«Così abbiamo sterminato i Cristiani armeni»

«Qui, mi propongo di dimostrare che le fonti turche in nostro possesso ci forniscono informazioni sufficienti a provare che ciò che colpì gli armeni nel 1915 fu un genocidio e a ricostruire come fu organizzato». Ci voleva il coraggio di un editore di qualità per leggere finalmente anche in Italia l’opera del primo storico turco che ammette e discute apertamente il genocidio dei cristiani armeni.
è un volume da non perdere quello in uscita in questi giorni per i tipi di Guerini e Associati (Taner Akçam Nazionalismo turco e genocidio armeno. Dall’Impero ottomano alla Repubblica). E che insieme alla testimonianza di un viceprefetto turco all’epoca in cui si svolsero i fatti (Fayez-El-Ghossein, Il beduino misericordioso. Testimonianza di un arabo musulmano sullo sterminio degli armeni), pubblicata per la prima volta in arabo nel 1916 e tradotta da Guerini nel 2005, dovrebbe entrare nella lista dei libri di storia ad uso dei licei e delle università italiane.
Di particolare rilevanza è il saggio di Akçam, storico di formazione accademica tedesca e docente negli Usa, Università del Minnesota.
Il suo studio, frutto di ricerche più che decennali, ricostruisce con precisione certosina e documentaria (spaziando dalle fonti turche a quelle arabe, da quelle dei grandi orientalisti occidentali ai repertori della storiografia islamica) le ragioni politiche, sociologiche, religiose e psicologiche che hanno prodotto il genocidio. E spiegano la “schizofrenia” che, secondo l’autore, ancora oggi affligge la società turca.

IL PRIMO GENOCIDIO DEL XX SECOLO
Schiacciata tra “i tabù” imposti da una democrazia autoritaria (governata di fatto da oltre un secolo da un’élite burocratico-militare) e la “paranoia antioccidentale”, prodotta nella società da un’educazione ideologica totalitaria.
Con il risultato che, contro ogni evidenza, la Turchia continua imperterrita a negare ogni addebito e ad accusare l’Europa di “razzismo”. Quando invece, rammenta senza mezzi termini lo storico turco, la verità storica è che «la repubblica turca nacque dall’annientamento delle popolazioni cristiane in Anatolia e dalla formazione di uno stato musulmano omogeneo».
La rinuncia ad ogni negazionismo da parte di Ankara è indispensabile per l’entrata della Turchia in Europa. Non solo. Scrive Akçam: «Tale questione dimostra molto chiaramente che oggi ogni sforzo di democratizzazione nella zona deve cominciare da un dialogo sulla storia». Mentre «il problema di base era, ed è ancora oggi, la permanenza della classe dirigente dell’Impero ottomano nella repubblica turca». Insomma, da fonte insospettabile viene documentata conferma che il secolo dell’Olocausto e dei Gulag fu inaugurato nel 1915 dallo sterminio di un milione di cristiani armeni. Sterminio che andò di pari passo con la pulizia etnica dei cristiani greci. Così che, come si legge nel libro dello storico turco, «il numero di persone eliminate dalla Tracia e dall’Anatolia supera il milione e mezzo».

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