è stato – logicamente, dai poteri forti – ostracizzato e silenziato. Secondo me, la sua lezione è destinata a venir fuori alla grande.