Caro Matteo ’75, ti ordino di non essere un marito-modello

Di Guia Soncini
19 Febbraio 2017
Togliti di torno. Vai a giocare a bocce, a golf, a ramino, qualunque cosa pur di non stare tra le scatole a quella povera donna. La buca del cuore

guia-SonciniArticolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Cara Guia, mi hanno detto di scriverti, anche se me la cavo benissimo da solo. Comunque. Pare – io non ci credo, ma quei gufi dei miei cognati insistono – che mia moglie sia infelice. Dicono che s’è lamentata. Mah. Devo crederci? Non so, credere ai cognati mi pare un po’ come credere ai giornali. Comunque. Dice che il problema sarebbe che non è abituata ad avermi tutto il giorno in giro per casa. In effetti fino a poco tempo fa lavoravo a Roma, e ci vedevamo sì e no nel weekend, ma io lo so che le mancavo. Quando andavo in viaggio per lavoro cercavo di portarmela sempre, perché è chiaro che una moglie ci tenga, no? E secondo me voleva pure venire a Roma durante la settimana, ma sai com’è: il suo lavoro vicino casa, i figlioli che vanno a scuola, non potevamo mica fare i piccioncini. Insomma, a me pare lampante che sia felice come una pasqua di avermi di nuovo a casa tutti i giorni. Andiamo persino a fare la spesa insieme: le mogli non si lagnano sempre che i mariti non le accompagnino?

Io ho anche imparato a mettere le cose nei sacchetti senza farmi sgridare (tu lo sapevi che se metti l’insalata sotto e l’ammorbidente sopra è tipo se prendi in braccio un neonato senza reggergli la testa?).

Insomma, non fo per vantarmi ma sono un marito-modello. Molto presente. Sto recuperando quei tre anni che son stato lontano, a sacrificarmi per il futuro della famiglia, a mangiare pizza fredda da solo dopo lunghe giornate di lavoro. Anzi, ora la sgrido anche se torna tardi: lavora part-time, com’è che non arriva mai a casa prima dell’ora di cena?

Vuoi vedere che i cognati cercano di dirmi che ha un amante? Ma non è possibile, con un bocconcino come me a casa.
Matteo ’75

Caro Matteo, lascia che cominci da una sera d’una ventina d’anni fa. Un tizio con cui lavoravo parlava sempre di quant’era infelice il suo matrimonio, lasciando capire che presto sarebbe finito (stanno ancora insieme, ovviamente: le coppie che durano dicono sempre d’essere infelicissime, credo sia una forma di scaramanzia). Allora ero quasi giovane, e credevo che le vite degli altri fossero come sembravano. Una sera mi ritrovai a cena con la signora. Il marito non c’era. Lei mi spiegò con grande serenità che, se la sera finiva presto in ufficio, restava comunque lì a portarsi avanti col lavoro del giorno dopo, o coinvolgeva in un aperitivo qualche amica, pur di non tornare a casa presto e vedere marito e figli più del tempo necessario. Le amiche che riusciva a convincere a far tardi erano tutte zitelle: quelle sposate volevano correre dai mariti per paura che a non vedersi abbastanza ci si lasciasse.

Sono una pessima costruttrice di suspense, e quindi avrai già capito la morale: i matrimoni delle altre, quelle meno sagge di lei, quelle che avevano paura di lasciar soli i mariti, sono nel frattempo tutti finiti. La donna più saggia che abbia mai incontrato sta col marito da trent’anni perché si mancano da trent’anni: pur convivendo, riescono a vedersi meno di quanto accada abitualmente in una storia a distanza (i figli, che hanno avuto una madre che non ha mai fatto i compiti con loro, sono gli unici universitari non totalmente analfabeti ch’io conosca).

Insomma, non ho capito come mai tu abbia improvvisamente tanto tempo libero (sei un prepensionato? ti sei preso uno di quei congedi parentali che producono piccoli Pietro Maso? sei agli arresti domiciliari?), ma ho un ordine da darti: togliti di torno. Vai a giocare a bocce, a golf, a ramino, qualunque cosa pur di non stare tra le scatole a quella povera donna che si è abituata ad avere i suoi spazi e ora vede realizzato l’incubo d’ogni donna: un marito sciabattante per casa.

Renditi conto: la costringi a stare fuori casa fino a sera. Quella vorrebbe tornare, togliersi i tacchi, sfilarsi il reggiseno (ma tu hai idea di quanto siano scomodi i reggiseni?), farsi un bloody mary davanti a un quiz alla tele; e invece sa che a casa troverà te, che vuoi fare conversazione. Esci. Svagati. Tocca le femmine. Sii un marito, non un incubo.

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