Basta poco per capire che cosa sta davvero succedendo ad Aleppo

Di Redazione
06 Maggio 2016
L'avventura un po' folle di Pierre Le Corf, francese di 27 anni, da un mese ad Aleppo ovest: «I ribelli ci uccidono, non il governo. Io non prendo una parte politica e parlo solo di quello che vedo»

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Non c’è bisogno di essere un sostenitore del regime di Bashar al-Assad o un cristiano o un giornalista esperto per capire quello che sta succedendo davvero ad Aleppo. Basta viverci. Pierre Le Corf, francese di 27 anni, ne è la prova.

SUPEREROI. Ad aver portato Le Corf a vivere ad Aleppo ovest da un mese è un progetto un po’ pazzo. L’organizzazione “Noi siamo supereroi”, lanciata nel 2015 dall’uomo originario della Bretagna, ha un obiettivo semplice: andare in tutto il mondo e raccontare le storie normali delle persone, spesso le più sfavorite, perché «tutti hanno una storia e da tutti si può imparare». Così, finanziandosi con una raccolta fondi su internet, in 13 mesi Le Corf ha già girato i cinque continenti, passando dai posti più brutti e pericolosi del pianeta a quelli più paradisiaci, raccogliendo oltre 400 storie. Da due mesi si trova in Siria, da uno ad Aleppo.

ALEPPO OVEST. E precisamente nella parte di Aleppo in mano al governo e costantemente bombardata dai ribelli. Se i giornali francesi si sono accorti di questo folle viaggio è perché dalla seconda città più importante della Siria, divisa in due come un tempo Berlino, Le Corf racconta una storia diversa da quella dei giornali. La storia di una parte di città, quella dove vive la maggior parte degli aleppini e la totalità dei cristiani, costantemente bombardata da ribelli e terroristi islamici.

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«SCAPPATI DAI RIBELLI». C’è una famiglia di otto elementi (foto sopra), sei bambini, scappata da Aleppo est perché «è stata presa da Al-Nusra (fazione siriana di Al-Qaeda, ndr). Ora viviamo in 14 metri quadrati, mio figlio è stato ferito da un colpo di mortaio. Mio marito non può lavorare perché è quasi cieco e io tiro su circa 10 dollari al mese. Soffochiamo qui ma grazie a Dio siamo ancora vivi».

CRISTIANI SOTTO LE BOMBE. Ci sono i cristiani che pregano nella chiesa di San Giorgio, la più grande di Aleppo, mentre cadono le bombe e «le esplosioni risuonano terribilmente». Le Corf, in chiesa, commenta: «Cosa vi devo dire? Noi siamo tutti civili e noi siamo quelli attaccati [dai ribelli]. Nessun altro. La morte e la paura, questo è tutto quello che vogliono. Post scriptum: se voi credete a quello che scrivono la maggior parte dei giornali, cioè che sarebbe l’esercito a sparare con i mortai, mi dispiace, smettete di credere a qualsiasi cosa».

«I RIBELLI CI UCCIDONO». In un altro post, aggiunge: «Questi gruppi [ribelli] continuano a ucciderci qui, se l’esercito non interviene la città cadrà e moriremo tutti. Non posso restare in silenzio quando leggo i titoli dei grandi giornali stranieri, che non sono qui e che continuano a basarsi su informazioni che rafforzano coloro che ci uccidono, che uccidono i siriani, che uccidono innocenti. Il regime governativo non è una vittima, ha delle responsabilità in questa guerra, con le sue azioni quotidiane, ma i terroristi ne hanno molte di più. Io non prendo una parte politica e parlo solo di quello che vedo: Aleppo è ogni giorno che passa di più l’inferno sulla terra».

Foto Facebook Pierre Le Corf 

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3 commenti

  1. maboba

    Sono cresciuto ai tempi della guerra fredda e mi ricordo che la propaganda da ambedue le parti era quotidiana, solo che da questa parte si propagandava un sistema di libertà e di prosperità, nonostante tutto, mentre dall’altra colla collaborazione attiva dei comunisti si propagandava un paradiso terrestre che non esisteva facendo opera continua di disinformazione e falsità.
    Oggi con mio grande sconcerto devo constatare che oggi sono l’ Europa e gli USA a fare opera continua di disinformazione e falsità e la cosa mi crea sinceramente anche una delusione profonda. D’altronde da un mondo impegnato soprattutto a rincorrere continuamente nuovi fantomatici diritti mistificando la realtà e a rinnegare valori e tradizioni da cui è esso stesso nato forse c’è da spettarsi poco altro.

    1. Menelik

      Mi hai tolto le parole di bocca.
      Anche io sono della tua fascia generazionale, adolescente negli anni 70.
      Europa e USA mi hanno profondamente deluso.
      Non credo più in quelle due entità politiche.
      Veramente. E’ diventato più quello che mi allontana che quello che mi unisce a quei due mostri.
      Il mondo di valori si è proprio ribaltato: adesso come adesso se dovessi scegliere una meta di viaggio, preferirei molto di più la Russia che l’America.
      Non l’avrei mai creduto negli anni 80.
      L’unica cosa che è rimasta è il Cristianesimo: negli anni 70 per me era molto marginale, ora è diventata la forza principale del mio pensiero, politico compreso. L’unica cosa.

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