Andrew non doveva nascere perché per i medici era «deformato». La mamma non ha abortito e lui oggi è vescovo

Di Benedetta Frigerio
09 Novembre 2013
Definito uno scherzo della natura, Andrew Cozzens, 39 anni, è stato nominato lo scorso 11 ottobre vescovo ausiliario di St. Paul. La sua storia

«È un uomo umile, un soldato forte». Andrew Cozzens, 39 anni, è stato nominato vescovo ausiliario di St. Paul in Minnesota lo scorso 11 ottobre. A parlare della sua storia è la madre Judy, che in un’intervista al Catholic Spirit racconta di quando cercarono di farla abortire e di come Andrew sentì la vocazione al sacerdozio fin dalla prima infanzia.

«SCHERZO DELLA NATURA». Sposata con Jack a 30 anni Judy resta presto incinta del suo secondogenito Andrew. Al quinto mese di gravidanza viene però ricoverata in ospedale: «Stavo per perdere mio figlio, ma i medici fermarono le contrazioni». Il giorno dopo, però, i medici le chiedono di abortire: «Sei incinta di un feto deformato, hai in pancia uno scherzo della natura e non dovresti proseguire con la gravidanza». Judy si rifiuta in modo categorico: «È mio figlio. E quello che Dio ci manda noi lo accogliamo».
A quel punto la donna decide di andare da un secondo medico, che è così convinto che Andrew nascerà sano che scommette col collega 1.200 dollari. Quando il bambino nasce, il 3 agosto 1968, ha solo un eczema sul corpo, l’asma e un’allergia che costringe i genitori a nutrire fino a due anni il bambino con un latte in polvere speciale.

«LAVORERÒ PER DIO». Già dai primi anni di vita, nonostante le condizioni precarie di salute, Andrew manifesta una fede fuori dal comune. A soli 4 anni, risvegliatosi una notte dopo un’operazione al polmone nell’ospedale di Denver, dice al dottore che lo assiste: «Puoi andare a letto. Io starò bene, crescerò e lavorerò per Dio». Il dottore rimane molto colpito e dirà poi a Judy e al marito che quell’incontro l’ha fatto convertire. Andrew intanto cresce a Denver, spende molto del suo tempo con un monsignore, Thomas Barry, con cui va spesso a pesca: «Ha fatto il catechismo così – continua Judy – sulla barca».
Entrato poi in seminario, il ragazzo si distingue anche per le sue doti intellettuali, per cui viene mandato a Roma a studiare e dopo il conseguimento del sacerdozio a insegnare presso il seminario di St. Paul. Infine l’ennesima sorpresa, la nomina da vescovo: «Potevo immaginarlo, ma non così presto», conclude Judy commossa e certa che Andrew sia già «pronto».

@frigeriobenedet

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13 commenti

  1. Aldo Cannavò

    Conosco molti casi di mamme che non hanno seguito il consiglio di abortire per motivi clinici del nascituro ed hanno partorito figli sani e vegeti.

  2. alessandra piccinini

    Boh… dove hanno sbagliato quei medici? nell’informare la donna sui rischi della gravidanza?

  3. mike

    o è un miracolo o i medici che le avevano consigliato di abortire dovrebbero cambiare mestiere. di certo una bella storia, di quelle che fa piacere leggere.

  4. AveMary

    Chi lo ha detto che non doveva nascere? Esiste forse una legge che impone alle donne di abortire quando perché il feto è malformato ? Il fatto che è nato, dimostra che nessuno ha mai avuto il potere di non farlo nascere.

    1. Antony

      Si può sempre sfuggire al lavaggio di cervello, tu AveMary ci saresti cascata come una pera cotta.

    2. Andrea

      Cara AveMary, moltissimi “uomini di cultura” dicono che i feti malformati non dovrebbero nascere.
      Alcuni illustri esempi:

      “Rifiutare la prosecuzione della gravidanza di un feto certamente destinato a divenire un essere umano condannato a menomazioni e sofferenze è non soltanto un diritto ma in qualche misura un dovere della donna nei confronti di suo figlio” (Franco Chiarenza Vicepresidente Fondazione Luigi Einaudi)

      “In futuro nessun genitore avrà il diritto di provare la società di un figlio disabile” American Association for the Advancement of Studies (1972).

      “Sarà presto una colpa per i genitori avere un bambino che rechi il pesante fardello di una malattia genetica” Robert Edwards (padre scientifico di Louise Brown, 1979).

      “Si dovrebbe uccidere quel bambino che si scopra avere difetti fisici o mentali prima o dopo la nascita” M. Rietdijk [medico e filosofo olandese].

      “È etico che un bambino affetto dalla sindrome di Down non debba sopravvivere” Sir Douglas Black [ presidente del Royal College of Physicians]

      Certo non sono leggi dello stato, ma puoi immaginare che pressione venga fatta sui genitori affinché abortiscano il loro piccolo/a.

      1. AveMary

        Grazie per avermi ricordato queste belle citazioni, che , in parte, condivido. Appunto si dice che è etico, ma ciò non significa debba essere imposto per legge, contro la volontà dei genitori. Ma siccome voi antiabortisti siete per mentalità contrari alla libertà di scelta, pensate che debba sempre funzionare così, in maniera autoritaria.
        E poi è innegabile che mettere al mondo una persona gravemente menomata e sofferente, oggi che esistono i mezzi per diagnosticare preventivamente le malattie genetiche, è una precisa assunzione di responsabilità da parte di chi fa questa scelta, non può più essere considerata, come un tempo, l’accettazione di una fatalità.

        1. Carlo

          Giusto per chiarezza: l’aborto comporta un’assunzione di responsabilità non inferiore. Spero che su questo siamo d’accordo. Ma cominciamo dall’inizio:già il rapporto sessuale comporta (o dovrebbe comportare) una certa assunzione di responsabilità, visto che tutti sanno da dove vengono i bambini e che i metodi contraccettivi non sono sicuri al 100%. Così magari la smettiamo di dire che una gravidanza indesiderata è un “incidente” o, come dici tu, una fatalità, essendo in verità la diretta conseguenza della scelta di un uomo e una donna. Saluti.

        2. Andrea

          Cara AveMary,
          non si tratta di accettazione di fatalità, ma di accettare proprio figlio anche se malato. Questo proprio voi della libera scelta non riuscite a capirlo. Quanto alle pressioni che si ricevono a volere portare avanti una gravidanza di questo tipo esse sono elevatissime e ne parlo per conoscenza direttissima, visto che è capitato a me e mia moglie.
          Ciao

        3. Aldo Cannavò

          Ave Mary, oggi esistono anche i mezzi per dare una vita dignitosa pure ai disabili.Ogni essere umano è ricchezza per la società sia per la sua salute fisica, che mentale, che psichica.Non è necessario avere tutti i tre aspetti della salute per far parte dell’umanità. Diversamente si dovrebbero uccidere pure tutti gli adulti che restono menomati per malattie od incidenti.In questo caso si ritornerebbe all’aberrazione nazista di triste memoria.Non te lo auguro,ma un’incidente con gravi conseguenze potresti subirlo pure tu.Il tuo valore umano resterebbe comunque intatto. Ciao.

        4. Picchus

          Che ammazzare esseri umani semplicemente perché malati sia etico è un’affermazione disumana. Una volta almeno ci si vergognava a dire queste cose. Che gli antiabortisti siano per mentalità contrari alla libertà di scelta è una castroneria imbarazzante. Un’antiabortista è semplicemente contrario al fatto che si uccidano esseri umani: definire infatti l’aborto libera scelta è come definire lo stupro libero amore. Trovate il modo di non ammazzare bambini e poi uno può abortire quanto gli pare.
          E sì, certo che è un’assunzione di responsabilità. E’ questo che ci rende umani e non bestie. Il saperci prendere cura dell’altro anche se comporta rinunce e sacrifici.

          Questo è quanto ha scritto un abortista poco tempo fa, quindi per definizione a favore della libera scelta, sul forum dell’UAAR:

          “L’ articolo fa credere che un down valga quanto una persona normale. La verità non è questa!”… Per me in questi casi la scelta è obbligata ed è l’aborto… Io ovviamente sarei contento se fosse legge quella dell’ aborto obbligatorio”

          http://forum.uaar.it/viewtopic.php?f=2&t=12815

          Poi vi lamentate se paragoniamo gli abortisti ai nazisti.

    3. ftax

      Spiace che non ci arrivi da solo. Ma la logica non è il tuo forte…
      Il fatto che sia nato non dimostra un fico secco sul potere di non far nascere che avrebbe chicchessia.
      Esiste infatti una pressione culturale abortista che è ben più forte e diffusa delle leggi esistenti e che colpevolizza, bollandoli come reazionari antidemocratici, coloro che desiderano che una gravidanza a rischio sia portata avanti nel rispetto della sacralità della vita umana.
      Il fatto che sia nato dimostra solo che la volontà di una madre ha saputo opporsi alla cultura della morte.

  5. Andrea

    Cara Benedetta,
    la matematica non è il tuo forte. Andrew stato nominato vescovo a 45 anni, non a 39.

    Ciao e grazie

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