Egitto, due religiosi copti assassinati in pochi giorni

Di Redazione
06 Luglio 2016
Ieri una suora uccisa per strada da uomini armati. Meno di una settimana fa l'attentato a padre Moussa. Per i cristiani del paese la persecuzione continua

egitto-chiesa-copta-ansa

Con due omicidi in pochi giorni la persecuzione dei cristiani copti d’Egitto torna a fare davvero paura. L’ultimo è avvenuto ieri. Come scrive il sito del quotidiano Al Ahram, che riporta informazioni contenute in un comunicato della Chiesa copta ortodossa, la vittima è una suora, rimasta uccisa in una sparatoria avvenuta lungo la strada che collega il Cairo ad Alessandria.

SUOR ANASTASIA. La religiosa copta, che Al Ahram chiama suor Anastasia, si trovava con diverse altre persone a bordo di un veicolo diretto al monastero di Mar Girgis Khatatba, vicino al villaggio di Salmaniya, «accompagnata da altre due sorelle», riferisce la Chiesa. Mentre la stampa locale aggiunge che ci sarebbero anche «quattro feriti» tra i membri della comitiva. Gli uomini che hanno aperto il fuoco contro il gruppo sono «sconosciuti», come sconosciuto è il motivo per cui si sono messi a sparare, ma visti gli attacchi subìti dalla comunità cristiana anche nelle ultime settimane il sospetto che si tratti di un attentato jihadista non è infondato.

PADRE MOUSSA. L’altro omicidio che ha colpito la comunità negli ultimi giorni, come ricorda Caterina Maniaci su Libero, riguarda invece un sacerdote copto, Rafael Moussa che è stato assassinato «meno di una settimana fa» nei pressi della sua abitazione al El Arish, nel Sinai. In questo caso si è trattato di un vero e proprio agguato terrorista, e infatti «il gruppo fedele all’lsis nella penisola egiziana ha in seguito rivendicato» l’uccisione del prete «miscredente», definendola «un’operazione benedetta da Allah» e promettendo «altre azioni contro i nemici di Allah». L’assassinio di padre Moussa, si legge sempre su Libero, «ha suscitato anche lo sdegno di Al Azhar, il centro teologico sunnita più importante al mondo con sede al Cairo, che ha condannato l’attacco definendolo un “atto vile in contraddizione con gli insegnamenti dell’islam e di tutte le religioni”».

PERSECUZIONE INFINITA. Dopo la spaventosa ondata di violenza subìta dai cristiani all’epoca della deposizione del presidente Morsi (i sostenitori dei Fratelli Musulmani, il movimento islamista di cui Morsi è espressione, li ritenevano complici del golpe militare di Al Sisi), in realtà non si è mai fermata la persecuzione contro la Chiesa copta egiziana. Notizie di attacchi più o meno gravi alla comunità cristiana del paese hanno continuato a punteggiare le cronache in questi anni. Come per esempio il raid avvenuto fine maggio ad Abu Qurqas, nel governatorato di Minya, dove sono state bruciate sette case di famiglie cristiane e un’anziana è stata umiliata in pubblico senza pietà. Proprio dalla zona di Minya, inoltre, provenivano quasi tutti i 20 cristiani copti assassinati (con un musulmano) dallo Stato islamico in Libia nel febbraio 2015.

Foto Ansa

Articoli correlati

9 commenti

  1. Daniele

    Esiste una statistica di morti uccisi per essere cristiani?

    In una pagina di Wikipedia, che parla della crisi egiziana dal 2011 al 2014 e quindi non piu’ attuale, si parla di almeno 5500 e passa morti, ora saranno molti di piu’.

    Da quello che mi e’ stato detto da chi in Egitto ha ancora famiglia, e’ un tutti contro tutti, piu’ che una persecuzione verso comunita’ di qualche appartenenza. Se ci vanno di mezzo tutti, sarebbe piu’ corretto dire che la crisi e’ trasversale, piuttosto che citare gruppi isolati presi di mira.
    Altrimenti si finisce per creare false paure e sentimenti di persecuzione alle categorie citate.

    Immagino che la stragrande maggioranza dei morti siano cittadini musulmani egiziani, quindi se proprio si volesse vedere una persecuzione forse sarebbe verso di loro?

    1. Rolli Susanna

      “Immagino che la stragrande maggioranza dei morti siano cittadini musulmani egizi”; qui non si va ad immaginazione. Qui ci sono numeri di morti ammazzati. Dovresti trarre le tue affermazioni da fonti sicure e certe, non dalla immaginazione. Grazie.

      1. Daniele

        Per questo avevo chiesto all’autore o autrice dell’articolo di pubblicare i dati sul numero di cristiani uccisi, in giro non ne ho trovati. Poi tutti possono trarne conclusioni informate. Visto che si parla di persecuzione dovra’ averli, altrimenti e’ un articolo frutto della sua immaginazione. Fara’ un favore a tutti nel rivelarli. Prego.

      2. filippo81

        Hai ragione Susanna,ma è inutile dialogare con chi accede a queste pagine solo per fare sterili polemiche e pieno di pregiudizi.

        1. Daniele

          Ho solo chiesto chiarificazioni. Non e’ la prima volta che vedo inesattezze scritte su questo sito ( come accade su tutti i mezzi di informazione di ogni parte ) o vengono pubblicati fatti puramente inventati.

          Poi sta all’altra parte decidere se rispondere o meno. Conoscendo persone che hanno abitato in Egitto – uno Egiziano a Londra da molto tempo, un’altra inglese che ha abitato al Cairo per anni e se ne e’ andata quando la situazione e’ degenerata – che parlano di un tutti contro tutti, mi e’ venuto naturale chiedere su quali dati si basava l’autore dell’articolo.

          Sarei grato se mi potessi indicare i punti di sterile polemica nel mio commento originale cosi’ posso correggerlo e magari commetterne meno in futuro. E scusarmi con l’autore o autrice, visto che non era mia intenzione.

          1. uber

            Dietro la sensibilità per i numeri nascondil palesemente una mancanza di rispetto per i defunti ed il loro credo.

          2. Liliana

            Ci vuole un bel coraggio a scrivere quello che ha scritto Daniele sotto ad un articolo in cui si parla di due religiosi copti uccisi.
            Come se si parlasse della moria di pesci in un laghetto.
            Forse, anzi, ci avrebbe messo più umanità.
            A volte si è vivi solo apparentemente, dentro si è morti.

  2. Rolli Susanna

    L’Italia vieti il turismo in Egitto finchè i responsabili egiziani non si inpegnino a fondo per fermare questi scempi; gli italiani faranno viaggi altrove, gli egiziani ci rimetteranno denaro per questo…e se tutti i Paesi si comportassero allo stesso modo! E’ che dei religiosi morti ammazzati frega niente a nessuno, ma proprio a nessuno..fossero giornalisti!

I commenti sono chiusi.