
Cerrelli: «Grazie per il sostegno, ma ora è tempo di non avere più paura di testimoniare le nostre idee»
Dopo quel che gli è accaduto durante un convegno, dal quale è stato censurato per aver osato dire che esiste una differenza tra unioni etero e unioni omosessuali, l’avvocato Giancarlo Cerrelli, Vicepresidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, vuole, tramite tempi.it, raccontare cosa gli è accaduto in seguito e ringraziare per il sostegno ottenuto dopo l’intervista. Ecco cosa ci ha scritto.
Sono rimasto veramente sorpreso dalla risonanza e dalle reazioni che ha suscitato l’intervista che ho rilasciato a tempi.it, sui noti fatti di Cirò Marina.
Ho ricevuto veramente numerosissimi attestati di stima, d’incoraggiamento e di solidarietà da parte di tante persone, anche non credenti.
Colgo, a tal proposito l’occasione per ringraziare di cuore, tutti coloro che hanno manifestato la loro simpatia.
Ogni evento, però, deve indurci a riflettere e ciò che mi è accaduto mi ha fatto comprendere che esiste una realtà, anche numerosa, che non condivide il percorso di “regresso antropologico” in cui si è incamminata la nostra società.
Questa realtà deve diventare una compagnia, pronta a dare ragione della propria fede, con la testimonianza della vita e il coraggio delle idee. È arrivato il tempo di non avere più paura! Dobbiamo uscire dalle sacrestie e annunciare la bellezza dell’uomo e del creato! Siamo in mezzo ad una battaglia, ad una battaglia culturale. I veri poveri oggi sono i poveri spirituali, quelli che sono confusi culturalmente; quelli che non riescono più a scorgere il bello, il bene e il vero.
Il nostro compito, dunque, sarà quello di prenderci cura delle “periferie esistenziali” che stanno accanto a noi, forse troppo vicine a noi e che, troppo spesso, non abbiamo il coraggio di curare.
La “dittatura del relativismo” ci ha reso “stranieri morali”; ci accorgiamo che sembrano mancare le basi per rapporti veri, profondi, unitivi. Solo il desiderio e le emozioni sembrano guidare le scelte esistenziali. Prevale l’idea che ognuno sia misura di se stesso.
Si è giunti a negare l’esistenza della natura umana per giungere a negare, in definitiva, l’esistenza di Dio.
Occorre, però, avere la consapevolezza che potenti correnti culturali e politiche lavorano alacremente, per abbattere nel nostro ordinamento giuridico quei residui presìdi di legislazione che ancora rispettano la “grammatica umana e sociale”.
Che cosa fare, allora, in questa situazione, che apparentemente sembra essere senza via d’uscita?
Comprendere, innanzitutto, di essere in mezzo ad una battaglia culturale e che è necessario prendere posizione da una parte, o dall’altra, non si può rimanere nel guado.
Aiutare, poi, il nostro “prossimo confuso culturalmente” a ritornare al reale, preferendo in questo percorso “la via della bellezza”, affinché giunga a scoprire finalmente, anche, il bene e il vero.
Non disdegnare l’opera di apostolato individuale, perché le idee camminano sulle gambe degli uomini.
Infine, affidiamo a Gesù e a Maria la nostra Nazione e preghiamo affinché molti, sentano la vocazione di diventare operai per la diffusione, in ogni ambito, del bene umano oggettivo.
Giancarlo Cerrelli
Vicepresidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani
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6 commenti
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@Gmtubini
Se l’orientamento sessuale non è una scelta, allora la discriminazione nei confronti degli omosessuali diventa addirittura una violenza contro innocenti.
Ma, a parte questo, bisogna vedere se l’obiettiva problematicità della transessualità dipenda dai disagi che questa arreca alla persona in quanto tale (e, allora, sono d’accordo nell’interessarsi) o in pretese della società sull’individuo (e, allora, è la società a dover adattarsi).
@ Gmtubini
A mio avviso, infatti, le unioni omosessuali non andrebbero valorizzate e nemmeno quelle eterosessuali, ma lasciate alla libertà individuale. In questo senso, dunque, abolirei il matrimonio civile, imponendo, tuttavia, obblighi molto forti ai genitori nei confronti dei figli.
Ritengo, invece, che sia opportuno far conoscere ai ragazzi le peculiarità dei vari orientamenti sessuali, affinché possano scegliere il proprio con la massima libertà, in base alle proprie convinzioni e caratteristiche.
Io non sono uno psichiatra, ma non credo proprio che un orientamento sessuale lo si possa scegliere.
L’importante, secondo me, sarebbe rispettare tutti per quello che sono o che vogliono essere, ma rispettare anche la verità oggettiva: un maschio che si sente femmina e viceversa oggettivamente è un problema, ideologicamente non lo è.
è vero esiste una differenza fra unioni eterosessuali ed unioni omosessuali, perlomeno quando sono dotate di una certa stabilità e non finalizzate al puro edonismo.
Il problema è verificare se la differente disciplina normativa debba essere finalizzata a favorire l’una ed a penalizzare l’altra ovvero (come riterrei io) a valorizzarle entrambe nelle rispettive peculiarità.
Quello che non capisco io, se permetti, è per quale motivo lo Stato, inteso come collettività, si deve preoccupare di valorizzare le unioni omosessuali pur nella loro peculiarità.
Per lo stesso motivo per il quale valorizza le unioni eterosessuali (e non per la semplice riproduzione). Ciò che non si capisce è prchè uno Stato civile ed evoluto debba valorizzare un’ideologia religiosa concedendo, come purtroppo succede, assurdi priilegi