
Egitto. Accuse di blasfemia in aumento del 100 per cento dall’inizio della Rivoluzione
Dalla rivoluzione del 25 gennaio 2011 in Egitto si sono verificati 63 processi per accuse di blasfemia. Il dato è contenuto nel rapporto “Assedio al pensiero”, realizzato dall’Iniziativa egiziana per i diritti personali (Eipr) e presentato ieri.
«ACCUSE DI BLASFEMIA IN AUMENTO». Secondo Ishaq Ibrahim, che ha redatto il rapporto, «di recente il fenomeno delle persone processate per diffamazione religiosa è aumentato» e questo «denota il fallimento delle istituzioni statali a fornire un’adeguata protezione alle vittime».
DENUNCE A SCUOLA. I 63 casi, che al di fuori del Cairo hanno sempre visto la condanna dell’accusato, hanno riguardato per il 59 per cento musulmani e per il 41 per cento cristiani. «Questo è un grave colpo alla libertà di pensiero ed espressione», continua Ibrahim. «Prima della Rivoluzione era stato registrato un piccolo numero di casi, ma nel periodo compreso tra il governo delle Forze armate e quello di Mohamed Morsi sono aumentati del 100 per cento». I settori dove si verificano la maggior parte delle denunce sono la scuola, come nel caso di Abdel Nour, i media «e i post pubblicati su Facebook e Twitter, mentre altri vengono accusati dopo aver avuto un alterco al lavoro».
INCUBO PROCESSO. Spesso, infine, spiega Abdel Rahman al Daily News Egypt, tra i responsabili di Eipr, anche lo stesso processo è un problema per l’imputato, dal momento che gruppi di persone si riuniscono al di fuori del Parlamento per impedire all’avvocato dell’accusato di entrare in aula. Senza contare che in diversi casi i giudici si sono dimostrati non obiettivi.
NUOVI MARTIRI CRISTIANI. Intanto, dopo circa 10 settimane, il patriarca copto ortodosso Tawadros II ieri è tornato a parlare durante il tradizionale incontro di preghiera del mercoledì pomeriggio davanti alla Cattedrale copta del Cairo. Il patriarca ha fatto riferimento ai cristiani rimasti uccisi ad agosto per mano dei gruppi islamisti, celebrandoli come nuovi martiri. «Il mondo si salva perché è nelle mani di Dio, e l’Egitto ha un posto speciale nel Suo cuore. Non permettiamo all’odio e all’ostilità di penetrare nel nostro cuore», ha detto.
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