
Elezioni europee. Schulz anti-crocifisso: «Gli spazi pubblici devono restare neutrali»
Martin Schulz, il socialdemocratico tedesco presidente del Parlamento di Strasburgo e candidato dei socialisti europei (compreso il Pd di Renzi) alla presidenza della Commisione, ha commesso un grave errore che rischia di lasciare un segno sulla sua campagna elettorale, quanto meno nei paesi di lingua tedesca. Giovedì 15 maggio, durante un pubblico dibattito trasmesso anche in tv in Germania e in Austria, parlando di simboli religiosi, a Schulz è scappato detto che in Europa «ognuno ha il diritto di mostrare quel che pensa nello spazio privato», e che tuttavia «gli spazi pubblici devono restare neutrali». Questo anche perché «nell’Unione Europea c’è il pericolo di un ritorno dei conservatori e noi dobbiamo combatterlo».
REGALO AGLI AVVERSARI. Come prevedibile, quello che è stato sintetizzato come “l’attacco di Schulz al crocefisso” è subito diventato in Germania (ma anche in Austria) uno dei temi dominanti in questi ultimi giorni di campagna elettorale prima del voto del 25 maggio. «Schulz non avrebbe potuto fare un favore più grande ai due partiti dell’Unione, quello cristiano-democratico di Angela Merkel e quello cristiano-sociale del governatore bavarese Horst Seehofer», scrive oggi Andrea Affaticati sul Foglio. Fino all’incauta uscita del candidato socialista alla Commissione Ue, infatti, gli esponenti della Cdu e della Csu «erano ancora alla ricerca di un cavallo di battaglia capace di catturare l’attenzione del loro elettorato». E la notizia che «Schulz vuole vietare le croci in Baviera» sembra essere finalmente un tema capace di «mettere in evidenza le differenze tra socialisti (Pse) e popolari europei (Ppe)». Cosa assai più difficile quando si parla di unione fiscale, del fondo di solidarietà europeo o di salari minimi.
INUTILE PRECISAZIONE. Accortosi dell’errore, continua il Foglio, Schulz ha anche tentato di rimangiarsi le parole pronunciate in pubblico: i crocefissi, ha precisato, «sono parte della nostra eredità e personalmente mi rallegro ogni volta che mi imbatto in una croce durante una passeggiata». Ma nell’Europa che ha deciso di espungere dalla costituzione le proprie radici cristiane, e che ogni due per tre mette sotto processo i simboli cristiani esposti al pubblico, la “gaffe” sulla neutralità degli spazi pubblici continuerà ad apparire, in bocca a Schulz, ben più credibile delle sue deboli spiegazioni.
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Ieri. Seggio elettorale del paese in cui voto. Arriva un tizio, 30 anni circa. Con un plico di leggi alla mano impone di togliere il crocifisso dall’aula scolastica in cui vota. Presidente e scrutatori non vogliono guai. lo tolgono e lo rimettono dopo che il tizio se n’è andato. Schulz è qui da tempo. Sconcertante.
No, non era Schulz ma semplicemente una persona rispettosa delle leggi e del buon senso.
Ma quanto la maggioranza sarà mussulmana vedremo come voi cattos vi lamentere dell’imposizione dei loro simboli nei luoghi pubblici.
E che mi dice, caro LAGROTTA delle interferenze e delle invasioni di campo, nella vita politica e sociale della Nazione, della nostra mai troppo lodata magistratura? Certamente se dovessi essere costretto ad una scelta, preferirei una interferenza delle gerarchie ecclesiastiche, che oltretutto hanno soltanto una influenza di natura morale, ma non effettiva, mentre i magistrati possono, e di fatto lo fanno, pesantemente condizionare addirittura i governi.
Ieri un telegiornale annunciava che verrà conteggiato nel PIL delle nazioni i guadagni
frutto della prostituzione, della droga e del contrabbando delle sigarette.
Se poi si dovesse aggiungere il lavoro nero, le tangenti e i guadagni delle varie mafie, camorra e drangheta,
vuoi vedere che superiamo anche la Germania?
L’Italia era una nazione cristiana prima di essere uno Stato unitario, lo era il suo popolo, la erano la sua arte e la sua cultura, lo è la sua identità storica, che non è alterabile sulla bese delle opinioni degli o degli altri e di oggi. Come patrimonio ideale e eredità storica di cui nessuna persona sana di mente si vorrebbe disafre, a meno di una dittura talebana o staliniana, i simboli del Cristianesimo non sono un fatto privato come la fede – nemmeno tutti gli artisti che ci hanno dato un patrimonio unico al mondo lo erano -, ma un dato storico-culturale che appartiene a tutti: e che non si vede in cosa cosa minaccirae l’integrità o offendere le convionzioni né di laici pronti a sentirsi offesi nè dei fedeelei di altre religione ultime arrivate e non con le carte in regola per potere pretendere di difendere proprio loro la laicità dello Stato contro i cristiani che i loro correligionari masscrano senza che nessuno di loro abbia nulla da obiettare qui o altrove, se non altro riguardo il buon nome e la bella faccia della loro ‘religione di pace.’
In questo ennesimio attacco alla religione cristiana che non esita a eliminare simboli di valore storico dallo spazio pubblico, come se la cultura e la storia di un Paese apparetenssero alla sfera privata e intima e che, d’altra parte, sono del tutto in coerenza con la lotta alla presenza cristiana nello spazio della politica e della società, con consegunze tragi-comiche sul piano della logica pura e semplice, della dialettica civile e della tolleranza a tutti gli effetti hanno eletto nel feldmaresciallo Schultz il campione che li rappresenta perchè offre all’insaziabile voglia di menare le mani contro i cristiani e cattolici e contro chiunque possa offuscare il primato pan-germanistico sull’Ue nuove occasioni di tenere in esercizio i muscoli facciali.
Una sola obiezione ho da muovere, quanto a quest’ultimo aspetto, a ‘Tempi’: si capisce piuttosto chiaramente che voi tifiate a pieni plomoni per il Nuovo Centro Destra: che sono i beniamini di Culona, Crapona-Schultz e Mammona potere finanziario per ‘rieducare’ le masse del Centro-Destra che votano per l’innominabile: legittimo, ognuno vota quello che vuole. Poi, però, non potete prendervela con Schultz e tutti gli altri nibelunghi dell’eletta schiera a Bruxelles e Strasburgo che si ergono a inflessibili difensori della rimozione forzata delle radici cristiane dell’Europa: non saranno certo la Lorenzin, al De Girolamo o Lupi a colpire anche solo la fantasia e il ricorso sistematico a stererotipi sugli italiani di personaggi da cabaret, au cabaret, to cabaret.
L’errore di fondo che hanno fatto alcuni dei più grandi pensatori e “guide” cattolici è stato quello di pensare che i partiti che si richiamano ai valori cattolici siano il baluardo per difendere anche i valori non negoziabili. Nulla di più incerto e controverso. Nessun partito di centro destra ha mai difeso più di tanto la famiglia e il concepito. L’Europa unita, malgrado gli alti ideali dei fondatori, resta solo una barriera contro le guerre che l’hanno insanguinata nel secolo scorso, ossia contro il mero relativismo hard. Ma è impensabile che PPE o PSE ci trascinino oltre una difesa, pur legittima e minimalista, del capitalismo europeo contro le altre superpotenze.
Per la Chiesa si fa strada la profezia dell’allora card Ratzinger: piccole comunità, infuocate dalla Spirito, che potranno far attirare uomini e donne con il loro fervore e la loro bellezza, uomini e donne esausti dal retaggio ideologico vecchio e nuovo, e dal libertinismo edonista senza futuro, alleluia!
La sovranità di uno Stato passa prima dal suo sistema Difesa (il nostro appartiene alla NATO), poi dal suo sistema Politico (qualsiasi democrazia sudamericana e meglio della nostra euro-dittatura finanziaria e il circo dei politici) e per ultimo dal suo sistema Monetario (per avere una economia reale positiva). Il popolo dovrebbe essere parte dello Stato, ma c’è una divisione secca tra governanti (ben organizzati) e governati( divisi e disorganizzati). Quindi, tantissime e grossissime barricate da smontare per salvare il paese, cioè recuperare l’indipendenza piena, senza punire l’integrazione con le altre nazione dell’europa. Questa sarebbe stata la via giusta da percorrere e no l’unione monetaria. L’economia dovrebbe occuparsi di ottimizzare l’utilizzo delle risorse di una nazione per il benessere di tutto il popolo, a cominciare e soprattutto da quelli che più ne hanno bisogno. Se loro stanno bene, tutto il resto starà bene. Ci vuole un partito,
un gruppo di persone oneste e con il vero senso della Patria, che superando le vecchie e ormai inutili barriere dell’ideologia di destra e sinistra, che possa lavorare e mettere sempre al primo posto degli obiettivi l’assistenza alle famiglie, alle persone più maltrattate dalla casta politica traditora (italiana e non) che ha governato il paese sin dal dopoguerra.L’economia teorica, dei numeri, delle percentuali, spesso si dissocia dalla realtà, dal benessere umano. Le misure di disuguaglianza e povertà dovrebbero essere al centro dell’azione politica ed economica di ogni paese. È li che si svolge il vero progresso di una nazione.
Inviterei i crociati nostrani di destra come di sinistra che ancora non accettano la separazione tra Stato e Chiesa, di cui la neutralità religiosa degli spazi pubblici è il principale corollario assieme alla più ampia libertà religiosa e di coscienza nella sfera privata, ad emigrare in Iran o in Arabia Saudita. La posizione di Schulz è quella di un politico autenticamente laico, di quelli che in Italia scarseggiano, da destra a sinistra. Comprendo dunque il vostro sconcerto: noi italiano non siamo abituatu ad una classe politica autenticamente laica. La laicità dello Stato, indipendentemente dal tipo di modello nazionale (francese, americana, italiana), presuppone per definizione massima libertà personale ma neutralità degli spazi pubblici, intendendo quelli istituzionali: non le piazze o le vie, bensì le scuole, gli uffici pubblici, le caserme, la aule consiliari di Comuni e Province. Chi vuole il crocifisso è liberissimo di tenerselo appeso al collo, anche in un edificio pubblico. Altra cosa è invece l’esposizione del simbolo religioso da parte dell’edificio pubblico.
Gianvito, sono perfettamente d’accordo con lei.
Presto dunque: a levare tutte le croci dai cimiteri!
E dalle ambulanze, mi raccomando.
All’anagrafe immediatamente chi si chiama Rosario, Immacolata, Cristiano, Cristoforo, Benedetta, Concetta, Emanuele!
Ah, anche le città eh: Santa Margherita Ligure, San Gimignano, Santa Maria di Leuca, Cattolica…
Coraggio, animo! Cominciate che il lavoro da fare è tanto!
Potreste buttare giù le chiese, già che ci siete: occupano suolo pubblico:
http://www.asianews.it/notizie-it/Zhejiang,-la-lista-e-le-foto-di-64-chiese-cristiane-demolite-31135.html
La Cina sì che è uno stato “autenticamente laico”. Pardon, volevo dire Stato.
Esistono tanti modi di intendere la laicità, la sua è la più costipata.
Stando così le cose niente da dire su Schultz. Basta che tale principio valga anche per tutte le altre religioni.
riporto un intervento dle filosofo Massimo Cacciari,una persona “al di sopra di ogni sospetto” di bigottismo:
Nel cuore della Croce.
> “Se in un segno si riconosce la nostra civiltà, non vi
è> dubbio sia questo, Il Crocifisso. Scandalo per
> tutti, credenti e non credenti. Scandalo anche per chi lo
> rifiuta. Ogni testimonianza di fede e ogni atto del sapere
> vi sono appesi, in una lotta, in una “gara” che nessuna
> razionalizzazione scientifica riuscirà mai a risolvere.
E
> tanto meno lo potranno quelle dogmatiche teologiche che
> sono scuole ineguagliabili di ateismo. Perchè in questo
> Segno si indica la nostra destinazione ultima: sulla Croce
> l’uomo si innalza al divino. Dunque, Segno di vittoria. Ma
> qui, ad un tempo, il divino trionfa inabissandosi al fondo
> della miseria umana. Il simbolo della umano-divinità si…
> manifesta, si incarna nel Segno della massima scissione.
> Dobbiamo credere e pensare in esso la follia dell’unità
> degli opposti. La carne del Crocefisso è la storia:
> giudicata sì, ma ancora pienamente manifesta in tutta la
> sua energia di violenza, sangue, vendetta. Un passato che
> mai muore. Soltanto appesi alla Croce ci è dato
> innalzarci. La Resurrezione, lungi dall’esserne negazione
> o superamento, ne costituisce la verità. Solo se
> crocefissi, ci sarà data la vita eterna. Questa è la
> follia che da due millenni ci tormenta – e ci fa
> interroganti. Questa domanda è la fonte della forza del
> nostro ricercare – e insieme è la nostra angoscia. Saper
> sopportare tale contraddizione sarebbe la nostra virtù.
> Saperla portare in alto, saperla collocare là, nel cuore
> della Croce”
(Massimo Cacciari, La Repubblica del 17
> novembre 2007).
Non a caso è stata una scrittrice ebrea, Natalia Ginzburg, a prendere le difese del crocifisso quando – negli anni Ottanta – vi fu un altro tentativo di cancellarlo dalle aule: “Non togliete quel crocifisso” fu il titolo del suo articolo.
Scriveva:
“il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. E’ l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo? (…) Dicono che da un crocifisso appeso al muro, in classe, possono sentirsi offesi gli scolari ebrei. Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato, e non è forse morto nel martirio, come è accaduto a milioni di ebrei nei lager? Il crocifisso è il segno …del dolore umano”.
La Ginzburg proseguiva:
“Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. Il crocifisso fa parte della storia del mondo… prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei e neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà fra gli uomini… A me sembra un bene che i ragazzi, i bambini, lo sappiano fin dai banchi della scuola”.
MA COME MAI IL CROCEFISSO E’ UN ATTENTATO ALLA LIBERTà RELIGIOSA E OFFENDE LAICI E ATEI, TRAUMATIZZA E CONDIZIONA I BAMBINI, E I MINARETI E LE MOSCHEE NO?
Perchè i minareti e le moschee sono, come le chiese, luoghi di culto. Mentre scuole (pubbliche), aule di tribunale, stazioni di polizia, comuni eccetera, NO.
Bifocale
Stando al tuo ragionamento in Inghilterra nelle “aule di tribunale, stazioni di polizia, comuni eccetera” non ci dovrebbe essere la bandiera inglese che assomma tre croci (S.Giorgio, San Patrizio e Sant’Andrea)? Perché lì non si turbano e ti turbi tu?
Il crocefisso ancora in Italia esprime un senso di appartenenza per la stragrande maggioranza degli italiani (cattolici o meno).
Il concetto è semplice. Ognuno crede in ciò che vuole, in ogni stato ci sono svariate decine di confessioni e ogni cittadino ha il diritto di professare ciò che gli pare. Ora, o lostato permette di esporre ogni simbolo oppure nessuno, mi sembra logico ed elementare. Se qualcuno pretende un privilegio si trova già dalla parte sbagliata, dalla parte dell’arrogante. Accettereste il simbolo satanista di fianco al crocifisso, nella scuola di vostro figlio?
Come a dire una vale l’altra.
Senza contare la provenienza della propria cultura e dei propri valori.
Senza contare quali valori portano avanti le varie religioni: come a dire “rito satanico = S. Messa”.
Meraviglie del relativismo.
Deve la sua fama al aver interrotto Berlusconi. Ditemi se è un merito sufficiente.
E costui è il candidato del PD alla presidenza della Commissione Europea… Siamo in buonissime mani, non c’è che dire.
Ciò comprova quanto oggettivamente invotabile sia la Sinistra con tutti i suoi sodali estremisti e anti cristiani.
la sinistra non crde in nulla, nemmeno nei tanti VALORI UMANI che proclama tanto . la sinistra adora il POTERE.
Assolutamente d’accordo. Via la superstizione dai luoghi pubblici. La fede è una cosa intima e personale. Se volete manifesare le vostre credenze, fatelo in casa vostra. Abbiate rispetto per gli altri e se pretendete altrettanto rispetto smettetela di ostentare le vostre fandonie in giro.
ecco il solito incoerente. sei agnostico/ateo/idolatra? la tua fede agnostica, atea, idolatra – secondo il tuo ragionamento – dovresti viverla intimamente …e non rompere i c… scrivendo qui.
chris, qui si parla di fede, non di CHILLY.
e la tua che è se non una fede?
Nei luoghi pubblici dobbiamo lasciare il tuo Nulla? La fede non è intima – personale è totalizzante e si manifesta dove vuole. Il rispetto per gli altri ce l’abbiamo e sopportiamo l’ignoranza di chi parla di fandonie dalla sua misera visione di vita che fino ad ora ha giovato solo a ridurre a nulla l’essere umano o massacrato in lager.
Pure … tu sei da centro sociale, si capisce dal tocco di “classe”.
Caro Chris buon per tè che i cristiani manifestino la propria fede, altrimenti non sapresti con chi prendertela, che è una delle poche cose, che da senso alla tua vita
no guarda. me la prendo anche con i maghi e i ciarlatani, non solo con i superstiziosi come te. prega in casa e non rompere i coxxxoni agli altri.
Caro Chris, (Chris è un diminutivo di Cristiano vero?) possiamo pregare nel buio assoluto in camera da letto,(invece di……….) oppure dobbiamo per forza andare nello scantinato? In attesa che voi laici costruite di nuovo le catacombe……
No, preghiamo anche fuori… serve a compensare lo squallore di individui come te che sono in circolazione.
A Schulz non frega nulla dell’identità cristiana… figurati!!! Spiace averlo visto allo scorso Meeting, che grande personaggio! Che ospite! coglioni noi
ascoltare le persone non è mai un problema. sicuramente non è uno a cui, anche potendo, darò mai il mio voto
Allora fece (quasi) bene Berlusconi nel 2003, quando disse “Signor Schulz, in Italia stanno girando un film sui campi di concentramento tedeschi: la suggerirò per il ruolo di KAPÒ*!” ed ha fatto (quasi) bene Grillo nei giorni scorsi, quando ha detto che “Schulz è il KRAPÒ** della Merkel!”.
*Kapò erano quegli ebrei, detenuti nei campi, ai quali i tedeschi affidavano il ruolo di sorvegliare gli altri ebrei ivi detenuti.
**Krapò è una storpiatura di Kapò e significa “crapone”, cioè “testone”, proprio nel senso di “testa di grossa forma”.
Preciso una cosa: gli insulti sono da evitare (quel “quasi” indica che Berlusconi e Grillo avrebbero dovuto usare parole meno colorite e toni non offensivi).
Ma anche Schulz dovrebbe rendersi conto che non deve permettersi di insultare la storia e l’identità cristiane dell’Europa e la Fede in Cristo condivisa e professta dalla stragrande maggioranza degli europei (cattolici, ortodossi o protestanti).
Egregia Sentinella, guardiana dell’omofobia, non vedo perchè Schulz dovrebbe aver insultato qualcuno. Schulz non vuole proibire niente a chi crede, se uno vuole mettersi in casa venti crocifissoni giganti libero di farlo. Ma i luoghi istituzionali e le strutture pubbliche dovrebbero essere di tutti e rappresentare tutti, non dovrebbero ‘schierarsi’ al fianco di nessuna confessione religiosa. Anche perché è una falsità bella e buona che “la fede in Cristo” sia “condivisa e professata dalla stragrande maggioranza degli europei”. Non è affatto la stragragde maggioranza, si tratta appena di una risicatissima maggioranza ormai. La media europea di coloro che credono esista un dio era, nel 2010, del 51% (dati Eurostat Eurobarometer). Quindi almeno metà della popolazione europea, in media, non ci crede e dunque non vedo perché dovrebbe doversi sorbire in luoghi pubblici e istituzionali simboli di questa o quella religione. Se uno ha voglia di contemplare simbologie religiose va in chiesa, non in una scuola pubblica o un tribunale o una stazione di polizia, che dovrebbero essere luoghi da questo punto di vista neutrali, senza offesa per nessuno ma nel rispetto di tutti.
La laicità non è ateismo.
Quindi essere neutrali non significa affatto eliminare tutti i simboli religiosi e relegare nell’ambito privato la manifestazione delle proprie idee anche quelle religiose.
Del resto se così non fosse l’esempio più calzante di questa laicità distorta era l’unione sovietica. Ma quello era un regime ateo, non certo una democrazia laica.
Quindi..non vuoi “aderire” ad una religione? ottimo. Nessuno ti obbliga a farlo. Guai fosse così. Tu non cercare di obbligare i non atei a nascondere la loro fede religiosa.
Pensa? ci sono intellettuali (anche italiani) che teorizzano l’esclusione dei credenti dallla vita pubblica perchè in contrasto con la “laicità”. Ovviamente, oltre a “violentare” il concetto di laicità, se ne fregano pure della tolleranza.
Della serie “o mi dai ragione o taci”. Bella democrazia.
Quercia, le istituzioni che rappresentano TUTTA la popolazione devono per forza di cose essere imparziali. Qui non si tratta di obbligare “i non atei a nascondere la loro fede religiosa”, a me se uno va in giro con la medaglietta col crocifisso non da assolutamente nessun fastidio, non vedo perchè dovrebbe. Ma i luoghi istituzionali pubblici non sono individui che possono avere una fede religiosa (oppure no, come nel caso del 49% della popolazione europea) sono luoghi come scuole pubbliche, tribunali, comuni eccetera, e continuo a pensare che le religioni (tutte) dovrebbero star fuori da questi luoghi: in Europa non vogliamo teocrazie.
Non vogliamo? parli a nome di chi e in base a quale “delega”?
Cmq ti ridico che relegare la manifestazione religiosa nel privato, oltre ad essere una contraddizione in termini, non è imparzialità (nè tantomeno laicità). E’ inoltre in completo contrasto con il concetto stesso di democrazia.
Perchè potrei girare in un luogo pubblico esibendo una maglietta col crocifisso e non posso esprimermi su cosa appendere alle pareti di un edificio pubblico? pubblico non significa che è di un entità astratta nonchè atea. Pubblico significa che è nostro. Mio e tuo..bifocale!!
Quindi nella mia milionesima percetuale decisionale, vorrei poter dire cosa ritengo giusto sia appeso su un muro che in piccolissima parte è anche mio. Senza aver la pretesa che la mia decisione sia vincolante, gradirei però che almeno sia considerata valida tanto quanto quella di chiunque altro a prescindere dal suo credo religioso (ateismo compreso).
Le scuole, i tribunali ecc sono pubblici. Esatto. Quindi tutti noi decidiamo cosa appenderci ai muri. Fermo restando che chi non è d’accordo (ateo, credente, agnostico che sia. Religioso o laico che sia) può dirlo e non è essere costretto a manifestare le proprie idee in privato (manifestare in privato equivale al tacere).
Il fatto che sia la maggioranza a decidere liberamente cosa appendere in un edificio pubblico (il che è uno dei grandi limiti intrinsechi della democrazia…ma il discorso si farebbe lungo), e non vi sia alcun obbligo per la minoranza dissenziente da una parte di ritenerlo giusto (anche se deve rispettarlo) e dall’altra di poter esprimere liberamente il proprio dissenso e tentare il cambiamento (in modi leciti), è la differenza fra una democrazia laica e una teocrazia e/o un regime ateo.
Invece, ripeto, una certa intellighenzia vorrebbe, falsificando completamente il concetto di laicità, estromettere dalle decisioni pubbliche tutti coloro che non abiurano la propria fede e non aderiscono alla religione forse più dogmatica di tutte: l’ateismo.
Quindi se uno si dichiara contrario all’aborto (faccio x dire) viene bollato come credente e, urlando alla violazione della “laicità”, si pretende di zittirlo.
Parafrasandoti e completandoti: certamente “non vogliamo teocrazie”, ma neppure regimi atei.
Per il momento in Italia li abbiamo schivati entrambi..vediamo di provare a continuare su questa strada.
Certo che lei ha un bel concetto di democrazia: visto che lei è cristiano pretende che il simbolo della sua religione sia appeso ovunque. Scrive: “Perchè potrei girare in un luogo pubblico esibendo una maglietta col crocifisso e non posso esprimermi su cosa appendere alle pareti di un edificio pubblico?” Perchè un conto è cosa indossare, in quanto si tratta della sua persona, benaltro è arrogarsi il diritto di appendere quello che vuole lei su un muro che NON E’ SUO, è della collettività, e la collettività purtroppo per lei non è composta solo di credenti. Per questo continuo a pensare che i luoghi pubblici (che non siano luoghi di culto, naturalmente) da questo punto di vista dovrebbero essere neutrali, senza offesa per nessuno ma nel rispetto di tutti.
Egregio Bifocale,
Verrebbe da chiedere come mai simboli così oltraggiosi e vilipendiosi si trovino in posti così per bene!
Chi mai il vandalo burlone che li ha messi lì, all’improvviso, senza chiedere nulla, con gran sgomento di tutti?
MIstero.
Bifocale
No, non mettere alcun simbolo significa che hai ragione tu che credi al nulla.
Un muro vuoto è credere al nulla. Un muro vuoto è il suo simbolo.
Non esiste la neutralità.
Preferisco il Crocefisso.
Pensa che idea ho io della democrazia? pensavo che per le cose comuni, essendo anche mie, potevo esprimere un parere sul tema. Invece no. La destinazione delle cose di tutti le decide lei bifocale.
Lei può continuare a pensare che proibire le manifestazioni religiose sia un sintomo di neutralità. Io continuo a pensare che sia l’esatto contrario.
In democrazia pensavo si potesse dire…scopro oggi, grazie a lei che non è più così.
PS: non pretendo affatto che “il simbolo della mia religione sia appeso ovunque.” Pretenderei solo di “poter dire cosa ritengo giusto sia appeso su un muro che in piccolissima parte è anche mio. Senza aver la pretesa che la mia decisione sia vincolante, gradirei però che almeno sia considerata valida tanto quanto quella di chiunque altro a prescindere dal suo credo religioso (ateismo compreso).”
Ho la conferma anche oggi che secondo certi difensori della democrazia a giorni alterni che se la si pensa come loro allora viva la democrazia, se invece la si pensa in maniera diversa si viene subito ripresi e si denuncia l’attentato alla democrazia.
PS2: “su un muro che NON E’ SUO”. Si sbaglia. Quel muro è tanto mio quanto suo. In base a quale diritto/legge vuole stabilire lei cosa appenderci e impedire a me di dire cosa farne?
Questa conversazione sta diventando assurda, anche perchè Quercia si inventa le cose. Quando mai avrei detto di voler impedire le “manifestazioni religiose”? Piuttosto ho letto grandi applausi alla Russia quando impediscono che si facciano i Pride, a me processioni e cose simili non danno nessun fastidio, semplicemente non me ne interesso.
Appunto, visto che il muro è di tutti, dunque né mio né suo, mettiamoci una foto del capo dello Stato e basta, che ci rappresenta entrambi, non di questa o quella religione!
Le ripeto..proibire le manifestazioni religiose non è sinonimo di neutralità anzi. A prescindere dalla religione manifestata (ateismo compreso).
Nel suo discorso è implicito il divieto alle manifestazioni religiose. Infatti manifestazioni non sono semplicemente processioni, marce, parate, occupazioni, picchetti. E’ molto più banalmente esprimere verbalmente o con i più vari comportamenti una propria idea e o una propria identità.
Uno stato, che le ripeto non è un’entità astratta ma un insieme di persone, ovviamente se è laico deve essere imparziale, ed è giusto che lo sia, quindi non può imporre la propria visione della vita ai suoi cittadini. Tuttavia concretamente non potrà mai essere completamente neutrale, perchè sarà sempre la rappresentazione dell’identità della maggioranza dei suoi componenti. Le 2 cose non sono affatto in antitesi e la laicità serve proprio per evitare che l’identità della maggioranza dei cittadini possa essere imposta alla minoranza come succede nei regimi atei o nelle teocrazie.
Quindi per esempio in una società atea ma laica gli edifici pubblici (tanto per stare in tema) non avranno nessun segno religioso, come in una società buddista ci sarà una rappresentazione del Buddha però i cittadini credenti o non buddisti non saranno costretti ad abbracciare l’ateismo o il buddismo e potranno proporre un cambiamento.
Se io vivessi in un democrazia laica e atea, non mi lamenterei che gli edifici pubblici si richiamano ad un’idea atea della vita perchè so che la maggioranza +o- relativa della popolazione la pensa +o- in quella maniera. Non urlerei all’attentato alla mia libertà religiosa, proporrei un cambiamento, nessuno potrebbe impedirmelo ma non pretenderei che la mia idea venga accettata. Sarebbe la maggioranza a decidere.
Lei dice che la maggioranza non si riconosce nei valori cristiani? A parte che non è vero, cmq benissimo. Che la maggioranza si esprima e decida. Però di fronte ad una manifestazione religiosa non urliamo alla violazione della laicità perchè non centra un tubo. Il mio discorso è tutto qui.
“visto che il muro è di tutti, dunque né mio né suo” …ancora? questo benedetto muro è di entrambi (+ altri milioni di italiani). Perchè quindi lei può imporre la sua decisione di non appenderci nulla mentre io non posso neppure proporre cosa appenderci?
Nella mia idea “distorta” di democrazia, e visto che vige fortunatamente la laicità dello stato, pensavo che tutti i cittadini a prescindere dal loro credo religioso (ateismo compreso) potessero proporre come utilizzare il nostro patrimonio nazionale e poi la maggioranza decideva.
Il credo religioso ha di per sè valenza prettamente personale e privata.
Dato che di per sè non rappresenta un oggettivo valore per la società ma al massimo solo per chi aderisce ad una ideologia confessionale non vi è alcun motivo che vi venga data rilevanza o tutela particolare. Già la libertà religiosa è garantita in pieno nel nostro stato, non si capisce quindi pochè simboli religiosi debbano essere apposti in luoghi pubblici. E neanche si capisce perchè alcuni cittadini debbano godere di privilegi in base a ciò.
Paolo
il credo religioso non ha valenza personale e privata. Se così fosse non varrebbe nulla. E’ totalizzante.
E’ vero che la libertà religiosa è garantita nel nostro stato, e la Costituzione ne consente una manifestazione piena con l’art. 19. C’è stata anche una sentenza europea che vede nel crocefisso un simbolo inclusivo e non discriminate.
Non vedo, ancora una volta, cosa la turba e di cosa si lamenta.
@Toni
Se ricordo bene la parola inclusivo non ti piaceva tanto quando la usavo io per dire che la tolleranza verso il diverso è inclusione. Ora che si parla della croce ti va bene come simbolo di inclusione. Com’è questa storia, visto che si parla della tua ideologia allora va bene essere totalizzanti e imclusivi?
@ Filomena
La parola non è cattiva , lo diventa quando straborda. Ogni cosa ha misura. Tu includi per livellare ed appiattire , io voglio tutte le differenze intatte (a costo di forti contrasti).
@Toni
Io non includo “al ribasso” come sostieni tu. Il fatto è che se nessuna delle parti fa un passo indietro si va al muro contro muro e questo non porta da nessuna parte. Io posso anche accettare il crocefisso nei luoghi pubblici ma anche voi dovete, faccio solo un esempio, accettare l’idea che sia giusto parlare agli adolescenti di contraccezione. Entrambe le parti rinunciano a qualcosa ma questo si chiama mediazione per una convivenza pacifica nell’accettazione del diverso.
@ Filomena
Il muro contro muro fa parte della vita: quale mediazione può esistere se consideri la razza ariana superiore e gli ebrei da cancellare dalla faccia della terra, oppure i negri una razza nata per la schiavitù? Io credo nella tolleranza come sopportazione reciproca non come sintesi. Ed i contrasti irriducibili (come quelli sopra) si risolvono anche in maniera cruenta.
Il discorso sulla contraccezione è più ampio di quello che sembra perché nella vs visione si innesta in una concezione della vita e dell’amore consumistica e totalitaria. Sembrerebbe che solo il vostro modo di concepire il sesso sia il solo “giusto”.
credo che la situazione debba essere inquadrata in maniera diversa:
sosa rappresenta il crocefisso? è solo un oggetto che venerano i cristiani?
oppure il crocefisso è un simbolo di valori comuni, fondanti l’italia e l’europa, quali quelli del sacrificio per gli altri, del rispetto per la vita, del rispetto per la sofferenza…
supponendo che non sia vero, siamo proprio sicuri che il mettere un simbolo in un luogo pubblico che ricorda la storia dell’europa e il contributo essenziale dato dalla cristianità ad essa sia segno di teocrazia e provochi danni a chi la pensa diversamente?
Luca guardi che valori comuni come il potersi sacrificare per il bene comune e il rispetto della vita non sono un’esclusiva dei credenti. La storia dell’Europa è il risultato di un numero enorme di fattori e vicende storiche, dunque di simbologie varie o le esibiamo tutte o nessuna. Da qui il concetto di luoghi pubblici neutrali, nel rispetto di tutti, senza creare cittadini di serie A (coloro che si riconocono in tale simbolo religioso) e di serie B (gli altri, che devono subire tale ostentazione di simbolismo religioso senza che li rappresenti). Questo naturalmente è quello che penso io, capisco benissimo e rispetto chiunque non sia d’accordo.
Se non ci fosse stato il cristianesimo non ci sarebbe stata Europa. Mi meraviglia che tu neghi una verità cosi ovvia. Diventi preciso solo su pochi argomenti.
molte sono le vicende storiche ma prevalenti in maniera assoluta quelle legate alla fede cristiana. dai monaci benedettini e irlandesi a carlo magno, dall’importanza politica dei papi e dei vescovi a quella culturale che parte da sant’agostino, si ferma con san Tommaso e termina con erasmo da Rotterdam. infine l’importanza della fede cristiana di Shuman De Gasperi e Adenauer. e mi sono dimenticato l’importanza che ebbero anche i protestanti, da Lutero in avanti. negarlo è solo da IGNORANTI
Sì Luca abbiamo capito, voi siete i più influenti, i più virtuosi, i più importanti. Certamente anche i più umili e modesti e rispettosi delle altre persone (che non sono a vostra immagine e somiglianza)… ?
Comunque ammetto che il tuo è un quadro coerente: togliere i simboli religiosi che ti disturbano ed etichettare omofobo chi non ti accontenta in tutto. E’ la realtà che deve diventare a tua “immagine e somiglianza”.