La droga libera che piace tanto ai giornali può avere effetti collaterali: consultare le pagine di cronaca

Di Alfredo Mantovano
03 Agosto 2015
Gli stessi media che ogni giorno si riempiono di crimini scatenati dagli stupefacenti si compiacciono delle scelte irresponsabili del governo in materia e di proposte di legge dettate solo da ignoranza e ideologia

Pubblichiamo la rubrica di Alfredo Mantovano contenuta nel numero di Tempi in edicola

Lunedì 20 luglio, Corriere della Sera. Tre notizie:

1) Ludovico Caiazza, 32 anni, rapinatore e assassino del gioielliere di Prati, a Roma, è condotto dal gip per la convalida del fermo; tossicodipendente, ha ucciso probabilmente sotto effetto di stupefacente, al momento dell’arresto viene trovato in possesso di metadone. Si suicida in carcere dopo qualche ora.

2) Lamberto Lucaccioni, 16 anni da Città di Castello, ha assunto – per la prima volta in vita sua – una pastiglia di ecstasy spacciata da un conoscente diciannovenne prima di entrare in discoteca a Riccione. Il cuore non regge, muore dopo qualche ora.

3) G. M., 22 anni, alle 4 del mattino entra in casa della madre a Milano e la aggredisce con una tale violenza che deve intervenire la Polizia; portato in Questura, si getta dalla finestra e muore, mentre nella sua stanza sono trovati 70 grammi di marijuana.

Le notizie sono una a fianco all’altra alle pagine 20 e 21: non sono un’eccezione sui quotidiani; sarebbe fuori luogo stabilire un rapporto causa-effetto fra la pessima controriforma della legge sulla droga decisa nella primavera del 2014, e ciascuna delle vicende ricordate, pur se la percezione è di una netta intensificazione. È però fuori discussione che un anno fa governo e parlamento hanno posto le condizioni per moltiplicare casi del genere: le tragedie legate alle droghe non conoscono distinzioni fra “pesanti” e “leggere”, sono incrementate dalla possibilità di spacciare senza conseguenze grazie alla eliminazione dell’arresto in flagranza, sono rese più pesanti dai minori incentivi ad affrontare il recupero, sono sottovalutate nella loro portata in nome di un accecamento ideologico che ha dello stupefacente.

Nessun monitoraggio in materia
Gli stessi quotidiani che davano puntuale notizia di quei fatti nelle medesime ore rilanciavano con compiaciuta evidenza la proposta firmata da 218 parlamentari di legalizzare lo spaccio delle droghe “leggere”. Nulla di nuovo: gli argomenti a sostegno dell’iniziativa hanno almeno 40 anni; la novità sul piano politico è che il parlamento si trova oggi nelle condizioni di approvare quel testo, aggravando il disastro realizzato un anno fa, in un contesto di distruzione di quel poco che ancora regge sul piano normativo.

cannabis-liberalizzazione-ansaDa marzo 2014 a oggi, oltre alla droga, su impulso del governo in e col sostegno della maggioranza sono stati approvati il divorzio breve, si è scelto di non dare alcuna risposta legislativa alle sentenze della Consulta su eterologa e selezione genetica pre-impianto, si è andati avanti col gender a scuola e si è prossimi all’introduzione di matrimonio e adozione gay. La novità sul piano culturale è che ciascuna di queste modifiche passa, dentro e fuori il parlamento, senza una discussione approfondita e senza un esame dell’impatto che può avere; anzi, se qualcuno solleva obiezioni, per quanto fondate, corre dei rischi: il Dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio è stato smantellato perché “reo” di aver portato dati e argomenti a sostegno degli effetti positivi della legislazione precedente, col risultato che oggi in Italia, oltre a esserci tossicodipendenti che uccidono e che si uccidono con maggiori possibilità operative rispetto al passato, non esiste nemmeno una realtà istituzionale centrale che operi un serio monitoraggio in materia.

Nel Mondo nuovo di Huxley i dubbi e i ragionamenti critici verso un sistema ostile alla famiglia e alla filiazione naturale trovava risposta nell’uso del “soma”, la droga per far stare tranquilli. Quanti oggi impongono, votano o anche solo condividono mediaticamente certe leggi si sforzano di presentare una prospettiva del genere come allettante; ci permettiamo di ricordare che fra vivere tranquilli e vivere da ebeti vi è qualche differenza: non è il caso di attendere per coglierla quando un figlio muore in discoteca per una pasticca, o quando un trentenne, dopo aver stroncato la vita di un onesto lavoratore, pone fine anche alla sua. La prospettiva della tranquillità impone di pensarci prima.

Foto manifestazione pro cannabis libera: Ansa

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19 commenti

  1. Sebastiano

    Secondo Gian Paolo Galasi i tossici eroinomani che sono in galera per reati contro la persona e il patrimonio sono ingiustamente detenuti per errori giudiziari. Infatti non hanno rubato o rapinato o malmenato il prossimo (e spesso il proprio padre o madre o fratello) per procurarsi i soldi con cui comprarsi la droga. Dalla sua esperienza infatti possiamo dedurre che “la pericolosità sociale della droga è solo ideologia della peggior specie”.
    Dice anche di più: ci invita a essere meno perbenisti (forse voleva dire meno proibizionisti) e a fare amicizia con “certa gente”: si dimentica ovviamente che le comunità di recupero dei tossici siano in larghissima parte gestite da cattolici (e spesso osteggiate dai suoi compagni di merenda), che contraddicono la sua soluzione al problema: dargli la droga gratis.

    1. Gian Paolo Galasi

      Ma che bello mettere in bocca alla gente delle parole. Allora intanto io volevo proprio dire ‘perbenisti’. Ho conosciuto diversi tossici tutt’altro che pericolosi, che ci volete fare sarò stato fortunato! In compenso queste persone hanno tutte difficoltà di inserimento sociale, per motivi diversi, ma sta di fatto che di loro la società non si fida e quindi rischiano di marcire nelle comunità, vivere di elemosina, darsi al crimine. E questo è colpa di chi non dà loro un lavoro, ad esempio, non certo di loro caratteristiche psicologiche intrinseche. In questo senso invito proprio la società ad essere meno perbenista. Il fatto che gestiate ghetti come le comunità mi interessa poco. E’ solo un modo per togliere questa gente di torno e non vederla vivere nei nostri condomini. C’è sicuramente l’esigenza di fare qualcosa per loro, ma a seguito di ostracismo sociale. Per quanto riguarda il mio anti proibizionismo, sicuramente comprare delle sostanze legali e dalla produzione controllata è molto meglio che comprare per la strada sostanze tagliate magari col veleno per topi. Prima li teniamo in vita, poi ci occupiamo di togliergli le droghe dalla testa. Ma se muoiono forse il problema è risolto alla radice. Che ne dite?

      1. Menelik

        Guarda che la maggior parte delle overdose non viene da taglio con sostanze tossiche, ma per l’eccessiva purezza dello stupefacente o per la diminuita tolleranza a seguito di un intervento disintossicante ospedaliero a base di benzodiazepine e ipotensivi.
        Nel caso dell’eroina la sostanza da taglio ottimale è la mannite: facilmente disponibile, inerte, si mischia perfettamente ed è solubile. L’eroina degli anni 70 era quasi sempre tagliata con la mannite, rari i tagli con altre sostanze.
        Era quando c’era in circolazione una partita più pura, cioè meno tagliata, che arrivavano le ondate di collassi, alcuni dei quali fatali.
        In quanto al metadone, funziona solo ed esclusivamente come calmante della crisi da astinenza.
        Se non è abbinato ad una terapia “ricostruttiva” della persona, non serve ad un fico secco.
        Anzi, può anche essere controproducente, in quanto riduce parzialmente la risposta del fisico all’eroina, cioè una stessa quantità di eroina la senti meno efficace, dunque sei portato ad aumentare quest’ultima.
        E’ comunque cosa arcinota che le boccette di metadone dell’usl venivano tranquillamente spacciate.
        Quello che differenziava le comunità terapeutiche dal trattamento farmacologico dei vari centri antidroga dell’usl, era che nelle comunità si puntava a ricostruire una personalità distrutta, e questa è la strategia vincente.
        Non uscire dalla droga e basta, ma ricostruire la persona.
        Mentre all’usl si limitavano a calmare le crisi di astinenza con le boccette di metadone o, nell’esperimento di Aniasi, mettendoti in mano 10, 20 fiale di morfina a settimana…..la cosa più imbecille che potessero inventare.

  2. Giovanni

    La cannabis fa male? Non lo so e non mi interessa. So solo che ho perso molti amici a causa della droga. Non sono morti per gli spinelli, è ovvio, ma a 16-17 anni tutti loro ci davano dentro di brutto con la canne di hashish e erba ed erano molto focalizzati sullo sballo. Ricordo che quando li incontravo mi facevano l’elenco di quello che avevano fumato la sera prima. Poi sono passati a all’eroina e alla coca. Sto parlando di decine di ragazzi e ragazze che sono morti o sono finiti galera o spariti nelle varie comunità. In ogni caso si sono rovinati la gioventù.
    Assolutamente no alla legalizzazione delle droghe leggere perché farebbe passare il concetto che se è legale non fa male.

    1. SUSANNA ROLLI

      Grazie della tua testimonianza!

    2. pato grosso

      Io conosco decine di persone che hanno fatto uso di tutto e ancora oggi non disdegnano tutto che sono persone per bene, altamente integrate con famiglie e vite serene. Se le sostanze le vende lo stato ci può essere più controllo sia medico che sociale. Altrimenti nulla. Chi ha problemi caratteriali suoi e vive in un certo habitat cadrà nella spirale. Chi no, continuerà a sballarsi. La prassi antiproibizionista in realtà dovrebbe essere sostenuta dai proibizionisti.

      1. yoyo

        Anche nel jet set si fanno di cocaina. Non è necessario seguire i cattivi esempi. Oltre al fatto che non è affatto detto che quei tuoi amici non abbiano subito conseguenze neorologiche o di altro tipo. Per divertirsi non è necessario sballarsi. Se lo consideri obbligatorio per festeggiare sei messo male.

  3. pato grosso

    ma che ci interessa della cronaca??’

    1. yoyo

      Interessa eccome, tranne a coloro che vogliono fare gli struzzi.

      1. pato grosso

        Interessa agli ipocriti per fare propaganda e retorica per i bifolchi.

        1. yoyo

          Continua a tenere la testa sotto la sabbia. Si trasformerà in altra sabbia.

          1. SUSANNA ROLLI

            Ah! Ah!

          2. Emanuele

            …non ci metterà molto, l’interno è cavo… : – )

          3. SUSANNA ROLLI

            Poi le ossa degli uccelli sono cave, quindi ancora più veloce…

  4. Emanuele

    Gli argomenti degli antiproibizionisti sono davvero ridicoli… ad esempio l’altra sera ho seguito Veronesi e Paragone, ecco uno stralcio.

    1. Pur dovendo ammettere ormai che la cannabis non fa così bene, sostengono che il tabacco e l’alcol siano più dannosi, quindi tanto vale legalizzare la droga… cioè, secondo loro, invece di contrastare la diffusione delle sostanze dannose è meglio aggiungerne di nuove.

    Senza contare che chi si avvicina all’alcol ed in parte al tabacco (ed aggiungo anche il caffè ) lo fa prima di tutto per il gusto, mentre gli effetti psicotropi sono “collaterali”… se uno benessere vino solo per l’alcol, difficilmente spenderebbe centinaia di euro per un Brunello o un Sassicaia, prenderebbe il Tavernello. Lo stesso discorso si potrebbe fare riguardo ai sigari cubani o gli stravecchi toscani…

    Ovviamente ci sono gli abusi, ma si chiamano alcolisti e, solitamente dovrebbero essere aiutati.

    Viceversa, cho fuma cannabis molto difficilmente lo fa per il gusto, quel che cerca sono gli effetti psicotropi.

    2. Si sostiene che legalizzando la cannabis si sottrarrebbe il mercato alla malavita. Peccato che tutte le altre droghe resterebbero in mano alla mala e i danni economici sarebbero alquanto limitati. Inoltre, va ricordato che in Italia esiste un fiorente mercato nero delle sigarette in mano alla mafia, perché non dovrebbe esistere per la cannabis?

    3. La cannabis ha effetti terapeutici ed i malati non possono curarsi. Prima di tutto non si capisce perché mescolare effetti terapeutici e ludici nello stesso decreto, comunque se il thc serve, dovrebbe essere trattato come un qualunque farmaco… non è che ha bisogno di morfina si coltiva oppio in terrazza.

    La cosa meravigliosa è che a sostenere queste pratiche di medicina fai-da-te sia un medico…

    1. pato grosso

      la retorica di questo parlamentare è disarmante. Legalizziamo tutto subito. A Emanuele ma hai fatto qualche tipo di scuola da bambino???

      1. Emanuele

        “A Emanuele ma hai fatto qualche tipo di scuola da bambino???”

        Io sì, è tu? …certamente, vista la frase precedente, non abbiamo frequentato le stesse scuole…

        1. Emanuele

          …ops, io sì e tu? …scusate il T9.

      2. Antonio

        E tu?

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