
Cina, ordinato vescovo legittimo. C’era anche lo scomunicato Lei Shiyin
L’evento potrebbe essere «un incoraggiamento per la comunità cattolica», aveva detto il direttore della Sala stampa vaticana p. Federico Lombardi. Oggi è stato ordinato vescovo coadiutore in Cina il rev.do Luo Xuegang nella diocesi di Yibin, nel Sichuan, «un candidato approvato dalla Santa Sede». P. Luo, 47 anni, sacerdote da 20, è stato ordinato dal vescovo ordinario della diocesi, mons. Giovanni Chen Shizhong, ormai 95enne.
Le ordinazioni episcopali sono sempre state il termometro per misurare lo stato dei rapporti tra il Vaticano e il regime comunista cinese e molti sperano che questa ordinazione legittima possa rappresentare un segnale di distensione. Nei giorni scorsi Hong Lei, portavoce del ministro degli Esteri, ha dichiarato: «Siamo sempre stati sinceri nel tentativo di migliorare i nostri rapporti con la Santa Sede». Gli eventi più recenti dimostrano esattamente il contrario.
Il 30 giugno e il 14 luglio scorsi, a Leshan e a Shantou, Pechino ha deciso di ordinare in modo illecito due vescovi, obbligando molti sacerdoti fedeli al Papa a partecipare alla funzione. La Santa Sede ha reagito emettendo duri comunicati e scomuniche latae sententiae. Proprio uno degli ultimi due vescovi nominati in modo illecito e scomunicati, mons. Paolo Lei Shiyin, ha però partecipato all’ordinazione di oggi insieme a 61 preti, 35 suore e circa 800 fedeli, su una diocesi che ne conta 30 mila. Come scrive AsiaNews, con la partecipazione di Lei Shiyin, presidente dell’Associazione patriottica e del Comitato per gli affari della Chiesa nella provincia del Sichuan il governo vorrà “imprimere il carattere «patriottico» e «indipendente» alla cerimonia”. Dentro la chiesa non sono state ammesse fotocamere né telecamere, per entrare le persone si sono dovute presentare tre ore prima per passare attraverso il metal detector. Alla consacrazione hanno partecipato anche i vescovi “legittimi” mons. Paolo He Zeqing di Wanzhou, mons. Giuseppe Li Jing di Ningxia, mons. Giovanni Battista Yang Xiaoting di Yulin e mons. Paolo Xiao Zejiang di Guiyang.
Purtroppo si sono rivelate senza effetto le parole pronunciate prima della cerimonia da p. Lombardi: «Mi auguro ovviamente che se l’ordinazione avrà luogo si rispettino le norme della Chiesa cattolica, cioè che i fedeli siano informati circa l’approvazione del candidato da parte della Santa Sede, e che alla celebrazione liturgica non partecipi nessun Vescovo illegittimo».
Il governo in Cina continua a controllare le messe e i raduni dei cattolici, limita la libera diffusione del credo, impedisce o sovrintende gli incontri tra cattolici locali e stranieri e cerca di sostituire l’autorità del Papa con quella del governo e dell’Associazione patriottica. Il regime comunista controlla tutto, ha paura che la libertà religiosa introduca il rispetto della persona e dei diritti umani, vede il Vaticano come una potenza stranierae non può accettare che un cittadino cinese obbedisca a qualcun altro, ad esempio il Papa, oltre al Partito. Per questo due vescovi cattolici, mons. Giacomo Su Zhimin, 80 anni, e mons. Cosma Shi Enxiang, 88 anni, sono ancora imprigionati in un luogo sconosciuto per non aver mai rinnegato il loro legame con il Papa.
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