
Cosa spinge Hasna e i ragazzi dell’Isis a perdere la propria vita per prendersi quelle degli altri?

Pubblichiamo la rubrica di Alfredo Mantovano contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)
Hasna Ait Boulahcen, 26 anni, passa in pochi mesi dai jeans, dall’alcool oltre misura, dalle immagini di sé stessa nella vasca da bagno coperta solo da schiuma e fatte girare sui social, all’appartenenza a un gruppo terroristico, fino al capolinea: il corpo squarciato dall’esplosivo del compagno al suo fianco al momento del conflitto con i poliziotti parigini.
Guardiamo quei fotogrammi, alla ricerca di una logica che li leghi: Hasna non è nata né cresciuta in un campo profughi in Medio Oriente, né è venuta fuori da un villaggio dell’Afghanistan, mandata a compiere una missione nell’odiato Occidente. È una giovane che fino a non molto tempo fa si mostrava con cappelli da cowboy e non sembrava conoscere regole o imposizioni; l’ultima fotografia la immortala col velo nero: le sole parti del corpo visibili sono gli occhi e due dita a forma di V.
Prima di morire è difficile che abbia avuto il tempo di imparare a memoria i versetti del Corano, come invece fanno tante sue coetanee nelle terre dominate dall’islam: ha trascorso più tempo ad ascoltare la satanica musica occidentale che la confortante parola del Profeta. E poi che è successo? Domandarselo non vale solo per capire un percorso individuale di morte, ma pure per chiedersi per quanti altri ragazzi questo percorso è in svolgimento nelle strade delle nostre città, nel condominio a fianco al nostro, nel quartiere in cui viviamo.
Sarà interessante conoscere i profili dei terroristi rimasti uccisi dal loro stesso esplosivo o negli scontri con la polizia. Probabilmente sarà necessario operare delle distinzioni: a Parigi la mente delle operazioni finora individuata è Abdelhamid Abaaoud, belga di origini marocchine fuggito in Siria nel gennaio del 2015 e ucciso nel blitz di Saint-Denis il 18 novembre; un’intervista ad Abaaoud (nome di battaglia Abu Umar al Baljiki) compare sul penultimo numero di Dabiq, l’elegante rivista dell’Isis, e ciò conferma il rilievo del personaggio nella galassia terroristica. Ma il profilo degli altri, di alcuni dei quali non si conosce ancora il nome, è così qualificato? O si avvicina a quello dell’ex cowgirl?
La miscela sembra composta da professionisti del terrore e da aggregati dell’ultim’ora; mentre è chiara la dinamica perversa che fa emergere figure come Abaaoud, qual è la molla che spinge giovani come Hasna ad abbandonare la propria vita e a perderla facendosi esplodere? Da un lato vi è il potere di suggestione dell’Isis: nonostante non sia in sé invincibile, e anzi abbia subìto e subisca dei colpi pesanti, esercita un fascino non da poco, funzionale al reclutamento. Dall’altro vi è il nulla che si respira nelle città occidentali, l’incapacità di capire la propria storia e il proprio ruolo, che si traduce nell’incapacità a ricevere qualcosa che dia senso all’esistenza.
Il commissario fuori servizio
Arnaud Beldon, 38 anni, commissario di polizia. Venerdì 13 non è in servizio e accompagna la fidanzata al concerto del Bataclan. Viene colpito dalle raffiche di mitra, è ferito gravemente ma, rendendosi conto di quel che accade, urla con tutta la forza che gli resta che vi è un attacco in corso; con incredibile sangue freddo, grida indicando a chi è intorno a lui quali sono le vie di fuga. Quando il teatro viene liberato, è trovato a terra in mezzo al sangue che continua a balbettare nell’incoscienza quelle indicazioni che hanno salvato tanti.
Hasna dapprima riempie le sue giornate di banalità, poi sente un richiamo forte e non resiste alla tentazione di fare qualcosa di devastante, che la faccia uscire da quel nulla, e semina la morte per gli altri e per sé. Arnaud adopera le sue energie, anche quando non ci sono più, per la vita di chi neanche conosce.
Di fronte a un’aggressione che finora non ha conosciuto una reazione di Stati, coalizioni e istituzioni degna di questo nome, quel balbettio che prosegue nonostante tutto, ci indica non solo la via d’uscita da un teatro assediato, ma che per farcela sarà necessario metterci tutto noi stessi.
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Cosa li spinge? E’ presto detto, il Corano:
“Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa e’ la ricompensa dei miscredenti.” (Sura 2:191)
“Vi e’ stato ordinato di combattere, anche se non lo gradite. E’ possibile che abbiate avversione per qualcosa che invece e’ un bene per voi, e può darsi che amiate una cosa che invece vi e’ nociva. Allah sa e voi non sapete. ” (Sura 2:216).
«Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli; colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita… I miscredenti avranno il castigo del Fuoco! … Non siete certo voi che li avete uccisi: e’ Allah che li ha uccisi» (Sura 8:12-17).
ecc.
E il Corano è per i musulmani quello che il Papa è per i cattolici in tema di fede, ovvero verità assoluta e incontestabile.
E chi lo nega diviene eretico.
Questo è l’islam, bellezza…
Aggiunga pure un elemento: anche nell’Antico Testamento ci sono insegnamenti bellicosi, ma con il Vangelo il messaggio fu rettificato in un messaggio di pace, amore e non violenza (anche come risultato finale della riflessione teologica durata secoli).
Per i musulmani è l’inverso. Il Corano -che sarebbe stato dettato a Maometto in età matura, quando da commerciante divenne profeta (un po’ come Jospeh Smith dei mormoni)- ha dei passaggi violenti, ma quello che è peggio è che la Sunna!
La Sunna è l’insieme delle innumerevoli testimonianze della vita di Maometto (circa 630 d.C.), su di essa si fonda la legge sacra, la sharia, un sistema politico completo e dettagliato. Quindi l’islam non è solo una religione, ma un movimento politico.
La Sunna è costellata di battaglie sanguinose, condanne al nemico, inni alla guerra, all’inferiorità della donna e alla violenza su di essa e all’esaltazione della morte, kamikaze e lapidazioni. Maometto infatti combatté vere guerre per unificare i popoli orientali sotto una unica religione, mentre prima ciascuno coltivava credenze variegate. Morì ricco, grasso, con schiavi infedeli, non povero e su una croce.
Le ultime parole della Sunna in senso cronologico sono parole di guerra. Non si può accettare il Corano senza accettare il comportamento del profeta. Per esempio la sharia esclude la detenzione per l’uccisione di un infedele, ma al massimo vi può essere una pena pecuniaria.
Inoltre credere in una comunità islamica moderata è difficile, anche quando sembra lo sia. La Sunna è un vero codice di guerra e insegna anche tattiche di infiltrazione. Con “taqiyya” gli islamici descrivono il comportamento di un islamico che arriva anche rinnegare l’islam, bere alcol, mangiare maiale farsi amici gli infedeli, i “kuffur”; avrà comunque il paradiso, perchè tutto è concesso se egli così fa l’interesse ultimo dell’islam, ovvero infiltrarsi, indebolire il nemico per permettere il prevalere del suo credo, che in realtà non nega affatto.
Quindi quando qualcuno dice “sì, io voglio che mio figlio festeggi il Natale” anche se è musulmano, magari forte della posizione laicista della scuola, sa che non sta infrangendo le regole dell’Islam, ma ne prepara la venuta, con la sharia. Non ci sarebbe da stupirsi se in Francia ad esempio, forti della progressione demografica, gli islamici passati dal 7,5% al 30-35% della popolazione cercassero di rovesciare le istituzioni democratiche: ciò non è solo permesso dalla loro religione, ma è chiaramente ordinato, non appena ve ne fosse la possibilità.
Gli islamici d’altra parte non ne fanno grande mistero, la sharia è incompatibile con i diritti umani, con la democrazia e appena ne avranno l’opportunità la implementeranno. L’islam “moderato”, rispetto ai testi sacri è in grave incoerenza, ed è anche per questo che nei stati islamici “laici” (in Asia, ma anche in Algeria e negli stati stravolti dalla primavera arabe) vi è una costante opera di controllo contro gli estremismi, oppure si finisce appunto con i regimi dell’Arabia, del Qatar e dell’ISIS.
Sarebbe un passo avanti nella chiarezza del discorso se si evitassero gli attacchi personali ingiustificati, i nickname, la trollaggine, gli sfoghi e sfoggi di imbecillità per fare un dispetto all’uno o all’altro.
Trovo sorprendente che MicheleL mostri una conoscenza di alcuni aspetti non secondari dell’Islam e una consapevolezza delle ambiguità e in tanti casi, della vera e propria ipocrisia e viltà, anche istituzionali, su temi quali ‘dialogo’ e ‘convivenza’, riferiti pressoché in esclusiva al mondo islamico e alle comunità islamiche, quasi esse avessero uno statuto speciale cui non si vede cosa gli dia diritto. Sarebbe bello che la stessa consapevolezza l’avessero e la dimostrassero anche altri, compresi quanti vanno dicendo che il fondentalismo è presente in tutte le religioni e professioni di fede ideologica, dimenticando che i terrorismo è un’altra cosa e esso, perlomeno, nelle sue fenomenologie e performance correnti, riguarda soltanto l’Islam: essendo questo dato innegabile – come, pure, si tenta di fare -, è lecito chiedersi perché sia così e se, per caso, ciò non sia dovuto al contenuto o se non altro, a contenuti della fede e dei principi che essa veicola e autorizza sul piano morale, sociale, giuridico, politico.
Se si mostra questa consapevolezza, tutt’altro che scontata nel clima del politicamente corretto in cui viviamo, si dovrebbe anche sapere a quali rischi ci si espone sostenendo cose non in linea con l’ideologia ufficiale multiculturalista: e come si prospetta fra le righe delle intemerate a cura del politicamente corretto, l’islamofobia ventura somiglia sempre più a una sorta di garanzia dei trasgressori da rappresaglie assai meno dure delle eventuali sanzioni da comminare.
Vale anche per l’omofobia. Ricordarsene.
m,
La prego Raider, possiamo evitare di andare fuori tema? Quando trova un’apertura in un interlocutore non dovrebbe forzarla, è controproducente. Qualcun’altro sarebbe partito in polemica rovinando un’opportunità di dialogo. Sa che non condivido il parallelo che fa in epilogo, ma preferisco -coerentemente all’invito che le sto facendo- non parlarne qui, ci saranno altre occasioni.
Accolgo il suo invito, MicheleL, anche se non mi sembra davvero di esser andato – diciamo così – ‘troppo’ fuori tema, mi accontento che lei si attenga al tema traendone qualche conclusione doverosa, in un certo senso: quella dell’islamofobia non è una accusa campata in aria, guardi cosa scrivono sui giornali e ripetono a tamburo battente sulle tv ogni volta che qualcuno azzarda ciò che tanto pianamente lei afferma qui:
– “Il Corano -che sarebbe stato dettato a Maometto in età matura, quando da commerciante divenne profeta (un po’ come Jospeh Smith dei mormoni)- ha dei passaggi violenti, ma quello che è peggio è che la Sunna!”
– “l’islam non è solo una religione, ma un movimento politico.”
– “credere in una comunità islamica moderata è difficile”,
– ” L’islam “moderato”, rispetto ai testi sacri è in grave incoerenza,”
– “Gli islamici d’altra parte non ne fanno grande mistero, la sharia è incompatibile con i diritti umani, con la democrazia e appena ne avranno l’opportunità la implementeranno.”
– Con “taqiyya” gli islamici descrivono il comportamento di un islamico che arriva anche rinnegare l’islam, bere alcol, mangiare maiale farsi amici gli infedeli, i “kuffur”; avrà comunque il paradiso, perchè tutto è concesso se egli così fa l’interesse ultimo dell’islam, ovvero infiltrarsi, indebolire il nemico per permettere il prevalere del suo credo, che in realtà non nega affatto.”
– “Quindi quando qualcuno dice “sì, io voglio che mio figlio festeggi il Natale” anche se è musulmano, magari forte della posizione laicista della scuola, sa che non sta infrangendo le regole dell’Islam, ma ne prepara la venuta, con la sharia.”
– “Non ci sarebbe da stupirsi se in Francia ad esempio, forti della progressione demografica, gli islamici passati dal 7,5% al 30-35% della popolazione cercassero di rovesciare le istituzioni democratiche: ciò non è solo permesso dalla loro religione, ma è chiaramente ordinato, non appena ve ne fosse la possibilità.”
Io mi sono così positivamente stupito della sua consapevolezza e del suo coraggio, MicheleL, che mi farebbe piacere fossero anche di altri, dentro e fuori la Chiesa. Finché a dire le cose che lei ha scritto è gente che viene accusata e insultata di tutto sul piano personale e “geo-politico”, da sionista a islamofobo (fatta la tara delle scemenze di altro genere), ci stanno una e due i censori del politicamente e islamicamente corretto a lanciare anatemi e invocare leggi ad hoc: che non farebbero bene neppure a lei. Occasioni o no di passare a altro, non dimentichi questo, se non le è di troppo.
Scusate tanto se l’imbecille mette becco, ma quel che salta agli occhi del sottoscritto è la strumentalizzazione del terrorismo da parte di certuni con l’intento di cogliere l’occasione di rintuzzare viepiù la dimensione pubblica della fede (istanza fatta propria anche da certi cattolici scellerati), basandosi sulla truffaldina considerazione che la divinità e i suoi comandamenti finiscano per essere sempre a scapito della libertà e dell’integrità della persona umana invece che costituire per essa una garanzia.
Chi volesse liberarsi da questo grossolano e superficiale pregiudizio può cominciare a leggere le biografie dei fondatori delle due religioni monoteiste che ama tanto mettere nello stesso calderone.
…e che vada a leggersi ciò che disse S. Giovanni Bosco in proposito…
Non ho capito bene, Giannino: se qualcuno pensa di te che metti becco a sproposito, quello, puoi stare sicuro, non sono io. E se mi dici chi è, lo concio per le feste, chi non rispetta le persone che rispetto io ha da vedersela con me. Se me ne dai la possibilità, perché mi sembra che tu ti difenda egregiamente: e MicheleL ne sa qualcosa. Sono rimasto sorpreso da quello che ha scritto sull’Islam, questo, sì, non capita tutti i giorni, almeno, a me, di leggere, non solo da chi è di Sinistra, ma anche di Destra: non solo da chi è radical-nichilista-genderista, ma anche da chi è liberal-conservatore o cattolico, frasi di questo genere:
– “La Sunna è l’insieme delle innumerevoli testimonianze della vita di Maometto (circa 630 d.C.), su di essa si fonda la legge sacra, la sharia, un sistema politico completo e dettagliato. Quindi l’islam non è solo una religione, ma un movimento politico.”
– “La Sunna è costellata di battaglie sanguinose, condanne al nemico, inni alla guerra, all’inferiorità della donna e alla violenza su di essa e all’esaltazione della morte, kamikaze e lapidazioni. Maometto infatti combatté vere guerre per unificare i popoli orientali sotto una unica religione, mentre prima ciascuno coltivava credenze variegate. Morì ricco, grasso, con schiavi infedeli, non povero e su una croce.
– “Le ultime parole della Sunna in senso cronologico sono parole di guerra. Non si può accettare il Corano senza accettare il comportamento del profeta. Per esempio la sharia esclude la detenzione per l’uccisione di un infedele, ma al massimo vi può essere una pena pecuniaria.”
Sono tutte cose vere. Tutte. Ci sarebbe altro da aggiungere, ma credo possa bastare per comprendre che chi ha la cultura e il coraggio di scrivere cose che altri, cattolici e non, di alto profilo istituzionale e intellettuale e non, non ha né sapere né coraggio sufficiente per dire queste cose o per dirle in modo altrettanto chiaro. E mi dispiace immensamente non sentire queste parole dai politici del Partito che ho votato – non lo farò più – quando in tv mettono su i siparietti sull’Islam che non sfila, si defila, non si dissocia perché l'”Islam è la religione della pace” e l'”Islam è la religione naturale dell’umanità”. Il problema vero siamo noi: che, se non accordiamo lo ius soli e arrivi senza limiti e ricongiungimenti da catena di Sant’Antonio, dobbiamo vedercela con 1 miliardo e 600 milioni di islamici – per parlare solo di loro – tutti, manco a dirlo e guai a chi non è d’accordo, moderati, moderatissimi, praticamente, sul piede di guerra santa.
Tempo fa ho assistito ad una conferenza molto istruttiva tenuta da un sacerdote esperto d’Islam che, se non ricordo male, svolgeva in Vaticano il ruolo di consulente per il dialogo con i seguaci di questa religione (il dialogo tra religioni non esiste, esiste il dialogo tra le persone). Questo prete spiegò all’uditorio le differenze salienti tra cristianesimo e islam, che invito tutti ad approfondire seriamente, specie sul piano strettamente teologico: è un vero e proprio abisso la cui contemplazione pure superficiale a noialtri cattolici fa spavento.
Il fatto è che i politici giornalisti e molti sacerdoti di queste cose non sanno realmente nulla e si limitano a riproporre la melassa politicamente corretta in cui siamo impastoiati.
Bisognerebbe aver il coraggio di dire che l’islam non è una religione come la possiamo intendere noialtri vissuti in società cristiane da millenni, ma una forma di totalitarismo teocratico, che però non si può dire sia privo di spiritualità anche positiva.
Proprio per questa sua dimensione arcaica di rifiuto della laicità (quella propriamente detta, non quella sorta di ateismo militante che si vede in giro) alcuni sostengono, non con tutti i torti, che la violenza a cui assistiamo sia una sorta di travaglio finalizzato, nella migliore delle ipotesi, alla nascita di un islam “evoluto”, capace di sopravvivere alla società secolarizzata prossima ventura con la quale il cristianesimo e altre religioni possono convivere, ma l’Islam no.
Non c’è dubbio che sia nei termini che avete perfettamente descritto tu e Raider (ed anche MicheleL). Mi chiedo perché gran parte della politica sfugge una cosa cosi elementare : ignoranza alla stato puro? Mala fede mista a corruzione? L’idea che bisogna produrre “discriscriminati” da proteggere e fare in seguito serbatoio di voti?
Che l’Islam sia la meno avvezza all’integrazione lo ha dimostrato la storia. Hanno fallito persone come Ferdinando ed Isabella di Aragona, nonostante la mano tesa. Quindi personaggi di ben altra stazza rispetto ai politicanti a cui siamo abituati.
Raider ha toccato un punto per me, che con tutti i miei limiti, è il cruccio fondamentale le del mio modo di vedere il problema : Oggi abbiamo una democrazia che ha tolto di mezzo ogni valore base, ogni principio inviolabile per tutte le persone. Sarò ripetitivo ma il fissare il limite sul quando si diventa umani per me è il “tutto” che giustifica ogni “meno”. Quindi cosa faranno “la nostra bella e tollerante politica versione melliflua se una bella maggioranza islamica (che non è obbiettivo irraggiungibile) stabilisse più Sharia per tutti?
Cari Giannino e Toni, ci siamo capiti perfettamente, non che ne dubitassi – vale anche per le cose da capire: come fanno politici, statisti, eurocrati e ecclesiastici portati in palma di meno dal mainstream – che li tiene in pugno, così softicemente – a non capire quello che MicheleL ha compitato qui in modo ineccepibile e encomiabile? A me la cosa sa perfino di beffa: ci prende in giro chi?
Allora ho invitato alla coerenza MicheleL e non i ‘nostri’: e lui ha avuto buon gioco a dirmi ‘ne riparliamo’: come desse per scontato quello che ha scritto solo ora e quello che potrà dire domani con la stessa chiarezza e nonchalance. Quello che vi chiedo è: il dialogo è possibile solo con gli islamici sulla base di equivoci e non detto? Tolte le prerogative trollistiche e troll-combattentistiche di questo o quello che viene a seminare zizzania e confusione, spero che si possa discuetere con tutti su un base di rispetto: perché non sono in gioco l’orgoglio personale o di appartenenza, ma questioni decisive Nessuno può saperlo meglio di noi cattolici, stretti fra Pensiero Unico e monolitismo irrazionale islamico: perciò, MicheleL non si illuda che islamofobia e omofobia come reati da introdurre in ossequio alle direttive onusian-eurocratiche lasceranno indenne lui.
Se la questione è la limitazione della libertà allora capisco e condivido. Nutro dubbi su qualsiasi legge che introduca un reato di opinione, inclusa la legge Mancino e Scalfarotto.
Se invece invece la questione è più relativa all’argomento specifico (la diciamo “fobia”) e ammettiamo dunque che la legge Mancino sia accettabile come principio, allora è una questione di giudizio e pregiudizio.
Per questo con l’Islam ho cercato di elencare punti che mi sembrano importanti (non è da molto che mi sto informando) e credo che alla luce degli elementi di cui dispongo, sarebbe sbagliato favorire l’islam in Europa (o in qualsiasi altra parte del mondo in effetti) e non per questioni teologiche, ma piuttosto pragmatiche, che ho cercato di illustare; un giudizio insomma.
Il discorso sull’omofobia per me è differente in quanto non penso che la perfetta parità tra coppie di sesso uguale od opposto sia una cosa sbagliata, fermo restando il nodo dei figli, che fanno la sostanziale differenza e su cui la discussione si fa ancora più ampia. Qui io penso che vi sia un diffuso pregiudizio cui sarebbe preferibile un giudizio.
Ma su questo la discussione si farebbe molto lunga e ci saranno di certo altre occasioni. Registro che qui, almeno su un argomento, c’è una certa comunione di idee e penso sia importante. Mi induce a riflessioni anche in altri ambiti.
…e che vada a leggersi ciò che disse S. Giovanni Bosco in proposito…
Scusa, Raider, permettimi…
Riscrivi quello che leggi sotto:
ChaPtcHa
No, sai, è che ho un dubbio; non so se sei un umano od un automa (di certo non un animale!) perchè non sbagli mai un accento, un’acca, un congiuntivo, una parola… Argomenti che sembri un libro, e non certo il libro di Pinocchio.
Non ti offendere, anzi!
Non è la prima volta che vengo preso di mira da lei, Susanna Rolli: una volta, lei pensò di lusingarmi in un modo più molesto – non dubito della sua buonafede, lei non dubiti della mia – di quanto non le riesca di seccarmi adesso. Sbaglio assai spesso, anche senza fare torto ai computer, che si logorano più in fretta di un cuore umano, anche se non lo porto sulla punta delle dita. Non dico altro, sennò, penserà che sono meno semplice del genere di complimenti che lei fa a me: delle sue intenzioni non discuto, dei motivi per cui una persona mite come lei pensa che quello vuole non ho motivo io di interessarmi, ho fiducia che saranno buoni e non capisco perché tanto non basti proprio a lei, se viene a chiedere a me di renderne conto.
Sei un grande, devo leggerti due-tre volte per capirti!
PS: però mi dispiace che mi dai del lei..
Caro Jimmy, sei sulla buona strada, ma ti toccherà approfondire un altro po’.
Scrivendo che il Corano è la stessa cosa del papa in effetti hai scritto due bestemmie una per i cattolici e una per i musulmani.
Io dico – enon ne ho mai fatto mistero!- che se preghiamo il Padre Celeste, Egli viene in nostro aiuto (non vede l’ora!); se noi non ci convertiamo, non preghiamo, significa che non Lo cerchiamo e che non abbiamo bisogno di Lui per vivere bene e felici su questa terra. La “risposta” del Cielo dipende da noi…
E dico anche che se Dio non trova spazio dentro di noi, vi trova spazio qualcun’altro.
L’ho voluto dire, ma lo sapevamo già. Ormai è così chiaro che lo sanno anche i muri.
Anzi la sana ecologia come meta da raggiungere per il bene dell’uomo sulla terra, sarebbe meglio sganasciarsi per portare avanti la sana comprensione del significato di possedere un’anima immortale, e degli effetti benefici o malefici che questa è in grado di portare nel mondo (e, di conseguenza, anche nell’ambiente in cui vive, fatto di esser umani ed animali).
Dico bene?
Gentile Susanna,
per secoli la religione ha incarnato la sapienza della saggezza umana. Per secoli i testi storici più accurati erano testi religiosi. Io ho grande stima per il ruolo avuto in passato e nel presente dai religiosi nel plasmare la società, ma non nascondo che vi sono dei problemi evidenti, che andrebbero e potrebbero essere superati. Problemi legati a due fatti: il primo, più grave, è la subordinazioni della vita umana ad un Dio e quindi di fatto a chi se ne fa interprete, quindi ad altri uomini. il secondo fatto è all’idea che un pregiudizio, se è religioso, possa essere giustificato.
Riguardo al primo problema, ovvero la centralità della vita umana, non possiamo ripetere gli stessi errori del passato. Come ci insegna la storia, comprendere gli errori è difficile e richiede spesso un contributo in termini di sofferenza notevole, per ricordarsi cosa è importante nella vita (ovvero la vita stessa).
Purtroppo ad oggi i più grandi progressi sociali si sono avuti dopo un numero enorme di morti (rivoluzione francese, guerre mondiali), che hanno permesso ai sopravvissuti di riflettere sul loro significato. Quindi la riflessione è già difficile. C’è persino chi dice “ci vorrebbe una bella guerra!” e questo si riallaccia alla subordinazione della vita umana ad un interesse superiore.
Le religioni infatti permettono di fare una cosa che anche altre ideologie non democratiche permettono di fare: subordinano la vita umana ad un interesse superiore (che non esiste) e così generano morte. Quella stessa morte che potremmo evitare guardando al passato, capendo attraverso la storia gli errori da non ripetere. Questo si riallaccia al secondo problema, al pregiudizio. Perchè la morte e la sofferenza imposta dalla religione è peggiore di quella imposta da altre ideologie, perchè per capire l’errore non è sufficiente deporre il capo (il Re, Hitler, Mussolini) ma si deve deporre un Dio (o “interpretare” meglio la sua parola).
Per deporre un Dio ci vuole un altro Dio (Cristo fu efficace), ma la storia del Cristianesimo ci ha mostrato come l’accelerazione del progresso sia avvenuta con la laicità, dopo 1500 anni di difficoltà in sua assenza.
E qui mi riallaccio al secondo problema, il pregiudizio. Credo fermamente nella libertà religiosa, ma credo ancora più fermamente nel fatto che i rapporti tra gli individui andrebbero gestiti alla luce della nostra storia e cultura, che include la religione, ma non ne dovrebbe essere dominata. Da secoli viviamo il concetto di laicità (tra i cui padri vi sono Marisilio da Padova e William di Ockham, padre anche del concetto di rasoio di Ockham, un principio scientifico validissimo).
La laicità non significa negare la religione, ma capire che il suo ruolo è subordinato alla democrazia (che non è la maggioranza semplice, ma un concetto più complesso, che traspare dalla storia -appunto- della democrazia, come essa ha permesso di esprimere principi laici che governano le società moderne). Quindi alla capacità della popolazione di capire e decidere.
La democrazia, quella autentica, che si basa appunto sulla libertà (da cui discende anche quella religiosa) ha permesso lo sviluppo nei secoli (non senza difficoltà, legate all’erosione della libertà) di una società più equa, più giusta e in ogni caso, quando non lo fosse stata, capace di rimediare il problema (anche con rivoluzioni). Ed è questo il punto. Rimediare al problema tramite giudizi, non pregiudizi.
Ancora oggi purtroppo le religioni non sono in grado di rimediare ai loro problemi o se lo fanno lo fanno molto lentamente. Il cattolicesimo ha avuto senza dubbio una ammirabile evoluzione e nutro speranze per il futuro, perchè per fortuna si basa su un messaggio di pace, quello cristiano.
L’islam non è invece una religione come le altre, ma è anzi molto pericolosa per la democrazia, perchè la nega. A differenze del cristianesimo, che si è evoluto sul messaggio di pace di Cristo, l’Islam si è evoluto sul messaggio di morte di Maometto, che ha concluso la sua vita tra guerre, violenze e prevaricazioni. Maometto scrisse il Corano e i racconti della sua vita sono -purtroppo- legge divina per gli islamici, il che li rende, fondamentalmente incompatibili con la democrazia e, quando fossero “moderati”, molti inclini alla radicalizzazione, perchè la “gerarchia” dei loro testi sacri tende all’intolleranza e alla violenza.
In questo contesto vede Susanna, è rischioso mettere Dio al centro di ogni cosa. Dio dovrebbe avere un ruolo personale, nel cuore di ciascuno. Il fatto che di Dei ne esitano tanti, nel mondo e della storia (Maometto è vissuto 1500 anni fa, l’uomo ha diverse centinaia di migliaia di anni di vita e oltre 5000 anni di storia su cui riflettere) dovrebbe farci capire che il concetto di Divinità dovrebbe essere trascendentale, capace di unire tutte le espressioni del “divino” e legato a principi che poi potrebbero essere declinati a livello empirico, permettendo il rispetto e l’espressione umana così come la storia e la cultura ci insegnano: ovvero nel modo in cui siamo in grado di esprimere pace e prosperità.
Non replicate, è di gran lunga la cosa migliore nell’interesse del troll stesso.
Costui non cerca alcun confronto costruttivo, ma solo un palcoscenico per il suo narcisismo da cui è accecato al punto di credere seriamente di aver scritto tante cose interessanti, colte e intelligenti.
E invece…
Concordo. Lasciatelo galleggiare nel suo brodo puzzolente.
Susanna, concordo con gli amici. Meglio che pensa che ha vinto e che ha fatto stare zitto tutti. A me “è rischioso mettere Dio al centro di ogni cosa” è bastato ed avanzato.
Meglio mettere al centro gli “autorevoli studi”, fatti per lui, in vista di lui e solo per quelli come lui. Ha speranza in una evoluzione del cristianesimo… un cristianesimo che diventi come … lui.
Gli autorevoli studi si smentiscono caro To_Ni, Allah, no. Io sono probabilmente il più invasato di studi autorevoli che incontrerà e al massimo vengo a cercare un dialogo. Nessuno riuscirà mai a mettermi un gilet esplosivo addosso, perchè io non ho idoli, non ho dogmi più importanti della vita umana. Lei ha la fortuna di aver messo al centro della sua vita una divinità che ha fatto i conti con l’illuminismo, ci è morta (Friedrich Nietzsche, anche se non è un filosofo che stimo molto) e ci è risorta. Il problema è quando la divinità (ovvero gli uomini che pensano di rappresentarla in terra) è sbagliata e non bastano più la verità e le evidenze. Ci vuole qualcosa di più, ci vuole la morte.
Io sostengo che a sentire te o/e Xyzwk ed il mondo che supportate e mistificate, si crea nelle mente delle persone un dio cattivo ed adepti che si mettono i gilet addosso.
L’umanità che dici che “è risorta” …fa pena ed è misera e triste. Forse è il meglio che concepisci…quindi rispetto il tuo punto di vista.
PS: E’ un evento che tu e Xyzwk siete nella stessa discussione. Spero che capiti in momento in cui tu riproponi l’arguto pensiero che mai e poi mai comprerai uteri e che lei si esprima i portentosi sui “argomenti” che tu solleciti.
Possiamo continuare più sotto To_Ni. Ho toccato qualche punto, se le interessa lo tratti, se vuole ne tratti o aggiunga altri. Qui la questione è molto complessa, non ci sono studi autorevoli, non scientificità. C’è la storia, un po’ di antropologia, un po’ di filosofia con le sue mille sfaccettature.
A me non dispiace affatto la società degli ultimi secoli, se la confronto a quella del cammino illuminista. Amo la libertà di parola di cui godo, amo l’affermazione di uguaglianza, amo il sistema democratico, amo la possibilità di dialogare con il mio prossimo per trovare il modo migliore di progredire assieme.
Chiaramente perchè vi sia un dialogo occorre essere disposti a cambiare idea o almeno ad accettare quella del prossimo, che è accettabile -se non si cambia la propria- solo se non è dogmatica.
Quanto ad Xyzwk, sarebbe in effetti molto interessante dialogare, spero vorrà partecipare alla discussione in altri articoli, ma non vorrei andare fuori tema su questo.
Continuiamo sotto, ma dubito delle reale portata delle conquiste che consideri acquisite..
Si pure io sarei lieto dell’intervento di Xyzwk in tema di aborto ed utero gratis.
Quando non si hanno argomenti da contrapporre, si puó solo vaneggiare di troll….
Disse il troll
Si , sono i tuoi stessi “argomenti” in forma logorroica.
io no ce l’ho fatta…
Come tutte le cose contro natura, ci troviamo l’impronta del demonio.
Il quale, esattamente come lei, vorrebbe essere ateo allo scopo di poter esercitare la propria libertà autodistruttiva.
Ma qualcosa morde dentro ed ecco che diventa insaziabile.
Al male non c’è mai fine.
Lei continui ad accusare la religione, si inganni pure.
Ma questa gente è figlia del fanatismo illuminista che ha tagliato le teste in place de la bastille, molto ptima di Isis.
ISLAM è solo un paravento.
Io credo invece che l’islam usi gli estremismi laicisti come paravento per indebolire la nostra civiltà. Contesto la sua analisi, anche per ragioni storiche, l’islam si è diffuso molto prima delle spinte illuministiche (circa mille anni).
Allo stesso modo mi pare assurdo confrontare le decapitazioni islamiche con quelle rivoluzionarie. L’umanità procede per estremi opposti, possibilmente oscillando sempre meno.
Le decapitazioni francesi furono molto importanti, ebbero certo un costo, come ogni estremismo, ma il risultato fu una grande spinta di uguaglianza in tutto il mondo, contro l’idea che alcuni uomini nascano migliori di altri.
Liquidare la rivoluzione francese bollandola come l’ISIS è del tutto ingiustificato: i suoi valori di libertà, uguaglianza e fratellanza, emersi dal sangue come la buona volontà post-bellica, brillano ancora oggi.
“Le decapitazioni francesi furono molto importanti”……”brillano ancora oggi”.
Mi piacerebbe vedere la tua faccia.
Mi son cadute le braccia, sto pigiando col mento…..
Mi immagino la scena e mi diverte molto Susanna 😀
Ma la prego, non faccia taglia&cuci con quello che scrivo. Mi rincresce se le mie parole l’hanno sconcertata. Per far risalire un po’ le sua braccia sappia che secondo me il re Luigi XVI fu un grande patriota, amante del popolo francese e ghigliottinato per necessità, non per colpa: un grande sovrano che ha pagato caro una grande responsabilità.
Badi che ho detto “importanti”, il che non significa giustificare, ma dare un giudizio storico. Inoltre il brillare è riferito ai Valori Costituzionali francesi, che ritengo essenziali per la società.
La memoria storica selettiva di certuni ha uno switch che, per incolpare di ogni male del mondo la religione che odiano solo per inconfessabili questioni di sollazzo sfinterico, quando fa comodo gli fa obliare i genocidi dei totalitarismi atei del secolo ventesimo, comprese le nostrane brigate rosse, che invece di inneggiare al Profeta, si facevano di Marx, e si firmavano con la stella a cinque punte invece che con la croce.
Mio vecchio e omofobo Sig. Stoppani, lei pensa di liquidare le questioni incasellando le persone e poi eliminandole semplicemente come ad “indovina chi”. Il “comunista”, “l’ateo”, “il gay”…Così tradisce solo la piccolezza del suo modo di pensare, che è per pregiudizi e preconcetti.
Ma siccome a me interessa di più il dialogo, ignorerò la sua stolta sfrontatezza come d’abitudine. I brigatisti li abbiamo dimenticati da un pezzo, non ci sono più. Ha notato? Come ho detto sopra, per deporre un uomo o una ideologia umana ci vuole “poco”, abbiamo abbattuto il muro di Berlino e con esso superato il comunismo. In Cina le cose sono più complicate ma l’evoluzione politica procede, anche se è presto per dire verso cosa.
Per le religioni le cose sono più difficili. L’islam ce lo portiamo dietro da secoli. E questo i gerarchi religiosi lo sanno bene. Gli dei -o per meglio dire i loro presunti rappresentanti in terra- sono molto più tenaci, perchè non temono sconfitte, nemmeno storiche e discutere con loro è quasi impossibile. Un po’ come con lei e con gli islamici.
Giusto Stoppani.
“La religione è l’oppio dei popoli.”
Lo dicevano sempre mentre ammazzavano.
Eh sì, caro pisano di mezzogiorno, per credere che una volta eliminato il divino dalle coscienze si giungerà inesorabilmente al cosiddetto “mondo migliore” tanto anelato dai bischeri, bisogna non aver mai fatto una seria riflessione sulla natura del medesimo.
Torno poi sotto nella discussione. Qui trovo interessanti gli spunti che offri sulle decapitazioni. Decapitati non furono solo nobili, ma giustizia sommaria fu applicata a povere donne che casualmente si trovavano in città, che casualmente nella sottoveste avevano i colori che richiamavano quelli borbonici. In Vandea avvenne un genocidio, i dispacci sul trionfo, sono raccapriccianti come l’eliminazione dei corpi. Con la pelle umana furono fatti le copertine dei registri dei tribunali.
Inghilterra e gli Stati Uniti, non hanno avuto bisogno della rivoluzione francese. Quindi c’erano soluzioni storiche diverse (e credo migliori) di quella francese.
Libertà, uguaglianza e fraternità sono principi cristiani, a cui borghesi hanno tagliato le gambe e sostituiti con protesi di compensato. Per questo fanno ridere e non sono una barriera contro l’ISIS (o prossimi mostri). Principi tradotti maldestramente come impositivi per tutti, buoni “per forza” e con la prepotenza, ricorrendo ad un …ismo presente in altri regimi totalitari.
Sono abbastanza d’accordo con i primi due paragrafi (ma il caso dell’Inghilterra è ben diverso). Sul terzo meno, soprattutto se contrappone borghesi a religiosi.
La rivoluzione francese si consumò infatti anche contro il clero, oggettivamente responsabile di gravare assieme alla nobiltà sul “terzo stato”. Una situazione molto delicata che non era difficile prevedere averebbe condotto a sanguinose conseguenze, le responsabilità clericali sono storicamente accertate e basate sulla connivenza con il potere politico, lato chiaro e scuro della religione occidentale. Non voglio nemmeno lontanamente giustificare le atrocità, ma il tempo trascorso permette di farne una interpretazione storica, giacchè le valutazioni morali sono state fatte, anche se fa sempre bene ricordarle e lei fa bene a ribadirle. Io già sono logorroico…
Che in Francia ci sia una spinta laicista eccessiva, anche su questo sono d’accordo (non completamente, ma non lo nego, ma aspetti le prossime elezioni regionali…) e non le nascondo che temo che la struttura laica dell’Europa non sia abbastanza robusta e matura per contrapporsi all’insidia che l’islam rappresenta. La laicità richiede una diffusa cultura, la conoscenza della storia, della filosofia e delle scienze; dove tale conoscenza è carente vi sono fragilità, molto più diffuse in passato, e rese stabili anche dal ruolo delle religioni, che colmano le lacune etiche e morali.
Non lo dico con spirito critico, ma per evidenziare che in questo spazio è meglio ci sia una religione compatibile con i principi fondamentali della laicità, quali libertà, uguaglianza e fraternità, che sono d’accordo con lei -oggi- sono meglio rappresentati dalle Chiese Cristiane, come quella Anglicana e Cattolica, cui questo ruolo va riconosciuto.
Sul clero francese la rivoluzione fece cose inaudite. Inclusa la “costituzione civile del clero” che vuole una chiesa serva dello stato. Le decapitazioni del dissenso ecc. Inclusa la devastazione di una tradizione di assistenza che copriva i bisogni di decine di migliaia di sventurati. La devastazione della abazia di Cluny, la seconda chiesa della cristianità, dall’immensa bellezza, trasformata in cava. Gli storici calcolano che nella rivoluzione è stato distrutto il 70% del patrimonio artistico. Chi ricorda questa operazione? Is……..
Sui valori laici, trovare un fondamento solido…sugli illuministi credo che sia è dura.
Ma caro To_Ni, niente di più facile che trovare il fondamento solido dei valori laici!
Infatti, se noi bischeracci ci crediamo figli del Dio “trino”, loro, anche se non lo ammetterebbero mai, sono servi dell dio “Quattrino”, ovvero la forza universale “che move il sole e le altre stelle” intorno al loro ombelico.
🙂
Nel XVIII secolo tutti fecero cose inaudite con tutti. Senza voler giustificare nessuno, penso che nessuna “fazione” possa essere proiettata sulla sua versione odierna. Conosco anche gli eccessi del movimento laicista di quel periodo, la ghigliottina e i suoi orrori sono piuttosto noti. Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, il popolo era esasperato (ancora una volta: non è una giustificazione). Il patrimonio artistico non fu distrutto per iconoclastia, ma per avidità, non è la stessa cosa, perchè ristabilito l’ordine fu un ordine basato su (relativamente) buoni principi, di cui infatti oggi vediamo gli esiti. Il paragone con ISIS, To_Ni, mi pare molto ma molto fuori luogo, ma siccome mi pare stiamo cercando un confronto non colgo quella che potrebbe essere vista come una provocazione.
Sui valori laici, un fondamento solido si trova con facilità. Possiamo cominciare dall’eretico ma stimato Frate Guglielmo di Ockham, che tra i primi (meta del 1300) propose l’idea di un sistema laico e democratico anche in seno alle organizzazioni religiose. Osservò che l’uomo è fallibile e siccome Dio è padre di tutti, parla a tutti e la cosa migliore è far passare la sua voce attraverso tutti, eleggendo certamente dei capi tra chi sa meglio ascoltare, ma non per opinione sua, ma perchè sa convincere gli altri. E’ pure sensato 🙂 Poi a lei può non piacere, ma di fatto la democrazia governa con un equilibrio inedito il mondo (più o meno direttamente) da secoli. I rischi dell’elezione di vertici è la rigidità di un potere accentrato, refrattario all’ammissione di errori e difficile (se non difficilissimo) da correggere.
Certo, ci sono degli scossoni anche in democrazia, quando ne vengono compromesse le basi, ovvero la libertà, l’uguaglianza, la libera informazione.
Ma possiamo paragonare le nazioni in relazione alla loro laicità e i flussi migratori sono eloquenti. I regimi democratici sono più agili nel riconoscere e correggere i problemi e lo fanno nel modo più pacifico, con il dialogo, perchè è con esso che si forma l’opinione pubblica. Ad oggi non credo si possa sostenere che un sistema non democratico sia migliore di uno democratico.
Cara Susanna
sono d’accordo con quello che scrivi.
La domanda a titolo dell’articolo lascia per me pochi dubbi. Il profilo dell’attentatrice che si ricava dalle notizie di amici e familiari è sufficientemente chiaro. Una donna come altre, che non ha mai aperto il Corano in vita sua, una famiglia di separati, amava le feste, il rap e l’alcol. Poi, sei mesi addietro tutto è cambiato.
Un profilo simili a tanti ragazzi che arricchiscono le fila dell’ISIS non attratti dalle comodità europee, non mossi da motivazioni economiche, non privi di istruzione. Gente che sceglie a farsi saltare in aria.
La risposta che si predilige non prende in considerazione tutto il lavoro portato avanti per decenni per escluderà dall’esperienza presente nell’uomo il suo innato ed ineliminabile bisogno di Dio. Tutto per cercare di creare un fantoccio umano che non dimostra altra attitudine ad essere ricettivo ad ogni stimolo consumistico (cose e persone che siano). Il creare un modello di umanità alla quale bisogna necessariamente tendere costituito da un essere lobotomizzato al punto d avere solo determinati pensieri ed sola una visione delle cose : un mellifluo che va d’accordo con tutto e tutti perché tutto e tutti non hanno un eccessivo peso. Una vista senza scopo (altro che idea di pace e prosperità) che rende per forza di cose seducente anche farsi saltare in aria.
Invece di prendere atto del fallimento esistenziale che propongono, l’l’insoddisfazione e l’infelicità diffusa, la povertà dei rimendi “tampone” (la diffusione dei psicofarmaci e la psicologia cognitivo comportamentale) unita alle tante liberalizzazioni (droga e sesso) si dimentica che si è dichiarato da decenni che “Dio è morto” e subito si è assistito ai più grandi genocidi della storia. Quindi “Dio è morto” abbiamo una società fondata su questo, con i frutti evidenti, e paradossalmente il pericolo è il mettere “Dio al centro di ogni cosa”. Seguendo questa logica mettono tutte le religioni sullo stesso piano, perseguitano anche con maggior determinazione la fede ed i simboli religiosi di chi non produce terroristi e propongono inutili, insignificanti, valori laici a cui non crede nessuno e che provocano, al massimo, sbadigli, dato che l’unico scopo EVIDENTE della vita che sanno proporre è ingozzarsi di piaceri.
Dio è sempre al centro di ogni cosa, non lo si mette perché è ineliminabile per il semplice motivo che è scritto dentro ogni uomo. Se lo costringono a rinunciare (anche obbligandolo a tenerlo chiuso come una semplice cosa privata) diventa un ebete oppure reagisce ed in quel sudicio liquido amniotico che hanno realizzato, si generano mostri (terroristi, bulli) incluso nelle belle famiglie nella quali non manca nessuna comodità. Ma forse sono contenti perché temono ed odiano più Cristo che l’estremismo terrorista.
Come ho scritto To_Ni,, abbiamo la storia e la cultura come faro per capire l’essere umano, che io -in tutta evidenza- considero al centro della nostra vita. Lei sopra pone Dio, ma siccome di Dei ce ne sono tanti e ce ne sono stati di più nella storia, la sua decisione è discutibile e il concetto stesso di Dio come elemento pratico superiore all’uomo, viene smentito dalla storia, dalla cultura e più specificamente dell’antropologia.
L’umanità ha bisogno di un faro, questo è chiaro. In passato la mancanza di cultura e di capacità tecnica di resistere alle avversità della vita (malattia, calamità, carestie) rendeva il faro divino necessario, imprescindibile. Poche persone portavano questo faro ed erano potenti per questo.
Oggi le cose sono diverse. Oggi il faro è democratico, tutti possono accedere alla cultura e il faro lo costruiamo tutti assieme. Certo, come lei enfatizza ci sono difficoltà anche nelle società laiche, ci sono depressione, apatia, isolamento, iniquità.
Ma questi sentimenti non sono conseguenza della mancanza di un Dio nella vita delle persone, ma della mancanza di altre persone. Chi si dedica al prossimo è più felice. Chi instaura rapporti intensi è più felice. Chi ama il suo prossimo è più felice. Le persone al centro. C’è bisogno di un Dio per capirlo? Io credo di no. Lei crede di sì. Questa è la differenza tra di noi.
Lei crede di sì perchè non ha fiducia nel genere umano (peccatore) e questo mina la democrazia. Le religioni basano la loro efficacia sull’idea di essere necessarie. Io credo di no perchè ho fiducia nel genere umano. Credo che i mali del mondo derivino dalla mancanza di uguaglianza e in ultima analisi dallo stesso problema che ha causato la rivoluzione francese. La nuova nobiltà non è tale per nascita, ma per iper-ricchezza. Non parlo dei ricchi in generale, ma di quelli ricchi a miliardi, dove la ricchezza non ha più un peso economico, ma politico. L’atteggiamento per cui è accettato che una persona possa essere ricca a livello da creare un vero potere politico rovina l’esistenza degli uomini, che perdono di vista l’umanità e anelano a dominarla. Ieri era con le religioni, oggi è con il denaro. Meglio le religioni? Sì, sono d’accordo se parliamo di una religione che si è evoluta con la società e dunque ben venga il ruolo di una religione che ci ricorda il primato di certi valori.
Ma purtroppo le religioni non sono tutte uguali e ci sono anche le religioni della morte e della violenza, come l’islam, che è nato dalla necessità di dominare le popolazioni orientali dell’epoca di Maometto. Questa realtà dimostra in modo chiaro -se ce ne fosse ancora bisogno- che le religioni non sono LA risposta ma UNA delle risposte. Le religioni sono importanti, la scienza non è l’unico modo in cui progrediamo ed esiste un insieme di conoscenze e sensibilità molto prezioso che anche la religione, assieme ad altre filosofie, può aiutarci a comprendere. Ma quando una religione si dimostra inadatta, dobbiamo capire quale parte va presa come allegoria, interpretata. Possiamo e dobbiamo salvare la divinità, ma essa non si deve mette in opposizione con l’umanità o farà la fine di quelle che oggi sono sui libri di storia, assieme alle guerre che hanno contribuito ad alimentare.
Io non mi vedo motivato da nessun grande mercato degli “dei” dove ognuno si sceglie il proprio e si mette in ginocchio in un atteggiamento di subordinazione irrazionale ai “principi calati dall’alto” (secondo l’infelice espressione dell’infelice xyzwk) . Io non percepisco la mia fede come espressione di una penuria, ma delle mia sovrabbondanza. Io credo alla Rivelazione di Dio in Cristo Gesù uomo nella storia (Per particolari: “Il Credo”). Ed in questo incontro l’opportunità di ogni uomo di percepire la propria “vera” natura umana (essere immagine e somiglianza a Dio). Credo in Cristo come vero ed unico modello d’uomo, la sua imitazione costituisce la possibilità di essere autenticamente se stessi ed il peccato oltre ad essere un offesa a Dio è un oltraggio a se stessi. Questa è l’esperienza, che tra mille cadute e rimettersi in piedi, che ho della mia fede e della mia Chiesa, trasmessami dai miei genitori e dalle persone che ho incontrato. E questo è il vero “faro” ed il vero bisogno di ogni uomo.
Dici “Oggi il faro è democratico, tutti possono accedere alla cultura e il faro lo costruiamo tutti assieme”: Io credo nella democrazia. Non ho fiducia nel genere umano? Sbagliato. Non ho un ottimismo o un pessimismo alienato dalla realtà. Se Dio non avesse avuto fiducia nell’umanità, del resto, non avrebbe inviato il Figlio. Purtroppo devo prendere atto che c’è gente che ama il male e che chiama bene il male. Son convinto che non ha neppure la maggioranza, ma agisce con spazi e mezzi che fa sembrare che lo è. L’aborto è stata la primizia… democraticamente si è stabilito una misura su cosa è umano. E le misure cambiano e cambieranno assecondo delle circostanze e della forza numerica delle opinioni che la sosterranno.
Non vedo il tentativo di costruire democraticamente un futuro insieme. Non vedo neanche una democrazia autentica (spesso i parlamenti hanno la funzione notarile di far propria decisioni di altri). La persona “non è al centro” di bel niente, non lo vedo neanche vicino al centro, e non ci pensano di collocarlo neppure per il futuro (se si esclude Cristo non c’è amore nella persona umana… ne sono convinto). La democrazia non è un faro, ma un mezzo che non può prescindere dal come lo si usa. Cito ancora una volta Hannah Arendt che calza alla perfezione per quello che voglio dire: “I crimini contro i diritti umani, che sono diventati una specialità dei regimi totalitari, possono sempre venir giustificati con l’affermazione che diritto è quanto è bene o utile per il tutto, tenuto distinto dalle sue parti (la massima hitleriana “Diritto è quel che giova al popolo tedesco” è solo la forma volgarizzata di una concezione della legge che si trova diffusa ovunque…). PERCHÉ È PERFETTAMENTE CONCEPIBILE, E IN PRATICA POLITICAMENTE POSSIBILE, CHE UN BEL GIORNO UN’UMANITÀ ALTAMENTE ORGANIZZATA E MECCANICIZZATA DECIDA IN MODO DEMOCRATICO, CIOÈ PER MAGGIORANZA, CHE PER IL TUTTO È MEGLIO LIQUIDARE CERTE SUE PARTII.” Ci può essere una democrazia non solo crudele, ma che assolve se stessa. Su questa cosa non c’è potenza in terra che me lo leva dalla testa.
Il sistema ha deciso che i papiri che scrivo sono spam (e in effetti posso pure capirlo nella sua elettronica arbitrarietà), provo ad aspettare qualche ora.
Hai preso molto alla larga la discussione e con omissioni vistose. Sono state devastate chiese, le opere artistiche della cristianità, si è cambiato il calendario gregoriano, venne cancellata la domenica, si improvvisò ridicole processioni con una modella che impersonava la dea ragione, su ghigliottinò 10.000 membri del clero (non risparmiarono neppure le suore di clausura) e te ne vieni che non è stata una “furia iconoclasta”?
Mi dici che il popolo era esasperato? Fu una rivoluzione “parigina”, di cui la Francia ne subì le conseguenze, fatto in nome e nell’interesse della borghesia che fisso la sacralità della proprietà. I beni sottratti alla chiesa furono venduti per due soldi ai ricchi borghesi e le grandi masse di contadini furono privati dei diritti comunitari (la loro difesa economica per secoli) e diventarono proletari. Una politica economica da squilibrati gettò la Francia nella nera inflazione, affamando il Paese e poi trovare la soluzione nell’aggredire l’Europa che da mezzo secolo era in pace. Aggiungo la bestemmia rivoluzionaria di identificare l’uomo con il cittadino (suddito) e la società con lo stato. E mi dici che è fuori luogo paragone con l’ISIS (ma aggiungo con il comunismo ed il nazismo) non regge? (L’ISIS è meno raccapricciante nei massacri rispetto a quelli compiuti in nome della rivoluzione dove oltre alle copertine dei libri con pelle umana, con il grasso umano si ricavava lubrificante per le armi ed in Vandea uccidere le donne era raccomandato dato che erano loro che partorivano futuri ribelli)
Guglielmo di Ockham forse ignorava il Vangelo e l’elemento che la Chiesa nel scegliere la propria guida trova il supporto dello Spirito Santo. Il primo apostolo fu sostituito con un sorteggio, nei primi secoli i vescovi venivano eletti dal popolo, e non mancò nel medioevo un papa che fosse di famiglia contadina. Non mi preoccuperei della guida della Chiesa.
La Chiesa “contrariamente ad altre grandi religioni, il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato. Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto” – Benedetto XVI. Il rapporto Stato e Chiesa (e Chiese) per me resta quello di Gelasio che non è in – contrapposizione con la democrazia. (rimandiamo questi spunti in altra occasione)
In ogni caso, e ti raccomando di concentrarti di più su questo aspetto, non liquiderei la questione dei “valori” con un richiamo alla democrazia dato che questo è un concetto che ha subito una evoluzione dalle mille influenze (non solo laiche) nel corso di millenni e che è giunta a maturità da poco con il suffragio universale (non direi negli ultimi secoli dato che la prima nazione fu la Nuova Zelanda alla fine del 1800 , la Francia nel 1946 ed in Italia le donne votarono grazie a De Gasperi). Concetto che non risolve affatto il problema che ti ho accennato e che ti ripropongo …terra…terra (dato che la citazione di Hannah Arendt non ha destato la tua attenzione): Parlando del “fondamento dei valori, levando Dio Padre, perché mi sei fratello? Perché mi sei uguale? Perché devi essere libero? E se ho una maggioranza democratica che stabilisse che io e tu non siamo esseri umani perché presentiamo dei “difetti” (un qualsiasi difetto che la l’opinione maggioritaria ritiene) quali sono i fondamenti filosofici e laici che ci tutelano?
Ho collocato bella posizione sbagliata l’intervento. E’ comunque da un paio di giorni difficile pubblicare, non so se per colpa del mio pc o di un sopraccarico del sito.
Il più grave problema dell’ISIS è che non è compatibile con i valori umani. Paragonare la rivoluzione francese all’ISIS, anche in virtù dei 200 anni di differenza, non lo trovo corretto essenzialmente.
La rivoluzione non cancellò la religione, cercò in modo discutibile di metterla sotto un controllo eccessivo, in risposta ad un atteggiamento del clero eccessivo. Purtroppo due torti uno contro l’altro e non voglio con ciò giustificare nessuno storicamente, ma solo negare che l’ISIS possa condurre ad un sistema equivalente a quello francese.
Cosa possiamo imparare dalla rivoluzione? Che la violenza genera altra violenza, che i soprusi possono creare nella popolazione moti violentissimi e incontrollabili, che i valori di libertà, fratellanza e uguaglianza sono buoni, ma vanno ritenuti davvero tali e subordinati ai diritti universali sanciti anche grazie alle lezioni storiche e drammatiche come quelle della rivoluzione. Non credo sia questo il momento di discutere della rivoluzione francese per singoli eventi, sarebbe troppo lungo. Posso anche aggiungere che ritengo che in Francia ci sia una spinta laicista eccessiva e che riconosco che essa è radicata in eccessi storici che si sarebbero potuti evitare da cui è importante imparare. In questo senso sono d’accordo con lei che il riferimento alla storia inglese per esempio è utile.
La laicità infatti non significa violenza, prevaricazione, perchè si è potuta realizzare anche pacificamente o comunque senza gli eccessi storici francese ed oggi si concretizza nelle realtà sociali tra le più pacifiche.
In questo senso anche la posizione di Ockham è grezza (anch’essa per ragioni storiche) e io non credo che la democrazia sarebbe il metodo migliore per gestire una organizzazione religiosa. La religione si basa su prerogative differenti dalla società laica, che pone l’uomo al centro, ponendoci sopra la divinità. Libera Chiesa in libero Stato è un motto efficace, e anche se non condivido il protestantesimo (ritengo che sul lungo periodo deprima il valore della solidarietà e agevoli la concentrazione di potere, soprattutto economico, come si vede nelle realtà anglosassoni), penso che sia una buona massima.
Lei descrive con passione la sua Fede e la rispetto. Dal mio punto di vista lei abbraccia un sistema filosofico con una profonda storia, intrecciata indissolubilmente con quella della società in cui viviamo. La Fede le permette di avere un’adesione ai valori che purtroppo la laicità sta dimostrando di non riuscire a provocare e questo mi fa dubitare della reale possibilità di uno stato laico in cui le religioni spariscano; non ci ho mai creduto.
Per compensare l’efficacia della Fede occorre una grande cultura perchè chi non ha un dogma in cui credere deve costantemente lottare con il dubbio. Il dubbio è logorante e indebolisce e situazioni critiche possono far perdere di vista i valori, precipitando in un pernicioso relativismo. Quindi fino a prova contraria penso che la dimensione religiosa sia necessaria.
Pensò altresì che la religione debba certamente ribadire i valori fondamentali, ma di fronte a delle evidenze sociali e scientifiche anche porsi delle domande. Tra le evidenze sociali vi è anche l’esistenza di altre religioni, nella storia ma soprattutto nel mondo.
Personalmente sa qual’è il nodo che mi riguarda ed esso è relativo alla sessualità intesa nel suo senso più ampio e non fisico. Ne potremmo parlare a lungo, toccando punti quali il ruolo dell’amore romantico e dell’amore maturo, il significato di coppia interno ed esterno, il sacrificio, il rispetto per l’atto che genera vita, il significato dell’unione carnale, solo per indicare alcuni punti a motivazione della mia richiesta di non approfondire qui ed ora. Riguardo a questo punto vorrei solo collegarmi all’epilogo del suo messaggio:
“Parlando del “fondamento dei valori, levando Dio Padre, perché mi sei fratello? Perché mi sei uguale? Perché devi essere libero? E se ho una maggioranza democratica che stabilisse che io e tu non siamo esseri umani perché presentiamo dei “difetti” (un qualsiasi difetto che la l’opinione maggioritaria ritiene) quali sono i fondamenti filosofici e laici che ci tutelano?”
La mancanza di dogmi implica la capacità di affrontare in modo razionale (ma non razionalista) i problemi etici. “Cosa succede se nego la vita?” “Cosa succede se nego la libertà”? Si tratta di un esercizio filosofico, culturale, storico, antropologico e razionale che -senza prescindere dal ruolo della tradizione religiosa in tutti questo domini- permette di giungere ad una opinione, da condividere in seno alla comunità, vero cui si ha fiducia. La mancanza di fiducia nell’uomo costringe a scegliere una religione. Lei vi ha fiducia perchè ha Fede, io che non ho Fede vedo la religione come l’insieme di uomini e cultura che l’hanno generata e non ho verso essi fiducia più di quanta la storia e la cultura mi inducano ad averne. Mi limito ad osservare la coerenza delle idee, le loro conseguenze e faccio delle scelte.
Se tocchiamo temi come l’aborto e l’eutanasia, siamo d’accordo entrambi sulla necessità di cancellarli, ma abbiamo modi diversi per raggiungere questo obiettivo. Io credo che sul lungo periodo l’approccio che io auspico sia migliore, perchè si basa sulla fiducia nel genere umano anziché sulla fiducia nell’efficacia di una norma ad esso imposta da quella che oggi sarebbe una minoranza.
Ma non nego che un divieto sarebbe accettabile se motivato democraticamente. Il punto è come raggiungere tale condizione? Lei dice il ritorno a Dio, io dico il ritorno della centralità della vita umana e della cultura. Quali sono le conseguenze di queste due ipotesi? Di questo mi piacerebbe discutere.
Con questa prospettiva il rischio -in effetti terribile- di soppressione delle minoranza, di lotte fratricide viene scongiurato non tanto da un sistema dogmatico che presenta altri rischi -analogamente terribile- di degenerazione verso la soppressione della minoranza e lotte fratricide. Perché credo che entrambi i sistemi siano vulnerabili, tipicamente in penuria di risorse. Il sistema religioso è più robusto (i valori sono più radicati) ma è meno flessibile e se ci si sbaglia (se sa che in certi punti sono un po’ critico) è difficile rimediare. D’altra parte il sistema laico è più fragile, ma più flessibile. Se guardo la storia e la cultura preferisco vivere in un sistema laico piuttosto che in uno che professa la superiorità di una religione, perchè anche le religioni cambiano. Per laicità non intendo di certo la negazione del valore ella religione, della spiritualità, perchè penso sia nell’equilibrio tra le due che si esprime l’essenza umana.
Mi rincresce per il papiro. A quanto pare oltre al dono della Fede mi manca anche quello della sintensi.
*Qual è…
Non riesco ad affrontare tutti i punti. Alcuni mi vedono d’accordo, per altri la diversità di vedute non merita ulteriori approfondimenti trattandosi di punti di vista.
Non mi trovi d’accordo sulla Rivoluzione Francese, sia perché preferisco altre esperienze rivoluzionarie (nate proprio con ‘intento di essere all’antitesi di quella francese) sia per la finalità anticattolica desumibile non solo dalle esplicite invettive di alcuni filosofi, ma soprattutto dalla concezione di natura, uomo e ragione su cui si regge l’impianto che porta necessariamente alla negazione della religione e ad una riduzione della stessa a strumento di Stato.
Apprezzo il rispetto che hai manifestato per la mia fede, ma trovo doveroso puntualizzare che per me l’intero cristianesimo come cultura e filosofia non varrebbe nulla se non fosse fondato sull’irrompere nella storia di Cristo morto e risorto. E ritengo, parafrasando Kierkegaard, che nessun umano poteva creare quell’ideale.
Sposto la discussione su un punto che ritengo particolarmente interessante. Mi hai rimproverato una mancanza di fiducia nell’essere umano. Ti ribadisco che non è così dato che la mia fede nel l’umanità si spinge all’estremo limite che nessuno deve essere obbligato ad essere buono secondo parametri prestabiliti (siano essi cattolici, laici, buddisti ecc). Trovo invece sfiducia non tuo ottimismo basato sulla possibilità di una corretta opinione condivisa perché credo che sia miope rispetto alla realtà umana. Questo per vari motivi e mi limiterò a richiamarne due:
il primo è che l’uomo costituisce un mistero e quello che percepiamo di lui è solo la punta di un iceberg. Spesso nel condurre certi argomenti la letteratura coglie meglio di certa scienza, anzi li anticipa, certe sfumature dell’animo umano. Ricordo un personaggio femminile (se non sbaglio Nastasja) dell’Idiota di Dostoevskij posta di fronte alla possibilità di scegliere tra il bene ed il male per la propria vita, con una prospettiva lucida di quali potessero essere le conseguenze di tale scelte, ha fatto la scelta che l’ha condotta alla propria distruzione e scaraventando, tra l’atro, il principe “idiota” che l’amava nella follia (queste quello che ho colto io dalla lettura: non letterato e non basandomi mai su nessuna critica letteraria che può avere una percezione diversa dalla stessa lettura) . Perché l’uomo è’ fatto così. Può convincerlo con ragionamenti filosofici, culturali, e dopo un paio d’ore maturare la convinzione che può esserci stato un inganno nei suoi confronti.
Un secondo motivo è il dubbio stesso che nutro sulla reale possibilità che filosofi coniano preposizioni che sono, alla luce della ragione illuminista universalmente valide. I tentativi di Kant mi hanno fatto ridere. Tutto è’ riconducibile ad una preferenza emotiva e sulla forza di persuasione di questa. Cosa questa che ha capito benissimo Nietzsche. Ragionando su De Sade (uomo vissuto in epoca rivoluzionaria) sfiderei chiunque a dimostrare che il suo pensiero non è coerente, che la sua ribellione non possa trovare una sua legittimità (sempre nell’ambito di quelle premesse).
Io accetto le regole di questo gioco della vita: l’uomo è questo. I miei dogmi sono pochi e sono i c.d. principi non negoziabili e non sono incompatibili con la democrazia. Applicati a tutti gli uomini, sia belli che brutti, che mi piacciono o meno, peccatori o santi. Tutti hanno diritto di esistere. I limiti posti sono a garanzia dell’esistenza di tutti e consente e garantisce che ogni maggioranza può diventare minoranza e che nessun potere sovverta questo principio. Questa è l’unica forza legittima. Nessun potere che impone i suoi capricci per sempre magari sovvertendo maldestramente (magari con una forza di una scienza spauracchio che ti chiede di ubbidire ad essa) le coscienze per essere confezionati in un solo modo.
non mi pare che è questione di papiri, io ho fatto una paginetta ed la cosa è uguale.
Ho letto la sua risposta. Qui l’opportunità di confronto sfuma, ma in fondo non mi dispiace riprendere da altre prospettive. Nel frattempo medito su questa sua. Mediterò sull’anticlericalismo francese, sia storico che attuale, sul fondamentale ruolo della figura di Cristo, anche con il riferimento a Kierkegaard, sull’inconoscibilità dell’uomo e sulla sua imprevedibilità, sulla fondatezza kantiana e la coerenza di de Sade. Infine sul rapporto tra dogma e democrazia, ovvero sul concetto di negoziabilità e relativismo. Ne avrò per un poco 🙂 Grazie per il suo tempo e per l’opportunità.
‘Quando si dirà ” pace e sicurezza”, allora d’improvviso li colpirà la rovina.’ (Tessalonicesi)
(La loro pace e sicurezza).
Salve Susanna, mi potrebbe spiegare questo riferimento? Grazie.
Penso sia questo,e cioè che un’umanita come la vorresti tu, indipendente da Colui che la pensò -e creò, è destinata a fallire; magari proprio quando si esulterà (spero mai) per essere riusciti a legiferare senza tenere conto della moralità dell’uomo -escludendone la sfera spirituale, dell’anima, eliminando religioni,, facendo leggi addirittura contro Dio (ce ne sono già tante).
Faranno di tutto per creare un mondo laico che più laico no nsi può, si sentiranno “arrivati”,diranno “pace e sicurezza”, ma Dio busserà alla porta, interverrà. Spiritodi vendetta? Nient’affatto!, solo per Amore, chè un Padre ama i propri figli…e glielo farà capire, certo, il loro gravissimo errore. Se c’è qualche teologo può dirtela meglio…
A me sembra una citazione ricca di verità.
Prendi la parola “pace” , può essere intesa come semplice assenza di guerra, ma diventa compatibile con lo stato di paura e, cosa peggio, la pigrizia di chi pensa l’esistenza come attaccamento ossessivo ad una mammella di desideri e/o piaceri (ed aggiungo aborto, eutanasia, droga ecc).
Poi esiste un idea di “pace” (shalom) dove vivono in armonia tra uomini e natura, assenza di paura supremo grado di sviluppo dell’uomo costituito della sua ragione, creatività e capacità di amare. Il tipo di pace che Cristo intende “Vi do la mia pace” (vedasi tutto il Nuovo Testamento per approfondimenti)
Sotto gli occhi di tutti abbiamo il tipo di pace che va per la maggiore, ed abbiamo il barbaro coraggio di dire che “amiamo la vita” .
Ma questa è la “pace” del mondo fonte di “rovina”.
dove uomini*
Urca!, bello!
Direi che lo stesso si potrebbe dire della GIOIA :”…”e la vostra gioia sia piena” (Gv 15).
Siamo ubriachi di gioia che dà il mondo, ma non è quella VERA.
Dico bene, To_Ni?
To_Ni,
grazie delle tue perle di saggezza. Me lo copioincollo, come ho fatto ancora, pensando ad un probabile aiuto che potrebbe essere per mia figlia alliceo, in un bel tema di italiano. Ti sfrutto un po’, abbi pazienza…
Cara Susanna
Non fargli sfruttare il mio scrivere in italiano…per favore, per il bene di tua figlia, …. quello no. 🙂
Dovresti vivere qui, mi faresti comodo, ho ancora tre studenti a pieno regime!
Ma non faccio copiare, prometto, solo uno spunto….
Caro To_Ni, I laiconzi promuovono il “mondo migliore” (ah, ah, ah!) dove tutti gli uomini sono fratelli, ma il babbo di tutti questi fratelli, chi è?
Babbo Natale, che discorsi!
Ok, To-Ni, delle volte non ti rispondo, so’ un po’ ‘mbranata ; sei molto gentile, come sempre.
…fatto di esseri umani ed animali…Ho dimenticato gli animali!, ma dopo quel che ho visto ieri sera (un cane apasseggio nel passeggino) non mi dispiace più di tanto……
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@ MicheleL/MichelaL
Sai che ti voglio bene, però leggerti è un po’ pesantuccio per la sottoscritta…
E non ne ho tempo e nemmeno voglia di cercare di farti capire cose che tu non VUOI capire, quindi ,per me, è solo tempo speso male (e questo mi dispiace…).
Se mai un giorno dimostrerai di liberarti dalla zavorra mentale in cui sei piombata e mi aprirai il cuore (anche agli altri tutti), dialogheremo; se no, nisba.
E ciao.
Come preferisce. Un altro problema dei cattolici oggi è che non fanno più proselitismo. Non lo fanno nemmeno con uno che fa lo sforzo di cercare un dialogo in “casa loro” (questo sito). Stia tranquilla e comoda dunque, i problemi si risolvono sempre. Magari se non ci diamo da fare il costo della soluzione è drammaticamente più elevato, ma comprendo il suo desiderio di stare in tranquilla e (per ora) in pace.
Il “proselitismo” dei cattolici e dei cristiani tutti consiste nel far incontrare una Persona alla gente, e certo non nel rintronarla di chiacchiere su “autorevoli studi”.
“rintronarla”…vero!, dopo che leggi certo sole senti il bisogno di una tisana, o diuna boccata di aria fresca, non so a voi!
Io Susanna scrivo in modo rispettoso, salvo quando mi si manca gravemente di rispetto, ed allora rispondo per le rime.
Non scrivo sòle, o se di sòla si tratta, abbia almeno la correttezza di dire perchè.
Se la mia è una visione filosofica diversa dalla sua, perchè lei ha un principio religioso e io ne ho uno laico, la prego di rispettare la mia posizione, fondata sul storia, cultura e scienze, come io rispetto la sua, fondata sul bisogno e sulla teologia del divino, che non definisco “sòla”, ma che -come ho detto a più riprese- rispetto.
Se le fa piacere leggermi legga, ma può anche fare a meno; mi bolli come un troll, come fanno altri e mi ignori, lo considero più educato dell’accusarmi di raggirare o dire falsità.
Devi ammettere la mia sincerità…mi stanco parecchio, ecco tutto. dovrei mentirti? Giammai!
Mi scusi Susanna, ma una sòla è un inganno un raggiro; se è così ribadisco quanto sopra detto. Altrimenti registro che non intendeva altro che riferirsi alla pesantezza del testo e allora non ho alcun commento da fare. Pesante è pesante in effetti.
Pesantezza, pesantezza…..
Più che una tisana io direi un caffè doppio, anzi un bel “ponce” alla livornese (chi non l’ha provato lo provi quanto prima!).
E’ proprio quel che ci vuole per digerire le panzane di chi mente e calunnia a tutto spiano, ma si vanta di farlo correttamente e rispettosamente.
Giusto con l’ubriachezza si può giustificare il modo ipocrita con cui lei mente, calunnia e accusa il prossimo delle sue bassezze. Come l’invenzione che io mi faccia un vanto, calunnia sfacciata, frutto della sua livorosa fantasia.
Il ponce è una delle poche cose sopportabili a cui sono buoni i livornesi, insieme al cacciucco.
Lo dice un pisano doc di S. Antonio – “Pisa a pugnare invitta, a vincer nata”
Allora pisano di mezzogiorno pensaci te a spiegare che non è per nulla facile ubriacarsi col ponce alla livornese, di cui evidentemente non sa nulla chi è avvezzo a tracannare solo il liquame al metanolo che servono ai bar dei circoli gay.
Non so che circoli gay frequenti lei. Forse quelli clandestini, inconfessabilissimi. Non sarebbe che l’ennesimo di una lunga lista di omofobi con il “vizietto” 😉
L’unica differenza di cui sono al corrente io, è che oltre alle solite marche non ci trova vodka russa, bandita da quando Putin ha voluto anche lui approfittare del capro espiatorio gay per aizzare e controllare frange violente in una nazione oggettivamente non stabilissima.
Il poveretto non immagina certo che io non frequento neanche i bar normali, figuriamoci quelli dei circoli gay e che la verosimile ipotesi su quello che tracanna l’ho formulata dai sintomi devastanti che manifesta.
E che dire dell’insussistente baggianata del “capro espiatorio gay”, se non che il meschino non poteva trovare modo migliore per offrire la misura della sua tipica paranoia.
Qui si parlava di cose veramente importanti, come il ponce e il cacciucco, altro che Putin!
Avevo corretto ma non vedo niente, riscrivo.
” fatto di esseri umani ed animali”..Ho sbagliato, la stanchezza; ho omesso nel io precedente il regno delle piante. Uffa!