In bocca all'esperto

Al festival di Savigno per scoprire e mangiare il tartufo bianco pregiato

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Dici “tartufo” e pensi ad Alba. Ed è giusto. La piccola capitale delle Langhe ha ipotecato la fama del tartufo bianco pregiato, legandola a sé. È lì che questi funghi, un tempo considerati non più che strane patate puzzolenti, hanno cominciato a essere apprezzati, e dunque valorizzati. Però Alba non è il solo posto che lega la sua immagine al tartufo, anche senza considerare che ad Alba si vende anche eccellente tartufo proveniente da altre zone.

Sui Colli Bolognesi, c’è un paesino, Savigno, oggi inglobato nel nuovo comune di Valsamoggia assieme ad altri quattro piccoli agglomerati vicini. Ebbene: in tutta la zona si sa che se si vogliono cercare e mangiare ottimi tartufi, occorre andare a Savigno. Ed è per questo che la lunga tradizione trifolaia della zona è celebrata, da decenni, in una sagra che si svolge dai primi di novembre.

Dal 2015, la svolta: la cara Tartufesta (così si chiamava) si è mutata in Festival Internazionale del Tartufo Bianco Pregiato. Le autorità politiche, la locale Pro Loco e molti imprenditori della zona che hanno dato il loro supporto, si sono resi conto che alla piccola sagra si vedevano molti ghiottoni stranieri: perché dunque non provare a dare un respiro più ampio a un evento che coinvolge un prodotto, il tartufo, simbolo della gola a livello mondiale, ma anche di quei prodotti di lusso il cui consumo non conosce crisi?

Ecco dunque che il Festival Internazionale, iniziato lo scorso sabato 31 ottobre e inaugurato domenica 1 novembre dal sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno, e dal presidente regionale emiliano Stefano Bonaccini, si appresta ad allietare i visitatori del borgo di Savigno anche nei successivi fine settimana del 7-8 e 14-15 novembre.

Sotto il tendone allestito nella piazza grande, c’è anzitutto il ristorante, presidiato dai giovani della scuola alberghiera di Serramazzoni (Modena), e capitanato da chef di grande importanza. Il sabato sera, sono previste cene a tema: il 7 novembre il ricavato sarà devoluto Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica FFC, mentre il 14 novembre sarà protagonista l’associazione ViviValsamoggia. Le domeniche, come già accaduto il giorno di Ognissanti, le cucine saranno invece presidiate da Igles Corelli, chef pluristellato e premiatissimo, che proporrà un menù che spazierà dai passatelli al tartufo alle polpette di razza Mora romagnola.

Tutt’intorno al grande spazio, Savigno brulicherà di bancarelle dei propri commercianti di cose buone: macellai, panificatori e fungaioli proporranno salsicce al tartufo, ciccioli, prosciutti, formaggi, crescenti (sorta di focacce bolognesi) coi tartufi, tigelle e molto altro. Inutile dire che troverete in vendita anche gli stessi tartufi bianchi. Parimenti, troverete gli stand dello street food, anch’essi dediti alle tigelle, ma anche ai tipicissimi borlenghi emiliani, tutti da gustare.

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In piazzetta Marconi, a orari prestabiliti, è pure possibile partire alla volta di una tartufaia per seguire la ricerca di tartufi da parte di trifolai (ma qui si chiamano tartufini) di specchiata esperienza, naturalmente accompagnati dagli inseparabili e indispensabili cani. Nella stessa piazzetta, sono inoltre presenti una piccola mostra di micologia, e la scrivania di Zap & Ida, due popolari vignettisti che, armati del fido pennarello, improvviseranno calembour grafici e umoristici ispirati ai visitatori che glieli chiederanno. Una bella gita è dunque tempo bene investito. Ogni informazione utile è reperibile con chiarezza sul sito web del festival. Buon tartufo a tutti.

@farinatommaso

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